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# 311 - Il giudizio del corvo
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 Oggetto del messaggio: Re: # 311 - Il giudizio del corvo
MessaggioInviato: dom ago 05, 2012 12:20 pm 
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Iscritto il: lun ago 04, 2008 10:09 am
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Non lo sapevo, ma è comunque plausibile che ci sia "qualcosa" del Rrobe solo in questa storia. Poi non so..dipende pure in che fase del progetto l'ha ultimata.

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Nobody talks about the pile (cit.)


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 Oggetto del messaggio: Re: # 311 - Il giudizio del corvo
MessaggioInviato: dom ago 05, 2012 1:10 pm 
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Rrobe, perchè nei contenuti speciali del 311 hai parlato del progetto con Paola Barbato e Michele Medda? Adesso rosico da morire, sapendo che non prenderà mai vita. Preferivo essere ignaro!


CONTIENE SPOILER

La storia del mese mi è piaciuta. Essa è nata da un doppio intento: calare Dylan Dog nell' atmosfera di Saw e giocare con i princìpi morali del personaggio.
Per quanto riguarda il primo punto, non amo molto Saw, ma sono d' accordo con Rrobe nel trovare divertente quel filone di storie (soprattutto di Sclavi e Chiaverotti) in cui il nostro eroe viene messo nel contesto di un film horror famoso debitamente adattato. Non condivido per niente le critiche di plagio, soprattutto in considerazione dell' esilità insita nello spunto di Saw: tale saga è infatti stata innovativa soprattutto per motivi di forma piuttosto che di contenuto, visto che di trame in cui qualcuno è sottoposto a delle prove cruente e spietate per salvarsi la vita o salvarla a qualcun altro, la storia della narrativa dell' orrore è piena.
Il secondo punto sottintende una certa dose di coraggio, o di alta resistenza alle critiche: mettere alla prova le basi etiche di Dylan Dog vuol dire automaticamente creare un dibattito fra i fan e, essendo tali basi etiche tanto ben definite quanto soggette all' interpretazione del lettore, vuol dire sicuramente far storcere il naso a molti. Per esempio, Dylan ama notoriamente gli animali e ne ucciderebbe uno solo in un caso estremo: bè, per me un cagnaccio rabbioso che vuole papparti mentre hai i minuti contati per salvare la tua ragazza, è un caso estremo! Altro che perdere tempo a implorare la bestiaccia... Comunque le intenzioni mi sono sembrate più quelle di fare un divertissement che uno scavo psicologico come quello della Barbato ne "Il giardino delle illusioni".
Su questi due cardini (in realtà anche su un terzo, visto che l' autore si era prefisso di dare alla storia un ruolo di cucitura e di introduzione alla mini-saga andata a farsi benedire) lo sceneggiatore ha imbastito un racconto lineare, fluido ed efficace che riprende appunto la struttura "a livelli successivi" di Saw utilizzando (dopo un' introduzione apprezzabilmente breve e strettamente funzionale) situazioni stimolanti che non possono non incuriosire e divertire il lettore appassionato di DD, se non altro per fare il gioco del "vediamo se il Rrobe ha le stesse idee che ho io su come Dylan deve comportarsi".
Il tutto condito con personaggi interessanti e dall' accentuata caratterizzazione.
L' unica nota stridente, già evidenziata, è la troppo poca coerenza della ragazza, che ingaggia Mr. Giggle -ben conoscendo il tipo di servizio che offre- pur avendo fin dall' inizio l' unico obiettivo di accoppare l' old boy. Insomma, proprio la dinamica che dovrebbe giustificare tutto ciò che accade è l' anello più debole.
Divertente invece lo scontro finale fra Axel e Capitan Fantastic, per quanto fosse prevedibile che il secondo sarebbe trionfalmente rientrato in scena.

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"Non è morto ciò che in eterno può attendere, e col volgere di strani eoni anche la morte può morire."


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 Oggetto del messaggio: Re: # 311 - Il giudizio del corvo
MessaggioInviato: lun ago 06, 2012 1:57 am 
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Iscritto il: gio ago 20, 2009 12:26 pm
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Possibili SPOILER.
Pussate via futuri lettori... :3

Mandarino Fish ha scritto:
- L'incipit: diretto, veloce e di hitchcokiana memoria. Dylan viene calato all'interno della vicenda senza il solito e consueto schema narrativo campanello-cliente-trombata-caso.


Mammagari arrivasse uno sputo di cliente :!: :!: :!:

Il contro-clichè è diventato ormai prassi su questi lidi. E quindi pedante.
Sono nove mesi che sulla serie regolare non suona nessuno al campanello per aprire l'investigazione su un qualsiasi caso. Sarà un caso?
Tocca sempre alla squinzia di turno trascinarcelo. Direttamente o meno.
Ma sempre aggratise. :(
E le bollette, con cosa si pagano...coi prinicipii coerenti forse?

Vedi statistiche in attesa dell'ufficiale giudiziario...o Il Persecutore back in action : viewtopic.php?f=8&t=8009&start=165

dogares ha scritto:

Fra l'altro mi inquieta maggiormente l'idea che mr.Giggle sia una persona piuttosto che una entità. Se fosse una creatura misteriosa, avrebbe in se le stigmate del mistero e il fascino del ultraterreno, che lo eleverebbe ad una sorta di possibile giudice super partes. Se così non fosse, la sua follia del giudicare imparzialmente le convinzioni e il carattere altrui, sarebbe maggiormente disturbante.


Giusto Dog.
L'atroce facoltà di giudicare/sentenziare se si è degni di vivere (o meno) è molto più disturbante se messa nel becco di un uomo che nelle mani, rassicuranti/estranianti/alibizzanti, di un Dio-ente sovrannutarale.
E qui il Rrobe ci ha visto lungo, con inquietante profondità :wink:


bertuccia2004 ha scritto:
ha bevuto thè per 923820984029 albi con faccetta perfettina dicendo: "io sono astemio", e si è dovuto fare una gollata di whisky alla goccia.


