Altro "finto" seguito firmato da Sclavi. Tutti ad aspettarsi l'incredibile ritorno del cuginetto di Hannibal e invece ecco qui una storia sul tema degli snuff movies. Il titolo crea quindi delle aspettative ingiustificate e per chiunque è normale avvertire una punta di delusione alla fine della lettura. Tuttavia, preso a sè stante, senza andare a ricercare inutili paragoni con il #80 con cui (è bene precisarlo) c'entra poco o nulla, non è un albo disprezzabile, anzi. Superate anche qui certe soluzioni di sceneggiatura parecchio "disinvolte" (anche il "Cervello" aveva questo difettuccio), come il legame psichico tra figlio di Joy Freeman e Killex (assolutamente non giustificato), abbiamo delle immagini che picchiano duro come quella della fosse comune o le inquietanti location disegnate da un Roi in rinnovato momento di grazia (reduce tra l'altro dallo strepitoso lavoro de "La morte Rossa") e un plot che si diverte a fregare il lettore disseminando falsi indizi, come la data della profezia, che illudono di poter collegare il massacro a il buon mad doctor. E pensare che Groucho ancora una volta aveva risolto il caso
. La rivolta finale degli extracomunitari, con tanto di pistolotto sull'utopia, non può non ricordare "Il marchio rosso".
Votato buono, soprattutto per merito di Roi.