Nikolaj Stavrogin ha scritto:
Più che altro trovo piuttosto bizzarro valutare buono [che è la valutazione immediatamente precedente a quella massima] un albo per la sola assenza di banalità, e soprattutto valutare buono un albo che non si è capito fino in fondo.
Io non ho capito quale fosse il ruolo della finta "Nell" nella storia... ma in realtà penso che fosse solo quello di creare un piccolo inganno per il lettore e rimescolare nuovamente le carte.
Ma sinceramente, poco m'importa. La storia ha indubbiamente dei difetti... è un po' incasinata e verbosa, ma per me ha il pregio di essere una vicenda con una struttura complessa (cosa che io apprezzo), narrata in modo affascinante (soprattutto nella parte iniziale) e quindi per me è buona nonostante le imperfezioni e nonostante il fatto che in passato la Barbato ha fatto di meglio.
La preferisco comunque a un albo come "La Seconda Occasione", per esempio, che avevo trovato molto più semplicistico e prevedibile.
Nebbia ha scritto:
Per me il nome degli autori (facciamo solo lo sceneggiatore) dovrebbero scriverlo in fondo all'albo, per non influenzare le nostre labili menti...
Mettiamo un FINE DELL'EPISODIO e lì vicino il nome dei due autori.
Ma perché, che ci sia scritto o no il nome dello sceneggiatore all'inizio cambia qualcosa?
Lo stile di molti autori è inconfondibile. Mi basatano una manciata di pagine per capire se una storia è della Barbato, o di Marzano per esempio, e attualmente anche Gualdoni si sta mostrando molto personale e facilmente identificabile, mentre nelle sue prime storie appariva più "neutro".
Credo che, a parte i novizi, il 90% della gente qui, nella maggior parte dei casi individuerebbe lo sceneggiatore anche se non ci fosse scritto.