E che problema c'è, per i trascorsi?
Io bevo thé per 923820984029 giorni+1 (non albi, visto che nessuno fortunatamente mi disegna le giornate), ma non sono astemio (anzi...), tantomeno faccio la facciotta da perfettino quando mi trangugio la mia tazza fumante :P .

E' che odio il caffè. Ed aspetto che un "Groucho" me lo serva, il thé, mentre tento da mandrillare con la cliente di turno.
Certo che con troppo limone...non ajuta in caso di stitichezza. :oops:


A sproposito:
Neuro-review forthcoming.
Il caldo mi rallenta la lettura...e mi unge la scrittura :?


ALOHA

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Io no capito, io no capito

(anta baka?! [...] kimochi warui)


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 Oggetto del messaggio: Re: # 311 - Il giudizio del corvo
MessaggioInviato: lun ago 06, 2012 7:07 pm 
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my 2 €cents

mi piace, anche se non è un capolavoro (non che sia una brutta storia, ma IL capolavoro è il migliore tra tutti).
il finale è godibile per quanto non concordi a livello di logica né con la trovata di dylan né con l'interpretazione del suo autore.
quanto al resto, apro spoiler che penso potrà anche dare spiegazioni razionali a situazioni che non lo sembrano.
1) il cane:
Spoiler!
non sarebbe la prima volta che Dylan ne fa fuori uno. ricordo quantomeno l'albo "Una voce dal nulla". qui corre seri rischi a non ucciderlo, e probabilmente avrebbe anche potuto farlo se non avesse avuto culo.

2) il whiskey:
Spoiler!
era tanto che non compariva, temevo fosse un tabù. il whiskey è essenziale in quest'albo, non solo come superamento di una prova, ma anche per ciò che seguirà.

3) la passeggiata sul baratro:
Spoiler!
uno dei motivi per cui il whiskey è necessario è ovviamente complicare l'attraversamento, che già di per se è difficile per un acrofobo.
vieppiù, un dylan lucido avrebbe probabilmente fatto da subito quello che invece gli è venuto in mente solo in seguito, ovvero strisciare come un vermiciattolo privo di spina dorsale :evil:

4) capitan fantastic:
Spoiler!
anche per questo episodio aver bevuto è fondamentale, sia per spiegare il comportamento rabbioso di dylan sia per il suo successivo ravvedimento piagnucoloso.
il personaggio del supereroe, cmq, è azzeccatissimo!

5) i tizzoni d'inferno:
Spoiler!
molto metaforica come passeggiata. qui la posta non è la ragazza, ma la convinzione di dylan di essere sempre innamorato di quelle che si porta a letto, e non è quindi per lei che si ritrova a camminare sui carboni ardenti

6) il tizio della copertina:
Spoiler!
felice ritorno del cazzutissimo axel, temevo fosse rincoglionito in manicomio (nota per tutti gli autori in genere: è un ospedale per nobili e ricchi, posso capire Bird, ma certi altri come facevano a permettersi la retta?).
che i nodi fossero troppo ridicoli per trattenerlo l'ho pensato subito, ma ho pensato anche che un colpo di pistola pur stesso alla tempia non gli avrebbe fatto nulla lo stesso (e dylan lo sapeva, tutto sommato avrebbe potuto farlo ma non sarebbe stato da lui).

7) la bionda in pericolo:
Spoiler!
che non è bionda e nemmeno in pericolo, al limite sta scomoda tutto il tempo.
è sciroccata ma tutto sommato risponde a una sua logica interiore. vorrebbe redimere dylan facendogli uccidere il mostro, ma dylan vanifica il suo tentativo ed è allora che decide di compiere lei il delitto. non verso axel, che è uno sciroccato più di lei, ma verso il "sano di mente" che per eccesso di buonismo rifiuta di agire senza nemmeno l'alibi dell'infermità mentale.

8) il corvo:
Spoiler!
non è lì per far morire dylan (si nota in più punti) né per puro sadismo.
si tratta di un lavoro come un altro (in questi tempi di crisi, poi), e lo compie abbastanza bene a parte alcune cadute di stile.
certo, viene da domandarsi come lo si possa contattare, e che cosa chieda in compenso, ma sono quisquilie in fondo.


nel complesso la storia si fa leggere bene, tuttavia ho un appunto in merito alla velocità.
credo che, nonostante tutto, avrebbe goduto maggiormente di una certa lentezza, dilatazione, e che l'adrenalina abbia fatto male in questo caso.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 311 - Il giudizio del corvo
MessaggioInviato: lun ago 06, 2012 7:22 pm 
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Iscritto il: gio ago 20, 2009 12:26 pm
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E' successo un mezzo pasticcio con la funzione modifica e quella [b]elimina.
Mi sa che è meglio se ricorreggo la recensione più sotto, per quel che serve... :|

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Ultima modifica di wolkoff il lun ago 06, 2012 8:18 pm, modificato 3 volte in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: # 311 - Il giudizio del corvo
MessaggioInviato: lun ago 06, 2012 7:36 pm 
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Iscritto il: sab ago 23, 2008 12:39 pm
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dimenticavo una cosa a proposito del duello finale:
Spoiler!
perché considerare assurdo che capitan fantastic sconfigga axel?
a parte che il bene trionfa sempre, va considerato che si ok axel è fortissimo, fottutissimo e gode della lotta (mi ricorda Zaraki Kenpachi), ma non sappiamo nulla della fonte della sua forza. come non sappiamo nulla della forza di capitan fantastic.
ok, era debolino di fronte a dylan, ma dylan è debole. possiamo anche ipotizzare che sia come hulk che diventa più forte in base alla potenza del proprio avversario.
volendo.
personalmente non mi pongo nemmeno il problema.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 311 - Il giudizio del corvo
MessaggioInviato: lun ago 06, 2012 8:18 pm 
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Iscritto il: gio ago 20, 2009 12:26 pm
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It seems I SAW this story somewhere else, ma kemmefrega poi :?:

Il mio giudizio sul corvo alla fine è col pollice alzato ( 8-) ), e non riesco a farmi influenzare più di tanto dalla pellicola pluri-citata nel forum, o dal confronto con quelle altre spiattellate da Sclavi&Chiave ai bei tempi che furon d’oro, colato. Oggi persino la bigiotteria si ossida alla prima esposizione, in edicola :cry: .

