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 Oggetto del messaggio: Re: vale ancora la pena leggere DyD?
MessaggioInviato: ven set 14, 2012 11:13 pm 
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Cristiano ha scritto:
Lo ripeto: la questione non e' quella di essere o meno degli adoratori dell'autore pavese ma la constatazione che Dylan Dog ha ragion d'essere perche' pensato in quella maniera. Non è un personaggio "universale" o comunque deformabile (come invece è, entro limiti abbastanza ampi, Martin Mystere per esempio) che puoi modellare a tuo piacere, per essere Dylan Dog deve avere quelle caratteristiche che il suo ideatore gli ha dato. E' un personaggio talmente peculiare che se gli cambi qualcosa non e' più lui.
Parole sante Cristiano...parole sante. Concordo pienamente anche su ciò che affermi a proposito di Bloch e Groucho.
dogares ha scritto:
Il problema non è, IMO, la fine dello splatter in Dylan. O non solo, per dire meglio.
Il problema è che Dylan Dog ha finito con l'essere una miscela a volte poco riuscita di vari generi, lanciando storie per nulla coerenti con l'idea storica o ad ogni modo, lineare del personaggio.
Abbiamo infiniti Dylan per ogni genere di storia e la discutibile riduzione se non addirittura l'eliminazione dell'horror è solo uno degli aspetti.
Anche questa è verità sacrosanta

Poi però... c'è chi vota capolavoro il 307 :roll: .... (che ricordo con DyD non c'entra proprio nulla), quindi di che cosa stiamo discutendo??

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Dylan Dog non esiste più fatevene una ragione!

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 Oggetto del messaggio: Re: vale ancora la pena leggere DyD?
MessaggioInviato: mar set 18, 2012 7:55 pm 
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dogares ha scritto:
Che poi non era manco una critica a quello che hai detto,
Cristiano ha scritto:
Dylan Dog nei primi CINQUE ANNI di vita non tratta ANCHE storie horror ma si basa interamente su di esse, traendone la base sostanziale per il suo grande successo e la relativa rendita per gli anni a venire.
dogares ha scritto:
- Il problema non è, IMO, la fine dello splatter in Dylan. O non solo, per dire meglio.
- Abbiamo infiniti Dylan per ogni genere di storia e la discutibile riduzione se non addirittura l'eliminazione dell'horror è solo uno degli aspetti.





Sclavi / Decio Canzio

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 Oggetto del messaggio: Re: vale ancora la pena leggere DyD?
MessaggioInviato: mar set 18, 2012 8:11 pm 
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Vabbè....allora lasciamo perdere...
Se imposti la discussione così, hai ragione e stop.
Byebye.

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Ultima modifica di dogamy il mar set 18, 2012 8:25 pm, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: vale ancora la pena leggere DyD?
MessaggioInviato: mar set 18, 2012 8:16 pm 
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"Deo gratias!".


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 Oggetto del messaggio: Re: vale ancora la pena leggere DyD?
MessaggioInviato: mar set 18, 2012 10:25 pm 
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non so se è già stata fatta questa segnalazione, comunque mi sembra molto interessante a proposito di ciò su cui si sta discutendo:
http://www.dylandogdiary.it/2012/06/limpronta-sclavi/
in particolare sottolineo i seguenti passaggi:
1)Lettera di Sclavi al disegnatore:
E' una serie horror, ispirata a due filoni di film: il "giallo-horror" di Dario Argento e "l'horror moderno" di Romero, Carpenter, ecc
2)considerazioni finali dell'articolo riferite ai primi cento numeri:
E’ stato un lavoro di un “team” che potrebbe ancora ricomporsi, se la casa editrice non utilizzasse Dylan Dog esclusivamente come campo di battaglia per “nuove leve in rosa”, oppure come espediente pubblicitario di alcune “superstar” del fumetto e dell’editoria.

