Storia nettamente insufficiente!
Il tema della "Verità" potenzialmente pericolosa, capace di provocare vere e proprie apocalissi, è buono, ma di sicuro non nuovo. Neppure per Dylan Dog.
Strano che nessuno ricordi lo Speciale scritto da Paola Barbato qualche anno fa (ora non ricordo il numero) dove era presente lo stesso tema. Già che ci sono, cito anche l'albo di Napoleone
Il gioco della verità (il n.45! questo lo ricordo benissimo perchè è uno degli albi 'napoleonici' che preferisco
).
Barbato, Ambrosini e Gualdoni hanno stili molto diversi, e non è il caso di compararli troppo. Ma almeno un dato di fatto va riconosciuto: le storie di Barbato e Ambrosini sono
infinitamente più articolate di questa! Con snodi narrativi complessi, trame fitte, personaggi fortemente caratterizzati.
Invece Gualdoni lavora su una trama esilissima e personaggi quasi impalpabili.
Seguono i soliti
S
P
O
I
L
E
R
I difetti della storia sono già stati abbondantemente segnalati, comunque un riassuntino non fa male:
- La trama è troppo esile. Poteva andar bene per 50 o 60 pagine, ma con 90 e passa diventa ripetitiva.
- Questa è una storia che punta tutto sul crescendo 'apocalittico', argomento già affrontato su Dylan in parecchie storie più o meno buone (
Gli uccisori, Il male, L'orrenda invasione, Meteoropatia, La collina dei conigli...).
Queste storie per funzionare DEVONO trasmettere il senso di apocalisse crescente. Gualdoni ci riesce fino a pag.40 (quando entra in scena l'avvocato, come è stato giustamente segnalato), poi sprofonda nella ripetitività e in sequenze a metà tra l'assurdo e il ridicolo involontario, tipo i coniugi che prima di scannarsi finiscono il pranzetto...
Ha ragione Caimano : nella seconda metà un po' di sangue sarebbe stato necessario. Non sono un fanatico dello splatter, ma il sangue avrebbe trasmesso meglio l'atmosfera apocalittica. Sequenze con semplici battibecchi se ne sono già viste in abbondanza nelle prime 40 pagine, insistere solo su quelle fa sgonfiare pathos e climax.
- Hamlin ha il ruolo di "deus ex machina" - o, come dice Bertuccia, di "genio della lampada".
Misery di Stephen King
ha insegnato a tutti da anni che i deus-ex-machina sono INACCETTABILI. Il loro uso rivela semplicemente la scarsa fantasia di un autore/sceneggiatore che non sa come tirar fuori il personaggio dal guaio in cui lo ha cacciato. A me Hamlin piace, ma farne un banale deus-ex-machina è un errore.
- Dylan è tremendamente passivo. Non fa nulla, semplicemente corre qua e là nell'attesa della 'botta di culo' che risolva la situazione.
La botta di culo arriva puntuale grazie al deus-ex-machina Hamlin, ma questa non giustifica l'inettitudine dylaniana.
- Le inutili considerazioni di Dylan su cose perfettamente chiare sono insopportabili. Siamo ai livelli della peggior fiction televisiva, dove QUALSIASI argomento viene esposto almeno tre volte.
Le tv hanno perlomeno la scusante di dover tenere aggiornato lo spettatore, che di tanto in tanto si abbiocca sul divano, ma un lettore di fumetti si presume sia sveglio mentre regge l'albo e sfoglia le pagine.
Dell'Uomo mi ricorda un po' Dall'Agnol. Entrambi, dopo esordi folgoranti, si sono persi un po' per strada (Dall'Agnol è stato 'rovinato' da Berardi e Julia, Dell'Uomo non saprei...).
Il suo stile attuale mi ricorda troppo Magnus per piacermi. Non fraintendetemi: ADORO Magnus, è appunto per questo che non amo i suoi emuli. Paragonati al Maestro fanno inevitabilmente una figura barbina.