Tutte le polemiche sul plagio scopiazzante finiscono per svilire alla cieca quello che è il (duro, e piacevole? Niente doppi sensi, ossignur :oops: ) lavoro dell’autore in cabina di regia nello smembrare uno spunto/episodio e rivederlo in chiave dylaniesca, o meglio, applicarlo in maniera interessante al personaggio di Dylan …con tutto quello che ne segue.

Chiamiamolo at random come vogliamo:

libero adattamento;

variazione sul tema;

omaggio non gratuito;

rivisitazione/riproposizione;

What if Dylan were (featured) in…? ;

…ma la sostanza non cambia e la qualità di fondo permane…cosa non da tutti garantita.
Se poi si prova una certa avversione per il genere, compreso il film, allora il discorso è diverso.

Una storia scritta con le piume nere e su cui non metterei il becco più di tanto visto che funziona bene da sè e non necessita spiegonismi gracchianti. Non è il Recchioni ammorbantemente ispirato della Mater, quello real-extreme e grottesco dei Nuovi Barbari o L’eliminazione, ma riesce comunque a divertire con una narrazione che sa metter in discussione le basi costituenti del personaggio, facendolo soffrire per i suoi (insopportabili?) assunti duri a crepare e propensi a farlo crepare :tc: .

Alla fine mi sono comunque limitato ad un buono, sulla scia del QUASI 8, perché presenta alcuni punti poco convincenti, l’autoironia di Dylan evanesceggia, mentre i disegni sono spesso penalizzanti, a mio vedere :| .

Ripassare dall’ufficio rimpianti per il progetto saltato di mini-saga a tre teste – e che teste! Le uniche a tener testa ai fasti della serie – Roberto/Paola/Michele, ma evidentemente l’approccio ad una continuity serializzata non gusta alla SBE, che preferisce continuare DD serializzando il nulla cosmico, ad oltranza.
Salutiamoci quindi i rendez-vous con Gorman, Axel, Mater Morbi, Nonna Mannaja, la Zia Matta (?!) e Mr. Giggle perché credo organizzeranno festini soltanto nella dimensione delle ipotesi abortite :( .

Sferruzzo un po’ col bisturi e passo al dettaglio:


SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER

Scorrono i titoli di apertura e l’equivoco è bello che servito su un caro quesito che ci rosica da centinaja di albi:

n°310: Io, il mostro
n°311: I veri mostri - …siamo noi (titolo durante la lavorazione)
n°312: Mettetevi d’accordo
n°313: Ti diMostro che c’ho il patentino (da mostro).
n°314: Ma è scaduto. I veri mostri sono altri, ormai.

E mentre il dibattito acceso prosegue, Dylan si precipita dai Mostri sacri del metal all’Hammersmith col solito fare barbogio e scostante: ma se uno va ad un concerto rock, come fa a non aspettarsi una folla in trambusto ed a voler tagliare la corda dopo qualche pezzo?
Muah…forse l’Old boy è un ex-metallaro da camera, di quelli che ascoltano gli Slayer con le cuffiette di pizzo ricamato mentre sorseggia tamarindo? Oppure preferisce un rave con Bach o Chopin a palla arrampicandosi su un altoparlante? :roll:

Vabbè, diciamo che serve solo come incipit accelerato per portarsi a letto la tipa di turno e smorzare la candela fumante. E come regola di recente, la tipa di turno è anche il traino ufficiale che fa da starter/propulsore alla storia, trascinandoci Dylan per capelli, arruffati nel caso. Ma questo lo scopriremo dopo…parecchio.

Se l’inizio è rapido anche l’allucinazione simbolica d’accompagnamento non si perde in troppi dettagli, se non nell’oscura parabola a catena del sasso inesorabilmente farabutto: ci cominci – male - inciampandoci (p. 9.iv), ci finisci – peggio – sbattendoci la capoccia (p. 10.iii). O è jella o Dylan ha bisogno di un pajo di settimane intensive coi boyscout :tc: .

Caluri non ajuta con un fondale che più bianco non si può - all’inizio pensavo ci fosse la neve, davvero – e si salva solo col nero dei corvi alla Hitchcock, su cui si chiude ancora prima di cominciare il toto-citazioni.
Forse Quirky avrebbe gradito anche un accenno ad Uccellacci ed Uccellini di Pasolini, ma non sempre i volatili agiscono a comando, anche quelli cinematografici.

Poi cominciano le prove.

La quasi-prima (diciamo 0.5), obliquamente allusa, è contro la claustrofobia da sepolti vivi, una cosa vista molto spesso e su cui non c’è bisogno di ricondursi allo stranoto Kill Bill. Devo ammettere però che anch’io davanti al pugno di p. 13.iii ho pensato subito ad Uma-Black Mamba, ma forse si tratta più di (infra)visione collettiva da abuso di cinecult.
Anche perché, come vorreste uscire da una bara se non a pugni? A testate acuminate? A ginocchiate da pochi centimetri? Non tutti dispongono dei manuali per corrispondenza di McGuyver :g: .

Ma il percorso a tappe non si focalizza tanto sul fronteggiare le proprie paure, nuovi incubi sanguinolenti od enigmi fantasy-osi. Se pensavamo ad una falsariga del Giardino delle Illusioni, Horror Paradise o L’Erede Oscuro, siamo su una pista falsata da una vaga affinità, per struttura.

