Outrage - Beat Takeshi
Bhe, rispolvero questo primo capitolo che fà da predecessore al sequel attualmente in gara a Venezia.
Una cosa per chi non ha buona memoria: prima di guardare il film prendete carta e penna per appuntarvi le decine di nomi di persona, famiglie, quartieri che inevitabilmente potrebbero trarvi in confusione alla lunga.
Ho sentito una geniale definizione di Enrico Ghezzi, che ha definito questa pellicola una specie di grande meccanismo che "pialla". Inizialmente incuriosito da questo parere a primo udito vago, al solito del critico bergamasco, che sà però farsi intendere immediatamente quando si guarda il film.
E' vero: Outrage è forse il film più granitico e sistematico finora diretto da Kitano: uno yakuza movie vissuto da un diverso punto di vista; non è più il freddo Takeshi a farsi mandante e esecutore dei delitti. Qui è solo una persona che deve eseguire ordini altrui, al pari degli altri membri più giovani che soccombono ai voleri dei grandi padrini, che riescono a scatenare una faida che si protrarrà per tutta la durata della pellicola, cominciata da trascurabili ripicche tra famiglie che formeranno un effetto domino infernale che troverà il suo acme nell'ultima mezz'ora, nella sanguinosa resa dei conti finale.
In un film dove in pratica tutti gli attori sono semplici pedine nelle mani dei potenti, quello che rende ancor di più, come detto, granitico questo film è il fatto che i giovani non si pongano nemmeno delle domande sulla fruttuosità o meno dell'operato dei loro superiori, limitandosi a eseguire ogni cosa gli venga richiesta, anche quella che è chiaramente più controproducente per il mantenimento dei fragili equilibri tra le varie cosche. (E questo manovramento dei vecchi verso i giovani mi ha ricordato molto Fukasaku e Battle Royale).
L'unico che tra uno sparo e una coltellata tenta di esaminare con un minimo di raziocinio la situazione prima di agire, l'unico che tenta di mediare e farsi rassicurare da chi lo comanda, è proprio Beat Takeshi (Otaru nel film); che forse merita il titolo di personaggio più "umano" del film, ma chissà, magari il suo parziale distacco è reso facile dal fatto di essere troppo vecchio per fare la parte del novellino che deve stare zitto ed eseguire ma ancora troppo giovane per mettersi alla pari dei boss.
Per il resto il film non trova altri spunti degni di nota particolare, sia dal punto di vista della carica emotiva, che stilistica, ponendosi comunque sufficientemente al di sopra della mediocrità con una buona colonna sonora di Suzuki (dal sound "pulsante" come vuole il film), e molte scene ben fatte e piacevolmente violente riguardante gli omicidi, che da sempre distinguono ed elevano gli yakuza movie firmati Kitano, come ad esempio
6,5