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 Oggetto del messaggio: BLOODY MUSIC
MessaggioInviato: ven giu 22, 2012 10:23 am 
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Uno dei soggetti che ho scritto per Dylan Dog...Storia che non verrebbe mai pubblicata secondo me.
Credo possa piacere molto a chi ama la musica e spero vi diverta come ha divertito me scriverlo.
Che dire,graditissime critiche anche feroci e consigli.E ringrazio in anticipo chi avrà la pazienza di accontentarmi leggendolo :)

BLOODY MUSIC

Percy Slater era un grande pianista classico. Aveva raggiunto quasi tutti gli obiettivi che si era prefissato: soldi, fama, teatri di tutto il mondo pieni e standing ovation che solleticavano il suo ego smisurato.
Negli anni, tuttavia, era subentrata la noia e un cruccio giovanile era tornato a tarlarlo piano piano: sognava di diventare una di quelle rockstar cool, non un barboso pianista classico. Aveva 40anni e si trovava vecchio e noioso: l’immagine riflessa dallo specchio era lontana anni luce da quella che sperava di diventare.
Per arginare la sua depressione, decise di fare una pazzia e di comprare il pianoforte con cui Freddie Mercury aveva composto tutti i suoi capolavori, il Bosendorfer. Per lungo tempo agli Olympic Studios di Londra – e usato anche da altri grandi musicisti che avevano registrato lì dopo di lui – era riuscito a farlo suo con una offerta folle, donando loro anche il proprio pianoforte da concerto.
Finalmente aveva un pezzo unico, un qualcosa con cui contaminare i suoi successi classici con l’anima rock donata dal grande Freddie a quei tasti bianchi e neri.
Sognava ad occhi aperti e sperava che i suoi produttori gli avrebbero consentito di cambiare genere, passando ad una musica diversa ma che sentiva più sua: ipotesi folle che sicuro gli avrebbe alienato critica e pubblico.
Lui, invece, suonando quel piano, si sentiva onnipotente, quei tasti emanavano energia.
Immaginava già stadi pieni, ancora più danaro, donne vogliose che si infilavano nel suo camerino dopo il concerto. Altro che le cariatidi che affollavano i teatri in cui si esibiva adesso.
Nonostante la sua inesauribile voglia di accoppiarsi con qualsiasi essere di sesso femminile, ultimamente, però, faceva coppia fissa con Tina Hunnigham, una venticinquenne con un corpo da copertina e una testa funzionante: una rarità. Si erano conosciuti durante un party di presentazione alla sua ultima tournee 6mesi prima e le cose andavano a gonfie vele.
Quando trovarono entrambi morti nella di lui residenza, scoppiò uno scandalo.
Furono ritrovati riversi sul pianoforte, nudi. Lei morta strangolata mentre lui, ancora steso su di lei, probabile vittima di un infarto. Avevano appena fatto l’amore.
Percy non era una persona gelosa, non si capì perché avesse ucciso la sua donna, non c’erano nemmeno stati dissidi di chissà quale gravità e il fatto che stessero facendo l’amore lo testimoniava.
L’autopsia confermò che il suo cuore non aveva retto.

Quando Bloch passò a salutare Dylan, il ragazzo stava suonando il clarinetto mentre Groucho trafficava in cucina, facendo battute a raffica al frigorifero, come se potesse ascoltarlo e riderne.
Poi, dopo aver portato loro del the, accese la tv, sintonizzando su uno spettacolo musicale.
“Ed ora, la nuova stella del rock britannico. Ha riempito Wembley, ha conquistato gli States, ha vinto dischi d’oro,d’argento,di platino e chi più ne ha più ne metta. Signore e signori, Sebastian Reed!”
Il giovane – bionda chioma folta, look appariscente e giacca di jeans aperta sul petto villoso – si presentò col suo gruppo per presentare il nuovo singolo, una ballata romantica da accendini accesi negli stadi.
La coreografia era curatissima. Ci furono esplosioni di coriandoli, giochi di luce, salti dalle casse e cuccioli di cani che correvano intorno: tutto molto pacchiano.
La coda strumentale del pezzo fu tirata allo sfinimento, Sebastian sembrava indiavolato.
E mentre il pezzo stava finendo, il cantante-chitarrista prese la sua sei corde e cominciò a schiacciare i poveri cagnolini, uccidendoli uno alla volta sin quando non devastò la chitarra.
A quel punto, il panico negli studi televisivi.
Grida e folla impazzita mentre Sebastian sembrò ridestarsi e, completamente bagnato dal sangue delle povere bestie, ebbe a realizzare ciò che aveva fatto e cadde in ginocchio.
Dylan e Bloch non si persero nulla, una scena raccapricciante: per una volta, Groucho non riuscì a dire nemmeno una battuta.


