Cravenroad7

A me i colori sono sembrati buoni. Non ottimi, ma buoni sì.

Si, forse mi sono espresso male. Si è rivelato essere un tappetino posseduto sotto il frigorifero, ma Dylan per quanto ne sapeva ha indagato su uno spettro sumero nel frigo.

Edit: Tra l'altro, non ricordo precisamente in quali numeri, ma sono sicurissimo che a Dylan è capitato di rispondere, quando qualcuno gli chiedeva come andava la sua vita o comunque la sua carriera, di aver detto cose del tipo "il solito, fra spettri sumeri nei frigoriferi, assassini e roba simile", e non era un resoconto sarcastico.
Sicuramente sbaglio io a ricercare queste cose in un fumetto che viene scritto da autori diversi, però mi piacerebbe trovare un pò più di continuità nella vita di Dylan (per esempio, ma Cagliostro dove sta?). Non è questo il primo caso.

Un altro esempio, proprio in questo Color Fest? Nella seconda storia, qualcuno mi spiega il perchè Bloch

Prima storia:
Ghost story molto classica, niente di innovativo, ma è tutto confezionato con grande classe, e la storia funziona alla grande. Grande ritmo e atmosfere inquietanti tengono desta l'attenzione,e in poche pagine vengono messe in gioco abbastanza carte da spiazzare lo spettatore.
Luca Rossi è un grande e lo aspettavo da tanto su Dylan, però mi sa che lo preferivo in b/n... la colorazione è d'atmosfera, ma non compete con quella che i disegni b/n di Rossi su Dampyr riescono a dare, e rovina e uniforma il peculiare tratto di Rossi. Peccato, chissà quando ci sarà un'altra occasione.

Seconda storia:
Soggetto coraggioso ma troppo confuso, una discreta sceneggiatura non riesce a rimediare a questo problema, e la vicenda prosegue accumulando colpi di scena molto randomici che non sempre riescono a fare effetto. Si spera in futuro gli autori facciano meglio, qualche elemento incoraggiante c'è. Freghieri è sempre il solito, inutile commentarlo ogni volta... a chi piace piace, a chi non piace non piace... a me il tratto è gradevole, ma finisce per essere svogliato anche quando il colore potrebbe riscuoterlo dal torpore.

Terza:
La migliore del lotto, da sola vale l'acquisto. Storia delicata e romantica, che vede Dylan testimone di una bella storia d'amore, nonostante le premesse facessero pensare all'horror. Due personaggi affascinanti descritti in poche vignette, e, diversamente dall'esordio dell'altra scrittrice prestata al fumetto, la Baraldi sembra maggiormente in confidenza col ruolo di sceneggiatrice, e usa complementarmente testo e disegno senza appesantire troppo. Mottura disegna al livello della sceneggiatura, e, soprattutto, si colora da solo, realizzando la resa più convincente dei 4 disegnatori coinvolti. Che straordinaria fucina di talenti che è stato Pk, anche lui è passato di là, dimostrando la sua versatilità fra fumetto realistico e umoristico.

Quarta:
Inizia molto bene, con una sceneggiatura brillante e piacevole, e con resoconti molto ben raccontati dei vari avvistamenti paranormali, poi arrivato al dunque, e alla rivelazione finale si perde parecchio...conclusione al tempo stesso troppo didascalica e troppo incredibile nell'accumularsi di coincidenze e implausibilità, se non nella tavola finale che dà un ultimo colpo di coda che raddrizza parzialmente la vicenda.


Non tutte le storie sono eccezionali, ma per me i picchi sono più rappresentativi della media, e voto buono.

a me il finale della seconda storia sapeva tanto di chiaverotti.

grande IMP che ha ricordato PK.........un pezzo della mia adolescenza!!! ^_^

l'ho comprato principalmente perchè in due hanno pianto leggendo "Il bottone di madreperla" e siccome credevo non si potesse proprio piangere leggendo dylan dog, mi sono detta che dovevo verificare.
morale, ho pianto come una poveretta riducendomi in uno stato pietoso, afflitta ancora di più dalla mia stessa afflizione.
questa storia mi ha scavato dentro, mi ha ricordato "Up", film nel quale avevo pianto a profusione e poi ha deviato verso altri ricordi, tirando fuori forti emozioni.
meravigliosi i flash back sull'infanzia dei due ragazzini e la loro storia d'amore.
unica pecca i dialoghi un po' di maniera, con un dylan impacciatissimo "1800 style" soprattutto nella parte inziale, poi leggermente più fluidi.
Baraldi: 9
Mottura: 9 (disegni e colorazione bellissimi)


