Cravenroad7

Mi sembra che, tra tutti, sia stato Joe Montero a mettere il dito nella piaga, per così dire: la storia del mese, che pure si legge senza fatica e contiene almeno un paio di belle sequenze, avrebbe disperato bisogno di violenza vera e di sequenze splatter. Non sono mai stato un fan di squartamenti e mutilazioni, specie quando gratuiti e fini a se stessi (chiaverottiani, insomma ), ma è possibile che un mondo dove non si può mentire sia un mondo da commedia, piuttosto che un mondo da incubo? La verità dovrebbe portare sangue, non risate.

Questo, più di ogni altra cosa, dà la misura dei cambiamenti subiti dalla testata negli ultimi anni.

Io penso che dipende da come la vogliono prendere gli autori, sarebbe certamente un mondo da incubo ma qui si è voluto condire l'incubo con un po' di ironia. In questo albo comunque la verità ha portato al sangue anche se non si è visto ma si è solo lasciato intuire (vedi la coppia che mangia la torta).

A me è piaciuto molto. Non è scontato e poi c'è Hamlin e Safarà... mi mancavano entrambi! Bellissimo il finale L'unica cosa è che c'è troppo poco sangue e dylan sta diventando rapidamente più un fumetto metafisico-riflessivo che il buon vecchio horror assai splatter di un tempo... e si stanno buttando troppo sulle citazioni: l'altra volta c'era Saw, adesso Arsenico e vecchi merletti... La prossima volta ci sarà un film di totò e siamo a posto!

Un'altra volta Arsenico e vecchi merletti?!
Hanno finito le citazioni e ricominciano il giro?

Ma non andarono di pari passo queste due cose?

Secondo me le cose stanno messe ancora peggio .
Una cosa non esclude l'altra.
Vedi Tre per Zero o Per un pugno di sterline.
La verità più feroce da sempre può instradare verso un clima beffardo di cinismo ironico/grottesco ed allo stesso tempo ispirare fiumi di sangue in modo trucido quanto disinibito.
Scherzandoci crudelmente sopra .

Chi qui scrive i testi però non è stato volontariamente in grado di amalgamare le due cose, tentando una rabberciatura di comodo e sfumando nei sorrisini anemici, o nel "lasciato intuire fuori-camera". Per il solito finto-pudore editoriale sbandierato da anni.
La massima concessione è stato un goffo buco nello stomaco (pp. 29.iv), disegnato tra l'altro in modo caricaturale e per nulla splatteroso .



Infatti.
Se n'era già parlato qualche pagina fa su questo stesso topic

https://www.cravenroad7.it/forum/viewtopic.php?f=8&t=8088&start=105

Su Arsenico e vecchi merletti sorvolo perchè mi sono già espresso .
Continua ad esser un appiglio pretestuoso...perchè quell'atmosfera in questa storia è ridotta all'osso di una manciata di pagine, e c'entra veramente poco a conti fatti.
Quella famosa frase di Sclavi sta diventando l'ancora di salvataggio per un mucchio di storielle sciacquettose da parte di autori che non sanno confrontarsi col quel "genere", e via via stanno mortificando anche quello originario. .

ALOHA

Magari. Il problema è che DyD non è nemmeno l'ombra, a volte e per un certo numero eccessivo di volte, di un fumetto metafisico e riflessivo ! E' un fumetto che spande banalità da cioccolatini Perugina, animalismo paraculo, buonismo imperante, trita e ritrita sempre le medesime scempiaggini decerebrate sino a diventare una poltiglia indigeribile.
E' molto più difficile esser riflessivi e profondi che splatterosi allo stato puro. Credo che certi autori siano in preda ad un delirio di onnipotenza che li auto convince della loro maestosità creativa, ma che partorisce solo banalità.
Chiaverotti, a confronto, era un onesto e banale mestierante dell'horror serie b, ma almeno evitava certe scivolate di ridicolaggine involontaria.

