Cravenroad7

Sei ironico?

seh, e Ruby è la nipote di Mubarak...

Questo commento non me lo sarei mai aspettato da nessuno. Credo che nel bene e nel male Ruju sia sempre stato molto diverso da Sclavi nell'approcciarsi al personaggio. Non ho mai notato in Tiziano la passione per il genere poliziesco/spionaggio...
Potrebbe essere erede inteso come pilastro della testata (mmm...) , ma c'è già gualdoni.....

Probabilmente ilMale intendeva che è l'autore che ha firmato più storie dopo Sclavi, quindi si può affermare, semplicisticamente e in termini puramente numerici, che è stato lui a portare avanti la baracca dopo il pensionamento di Sclavi.
Poi che abbia cambiato i connotati al nostro e che abbia uno stile e un approccio al personaggio totalmente diversi da Sclavi è innegabile.

Non credo, Raffa. ilMale parla di VERO erede di Sclavi.

Più che pilastro...Gualdoni andrebbe definito una trave contenitiva, un puntello che ritarda lo sbriciolamento di una palafitta alla deriva .
Sempre che qualcuno del mestiere non metta mano alle cazzuole e cominci a ricostruire (seriamente) secondo i criteri del piano regolatore originario...

ALOHA

Il mio riferimento è principalmente orientato sulla produttività. E negli ultimi 15 anni Ruju di storie ne ha scritte più di ogni altro (belle o brutte che siano). Che poi qualcuno lo abbia denigrato per essere troppo spesso passato dall'horror al thriller è un discorso differente. Altri possono aver puntato più su una qualità raffinata (non sempre generatrice di belle storie) fermandosi però a poche storie all'anno. Per tenere in piedi una serie che ha 22 storie lunghe e altre breve all'anno ci vuole costanza e la qualità ne può risentire. Anche Terence Malick faceva un film ogni 10 anni ed erano tutti capolavori; ora ne fa uno all'anno e ha iniziato a sfornar ciofeche.

5,5

Buona storia, si lascia leggere e non è per niente noiosa. Uniche due cose negative la quasi assenza di Groucho e il fatto che Dylan non si porti a letto la bella di turno, comunque resta un albo positivo e anche un pò inquietante. I disegni non mi hanno convinto del tutto. Voto 7

Uno dei principali difetti di , presente anche in alcune dei suoi albi più riusciti, non risparmia neppure questo. Questa è una storia con elementi horror, ma non è pensata per essere una storia di Dylan Dog. Sono due gli elementi che lo provano. In primis la vicenda potrebbe tranquillamente iniziare, svolgersi e concludersi senza Dylan che è un mero imprevisto accidentale nel dramma e nella follia di Kilbury (che trova la fine senza alcun apporto dell'indagatore dell'incubo). In secondo luogo, la parte della sceneggiatura che meno convince è proprio quella relativa all'indagine dogghiana, indagine che va avanti per puro caso e con l'apporto decisivo della bella di turno che lo "imbocca" tutte le volte in cui si arriva a un punto morto. Segno che la storia è stata adattata, a forza, a Dylan.
Detto ciò, comunque funziona e non è disprezzabile. Ma non può andare al di là di un accettabile come ebbi a dire a suo tempo. Mi rimane invisa la frase "Poveretti" pronunciata dalla sciùra dinanzi al massacro in metropolitana. Disegni rivedibili, ma ci sono alcuni buoni primi piani.

Si...sebbene il difetto, il terzo difetto a dir meglio, che è anche per me il più grave, è che si volle fare una storia horror senza però mai superare il limite. Anzi non solo non superarlo, ma manco avvicinarsi. Non una sequenza forte, disturbante, non una scena splatter, non una scena che faccia fifa ( in fondo parliamo di gente paralizzata a vita e ridotta a vegetali...)
Vuol ispirarsi alla "Maschera di Cera" ma non preme il fattore ripugnante come avrebbe dovuto.

Ruju eccelso in "Macchie Solari", là, seppure nella solita dose di grottesco eccessivo ( scena infermiera e sala operatoria..) mostrava e scarnificava, opprimeva ( scena del funerale, tnt per dire...).
Qui no.
Avevo votato buono...ora sono sulla sufficienza piena.

Piccatto inguardabile....nella carneficina della metro è un trionfo di righe tirate a caso.

Francamente un albo che non ha suscitato in me grande emozione.Ritengo che Ruju,da sempre...salvo piacevoli eccezioni,abbia come mentalita' quella di adattare Dylan al suo modo di intendere il genere e il racconto,e non adattarsi allo spirito del personaggio e trovare un punto di equilibrio.Questo spesso comporta delle storie che oscillano tra l'essere sempliciotte,e altre che sembrano voler spaziare un po' ovunque per poi accartocciarsi su se stesse.Inoltre,Dylan e' un curioso spettatore di eventi messo li' a mo' di pedina sulla scacchiera.E' questo il vero Dylan?...e' questo il personaggio e quello che rappresenta?...secondo me,no.
In "L'imbalsamatore" abbiamo una narrazione cosi' cosi',scorrevole a tratti ma poi soggetto del solito sospetto deus ex machina,un villain senza particolare spessore e in generale una storia non memorabile.

Infatti, storia senza particolare spessore come nella migliore tradizione di Ruju. Qui abbiamo un classico difetto che credo di aver già evidenziato in passato, non solo in riferimento a Pasqualon, e cioè l'assenza di un'ambientazione o, se volete, di un contorno (patatine ed insalata astenersi). Troppi pochi personaggi che si aggirano per le pagine dell'albo creano una sgradevole sensazione di vuoto, tutt'altro che voluta e ricercata, e non possono che essere considerati difetto e sintomo di cattiva gestione della sceneggiatura. Frasi ad effetto appioppate a figure che a malapena hanno dei contorni, poi, sono ancora più sbagliate e sfociano nel ridicolo. Per finire, l'attacco in metropolitana è veramente cattivo, ma qua, mi duole ammetterlo, è colpa anche del mio omonimo disegnatore.

l'imbalsamatore
non mi piace questa "storia" del "vero erede di sclavi" (cit. ahahahahahahahahahahaha), confusa, inconsistente, noiosa...
un imbalsamatore che sembra la brutta copia di xabaras, un pò di "uccisori"grattuggiati qua e là, si salva solo l'inquietante festino
disegni di piccatto oggettivamente brutti, copertina non un granchè

voto 4