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# 311 - Il giudizio del corvo
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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Re: # 311 - Il giudizio del corvo
MessaggioInviato: gio ago 02, 2012 1:16 pm 
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Iscritto il: mer lug 28, 2010 5:37 pm
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snows9 ha scritto:
Veramente una storia fin troppo ispirata a "Saw". Ok le copie dei film le faceva anche Scalvi, ma qui parliamo fors edi un prodotto fin troppo conosciuto e ben più volte rivisto in diverse sviluppi.


Però, scusa una cosa, e te lo chiedo senza far polemica:
ma Killer e Terminator? Il Buoio e Nightmare?
Quelli erano prodotti poco conosciuti?
Io ho fatto lo stesso tipo di operazione che Sclavi e Chiaverotti hanno fatto ai loro tempi.
Prendere un film noto e attuale (e Terminator e Nightmare erano attuali all'epoca) e rileggerlo in salsa Dylan.

Puoi contestarmi l'operazione in quanto tale (la mia come quella di Sclavi).
Puoi contestarmi la riuscita.
Ma non mi puoi dire che sono cose diverse.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 311 - Il giudizio del corvo
MessaggioInviato: gio ago 02, 2012 1:30 pm 
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Iscritto il: mer feb 29, 2012 8:36 pm
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il RRobe ha scritto:
Il Buio e Nightmare?


Mi permetto di muovere un appunto: il personaggio di Mana Cerace e la sua caratterizzazione di "uomo nero" erano ben presenti nella mente di Chiaverotti prima dell'uscita di Nightmare, anche se poi l'influenza del film ha trasformato quelle idee in fumetto.
Almeno, così disse lui.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 311 - Il giudizio del corvo
MessaggioInviato: ven ago 03, 2012 10:56 am 
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Iscritto il: ven mar 18, 2005 12:15 pm
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Una buona storia, direi. Mettere alla prova Dylan, di questi tempi in cui la caratterizzazione del personaggio risulta spesso incerta e ondivaga, significa anche riaffermare con forza quel che Dylan è (e dovrebbe essere sempre), e il pregio di storie come questa è proprio quello di ricordarci quali sono le caratteristiche fondanti e fondamentali del nostro indagatore. Il giudizio del corvo è una storia perfino teorica, un manuale "dylaniano" da consultare qualora ci vengano dubbi sulla correttezza delle azioni di Dylan; una dichiarazione d'intenti di cui c'era un gran bisogno, e sebbene dubiti che Recchioni l'abbia scritta esplicitamente con questo scopo, l'effetto finale mi è risultato gradito proprio - anche - grazie a questa lettura. Di ciò si può essere sinceramente grati a Recchioni, uno che il personaggio lo conosce e lo rispetta (e lo sa scrivere, aggiungo); un enorme peccato che, per tutta una serie di ragioni su cui ora non mi soffermo, non ci siano sue nuove storie in cantiere.

Che poi si citi a piene mani Saw non mi infastidisce minimamente, anche perché il contesto è stato cucito alla perfezione attorno al personaggio, acquisendo così una propria originalità. Ciò detto, concordo con chi ha indicato nei dialoghi il principale difetto dell'albo: non che siano brutti o anonimi, è che Recchioni ha una tendenza alla battuta brillante e cool che li fa suonare innaturali e artificiosi. Un esempio: la battuta finale, che sarà sì carina e divertente, ma che in quella situazione non suona certo spontanea. Tutto sommato qui Recchioni riesce anche a limitarsi, ma se lo facesse ancora di più il risultato sarebbe - dal mio punto di vista - ancora migliore.

Buono il lavoro di Caluri, a parte alcune imprecisioni e deformazioni che derivano a mio modo di vedere dalla sua naturale tendenza al grottesco. Il risultato finale è notevole, per quanto il Caluri di Don Zauker e perfino di Luana sia a un livello nettamente superiore.

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È la mia opinione, e la condivido.

Ciao,
Teo


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 Oggetto del messaggio: Re: # 311 - Il giudizio del corvo
MessaggioInviato: ven ago 03, 2012 12:18 pm 
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Una storia scialba, svogliata e piacevole


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 Oggetto del messaggio: Re: # 311 - Il giudizio del corvo
MessaggioInviato: ven ago 03, 2012 12:52 pm 
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Un commento approfondito il tuo, condito di osservazioni acute, Savelic.

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 Oggetto del messaggio: Re: # 311 - Il giudizio del corvo
MessaggioInviato: ven ago 03, 2012 1:48 pm 
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Iscritto il: mer mag 30, 2012 10:42 am
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rimatt ha scritto:
Recchioni ha una tendenza alla battuta brillante e cool che li fa suonare innaturali e artificiosi.