Cristiano credo che tu abbia centrato perfettamente il problema ricordando a tutti chi era veramente Dylan Dog e su quali basi d'ispirazione è stato creato. Tra le tante tue considerazioni, oltre a quelle che ho già citato, mi ritrovo anche in questa:
Cristiano ha scritto:
Dylan Dog e' un personaggio antiborghese, nel DNA. Operazioni come questa hanno contribuito, nel tempo, a borghesizzare la sua figura. Alla sua nascita possedeva un genuino spirito antiborghese, in primo luogo contro la presunta "cultura Alta". Preferisco quindi ricordarlo in questo modo:

Peccato che oltre ad essere cambiato Dylan Dog siano cambiati anche i lettori: vedrai adesso appena esce il 313 come fioccheranno i "capolavoro". Del resto .... è della Barbato :g:

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 Oggetto del messaggio: Re: vale ancora la pena leggere DyD?
MessaggioInviato: mar set 18, 2012 11:04 pm 
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Bisognerebbe tenere a mente che Dylan Dog ha sorpassato ormai il quarto di secolo di vita. Evoluzioni, stravolgimenti o semplicemente cali qualitativi sono, per così dire, "fisiologici". Non si può sempre fare riferimento al passato, ai grandi capolavori che non ci sono più (ma vivaddio sono ancora lì, basta andarli a rileggere!), a rimpiangere qualcosa o forse qualcuno che, per quanto sia triste dirlo, non tornerà più. Si può sempre passare ad altro. :roll:

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 Oggetto del messaggio: Re: vale ancora la pena leggere DyD?
MessaggioInviato: ven set 28, 2012 9:01 am 
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Secondo me vale la pena se si fa selezione: ognuno scelga gli autori (sceneggiatori o disegnatori) che vuole seguire e compri solo quelli!

Io applico questo metodo con soddisfazione da diversi anni e devo dire che la qualità media dei Dylan che ho letto è abbastanza buona. Certo, la serie diventa un quadrimestrale invece che un mensile, ma vabbè :)
Abbasso il collezionismo, evviva la selezione!


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 Oggetto del messaggio: Re: vale ancora la pena leggere DyD?
MessaggioInviato: ven set 28, 2012 11:50 am 
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Invece è più corretto leggersi tutto e poi giudicare. Sempre rispettando la volontà di oguno.

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 Oggetto del messaggio: Re: vale ancora la pena leggere DyD?
MessaggioInviato: ven set 28, 2012 12:29 pm 
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Iscritto il: ven set 28, 2012 8:47 am
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dogares ha scritto:
Invece è più corretto leggersi tutto e poi giudicare. Sempre rispettando la volontà di oguno.


dopo 10 storie di Ruju (tanto per fare un nome) che non mi sono piaciute, perchè dovrei comprare l'undicesima?


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 Oggetto del messaggio: Re: vale ancora la pena leggere DyD?
MessaggioInviato: ven set 28, 2012 1:12 pm 
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Sempre rispettando la volontà di ognuno.
Mi pare chiaro...

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 Oggetto del messaggio: Re: vale ancora la pena leggere DyD?
MessaggioInviato: ven set 28, 2012 10:54 pm 
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lonewolf10 ha scritto:
Secondo me vale la pena se si fa selezione: ognuno scelga gli autori (sceneggiatori o disegnatori) che vuole seguire e compri solo quelli!

Io applico questo metodo con soddisfazione da diversi anni e devo dire che la qualità media dei Dylan che ho letto è abbastanza buona. Certo, la serie diventa un quadrimestrale invece che un mensile, ma vabbè :)
Abbasso il collezionismo, evviva la selezione!
dogares ha scritto:
Sempre rispettando la volontà di ognuno.
Mi pare chiaro...
dogares ha scritto:
Invece è più corretto leggersi tutto e poi giudicare. Sempre rispettando la volontà di oguno.