Qui vengono messi in gioco le convinzioni idealistiche più radicate dell’Old Boy per dimostrare come possano essere controproducenti, se troppo rigide, in specifiche occasioni…e di come costi caro mantenerle intatte da distorsioni/contaminazioni.
Per non rinnegare i propri principii Dylan sarò costretto ad inseguire una mission-impossible di puro logoramento etico, con un provocatore sopraffino che tenterà di tentarlo alla “soluzione più facile” davanti allo sfibrante dilemma – più per noi a dire il vero, che per un Dylan così sicuro di sé - di portare alle estreme conseguenze le proprie scelte di vita, ideali, ma sempre applicate al concreto :3 .

Una serie di prove durissime e disorientanti, da cui per uscire vincitore la ricerca di un compromesso/terza via non è affatto semplice, nella zona d’ombra che separa gli estremi polarizza(n)ti.

Per semplificare l’innesco del percorso, invece, all’inizio Dylan ci è presentato un po’ troppo passivo di fronte alle indicazioni di Mr. Giggle. Accetta con troppa facilità la missione salva-fanciulla, non prova ad elaborare un piano di riserva contro il pennuto, assimila il ricatto come una normale integratore prima della solita serata movimentata, e resiste con calma olimpica alla voglia di metter la mani addosso al suo aguzzino… con tutta la (giustificata) rabbia del caso :x: .
La paura stringente che la tagliola aumenti il conto-spese dal chirurgo plastico di Clelia potrebbe esser un buon motivo per accettare passivamente i diktat. Avrà comunque modo di rifarsi nel finale contro Giggle scaricando tutto il suo rancore scorbutico a suon di pugni ed urla :evil: .

Mr. Giggle è un gran villain, c’è poco da aggiungere. Peccato che Caluri spesso lo raffiguri più come un merlo indiano in vena di discorsi semiseri dalla voliera della vignette 2x3. Non presta fede al suo nome parlante (to giggle: sghignazzare) ma la vedo difficile per una cornacchia ridacchiare senza slogarsi il becco, per quanto possegga senso dell’ironia.

Machiavellico e sottile come pochi, spiazza anche per le sue vere intenzioni e filosofia d’azione. Sa manovrare con stile impeccabile i suoi esaminandi, calibra la frasi a puntino, si sdegna in modo molto british, mette ferocemente alla prova il suo imputato da gogna senza trasformarsi per questo in un sadico torturatore da fondoscala…o in un imparuccato moralizzatore sputasentenze.
Mette il becco nelle fibre più densamente molli, palpa i tasti più delicati, ma non punta mai la zampetta per tacciare il rejetto di turno, né gracchia a sproposito la lezioncina covata con cura.
Non per nulla è un giudice, alla fine. Infernale, forse, ma nel senso che appartiene a quest’inferno di terraccia su cui fermentiamo. E come molti giudici sancisce la violenza con altro sangue, finendo per esser lui stesso giudicato, implicitamente :D .

L’alone di mistero e certe sbavature non-proprio-spiegabili contribuiscono a rendere Giggle un personaggio davvero interessante, anche per i retroscena che nasconde. Strano, per esempio, che talvolta sembri preoccuparsi per la salute – solo fisica – di Dylan: vedi mano tesa di p. 42 e “NO” a p. 63 esclamato con apprensione davanti la pericolo di un’ustione letale. Come sappiamo il suo scopo non è eliminare ma sondare, e per questo è probabile che nel suo interesse c’è la voglia di portare avanti il gioco-esame fino alla fine, con l’unica vera pedina autonoma a disposizione .

Non vanta poteri sovrannaturali, ma dispone sicuramente di “grandi poteri” occultati (nei piani alti?) per poter disporre di un enorme dungeon per i suoi tornei di psico-turbamento, per prelevare con tutta tranquillità da Harlech un tipo come Axel, o per far circolare il nome del (mono)tribunale tra le leggende metropolitane senza un riferimento sulle PagineGialle. Sempre che tutto quanto sia realisticamente plausibile, e non un grande sogno/visione/metafora/apologo.

Tutto sommato – tranne una, la quinta – le prove mi sono sembrate tutte stuzzicanti a livello di spunti proposti e coerenti con la posta in palio, ovvero il giudizio finale. Salomoniche nel loro essere spietatamente elementari, tremende senza sforare nelle perversione cervellotica di certi film… dal gore facilmente gratuito :tc: .

La prima, Dylan contro/pro-animalismo è quella che Caluri ha reso meglio per dinamiche d’azione e lotta convulsa nell’oscurità. Per certi versi mi ha ricordato lo strisciamento con pestoni nella fogne de La seconda occasione. Tanta china e tensione bestializzata. Good(o) :P .

Le seconda, quella sull’abuso di alcool, si risolve con una buona presa di posizione drastica. Manda tutto giù e ti passa la paura. Hic. Le chiavi lasciamole ai ciambellani .

La terza, più che un dilemma morale ci ripropone ancora il tema della fobia…in questo caso le vertigini. Aggiungere i pipistrelli o il mal di mare sarebbe stato troppo. Non si voleva finire con una crisi di minzione spontanea da fifa…visto l’alcool scorrente, tra l’altro? :?

La quarta è quella che scatena più ambiguità per i risvolti impliciti. Finalmente Dylan perde la pazienza in un attacco/scatto di rabbia quanto mai esagitato, si scaglia sul “diversamente in orario” (leggi “ritardato”) Capitan Fantastic, e sfocia nella violenza pura arrivando ad offenderlo per la sua obesità ed infanzia deviata. Insomma, all’improvviso sembra saltare tutta l’etichetta appesa da dylanically-correct di fronte ad un innocente…non tanto inerme, ma urtante, quando devi salvare la tua ganza :evil: .