Sono d'accordo, questa è una delle sue caratteristiche! A me piace la battuta cool, però è vero che a volte può far suonare i dialoghi un po' innaturali.. Era una peculiarità di John Doe e forse non si addice troppo a Dylan Dog ma mi sembra che Recchioni la usi limitatamente come dici tu, a me non ha dato fastidio. La battuta finale non la trovo poi così innaturale però! (Opinione personale ;))

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 Oggetto del messaggio: Re: # 311 - Il giudizio del corvo
MessaggioInviato: ven ago 03, 2012 1:49 pm 
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Iscritto il: dom ott 08, 2006 12:46 pm
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Survivor82 ha scritto:
Un commento approfondito il tuo, condito di osservazioni acute, Savelic.


Come vuoi. Non so resistere a una malcelata provocazione.

La storia è priva di intreccio ed è basata su una successione di scene in cui Dylan affronta - alquanto blandamente - le sue paure (che possono essere sintetizzate nell'unica paura di non essere sempre all'altezza di se stesso). La cosa è abbastanza paradossale in riferimento alla saga dei film d'ispirazione, cioè Saw, caratterizzata appunto da un macrointreccio assolutamente complesso e ipertrofico dalla prima alla settima pellicola. In sintesi di Saw viene ripreso soltanto l'aspetto deteriore, il meccanismo da videogioco per superamento di prove con colpo di scena finale. Inoltre Recchioni ormai sembra completamente preso dal gioco della decostruzione delle regole narrative dei personaggi di cui scrive le storie (si veda in tal senso la degenerazione progressiva di John Doe). In questo caso è toccato a Dylan Dog (faccio notare che il giudizio stesso dello sceneggiatore verso il personaggio, ma più precisamente verso la sua 'politica editoriale', non è particolarmente lusinghiero visto il piccolo cammeo riservatogli in John Doe 99). Dylan è chiamato a giudizio sui suoi ideali e viene sancito che Dylan è coerente con se stesso, dunque apprendiamo che tautologicamente Dylan Dog non contraddice Dylan Dog (accipigna!)...

...in questa storia, perché nella prossima Dylan può essere pronto a vomitare sulla tomba di Morgana e a dire "Beh!? Dove sta scritto che devo essere sempre coerente con me stesso?" (quante volte gli sceneggiatori, fra cui Recchioni stesso e soprattutto Recchioni stesso, hanno fatto una cosa del genere?).

Le ragioni di Clelia sono macchinose e immotivate (la sua esigenza è semplicemente quella di torturare e infine di uccidere Dylan, cosa per la quale non aveva bisogno di rivolgersi al machiavellico corvo Minosse della situazione, inoltre, avendo di fianco l'assassino della sua famiglia, una volta libera decide comunque di scagliarsi contro Dylan).

Infine aggiungiamo il ritorno di un vecchio personaggio (Axel), aggiungiamo tutta la fuffa che fa Dylan Dog ("le ho amate tutte"), mettiamoci l'anti-Axel (Capitan Fantastic) e la storia è confezionata.

L'albo è comunque piacevole ed è scritto bene, non ha gravi difetti (i dilemmi morali di fronte ai quali viene messo Dylan non sono particolarmente stringenti, non è veramente obbligato a scegliere fra una soluzione 'negativa' e una 'positiva' ma spesso se la cava ricorrendo a una banda grigia intermedia che nei film di Saw non avrebbe trovato posto) e ha comunque una cura sufficiente di fondo. Da questo punto di vista Recchioni è sempre abbastanza corretto.


Ultima modifica di Savelic il ven ago 03, 2012 6:39 pm, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: # 311 - Il giudizio del corvo
MessaggioInviato: ven ago 03, 2012 3:16 pm 
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Bello "la banda grigia intermedia".
ho notato pure io questa cosa.
probabilmente è questo che alla fina ha "appiattito" il tutto e l'ha reso "puro mestiere".

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 Oggetto del messaggio: Re: # 311 - Il giudizio del corvo
MessaggioInviato: ven ago 03, 2012 3:27 pm 
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Iscritto il: lun set 12, 2011 12:46 pm
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Gran bell'albo.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 311 - Il giudizio del corvo
MessaggioInviato: ven ago 03, 2012 5:14 pm 
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Savelic ha scritto:
Dylan è chiamato a giudizio sui suoi ideali e viene sancito che Dylan è coerente con se stesso, dunque apprendiamo che tautologicamente Dylan Dog non contraddice Dylan Dog (accipigna!)...