Quell'hotel sulla spiaggia

attualmente boselli è il mio top five, con qualche inciampetto nei dialoghi, per fortuna non verbosissimi, ma talvolta troppo farraginosi, es: mi aspetto che il cattivone che si lancia nel vuoto con dei cavi elettrici sprizzanti energia a mo' di liane, non faccia considerazioni del tipo "così sei venuto da solo detective?" e altre disquisizioni similari che potrebbero essere ristrette, in virtù dell'azione concitata.
a parte queste venialità bella storia, bei disegni, ironia&depressione dylaniana ben calibrata, a tratti umoristica.

direi: 7e1/2
disegni molto, molto belli: 8


La tomba di ghiaccio
non sopporto freghieri e non ne posso davvero più, questo incide per un buon 50% sull'insufficienza della storia, già impalpabile di suo; scritta per stupire ad ogni costo ma senza riuscirci affatto, con un custode ignudo che crea solo l'imbarazzo di guardarlo pensando che qualcuno gli ha affidato il compito di inquietarci, senza peraltro farci provare il minimo sussulto. terrificante soprattutto quando urla "pivello", il tipico improperio da creatura mostruosa e assassina che si cela tra la vita e la morte.
direi, voto 2


Anime senza pace

voto 1
il mostro-melanzana mi mancava, ora sono a posto grazie.
patetico l'ovetto spaziale con tanto di spennellata di buonismo.

Lette solo le prime due, in grazia al maestrale che ha rinfrescato magistralmente l'aria torrida di queste ore .

Non mi aspetto mai molto da un ColorFest è così è stato anche per questa prima metà del n°9. Come sempre colori penalizzanti invece che suggestivi, storie di poco effetto - se non nel tentato finale a sorpresa, für Kinder .

Finora, ripeto.

Copertina da 6 abbondante.

Sembra una bozza a dire il vero - vedi tratteggi dello spiritello ed in alto a sx - ma evoca l' "incubo" in qualcosa di informe, vegetale e subacqueo allo stesso tempo.
L'aspetto sinuoso del tutto e le colata di gel sul ciuffo di Dylan ricordano qualcosa di Manara .

Da mozzare invece le dita paffutelle di Dylan alle prese con la Bodeo.
Paradossale che in un Color Fest la copertina-biglietto da visita sia quasi monocromatica. Forse le idee si erano sbiadite, nel frattempo .

E adesso sotto con le storie, più rapidamente del solito perchè anche io vado in ferie ogni tanto...dalla graforrea.

SPOILER
SPOILER
SPOILER

**** **** **** **** **** ****

Quell'Hotel sulla spiaggia

Soggetto/Sceneggiatura: : 7 -

L'inizio ricorda qualche inseguimento da supereroi marvelliani. Il nemico minaccioso, acrobatico, sarcastico, in costume, e con tanto di arma "speciale" contribuisce a dare quest'idea.
Peccato che nel finale assomigli più ad una Befana fuori dai gangheri (p. 32.ii e iv)

Interessante il soggiorno a riposo dall'incubo, che come sappiamo stenta a tenersi lontano dall'Old Boy e difficilmente va in vacanza.
Per fortuna Boselli ci risparmia le sedute di aerosol broncodilatori o i fanghi termali, perchè il salutismo non rientra nelle corde delle testata. Anche se per mantenersi così dopo 30anni, credo che Dylan faccia più di un ricorso a drenaggi e scrubs di sorta. Sul massaggio thailandese non saprei .

Buona anche galleria di comprimari neo-post vittime, per quanto alla Signorina Smithers o al veterano dell'Afghanistan avrei accorciato la vita (e le membra) da molto tempo addietro. Hanno tutti il buon gusto di (ari-)morire con stile...horror .

Ritmo credibile e vagamente allucinato, dialoghi funzionali senza grandi uscite d'ingegno, atmosfera resa in modo efficace. Una settimana in una pensione liberty sulla (ir-)ridente costa inglese è davvero un incubo, di suo...se hai meno di 80 anni.
Non ho capito tanto il prolungarsi in dettagli/vignette "completive" presso il Luna Park (pp. 20-22) quando poi ci ritroviamo improvvisamente a p. 23 sulla spiaggia a rimettere, saltando una marea di passaggi. Ellissi d'autore o miscalculation

L'idea su cui ruota il finale mi ha ricordato molto la breve Il ritorno del vampiro.
Un lungo futuro di agonia dipendente da un singolo frammento del presente, da rivivere/rigiocarsi ad alto tasso d'azzardo.
In ogni momento il destino può cambiare, ma i suggerimenti su polsi, arma e mira...li avrei lasciati perdere. E' troppo facile scommettere sempre sui fantasmi/visioni rivelatorie: qualche volta anche loro dovrebbero sbagliarsi nei consigli. Ne sa qualcosa mia nonna che da anni tormenta la ricevitoria del lotto sotto casa coi suoi sogni "vincenti". Seee, come no...