Comunque questa fase berserker dura poco, perché poi Dylan si ritrova a risolvere tutto con l’escamotage – non meditato – del pianto sincero che fa breccia nel cuoricione puro del supereroe mattoide, mentre prende corpo – anche troppo vista la mole – una sorta di empatia tra i due “diversi” che culminerà con una promessa d’ajuto di sicuro valore, a posteriori…anche per pararseli, dopo, i posteriori :mrgreen: .

La quinta prova è la più debole e superflua nell’economia della storia. Va bene il parallelo amore che brucia&consuma // carboni ardenti, ma alla fine un qualsiasi altro test poteva sostituire questo gesto di coraggio a metà strada tra Giucas Casella ed una grigliata tra cannibali. Per la nuova ultima fiamma Clelia bisogna darsi una ripassata sul fuoco prima di spegnere i bollori roventi :* .

Di buono c’è Mr. Giggle che tenta di metter in difficoltà Dylan sul problema (ipocrita?) di amarle tutte o nessuna, almeno fino alla fine del mese, spese incluse. Certo che se tentano tutte di farlo fuori o di suicidarsi prima (v. numeri 304; 305; 308; 309; 310) è fisiologico che un po’ di ricambio prenda il sopravvento tra le lenzuola sudaticce. Meno tutti i pipponi romanizzati che siamo costretti a sorbirci per giustificarlo di punto in bianco davanti alla prossima conquista.
Ma Dylan, si sa, lavora spesso solo per interi morali assoluti, e sull’amore non relativizza né a-moraleggia :roll: .

Ultima prova: tentare di smontare lo slogan&motto fondante “i mostri siamo noi” prima che i mostri prendano il sopravvento su di noi, e la frase/marchio di fabbrica diventi poco più che un vuoto sfottò tra compagni di mattanza.
Far del male ad un mostro inerme per Dylan è una mostruosità. E non proverebbe in questi casi tanta simpatia per il mostro che è in sé da lasciarsi vivo nel rimorso …figuriamoci :| .

Arriva fresco fresco di (inutile) istituto riabilitativo il buon vecchio Ax(e)l “Slash-er” Neil per una rimpatriata a suon di pistolettate dei Guns N’ Roses, e ci ricorda come certe reunion siano di per sé mostruose. Alla prossima vorrei un serial-killer con le fattezze di Perry Farrell…ci starebbe proprio bene, secondo me :wink:

Ancora una volta torna la questione di “simpatizzare” per il mostro…anche se a stretto giro di OED (Oxford English Dictionary) quello che s’intende per sympathy si avvicina più al nostro senso di compassione/empatia/comprensione reciproca ed affinità :o .

Axel è ben caratterizzato, afferma che i veri “mostri” sono i mostri stessi [ non è una tautologia nel linguaggio dylaniato…anzi, sa quasi di rivelazione], non si snatura/scompone davanti ad una scena capitale, rimane fortunatamente in character, dice e fa secondo quello che pensa di essere – un mostro sanguinario, appunto – e trova in Dylan il vero pazzo suicida che vuole inseguire i suoi principii guida a costo di molte rischiose sciocchezze. Un altro tipo di mostro, forse :x: .

Gli viene concesso di realizzare ciò che realmente è, come a Fantastic sarà concesso di interpretare ciò a cui realmente aspira: il supereroe, risolutivo.

Meno coerentemente risolutiva la scelta di rifugiarsi nella non-scelta del suicidio davanti ad un bivio disturbante. Troppo semplice auto-archiviare ogni problema in gioco spegnendo la luce e mandando il tavolo all’aria. Il problema permane, o se non altro non si potrà mai sapere come finirà. In un certo senso l’esasperazione patita da Dylan può giustificare questo atto estremo, ma alla fine, dopo tanti chilometri di sofferenza per un fine/meta, è come schiantarsi volontariamente sul palo segnaletico alla presenza di un bivio amletico. Con buona pace di Clelia :oops: .

Non quagli nulla kamikazzando. E te ne lavi le mani, col tuo sangue.
No, nun ce siamo. Nun me gusta né me convince. Peccato…
Io non sarei stato tanto clemente come Mr. Giggle davanti ad un gesto simile da giudicare :mad:

Sì perché questa storia vive sul filo sottile del “giudizio”, la sentenza che si dà di un personaggio in base alle sue scelte e stile di vita…tra una vignetta e l’altra, e qui messe in discussione. Sembra quasi una metafora paradossale/di riflesso del rapporto dei lettori col loro protagonista cartaceo, sempre giudicato in base a quello che si mette a stampa della sua personalità, sempre in bilico sulla sentenziosità del “merita o non merita” di continuare a vivere. Anche come testata :) .

Ed al costo di mantenersi coerente ai propri principi fondanti o di cercare nuove appendici che rimescolino quelle certezze quasi genetiche di cui spesso sembra compiacersi, a ripetizione.
In questo caso l’ancoraggio di Dylan a quelle certezze sembra salvarlo ed autoconfermarle, ma più di qualche dubbio meta-fumettistico viene insinuato. Con sapienza e profondità 8-) .

Poca profondità, come poca dimestichezza coi coltelli, la dimostra invece un’accecata Clelia nella sua sete di vendetta sciagurata e sconclusionata. Invece di prendersela con l’armadio Axel, si scatena contortamente contro il comodino Dylan, senza neanche capirci tanto di come lavori Mr. Giggle e per quale fine. Poteva ammazzarli entrambi, verrà spennata di ripiego. Alla fine il contratto di tortura è rescisso malamente, il giudizio del corvaccio le si ritorce contro, e si dimostra lei quella indegna di vivere, sulle pagine di questa storia :tc: .

Poche pagine strumentali per l’intro e l’effetto sorpresa finale, una lama in gola, e via dalle scatole. Sciacquettismo insistito a livello narrativo che punta a sminuirla, giustamente.