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 Oggetto del messaggio: Re: BLOODY MUSIC
MessaggioInviato: ven giu 22, 2012 10:24 am 
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Paul, il bassista e David, il cantante-chitarrista, Carragher erano i leader dei Supernova, uno dei gruppi indie-rock più famosi del Regno Unito. Venivano dalla provincia gallese e, grazie ad una presenza scenica spettacolare e ipnotica e ad una marea di singoli spacca-radio, erano riusciti a conquistare sia gli adulti che i ragazzini.
Il tasto dolente era rappresentato dal rapporto tra i due, burrascoso sin dagli esordi. Nonostante fossero fratelli, non si sopportavano e frequenti erano state le liti furiose – per le ragioni più svariate – che avevano spesso portato i due sull’orlo dello scioglimento.
Le preghiere dei manager, l’adrenalina del grande pubblico adorante, i soldi e le groupies avevano per qualche anno mascherato le tensioni ma la goccia assassina stava per far traboccare il vaso dei loro dissapori.
Erano gli headliner del famoso festival di Glastonsbury, avrebbero suonato dalle 21.
In albergo,però, erano volate sedie sin dalla mattina. Durante il soundcheck, si scambiarono insulti e spintoni e in camerino, dovettero dividerli altrimenti se le sarebbero date di santa ragione.
La tensione era palpabile e salirono sul palco con una rabbia malata.
Il primo pezzo, veloce e coinvolgente, passò via liscio ma sul secondo accadde l’irreparabile.
David, di fronte a tutti, richiamò il fratello, a causa di un accordo a suo dire errato.
Paul non ci vide più: prese il suo basso e lo schiantò in faccia a David, continuando ad infierire anche quando il sangue del suo sangue giaceva esanime a terra.
Gli altri del gruppo, shoccati, si mossero dopo qualche esitazione e lo bloccarono ma per David non c’era già più niente da fare.

Qualche giorno dopo, il campanello di casa Dog suonò ripetutamente.
“Salve, cercavo Penelope Cruz, è in casa?”,disse Groucho aprendo la porta allo sconosciuto.
“Eh? Ma scusi, ho suonato io il campanello.”
“Davvero?E come si è permesso scusi?Il campanello è nostro!Se ne compri uno tutto suo!”
“Ma…Ma…Io cercavo Dylan Dog. E’Craven Road 7 questa?”
“Si ma non vendiamo campanelli!”
In quel mentre, arrivò Dylan.
“Groucho, ci sono problemi?”
“Certo capo. Una equazione e una funzione. Hai una calcolatrice?”
“E’lei Dylan Dog?Chi è questo folle?”
“Non ci faccia caso. Hanno riaperto i manicomi e sono in ostaggio. Si accomodi, signor…?
“Joe Parish, sono un manager musicale.”
In breve, l’ospite spiegò che l’opinione pubblica era rimasta scandalizzata dagli ultimi accadimenti successi e che la già moribonda industria musicale – asfissiata dal download illegale – rischiava di ricevere la mazzata definitiva.
Molti inneggiavano al rock come alla musica del diavolo. Associazioni di ogni tipo censuravano i comportamenti delle band e li definivano pessimi esempi per i ragazzi.
“Non capisco in cosa posso aiutarla.”puntualizzò Dylan.
“Vorrei che indagasse per conto mio. Questa escalation di violenza non è assolutamente normale. Conosco Reed e i fratelli Carragher e,nonostante i capricci dell’età, sono delle persone sane di mente. C’è qualcosa di strano in quello che è successo e vorrei che lei scoprisse di cosa si tratta.”
Dylan si prese del tempo per rifletterci ma il quinto senso e mezzo aveva cominciato a pizzicare già da quando aveva fatto stretto la mano di Parish.
Alla fine, chiaramente, accettò il caso, anche perché Groucho gli ricordò che la loro pianta dona-soldi era appassita da tempo.