L'idea è buona, ma poteva essere sviluppata infinitamente meglio. Il finale, a mio avviso, distrugge la storia. Sembra incollato li cosi a caso. Praticamente alla fine di qualsiasi storia dove non si comprende il motivo degli avvenimenti in corso, ci si può piazzare quel finale lì. Banale e fiacco. Per quanto ami il personaggio del finale, in questo albo non c'entrava proprio.

Probabilmente avrei dovuto scrivere: "la verità dovrebbe portare ANCHE sangue, non SOLO risate".

Nonostante io legga DD da poco tempo (e debba ancora recuperare quasi tutti i numeri 'gloriosi') provo a dare un giudizio 'sensato'.

Ho apprezzato l'idea di base che, seppur non originalissima, ha creato in me la giusta attesa nei confronti del finale. E' proprio quest'ultimo a deludere a mio parere, in quanto risulta un toppa per una storia che poteva essere scritta decisamente meglio, visti i presupposti.

I disegni mi sono sembrati altalenanti; alcuni erano decisamente ispirati, altri molto meno!

Io l'ho trovato un numero discreto (ho votato buono), sono un vecchio lettore di Dylan sin dai primi albi e che negli ultimi tempi non si ritrovava più in questo fumetto. La rivoluzione della premiata ditta Barbato & Recchioni non mi ha mai convinto, anche se sono consapevole che ad un certo punto un fumetto così longevo abbia la necessità di reinventarsi in qualche modo, tuttavia semplicemente notavo che negli albi degli ultimi anni di quel Dylan Dog che avevo conosciuto e amato rimaneva poco. In più quando ho letto che era opera di Gualdoni ho storto il naso, diciamo pure che non mi piace particolarmente questo autore. Ho comprato questo numero per puro caso, passando dall'edicola per prendere altro, quasi svogliatamente, anzi trovavo orribile anche la copertina con quella sfinge appiccicata lì come un collage amatoriale. Però dopo averlo letto, posso ritenermi soddisfatto, una storiella senza frizzi e lazzi ma anche senza grosse pecche, una buona idea di fondo, discreti disegni del vecchio Dell'Uomo ma quello che mi ha più colpito è quel ritorno al passato che per il momento è abbastanza riduttivo e autoreferenziale (vecchi personaggi, riferimenti a vecchie storie) ma che in certi momenti diventa quasi necessario per ricordarci chi sia questo personaggio, cosa che ultimamente forse era sfuggita di mano a molti autori che si sono avvicendati nel tempo. Nel finale Gualdoni non si è sprecato, si è limitato a copiaeincollare e questo ha forse rovinato l'impressione complessiva di questo numero, che tuttavia rimane godibile e con degli spunti interessanti.

Ma andrebbe bene anche una storia di sole risate. Il guaio è che questa storia NON fa ridere.
Come non faceva ridere (tanto per dirne una) la 4° storia dell'ultimo Color Fest, nonostante si 'percepisca' che le intenzioni fossero quelle.

Gualdoni non è portato per l'umorismo. Meglio: non è portato per una compiuta 'fusione' tra momenti di serietà e momenti di umorismo.

ti sbagli, c'è chi assicura che dalla finestra di oni rimbombino sonore e grasse risate sguaiate seguite da un sorriso auto compiaciuto stampato in volto, quando è intento a scrivere parti umoristiche.

Votato Mediocre.

La motivazione é rintracciabile nei post di Rimatt e Joe Montero.
Visto il soggetto, l'albo doveva "grondare" sangue e nefandezze ed invece é ridotto ad una commediola con un sorrisino finale che più irritante non si può
Dylan Dog é stato, tra le altre cose, anche un fumetto di denuncia sociale
Denuncia fatta urlando, con la pancia.
Quest'albo é la dimostrazione che il nostro é diventato un eroe "radical chic"
Stessa involuzione/evoluzione (ognuno può usare l'aggettivo che più gli aggrada) dell'ex Partita Comunista

Buona la prova di Dell'Uomo anche se con qualche sbavatura forse dovuta alla lunga mancanza dalla testata.

Per info: il radical chic non lo sopporto alla stessa stregua dei cori russi per Franco Battiato.

Gaber lo chiamerebbe "un borghese di merda".