Mado', cortocircuito. Abbi pazienza lonewolf10, data la situazione contingente... l'ennesima geniale e rivoluzionaria invenzione dei crucchi ci ha fatto perdere molti posti di lavoro.

http://www.freeopinionist.com/2012/07/06/banane-un-inventore-tedesco-ha-progettato-un-robot-per-raddrizzarle/


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 Oggetto del messaggio: Re: vale ancora la pena leggere DyD?
MessaggioInviato: ven set 28, 2012 11:27 pm 
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Ah sorry. Mi ero dimenticata che questo post è di proprietà di sua maestà Cristiano I e che è vietata ogni intromissione, suppure divertita ed ironica.
Chiedo venia. E chiudo la mia personale collaborazione. ( seguirà immancabile post con filmato e/o commento e/o foto altamente atti a prendere per il culo le opinioni altrui....)
Piccolo consiglio personale: invece di tale macchina te ne suggerisco una che ti insegni la modestia e l'educazione. Due doti che non ti appartengono.

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 Oggetto del messaggio: Re: vale ancora la pena leggere DyD?
MessaggioInviato: sab set 29, 2012 12:26 am 
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dogares ha scritto:
Chiedo venia.

Perdonata.

dogares ha scritto:
E chiudo la mia personale collaborazione. ( seguirà immancabile post con filmato e/o commento e/o foto altamente atti a prendere per il culo le opinioni altrui....).

Mmm... scelgo "commento immancabile".

dogares ha scritto:
Piccolo consiglio personale: invece di tale macchina te ne suggerisco una che ti insegni la modestia e l'educazione. Due doti che non ti appartengono.

Troppa concorrenza, comprendo. Pero' la manualita' artigianale va comunque apprezzata e valorizzata, brava. Non mollare la presa.


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 Oggetto del messaggio: Re: vale ancora la pena leggere DyD?
MessaggioInviato: sab set 29, 2012 2:40 pm 
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Località: Napoli
Cristiano, qualche punzecchiatura ogni tanto la lasciamo correre, ma non ho ancora capito cosa stai cercando di sostenere e già ho letto più punzecchiature che parole. Se sei venuto qua per litigare, cambia aria. O cambia toni, ancora meglio.

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Carnage - Teatro online
https://www.youtube.com/watch?reload=9&v=x4qv5rBEs9E


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 Oggetto del messaggio: Re: vale ancora la pena leggere DyD?
MessaggioInviato: sab set 29, 2012 3:49 pm 
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Iscritto il: lun gen 18, 2010 10:49 pm
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Ottimo articolo che puo' contribuire alla discussione inerente lo stato attuale della testata. Per gli utenti ai quali interessa in particolar modo questo aspetto, ovviamente. A voi.

Cita:
TIZIANO SCLAVI: “ALMENO UNA VOLTA PER ALBO, UN PO’ DI MACELLERIA CI VUOLE”.

giovedì 20 settembre 2012 | Autore Stefano Prioni


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Nessuno di voi credo si stupirà leggendo il testo riprodotto all’interno dell’immagine riportata sopra. Si tratta di uno stralcio della lettera “INDICAZIONI DI CARATTERE GENERALE PER IL DISEGNATORE” stilata da Tiziano Sclavi e tratta dalla “cartella stampa per la presentazione del nuovo personaggio” (*).

(*) Copia della presente è reperibile anche sul catalogo “DYLAN DOG 25 – IL MITO DI UNA GENERAZIONE”, pagina 13, edito dal “Centro Fumetto Andrea Pazienza” in occasione della mostra realizzata per il quarto di secolo dell’indagatore dell’incubo.

Questo articolo sarà semplicemente una “conferma”. Avrete quindi la dimostrazione indiscutibile che l’eroe residente a Craven Road 7 fu tracciato, soprattutto per quanto riguarda le linee guida fondamentali, da Tiziano Sclavi, che sfrutto “la cresta dell’onda” creando un nuovo genere a fumetti: l’horror di qualità per la prima volta separato dell’erotismo e dalla pornografia.