La tamarraggine della scazzottata l’ho trovata divertente in sé, ma tutte quelle pagine di ribaltamenti – ora in vantaggio uno, ora l’altro – potevano esser riassunta in molto meno, perché non siamo mica nell’Arizona di Saguaro, come tipo di sceneggiature.
Non m’importa granché se la vittoria finale di Fantastic possa sembrare scontata o arrivi dove neanche l’esercito di Sua Maestà ha potuto; il fatto che ci sia un Axel ancora vivo ed in giro con una faccia semi-spappolata mi solletica non poco, in aggiunta :P .

Per questo non mi dispiace tanto la scanzonataggine dell’ultima pagina, quanto mi fa storcere il muso rognoso la domanda della penultima da parte di Dylan al (oh, mio) Capitan :evil: .

Chiedere « pensi che io sia una brava persona? » (p. 97.iii) dopo tutto quello che è successo mi sembra una ricerca infantile di facili conferme presso il giudizio di un candido “diverso” ed “innocente” dall’animo immacolato, come nella tradizione del suo affidarsi ai “puri” per intuito reciproco. Tra l’altro uno come Dylan può immaginarsi benissimo (maliziosamente?) la risposta scontata che avrà.
Dopo l’evoluzione traumatica per arrivare al giudizio di Mr. Giggle, Dylan regredisce al giudizio dei fanciulli interiori. Che probabilmente sono saggi come noi trentenni che ancora lo leggono mese per mese. E peterpanicamente si aspettano ogni tanto una buona storia. Questa volta io almeno mi ritengo accontentato :D .

***** ***** ***** *****

Sotto col giudizio sui voti. Starnazzerò sentenze per il solo piacere di mandare tutto in appello e cassazione :g: .


Soggetto: 8 Tolta la cornice ricopiata di SAW, è una storia piena di temi concatenati che lasciano molto spazio a diverse letture e riflessioni. Non tutti oserebbero toccare i cliché costituenti del dylan-pensiero per smembrarli come falsi tabù o sincere linee guida.
Una bastardaggine che colpisce molti bersagli nevralgici e tanta carnazza al fuoco per smontare il “congegno-Dylan”. Senza spiegare ogni cosa. Chapeau :wink: .

Sceneggiatura: 7+ Ho letto sul blog del RRobe che se qualcuno non l’avesse letta tutta d’un fiato l’avrebbe considerato un fallimento. Io c’ho messo tre round per colpa di cuscino appiccicoso, schiamazzi dal balcone, e svogliatezza da afa estiva :? .
Se questo è un fallimento lo lascio a lui.
Per me è invece una storia che scivola bene, anche se il ritmo per tappe è un po’ troppo cadenzato/regolare, senza impennate né sprofondi. Anche il finale, a parte la scazzottata finto-repentina, non altera questa scansione da singola situazione ripetuta.

A differenza di altri non ho sentito la mancanza di Groucho o di Bloch che in vicende come questa ci entrano solo di straforo o goffamente. Buoni Axel e Fantastic, necessario il non-approfondimento di Clelia. Su Mr. Giggle mi sono già espresso. I dialoghi sono meno brillantemente ad effetto per i canoni di Recchioni, e questo non è detto che sia un difetto. Un po’ di (auto-)ironia in più non avrebbe guastato, visto che era una storia SU Dylan e giravano personaggi parecchio strambi :3 .

Disegni: 6- Tasto dolente :dito: .

Caluri alterna buone vignette a quadretti imbarazzanti. Certe volte mi ricorda Ambrosini, certe altre pare che voglia Carnevalizzarsi un po’ troppo.
I visi sono molto espressivi, ma spesso alterano la fisionomia del personaggio nel giro di poche tavole. I capelli di Dylan cambiano acconciatura ogni 3 pagine, e ci sono parecchi scompensi nelle proporzioni dei corpi. Come già detto molto buona la lotta col mastino, meno i sotterranei tutti piattamente uguali e senza spunti di nota. Giggle mi sembra più un merlo indiano, ma alcuni suoi primi piani deformanti si fanno apprezzare (pp. 30.ii e 39.i).

Da pollice verso Dylan versione rapper con calzoni scesi e camicia sbrindellata (pp. 6.iii; 17.i; 20.i) - yo, fratello mostro! – o il burattino kickboxer di p. 68.i. Ringiovanisce miracolosamente a p. 72.ii dove sembra un adolescente a petto nudo dei film di Tornatore :cry: .

Da rivedere. Dei tre recenti esordienti sulla serie regolare (Gerasi, Nizzoli e lui) è quello che mi convince meno. Per ora.

Copertina : 6 ½. Per i colori mi ricorda Il Persecutore. Mi piace molto Mr. Giggle che somiglia ad un vero corvo a differenza di quello di Caluri. La scena dell’esecuzione è invece troppo statica e legnosa, da presepe. Axel si è ridotto di corporatura a meno che un goblin, mentre la posa melodrammatica di Dylan è davvero inverosimile :roll:
C’erano molte altre scene come spunto.

**** **** *****

Adesso vi lascio perché devo fare un test psico-attitudinale di grande rilievo dalle pagine del Cosmopolitan di mia sorella. Potrei esser giudicato indegno di vivere per il solo fatto di aver pensato di compilarlo. Come giudice mi spetta quest’altro corvo parlante. Speriamo bene.




Tra l’altro anche lui è giustamente sotto processo. Forcajolizzatevi anche voi.

http://www.youtube.com/watch?v=oB2g2-iSwqg


ALOHA

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Io no capito, io no capito

(anta baka?! [...] kimochi warui)


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 Oggetto del messaggio: Re: # 311 - Il giudizio del corvo
MessaggioInviato: lun ago 06, 2012 11:13 pm 
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Iscritto il: mer lug 28, 2010 5:37 pm
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Continuo a pensare che dovresti farlo più spesso, su più cose, e magari su un sito di critica, Wolkoff.
Applausi.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 311 - Il giudizio del corvo
MessaggioInviato: mar ago 07, 2012 11:07 am 
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Iscritto il: dom ott 29, 2006 4:00 am
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Con colpevole ritardo, esprimo il mio giudizio.