“Ragazzo, sai quanti omicidi ci sono ogni giorno a Londra? Quanti furti? Quante aggressioni?”
“Ogni giorno duro ti farà gustare maggiormente la pensione,vecchio mio.”
“Se se…Sempre se ci arrivo.”Fece il buon Bloch.
Dylan aveva pensato di andare da lui e nonostante l’ispettore avesse altro per la mente, riuscì a carpire qualcosa.
Sebastian Reed, l’uccisore di cuccioli, e Paul Carragher, il fratricida, erano stati fermati ma avevano mostrato scarsissima lucidità sulle prime.
Entrambi, una volta resisi conto delle loro azioni, erano crollati in lacrime come bambini caduti che si sono sbucciati il ginocchio. Non sapevano dare una spiegazione dell’accaduto.
Sebastian aveva dei cani a casa, dei golden retriever: li adorava e li trattava come figli. Chiunque lo conoscesse, sapeva di questo suo amore incondizionato per i cani e il suo gesto aveva davvero un che di inspegabile.
Paul si era chiuso in sé stesso. Provavano a farlo parlare ma niente. In tre giorni,aveva provato due volte il suicidio: la seconda volta, c’era andato molto vicino e adesso lo sorvegliavano a vista.
“Voglio parlarci.”
“Scordatelo. Già i giornali e le televisioni ci stanno marciando sopra, costruendo un putiferio indegno. Ci manca solo che vedano il ciarlatano per eccellenza che si interessa del caso: sarebbe la ciliegina sulla torta.”
Alla fine, Dylan la spuntò, anche se Bloch rischiava una solenne lavata di capo dal soprintendente.

“Chi cavolo sei?Basta sbirri!”disse Paul alla vista dello sconosciuto.
“Mi chiamo Dog, Dylan Dog. Non sono uno sbirro, lo ero. Conosci un certo Joe Parish?”
“Te lo consiglio quello. Pensa solo a fare soldi: della musica non gliene frega nulla!”
“Hai ragione. La stessa idea l’ho avuta anche io.”
“Cosa vuoi da me?”
“Capire. Ho visto il video di quello che è successo e i vostri concerti precedenti. Ho notato due cose.
Primo, non sembravi tu. Le tue movenze erano differenti. Il tuo modo di muovere le mani, gli occhi, la testa. Sembravi un’altra persona.”
“Non so che dirti. Ho il buio in testa e non scherzo. Non so se per rimozione o altro, non ho ricordi definiti di quella sera. Sono giorni che lo dico. La seconda cosa?”
“Il tuo strumento. Avevi un basso diverso. In ogni concerto, ti ho visto usare un Ibanez di colore verdone, se non vado errato.”
“Hai buon occhio, fratello. Quella sera, ero gasatissimo. Avevo appena comprato un vecchio basso, che è appartenuto a Paul Mccartney. Io ho amato alla follia i Beatles, sin da piccolo. Potermi esibire con il suo strumento è stato il coronamento di un sogno. Peccato abbia rovinato tutto.”
Scoppiò a piangere. Non c’era altro da aggiungere, se non che sembrava sincero.
E lo sembrava anche Sebastian Reed.
Nella conversazione con lui, non saltò fuori nulla di rilevante. Una lampadina però si accese in Dylan e chiese al cantante che strumento stesse utilizzando la sera fatale.
“Dal vivo, ho sempre usato una Gibson Les Paul. Due mesi fa, però, ho comprato ad un’asta una delle chitarre appartenute al grande Jimi.”
“Jimi?”
“Hendrix, ciccio. Stiamo parlando del più grande chitarrista di tutti i tempi. Quanta ignoranza!”
Così Dylan scoprì che Sebastian aveva usato la chitarra di Hendrix per la prima volta proprio la sera dell’uccisione dei cuccioli in diretta tv.
Il piano di Freddie Mercury. Il basso di Mccartney. La chitarra di Hendrix.
Non ci voleva molto a trovare un unico fil rouge.