Non vi è molto da commentare però, se leggete con attenzione quelle poche righe scritte per orientare il “disegnatore”, scoprirete che il vero Dylan Dog, che piace alla maggioranza, è rimasto legato al suo autore. Con questo non voglio dire che nessuno sia in grado di essere all’altezza di Sclavi, tutt’altro. La casa editrice dispone di valenti scrittori, impegnati spesso in altre serie in via di sviluppo.

Sono le linee guida oggi a mancare, non la capacità di scrivere.

Le linee guida si legavano in modo indissolubile allo schema narrativo. Da questa “unione” ne derivava l’equilibrio che voi tutti avete conosciuto e apprezzato.

Perfettamente inutile tentare di comprendere le motivazioni che hanno condotto verso il nuovo investigatore dell’incubo. Se ne è già parlato molto, anche in questa sede, senza che si arrivasse mai a una conclusione soddisfacente per la maggioranza.

I fatti ormai ci dicono che l’operazione, voluta dai vertici della “Sergio Bonelli Editore”, è avvenuta in modo graduale. Sappiamo anche chi sono i protagonisti di questa vicenda, così come abbiamo potuto constatare che l’interrogazione parlamentare contro lo splatter e il gore portò il titolare dell’azienda milanese a essere cauto. Venne poi il ruolo del curatore, incisivo a quel tempo, che decise il cambio di rotta: il nuovo Dylan Dog sarebbe stato più sociale che ludico. Non a caso fu preso come testimonial per decine di campagne e in quei casi Sergio Bonelli fu ben lieto di concedere il consenso, gratuito, ci tengo a precisarlo, prima che nascano polemiche.

Fu così che un “prodotto Bonelli” divenne il mezzo tramite il quale si diffondevano messaggi e si faceva critica verso la società.

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Leggo su alcuni forum che taluni lettori non accettano nemmeno i “fatti”, avvalorati da “testimonianze”, prese da quotidiani, come “La Stampa”, che io stesso ho pubblicato in questo blog, e preferiscono abbracciare la tesi di alcuni autori, che danno la loro personale interpretazione a questo radicale cambiamento. Definisco banale sostenere che se Dylan Dog è cambiato la ragione è che sono cambiati i tempi e siamo cambiati noi.

Anche molti lettori ora la pensano in questo modo. Certamente i tempi sono cambiati ma, nonostante ciò, lo “splatter” seguita a piacere, ed è confermato da nuove serie tv prodotte da “AMERICAN MOVIE CLASSIC”, un colosso americano che realizza successi ininterrottamente. Innegabile inoltre che la rete è disseminata di critiche verso Dylan Dog, raramente leggo che qualcuno sia rimasto soddisfatto. Addirittura c’è chi acquista l’albo solo se sceneggiato da alcune persone, come del resto basta che quei pochi eletti scrivano una storia per scatenare gli accaniti fans, i quali cominciano a tessere le lodi ancora prima di aver comprato l’albo. In questa situazione il passo tra il “comune” e il “capolavoro” è molto breve, l’abbiamo visto di recente.

Nonostante le vendite siano in lieve calo Dylan Dog è un personaggio ancora di successo. In pratica la gente si lamenta ma continua a comprarlo, senza dimenticare che una buona fetta del fatturato è dovuta ai collezionisti.

Vi scontenta ma lo comprate? Un paradosso, concedetemelo.

Tiziano Sclavi: “Le scene splatter (sangue e macelleria) devono essere sempre fatte con eleganza (non alla “Terror” o “Jacula”!).

Questa è una vera intuizione. Non si tratta di bravura di un autore ma di perspicacia.