Bell'albo, direi da 7 e mezzo :) facendo una media tra l'8 per il soggetto e il 7 per la sceneggiatura.

seguono
S
P
O
I
L
E
R

La questione "plagio/non-plagio" per me è di lana caprina. Per la testata prendere ispirazione da certi modelli cinematografici è sempre stata una consuetudine accettata senza problemi. Finchè si rimane nel campo dell'ispirazione, non vedo cosa ci sia da lamentarsi. Tutt'altro discorso sarebbe se il film venisse COPIATO (come, ahinoi!, ha fatto persino Sclavi nell'Assassino tra noi :( ), ma non è questo il caso.
Per me è un punto d'onore che un genere come il Torture Porn che, piaccia o non piaccia, ha segnato il cinema d'horrorper una decina d'anni venga preso in considerazione. Fingere che un genere simile non esista neppure e continuare a sfornare gialletti non è solo sbagliato a mio parere - è vieppiù patetico.

Detto ciò, bisogna rilevare che RRobe segue le 'regole' del genere solo fin dove gli è possibile.
Non c'entra la censura. E' che il VERO torture porn è fatto di incertezza assoluta cui si lega un pessimismo non di maniera. Nessuno nei t.p. è al sicuro, neppure il protagonista (o presunto tale), neppure il serial-killer. Chiunque può morire. E questo vale non solo per la saga di Saw ma anche per gli emuli (Frontiers, Martyrs, Calvaire, Sheitan...).

Ciò purtroppo non è possibile in un fumetto bonelliano. Anche il lettore più sprovveduto SA che Dylan NON PUO' morire. Non solo : sa anche che nessuno gli dirà di segarsi via un piede!!! :D Bene o male, il protagonista sopravvive sempre e se la cava senza lesioni permanenti.
Perciò il fumetto non può ricreare la stessa implacabile suspense di Saw o Martyrs, ma solo una buona dose di curiosità (nel vedere quale sarà la 'prossima prova' e come la supererà Dylan, fermo restando che SICURAMENTE la supererà).

Qui RRobe se la cava egregiamente. Il ritmo è perfetto, la curiosità e l'interesse non vengono mai meno e anche le riflessioni sui principi morali di Dylan sono approfondite.
Una nota per i lettori puntigliosi : non è vero che un ex-alcolista si ubriaca all'istante dopo un bicchierino. La dipendenza (psicologica o meno) non ha nulla a che vedere con la capacità dell'organismo di smaltire alcol. Il vero problema è che un ex-alcolista, quando beve, al 95% ricade nel vizio e quindi deve curarsi daccapo.

Il mio 7 per la sceneggiatura dipende dal fatto che, come Rimatt, anch'io trovo che RRobe abbia un po' troppo l'ossessione della 'battuta ad effetto'. Il voler a tutti i costi far pronunciare ai personaggi frasi storiche finisce col dare un'impressione di artificiosità.
Ma forse è solo un mio problema... Io ho smesso di leggere fumetti americani perchè oltreoceano ormai questa mania per la battuta a effetto è diventata endemica e, dal mio punto di vista, insopportabile.

I disegni di Caluri lasciano perplessi più di una volta, ma ammetto che ero talmente coinvolto dalla storia da avere a stento notato le magagne.

Detto ciò, se questa per un bel pezzo resterà l'ultima storia di RRobe per Dylan, me ne dolgo profondamente. :|

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Ti mostrerò la paura in una manciata di pixel...


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 Oggetto del messaggio: Re: # 311 - Il giudizio del corvo
MessaggioInviato: mar ago 07, 2012 1:28 pm 
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Località: nato a erice, cresciuto a calatafimi, poi trapiantato a... trapani!
ho letto anch'io l'albo.
una storia carina, una lettura piacevole, che rapisce e incuriosisce sin dall'inizio.
però c'è una cosa che vorrei dire, partendo da questa affermazione di Cyber Dylan:

Cyber Dylan ha scritto:
Perciò il fumetto non può ricreare la stessa implacabile suspense di Saw o Martyrs, ma solo una buona dose di curiosità (nel vedere quale sarà la 'prossima prova' e come la supererà Dylan, fermo restando che SICURAMENTE la supererà).


...e cioè che:
Spoiler!
ho trovato prevedibile il percorso delle prove, finita una prova si capiva subito che ce ne sarebbe stata un'altra, la trama architettata dal rrobe è chiusa in un meccanismo narrativo razionale che non riesce, purtroppo, ad uscire da questo percorso.
eppure, volendo, lo schema si può anche rompere: mi viene in mente una storia di zagor scritta da sclavi, in cui lo spirito con la scure avrebbe dovuto affrontare le 12 fatiche di ercole, ma va a finire che ne affronta solo una minima parte, ad un certo punto l'autore si rende conto che non può procedere in quel modo troppo lineare, e introduce dei colpi di scena che muovono la storia in tutt'altra direzione.
certo, c'è una differenza quantitativa fra la storia di zagor che cito e questa di dylan: 12 prove contro 6.
però una sterzata da quello che da subito appare come un percorso obbligato e inevitabile non sarebbe stata male, mentre così il giudizio del corvo assomiglia di più ad un'altra storia di zagor, quella contro supermike, con rrobe novello nolitta che mette in difficoltà i principi cardine del personaggio. :wink:
non che questo sia un problema, attenzione: scrivere una storia nolittiana è meno scontato di quanto sembri. :wink:


ho votato ottimo, perchè mi ha divertito. :)

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sono solo uno spettatore del mondo, seduto ad un gradino della vita


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 Oggetto del messaggio: Re: # 311 - Il giudizio del corvo
MessaggioInviato: mar ago 07, 2012 1:45 pm 
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Iscritto il: sab ago 23, 2008 12:39 pm
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in realtà va considerato che di tanto in tanto son capitate storie che alla fine (o nel durante) si rivelavano whatif, e pertanto succedevano cose apparentemente impossibili: dylan che si sposa, dylan che muore, groucho assassino.
il bello di quelle storie è appunto che dai per scontato che nel finale tutto si risolverà, e invece non si risolve.
vieppiù, sclavi ha creato a ogni maniera Ucronia, che giustifica assolutamente qualunque finale.

gli sceneggiatori potrebbero sfruttarlo. non sempre, ma più spesso di ora.
in fondo, la serie è praticamente a zero continuity, per cui...