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 Oggetto del messaggio: Re: BLOODY MUSIC
MessaggioInviato: ven giu 22, 2012 10:25 am 
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Le indagini di Dylan lo portarono a leggere, a girare, a perdere ore in biblioteca seguendo il suo quinto senso e mezzo.
Quando entrò in quel vecchio negozio di strumenti musicali sapeva già di essere sulla strada giusta.
“Salve, cercavo un basso”disse Groucho, guardando dal basso verso l’alto l’ingenuo giovane commesso.
“Come lo vuole?”
“Ah, non so. Un nano qualunque andrà bene.”
Mentre Dylan Dog si guardava in giro, una voce arrivò dal retrobottega.
“Venga avanti, signor Dog.”
Rimase un attimo spiazzato e poi si mosse.
“La stavo aspettando. Sapevo che sarebbe arrivato un giorno di questi.”
“Come faceva…”
“Lo sapevo e basta. Ciò che riguarda la musica, io lo so.”disse l’uomo, intuendo la domanda del suo interlocutore.
Era un uomo molto avanti negli anni. Leggermente incurvato dall’età, grandi rughe a scavargli il volto ma una voce molto profonda, che sembrava penetrare come lama nelle carni. Era tranquillo, era nel suo regno. Alle pareti, dischi d’oro, poster, foto con i più grandi nomi del panorama musicale mondiale. Un museo.
“In ogni strumento che ho incrociato in questi giorni, c’è sempre il suo zampino giusto?”
“Si. E’esatto, li ho fatti io. Il pianoforte usato da Freddie Mercury è stato uno dei miei capolavori. Il suono delle corde del mio piano in ogni composizione dei Queen è un qualcosa di magico, di irripetibile. D'altronde, anche il basso e la chitarra, balzati ultimamente alle cronache, mi hanno dato grandi soddisfazioni.”
“Sono diventati strumenti di morte, signor…?”
“Il mio nome non è importante. Ha ragione, sono corde e note macchiate di sangue. E questo mi intristisce non poco.”
“Mi sta dicendo che è triste? Che lei non centra nulla con quello che è successo?”
“Lei è arrivato qui ma ancora non ha trovato lo spartito giusto, signor Dog. Il mio amore per la musica è sempre stato puro e scevro da doppi fini. Vede questo negozio? E’sempre rimasto uguale perché qui dentro, contano gli strumenti, conta la passione, non i soldi. Sono quelli che intossicano lo spirito sacro della musica. Se lo ricordi.”
In quel momento, entrò di soprassalto Groucho.
“Capo, hai finito? Vorrei prendere una Viola, abbiamo vasi abbastanza grandi a casa?”
“Groucho, non vedi che sto parlando?”
“Con chi, capo?”
Il misterioso anziano era sparito.
Dylan si alzò confuso e prima di andare via, si perse in quel cespuglio di oggetti e ricordi presenti in quello studio.