...in questa storia, perché nella prossima Dylan può essere pronto a vomitare sulla tomba di Morgana e a dire "Beh!? Dove sta scritto che devo essere sempre essere coerente con me stesso?" (quante volte gli sceneggiatori, fra cui Recchioni stesso e soprattutto Recchioni stesso, hanno fatto una cosa del genere?).




Non afferro. La non coerenza cui fai riferimento è stata a volte marcata ( albo Il divoratore di ossa ) a volte più sfumata, ma in ogni modo è possibile che anche un idealista come DyD abbia dei dubbi. Il rimarcare i propri convincimenti morali è si cosa abbastanza lineare e poco innovativa...occorre vedere come lo si racconta.
A livello di rottura della linearità, propendo maggiormente per "La Dea Madre" a livello di finale.
Quoto su mr.Fantastic, personaggio che ai più non è piaciuto. Ma leggendo ciò che afferma RRobe, non era personaggio costruito per piacere.

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 Oggetto del messaggio: Re: # 311 - Il giudizio del corvo
MessaggioInviato: ven ago 03, 2012 5:50 pm 
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dogares ha scritto:
Savelic ha scritto:

Quoto su mr.Fantastic, personaggio che ai più non è piaciuto.


Non direi. Direi che a quelli che stanno commentando tanto, non è piaciuto.
Le cifre qui sopra dicono altro.


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 Oggetto del messaggio: Re: # 311 - Il giudizio del corvo
MessaggioInviato: ven ago 03, 2012 6:09 pm 
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Volevo dire che forse non è piaciuta la scena finale...cmq io commento troppo, non tanto...Però a me Mr.Fantastic non è spiaciuto...

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 Oggetto del messaggio: Re: # 311 - Il giudizio del corvo
MessaggioInviato: sab ago 04, 2012 12:30 pm 
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Iscritto il: lun ago 04, 2008 10:09 am
Messaggi: 5673
Località: Palermo in via dei dylaniati n.666
CONTIENE SPOILER

Secondo me Mr. Giggle è Recchioni (altro che entità soprannaturale :3 ). Non mi sembra un idea così strampalata, avrebbe un suo perchè e non è la prima incursione metafumettistica di questo genere. Un gioco/manuale ideato dall'autore stesso, che testa il suo personaggio, ne esalta le caratteristiche ancestrali, ormai perse o mal gestite, lo mette continuamente alla prova, mettendo a nudo vizi e virtù, rendendolo vivo, ma soprattutto umano. A confermare questa fantasiosa ipotesi c'è anche il comportamento ambiguo del corvaccio (anche se sembra un pinguino); in alcuni momenti cerca di aiutarlo e proteggerlo (emblematica la terza prova e l'ultima, così come l'epilogo), in altri lo tratta con freddezza e distacco. Un giudice, ma anche un abile sondatore di anime, definizione che calza a pennello al Rrobe, che si è sempre distinto per le sue attente analisi e per la maggiore conoscenza del personaggio rispetto a quella dei suoi colleghi. L'anonimato grafico e anagrafico potrebbe essere un indizio che porta verso questa direzione. Poi possono essere elucubrazioni di uno sfigato come me che vede cose che non esistono, ma solo Mr. Giggle può dirlo. Però..

Quello che c'è stato tra di noi non era nulla di personale. Voi mi siete simpatico e spero che un giorno ci potremo incontrare di nuovo..
...a patto che sopravviviate, ovviamente

Questa è la frase che mi puzza, e state certi che non ho tenuto l'albo vicino alla spazzatura.
Delucidazioni please 8-)

Riguardo la storia, non ci vedo tutto questo plagio. Da Saw, Recchioni prende l'idea di base plasmandola nell'universo dylaniato, con maestria e un tocco originalità (che poi è quello che faceva Sclavi anni fa).
La sceneggiatura è lineare e semplice, ma scorrevole e divertente. Forse l'unico problema è proprio la mancanza di una vera e propria svolta narrativa all'interno della storia, qualcosa che rompa lo schema del gioco ideato da Giggle; purtroppo non si concretizza e tutto va come deve andare. Tra colpi di fortuna - a volte forzati - e scelte più azzardate, il nostro arriva alla conclusione, senza particolari patemi.
Altro dubbio amletico: perchè Clelia ingaggia sto corvaccio, smuove mari e monti, quando può benissimo ucciderlo dopo aver consumato? aveva bisogno di un test psico-attitudinale condotto da un corvaccio in smoking nero per capire chi è realmente Dylan e comportarsi di conseguenza? L'accordo, tra l'altro, prevedeva, che in caso di superamento della prova, Dylan torni a casa vivo e vegeto: perchè, allora, scendere a patti con un tipo del genere, se poi non può uccidere, e quindi ottenere la sua vendetta?
Riguardo i dialoghi, come detto da altri, potrebbero sembrare innaturali o stonare in alcuni frangenti, ma rispetto alle sue prove precedenti, credo che questa volta Rrobe si sia limitato a coolegiare.
La conclusione mi ha lasciato l'amaro in bocca, anche se un'altra conclusione non la riesco a trovare. Sicuro è che, come anche nell'incipit, si tende alla sintesi, che non significa superficialità, ma immediatezza.