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 Oggetto del messaggio: Re: # 311 - Il giudizio del corvo
MessaggioInviato: ven ago 10, 2012 1:35 pm 
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Iscritto il: mar ago 07, 2012 6:45 pm
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Località: Roma
- Premetto che ho letto solo le ultime 3 pagine di commenti e recensioni.
- Premetto che trovo il forum molto molto molto migliorato nelle recensioni, siete tutti molto molto molto tecnici, precisi, stilisticamente notevoli e che apprezzo molto la cosa, visto che ai miei tempi sul forum sciorinavamo sempre tutto, ma con molto meno stile. Quindi bravi utenti!
- Premetto che il mio ultimo albo prima di questo fu (ed è proprio il caso di usare il passato remoto) "Il cimitero dei freaks"

POTREBBE CONTENERE SPOILER

L'albo è andato via in pochissimi minuti. Quasi non ricordavo ci volesse così poco tempo per leggere un albo. E il mio giudizio è appena sufficiente.
Non critico affatto il tributo (o come lo volete chiamare) a SAW, che ci può stare tutto. Ma sinceramente l'ho trovato un albo fin troppo piatto e vi spiego il perchè: (ovviamente IMO eh...)
In Saw lo scorrere del tempo è padrone. Il tempo che scorre riesce nel film a tenere sulle spine, a stimolare l'attenzione, ma invece in questo albo, senza un orologio, senza una scadenza, senza un preciso e possibile Game Over non si ha mai la paura che il tempo possa esaurirsi, si sa già, fin dall'inizio, che Dylan, in un modo o nell'altro passerà ogni singola prova ed arriverà a destinazione per poi avere lì un colpo di scena fin troppo annunciato dalla copertina e un altro fin troppo annunciato dall'albo stesso (perchè credo si contino sulle dita di una mano le persone che non hanno pensato che Capitan Cicciastic riapparisse nel finale).
Detto questo i disegni non mi hanno affatto aiutato... Ogni due secondi mi fermavo per osservare le differenze che Dylan accumulava pagina dopo pagina passando da Cassius Clay a pagina 11 (centrodestra), ad uno zombie a pagina 16 (sempre centrodestra) o al piccolo nano capoccione di pagina 50 (perennemente centrodestra, eppure non sono berlusconiano) che se prendo il disegno singolo, lo metto su Facebook e chiedo alla gente di dirmi chi rappresenta solo l'8 per mille (tolto alla chiesa cattolica) potrà dire Dylan Dog... Ma gli altri potranno andare da "il figlio albino di Arnold" e "Non sa, non risponde" ed è un grandissimo peccato! Perchè ci sono delle tavole davvero belle in altre pagine, come quelle dello scontro tra Axel e Capitan Fantastic...

Insomma nel complesso l'idea di fondo era bella, ma secondo me andava sviluppata diversamente... Bisognava inserire un quid narrativo temporale che aumentasse un attimo la paura nei lettori, che insinuasse per un attimo il dubbio che qualcosa potesse andare storto, e invece non è andata così.

Sempre IMO eh sia ben chiaro! Perchè vedo che i commenti positivi hanno focalizzato tutta l'attenzione sul tema delle prove e sul loro legame con la figura di Dylan, che certo è ci sta tutto, ma ripeto, secondo me andavano accompagnate da un contorno più succoso... Mangiare una fettina ai ferri con la cicoria ripassata è tutt'altra cosa rispetto ad un'insalata mista scondita...

La copertina non mi è dispiaciuta... Quello si che è un CORVO.

Detto questo se dovessi dare un voto da 1 a 10 darei uno stiracchiato 6, ma non di più.

Cordiali saluti,
Valerio.

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-Per me può essere anche Mohammed Ti Spacco Il Culo Bruce Lee, lui va al tappeto al quarto round!- cit.

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 Oggetto del messaggio: Re: # 311 - Il giudizio del corvo
MessaggioInviato: ven ago 10, 2012 3:50 pm 
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Messaggi: 5673
Località: Palermo in via dei dylaniati n.666
@Wolkoff: Non compro più regolarmente DD dal 300 in poi, per questo non ho fatto fatto caso a questo aspetto. Però complimenti per l'analisi e in generale per il post che merita davvero tanto ;)

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Nobody talks about the pile (cit.)


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 Oggetto del messaggio: Re: # 311 - Il giudizio del corvo
MessaggioInviato: mer ago 15, 2012 2:40 pm 
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Iscritto il: mer gen 25, 2012 6:42 pm
Messaggi: 33
Me l'hanno appena fatto notare... "But that's the way I like it, baby" testo iniziale della storia. Tradotto con "Ma questa è la strada che mi piace, ragazza". Ah! Ah! Ma chi è il traduttore?


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 Oggetto del messaggio: Re: # 311 - Il giudizio del corvo
MessaggioInviato: mer ago 15, 2012 2:46 pm 
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Iscritto il: sab ago 23, 2008 12:39 pm
Messaggi: 2167
un certo ettore gugol, mi pare.


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