Dopo qualche giorno, Dylan chiese a Bloch di visitare la casa di Percy Slater, il pianista. Essendo Parish anche manager dello stesso Slater, gli diede appuntamento li, con la scusa di fare il punto sulle sue ultime scoperte. Il manager fu puntuale.
“Allora, trovato qualcosa di rilevante?”
“Direi di si, Joe. Ho scoperto che lei non esiste. Non ci sono documenti di nascita, non ci sono dati su di lei in nessun computer o ufficio inglese. Ho perso giorni su giorni ma nulla. L’unica cosa che ho trovato su di lei è una vecchissima foto. Una foto del 1963: questa qui.”
L’immagine ritraeva l’uomo al fianco di 4 giovanissimi capelloni, i Beatles. Era incredibile vedere come, a distanza di 50anni, Parish non sembrava invecchiato di un anno: stesso viso, le stesse rughe, gli stessi capelli.
“Me li porto bene i miei millenni eh, Dylan?”ed esplose in una risata malefica. Il suo viso, il suo corpo si trasformarono e l’anziano bonaccione si trasformò in uno spaventoso demone. “Quella foto fu rubata da un giornalista scaltro, da quel momento ho sempre evitato di farmi vedere in pubblico. Pensavo non ci fossero più copie in giro, forse mi sbagliavo.”
“L’ho trovata nell’ufficio di un vecchio amico. Con chi ho il piacere…?”
“Il mio nome non ti direbbe nulla. Sappi solo che faccio capo ad Astaroth, uno dei demoni che seduce voi deboli umani con pigrizia e vanità.”
“Cosa centri tu con le morti che ci sono state?”
“Oh, io nulla. O quasi. Gli strumenti sono caduti nelle mani sbagliate. Tanti anni fa, ho incontrato degli spiriti genuini,credevano davvero di poter conquistare il mondo e cambiarlo con la loro musica. Ma alla fine, anche loro si sono lasciati corrompere da me con soldi, donne, fama e successi facili. Hanno avuto ciò che gli avevo promesso ma hanno pagato tutto a caro prezzo. In effetti, Freddie era quello con più talento ma credeva che scherzassi. Son stato un po’ cattivo con lui: ha sofferto tanto,poverino.”
“Che diavolo vai blaterando? E poi, Paul Mccartney è ancora vivo e vegeto!”
“Hai mai sentito parlare della “P.I.D. ovvero “Paul is Dead”? La leggenda metropolitana afferma che Paul sia morto tanti anni fa e sostituito da un sosia ma non è affatto una leggenda, è tutto vero! Paul morì in un incidente stradale nel 1966 e la storia dei ragazzi di Liverpool è proseguita grazie ad un impostore. Lo scelsi personalmente, era un attore da due soldi.”
“E gli strumenti?”incalzò Dylan.
“Sono loro che comandavano le danze. Sono strumenti maledetti, carichi della mia energia malata ed emanano un potente influsso su chi li utilizza. Se usati dalle persone giuste, le portano ad un grande successo – temporaneo perché poi arrivo io a riscuotere – mentre nelle menti ottenebrate e succubi di troppe debolezze, finiscono per causare casini come quelli degli ultimi tempi. Trattami bene il clarinetto che tanto ti piace suonare” e ricominciò a sghignazzare da solo, sbavando, mentre Dylan, a quella frase, non potè che rimanere basito.
“Ora resta da capire perché sei venuto da me. Volevi sfidarmi.”
“Te l’ho detto, la vanità è il mio peccato preferito e io non ne sono certo immune. Desideravo tu stuzzicassi il mio ego. Mi sono preso una piccola vacanza per vedere se quel Dylan Dog di cui ho tanto sentito parlare fosse davvero in gamba. Beh, la tua fama è meritata. Ma…Ma…Cos’è questo odore?”
“Benzina. Ho sparso una tanica su questo splendido pianoforte. E’ora che qualcuno interrompa questa colonna sonora di sangue.”
“Oh, no, tu non lo farai.”
Il demone allontanò con un soffio il giovane dal pianoforte, facendolo sbattere rovinosamente contro la parete.
In quel momento, entrò nel salone il vecchio del negozio di strumenti musicali.
“Facile prendersela con lui. Perché non te la vedi con me?”
“Oh, Bartholomeus, quanto tempo. Che dispiacere rivederti.”
“Per una volta, siamo d’accordo. Finalmente ti ho ritrovato.”
Nacque tra loro un violento alterco, che durò minuti. Dylan si riprese ma era ancora intontito.
“Dylan, va via. Qui ci penso io, corri più lontano che puoi.”gridò il vecchio.
Il giovane non se lo fece ripetere due volte e prima di allontanarsi, riuscì ad appiccare il fuoco al pianoforte.
Quando il demone se ne accorse, un urlo che sembrava provenire dagli inferi scosse Dylan che però riusci’ a correre via.
Arrivò fuori e si sedette ad aspettare gli eventi. Molto fumo filtrava dalle finestre e in poco tempo, le fiamme avvolsero completamente l’abitazione.
Una luce accecante si diffuse dalla casa, diradando per qualche attimo il nero del fumo e della sera. Poi nulla, solo il silenzio.


Ultima modifica di Vanz il ven giu 22, 2012 10:28 am, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: BLOODY MUSIC
MessaggioInviato: ven giu 22, 2012 10:26 am 
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Le morti cessarono. Dylan preferì non dire cosa fosse accaduto, tanto Bloch non gli avrebbe creduto, e si sorbì la sua solenne incazzatura.
In biblioteca si documentò e si trovò tra le mani il libro giusto: scoprì cosi che San Bartolomeo era il nemico storico di Astaroth e che, da sempre, proteggeva gli umani dalle sue tentazioni. Sperò ce l’avesse fatta.