Buon x Dylan: se si palpa la culotasca dei jeans gli capita un biglietto della sua ex-fiamma testa-calda bruciata dal (tunnel) d'amore per lui. A me è molto più probabile che capiti il biglietto dell'ultimo film moltopiùchediscutibile che l'ho portata a vedere con tanto d'insulti rinfacciati in appendice. Prossima volta solo scontrino d'aperitivo .

Disegni: 7

Rossi mi è sempre piaciuto sul dampyro de Brianza, e qui lascia un buon lavoro. Penalizzato dai colori (Voto: 5 1/2), e lo si intuisce dai dettagli delle morti atroci e da quello che poteva essere un suo b/n ad effetto (p. 28)
Ho l'impressione che punti qualche volta sull'aspetto bonario da "comic" di alcuni personaggi (v. Bloch e Colonello Mildew).

*** *** **** *****

La Tomba di Ghiaccio.

Soggetto/Sceneggiatura: 4 1/2

Se è vero che il matrimonio è la tomba del sesso, qui pare che il pattinaggio sia la tomba dell'amore. Se non avete niente da fare con la vostra ragazza girate al largo dai laghetti ghiacciati, quindi. A meno che non sia una foca, o abbia uno scafandro in dotazione .

Come idea di base non è neanche tanto male, anche perchè si rivela un po' per volta: un appello onirico dal gelido mondo del limbo - a differenza del bollente alligalli - per strappare la bellona di turno ad una fine in cui c'è poco da ballare.

Il suo fidanzato, insicuro ed ottuso fino in fondo, non ci riesce e ci rimette il colorito, sottozero.
Dylan fallisce anche lui, ma grazie ad uno (scarso) sforzo di fantasia salva dal ghiaccio strisciante la sua pellaccia abbronzata con la solita pistola lanciata da Groucho. E torna al caldo estivo, con qualche certezza in più...per quanto inutile .

Tutto il resto, ovvero il modo vero e proprio in cui si realizza la storia, fa acqua (gelata) da tutte le parti, lasciando rabbrividere molti sensi in disapprovazione.
Occorrevano due teste allineate per sfornare roba simile dai loro neuro-congelatori?

Dialoghi meccanici e fuori fase sino ad inciampare in se stessi.
Personaggi con caratterizzazione quantomeno impalpabile: Tod si complessa da solo ma senza credibilità; Fay pare avere mooooolti problemi personali ma passano in secondo piano rispetto ai primi piani delle sue mutande .
[Vedi, per esempio, la sua lettera sconclusionata (pp. 48-49) che incomincia lasciando intuire un kissakkè di disagio interiore, e poi si chiude come un sms di fretta sulla metro].

Non oso infierire sull'inutile quanto pietoso ritorno di un "antico avversario" (cit. dall'editoriale) che anche Dylan fatica a riconoscere. Chiaverotti credo che invece lo disconoscerà, specie per la colluttazione a suon di ceffoni.
Davvero molto sovrannaturale e simbolico, come nel n° 66. Un pretestuoso cameo non richiesto, messo lì senza capo nè coda - ed anche anche senza zona pubica, secondo la resa grafica .

Per chiudere in bellezza nel surplus di kitsch fuori luogo, eccoci davanti ad un progetto d'ibernazione che projetta Fay nel solito futuro post-apocalittico. L'Ultima donna sulla Terra? Anche qui i suoi problemi passano in secondo piano rispetto alla (pratica) biancheria che indossa. Anche se senza fronzoli i vampiri da influenza letale (v. n°77) gradiranno .

Disegni: 5 1/2

La svogliatezza di Freghieri trae vantaggio dalla colorazione perchè si nota meno.
Lui di questi tempi è così. Prendere o lasciare, come già detto.
Solo il fatto che la fata (engl: fay) abbia la chioma rossa distorce il mio giudizio. Ognuno ha i suoi punti deboli...
Colori ingenui nella loro semplicità (Voto: 4 1/2), alla stregua di quelli dei primi Speciali riediti dalla Mondadori. E parliamo di decine di anni fa...

*** *** ***

Alla prossima con le prossime due storie.
Sempre che in spiaggia non mi solletichi di più qualche bel romanzone d'appendice da 700pagine ripescato in autogrill. La vedo dura. Il sudoku incalza...