I pregi sono tanti:
- lo scontro epico-tamarro-superoistico tra Mr fantastic e Axel (gradita sorpresa, anche se la sua presenza mi risulta piuttosto forzata, ma è una licenza che lascio piacevolmente passare): divertente, aggiunge un pò di vivacità nel finale.
- L'incipit: diretto, veloce e di hitchcokiana memoria. Dylan viene calato all'interno della vicenda senza il solito e consueto schema narrativo campanello-cliente-trombata-caso.
- L'impostazione e le scelte delle prove: intelligente e la loro consecutio è mirata (la seconda prova direttamente connessa alla terza; l'ultima prova per vedere fin dove si spinge il nostro e quanto son forti i suoi principi). Purtroppo la loro risoluzione è, in alcuni casi, fin troppo facile (soprattutto la prima) ma niente di grave.
- Interessante il punto di vista dell'autore riguardo il motto di Dylan " I veri mostri siamo noi", ultimamente sempre più (ab)usata. Interessante perchè dal simpatico dialogo tra Axel e un Dylan agonizzante, sembra che l'autore abbia un punto di vista a riguardo più cinico, forse anche meno paraculo, ma soprattutto controcorrente, a sentire le parole pronunciate da Axel. Certe volte, i veri mostri sono davvero i mostri. Punto. E a capo.
- I cattivi e la loro caratterizzazione: Bisogna riconosce che Rrobe sa costruire molto bene i villans. Alcuni spiccano per la loro stravanganza e simpatia (nonna Mannaia e Axel Neil), per la loro intelligenza (il tizio dell' Iperuranium e Giggle, appunto) o per quello che rappresentano (Mater Morbi). Che siano bene caratterizzati o che siano resi graficamente accattivanti, i personaggi del rrobe bucano la pagina. E questo è tanto.

Una buona prova quella di Caluri, forse più a suo agio nelle scene d'azione (il duello è reso benissimo) che in quelle "statiche".

Da comprare, sperando in un ritorno di uno dei pochi autori dylaniati che rispetta, ma soprattutto ama il personaggio.
Voto 7

_________________
Nobody talks about the pile (cit.)


Ultima modifica di MandarinoFish il dom ago 05, 2012 3:31 pm, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: sab ago 04, 2012 3:15 pm 
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Iscritto il: mar nov 15, 2011 5:38 pm
Messaggi: 429
Località: genova
Bella recensione Mandarino,vediamo cosa rispondera' il Rrobe!!

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Mr.Wilson


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 Oggetto del messaggio: Re: # 311 - Il giudizio del corvo
MessaggioInviato: sab ago 04, 2012 4:37 pm 
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Iscritto il: mer feb 29, 2012 8:36 pm
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MandarinoFish ha scritto:
Secondo me Mr. Giggle è Recchioni (altro che entità soprannaturale :3 ). Non mi sembra un idea così strampalata, avrebbe un suo perchè e non è la prima incursione metafumettistica di questo genere. Un gioco/manuale ideato dall'autore stesso, che testa il suo personaggio, ne esalta le caratteristiche ancestrali, ormai perse o mal gestite, lo mette continuamente alla prova, mettendo a nudo vizi e virtù, rendendolo vivo, ma soprattutto umano. A confermare questa fantasiosa ipotesi c'è anche il comportamento ambiguo del corvaccio (anche se sembra un pinguino); in alcuni momenti cerca di aiutarlo e proteggerlo (emblematica la terza prova e l'ultima, così come l'epilogo), in altri lo tratta con freddezza e distacco. Un giudice, ma anche un abile sondatore di anime, definizione che calza a pennello al Rrobe, che si è sempre distinto per le sue attente analisi e per la maggiore conoscenza del personaggio rispetto a quella dei suoi colleghi. L'anonimato grafico e anagrafico potrebbe essere un indizio che porta verso questa direzione. Poi possono essere elucubrazioni di uno sfigato come me che vede cose che non esistono, ma solo Mr. Giggle può dirlo. Però..





Se Giggle fosse stato pensato come un unicum di questa storia l'ipotesi poteva essere intrigante; però, a quanto pare, è nato come nuovo antagonista da portare avanti per diverse storie [idea poi tramontata], quindi lo escluderei.


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