Guardate i corvi: non seminano e non mietono, non hanno ripostiglio né granaio, e Dio li nutre. [Luca 12,24]
Così è fatto, dunque l'aldilà. E dopo che i morti pervengono là, dove ciascuno è condotto dal suo demone, vengono giudicati, in primo luogo, quelli che sono vissuti bene e santamente e quelli che no. E coloro che risultano essere vissuti né bene né male, arrivati alle vie dell'Acheronte, salgono su barche che sono lì pronte per loro e su queste giungono alla palude. Qui giunti, rimangono a purificarsi e ad espiare le loro colpe, se mai ne avessero commesse, e ricevono il premio delle loro buone opere, ciascuno secondo il proprio merito. Coloro, invece, che risultano essere insanabili per la gravità delle loro colpe, perché hanno compiuto molti e gravi sacrilegi o iniqui delitti contro le leggi o altre azioni nefande del tipo di queste, il giusto destino che a loro conviene li scaglia nel Tartaro, dove non torneranno mai più. Invece, coloro che risultano aver commesso colpe sanabili, anche se grandi, come ad esempio coloro che sotto la spinta dell'ira hanno commesso azioni violente contro il padre o contro la madre e poi si sono pentiti di questo per tutta la vita, o che si sono macchiati di omicidio in modo simile a quelli, debbono cadere nel Tartaro, ma, dopo che sono caduti e sono rimasti un anno colà, l'onda li rigetta fuori: gli omicidi lungo il Cocito, e i violenti contro il padre o contro la madre lungo il Piriflegetonte. Dopo che sono trascinati dalla corrente fino alla palude Acherusiade, quivi mandano grida e chiamano gli uni, quelli che essi hanno ucciso, gli altri, quelli contro i quali hanno fatto violenza, e, invocandoli, li supplicano e li pregano di permettere loro di uscire fuori dalla palude e di accoglierli. Se riescono a convincerli, escono fuori dai fiumi, e pongono fine ai loro mali; se no, di nuovo sono trascinati nel Tartaro, e di là di nuovo nei fiumi; e non cessano di subire tali patimenti, prima di aver persuaso coloro cui fecero male: infatti questa è la pena inferta loro dai giudici. Infine, coloro che risultano aver vissuto una vita in grande santità, subito liberati da questi luoghi sotterranei, e liberati da essi come carceri, salgono in alto, in una pura dimora, e là abitano sulla vera terra. [Platone, Fedone, 113 D - 114 C]
Per quanto attiene al Bene e al Male, neanch'essi indicano alcunché di positivo nelle cose, in sé considerate, e non sono altro che modi del pensare, ossia nozioni che formiamo mediante il confronto delle cose tra loro. [Spinoza, Etica, Praefatio pars IV].
Siamo tutti maledetti, signor Dog... È per questo che soffriamo. Già.
Allegoricamente, divide.
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