I fumetti horror negli anni ’80, che a fatica si potevano inquadrare in quel genere, avevano una struttura narrativa basata su un erotismo sfociante nel porno, ma di serie C. L’imminente diffusione dell’home video aveva ormai decretato la fine di queste pubblicazioni, i cui lettori credo fossero più interessati alle “immagini” che al testo. L’immediatezza dei “filmati” portò alla scomparsa nelle edicole dei “giornaletti porno”, che rappresentavano l’intrattenimento da “sala da bagno”.

Sclavi ha preso un genere in declino, prossimo ad una morte editoriale, e vi si è inserito abilmente, invitando il disegnatore a tenersi ben distante dal passato per sviluppare un nuovo horror di qualità che unisse “il classico” al moderno, strizzando l’occhio allo splatter che in quegli anni emergeva prepotentemente.

Ed ecco che qualche scena da macelleria, che comunque non portava mai al disgusto del lettore, smorzata dalle “freddure” di Groucho, il cui ruolo era quello di far “meglio digerire” le emozioni forti, unita a qualche “ombra”, dosata dal maestro delle medesime Corrado Roi, condussero Dylan Dog al successo.[/size]

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In tali motivazioni va ricercata la presenza meno frequente di Groucho: non ci sono oggi molti toni da smorzare e le sue “battute”, inserite a caso, quindi senza ragione, potrebbero anche stancare. Curiose teorie su violazioni dei diritti in Italia lasciano il tempo che trovano e le relative polemiche che ne scaturiscono sono utili solo al gradimento dei blog sui social network dove sono diffuse queste notizie, non supportate da alcuna conferma dell’editore.

Però, almeno una volta per albo, un po’ di macelleria ci vuole!!!

Nemmeno la componente erotica venne sospesa del tutto da Sclavi, che effettuò una vera e propria “sciacquatura dei panni in Arno” dell’horror a fumetti, ed infatti:

“può esserci un tantino più di sesso (ma proprio una punta). In generale, cose tipo “ti vedo e non ti vedo” (vestaglie trasparenti, camicette aderenti e così via). Raramente il capezzolo. Banditi, ovviamente, gli organi genitali. Permessa, con moderazione, la chiappa”.

Notate come Sclavi, con parole semplici e modeste, esprima dei concetti molto profondi. Quel “permessa, con moderazione, la chiappa” è eccezionale ed estremamente divertente.

Un “tantino di sesso”, nel “Dylan Dog” pre-Barbato, è sempre stato quel cocktail che rendeva accattivante l’atmosfera generale. Successivamente, bandite tette e culi, siamo giunti al periodo sociale, dove Dylan Dog, tramite il fumetto, prendeva contatto con i giovani trasmettendo loro dei messaggi. Il suo nuovo ruolo fu di “monito sociale”. In buona sostanza ci veniva comunicato che il “male” non era sulla carta stampata ma spesso si celava in tutti noi.

Con buona pace dei lettori siamo oggi passati ad una terza fase, che diventa difficile definire, in cui si alternano avventure dove Dylan Dog, costantemente disoccupato, si occupa di problemi legati alla sua vita sentimentale, per addentrasi poi in vicende noir, sempre molto soft, e infine concludere con storie che hanno lo scopo di destare scalpore e sono utili ad alcuni autori per pavoneggiarsi in quanto ospiti del TG della sera. Insomma una vera bagarre in cui non c’è più ne schema narrativo ne linee guida.

Terminando Sclavi riferisce dell’importanza della “fuga prospettica” e della necessità di creare tensione e paura nel lettore. In effetti quello sarebbe il compito di una serie horror.

Prendete atto che Dylan Dog da tempo non è più una serie horror!

Mi auguro che la casa editrice, la quale sembra non prendere mai in considerazione il malcontento popolare, rassicurata dalle vendite ancora sostenute, un giorno, anziché rivalutare la “fuga prospettica” non debba lamentarsi di un’altra fuga, quella dei lettori verso case editrici molto perspicaci. (Vedi “GOTIKA”).


Fonte:
http://www.dylandogdiary.it/2012/09/tiz ... #more-8765


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