ALOHA

In realtà è la religione ufficiale del forum, tramite solomon ci siam tutti convertiti alla causa... però lo stesso non ho capito dove sta questa citazione... il mostrone in copertina?

Forse i vermi-spaghetti dalle orbite della prima storia (p. 18)?
Nella copertina l'occhio tra gli spaghetti è bello che evidente, ma la citazione langue, a mio vedere .

ALOHA

Beccata! Se per sfizio volete cercarla non aprite lo spoiler.

Votato accettabile.Il tema di questo color è: rivisitazione di film e vecchi numeri di dyd

1° storia: prendere shining e presenze e farci una ""nuova"" storia con una sceneggiatura che è un pugno nello stomaco.Deludente.
2° storia: prendere Vanilla sky e un piccolo riferimento inutile d partita con la morte con una sceneggiatura molto più gradevole della prima storia ma che si perde nel nulla, sembra quasi un possibile prologo per una storia di brendon.Discreto
3° storia: prendere One day e vari dyd "romanticoni" e farci una storia che è si gradevole ma che non è altro che una copia del film.Buona
4° storia: prendere spunto da terrore dall'infinito e farci una........e mi fermo qui Inguardabile, inutile.

Votato mediocre.
Sicuramente la prima e la terza si distinguono dalle altre due a livello di sceneggiatura ma hanno anch'esse dei punti deboli:
- la prima è un classicone visto e rivisto in tv, in romanzi e anche su dylan dog stesso (mi riferisco ovviamente ai due "colpi di scena" presenti all'interno della storia). Ciononostante se Boselli&Rossi in futuro ripassassero per Craven Road ne sarei immensamente lieto
- la terza è parecchio appiccicata artificiosamente addosso a dylan, anche se è comunque quella scritta meglio.

Sulla quarta stendo un velo pietoso.

La seconda non mi è dispiaciuta, anzi: parecchio vivace e non si pone troppi vincoli narrativi. Terrei ben strette le briglie quando si tratta di dialoghi però ( ometto è una parola inqualificabile detta da un demone dai! )

Ometto, pivello... ci mancava solo che dylan gli dicesse "briccone" o "mascalzone"
Del tutto gratuita proprio la presenza di quel personaggio, marginale anche nella storia del Chiave, veramente ripescato dal nulla. A sto punto, al limite, si poteva chiamare in causa Magus (si chiamava cosi'?).

Entusiasta dall'acquisto di questo Color Fest!!! Voto Ottimo

La storia di Gualdoni è ridicola...la seconda è appena accettabile, ma le altre due sono superbe (la terza in particolare è un capolavoro)


Quell'hotel sulla spiaggia: c'erano tutte le premesse secondo me per un soggetto da 90 pagine, invece c'è una storia corta e il risultato è comunque ottimo...Bello buttare subito Dylan nell'incontro col serial killer, bella l'atmosfera uggiosa della località e ottimi i due colpi di scena finali....Boselli alla sua seconda sceneggiatura di Dylan Dog (aveva solo scritto la dimenticabile "Isola dei cani", giusto?) fa bingo....voto 8.5

Il bottone di madeperla: un capolavoro...non mi commuovevo leggendo Dylan Dog dai tempi de "Il lungo addio", una storia d'amore profondissima scritta con una delicatezza incredibile...chi è questa Baraldi? Datele subito 10 soggetti da sviluppare per l'uscita mensile!!!! voto 9.5

Sullealtre due non spendo troppe parole...accettabile la seconda (voto 6)...patetica e ridicola la terza con Gualdoni ch scimmiotta il "Quando cadno le stelle d Sclavi" in maniera tragicomica...voto 4

Commento flash in attesa di più tempo/voglia.

Quell'hotel sulla spiaggia: storia confezionata con buon mestiere da Boselli. Bravo Rossi. Buono

La tomba di ghiaccio: la peggiore del Color. Le premesse iniziali non erano neanche male ma poi diventa tutto sempre più caotico e meno convincente. Non basta il recupero di un villain di cui mi ero quasi dimenticato e a cui non avevo comunque attribuito importanza. Freghieri insipido.

Il bottone di madreperla: ottima davvero. Era la storia da cui mi attendevo qualcosa di più e non sono certo rimasto deluso dalla Baraldi. Anzi. Fa centro anche Mottura, suoi i disegni più belli (che si è anche colorato) di questa pubblicazione, a mani basse.

Anime senza pace: non così brutta come potrebbe apparire a una prima lettura. Tutto sommato accettabile e con una discreta dose di umorismo nero (il saluto dell'alieno ).