Qualche tempo dopo, un giovane chitarrista entrò nello storico negozio di strumenti musicali e cominciò a suonare una Fender: una melodia accattivante risuonò tra quelle mura, era in gamba.
“Posso aiutarla?Ma sa che lei è davvero bravo?”
Il giovane rimase subito affascinato dal sorriso bonario e gentile di quel signore.
“Ha un futuro dinanzi a sé e se lo dico io che sono un manager di successo, può credermi. Joe Parish, piacere.”


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 Oggetto del messaggio: Re: BLOODY MUSIC
MessaggioInviato: ven giu 22, 2012 7:16 pm 
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Ma il soggetto di solito non è più corto e meno dettagliato?
Con i dialoghi elaborati ed aggiunti poi in sede di sceneggiatura?
Chiedo eh, non me ne intendo, e non è rilevante per la qualità del lavoro :wink:

Lavoro che a me è piaciuto.
Forse non molto dylandoghiano: non per lo spirito e la vicenda in sé, ma perché è troppo radicato nella vita reale [gruppi e cantanti, leggende metropolitane... di solito sono spunti, non citazioni dirette].

Dialoghi talvolta forzati e/o fuori luogo:
1)"Ed ora, la nuova stella del rock britannico. Ha riempito Wembley, ha conquistato gli States, ha vinto dischi d’oro,d’argento,di platino e chi più ne ha più ne metta"
2)“Scordatelo. Già i giornali e le televisioni ci stanno marciando sopra, costruendo un putiferio indegno. Ci manca solo che vedano il ciarlatano per eccellenza [non è molto da Bloch, ndN] che si interessa del caso: sarebbe la ciliegina sulla torta.”
3)“Hai ragione. La stessa idea l’ho avuta anche io.”
4) “Il tuo strumento. Avevi un basso diverso. In ogni concerto, ti ho visto usare un Ibanez di colore verdone, se non vado errato.”
[Per quanto appassionato di musica, non ce lo vedo a riconoscere al volo uno strumento]
5) “Jimi?”
“Hendrix, ciccio. Stiamo parlando del più grande chitarrista di tutti i tempi. Quanta ignoranza!”
[qui è il contrario di prima: se non erro Dylan conosce ed ascolta Hendrix, ma non ricordo precisamente in quale albo lo fa]
6) “Che diavolo vai blaterando? E poi, Paul Mccartney è ancora vivo e vegeto!”
7)“Posso aiutarla?Ma sa che lei è davvero bravo?”

Groucho simpatico e credibile.
Ribadisco: secondo me, al di là dei dettagli, lo spirito c'è tutto.
Il vero punto debole [ma neanche così tanto] a mio avviso sono i dialoghi, che però sono difficilissimi da rendere in maniera interessante e fluida.


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 Oggetto del messaggio: Re: BLOODY MUSIC
MessaggioInviato: ven giu 22, 2012 7:52 pm 
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Intanto ti ringrazio molto Nikolaj,sei stato molto gentile a leggerlo e ancor più gentile a dirmi le tue impressioni. Lo apprezzo davvero.

Nikolaj Stavrogin ha scritto:
Ma il soggetto di solito non è più corto e meno dettagliato?
Con i dialoghi elaborati ed aggiunti poi in sede di sceneggiatura?
Chiedo eh, non me ne intendo, e non è rilevante per la qualità del lavoro :wink:

Si,hai ragione. Il soggetto va scritto al presente e invece io i primi li ho scritti a mò di racconto ed è sbagliato.
Osservazione pertinente,però qui mi interessava più sapere se lo spirito fosse quello giusto,se riuscissi a maneggiare Groucho :g: e se la vicenda fosse piacevole o meno.

Cita:
Lavoro che a me è piaciuto.
Forse non molto dylandoghiano: non per lo spirito e la vicenda in sé, ma perché è troppo radicato nella vita reale [gruppi e cantanti, leggende metropolitane... di solito sono spunti, non citazioni dirette].

E'per questo che ho detto subito che non sarebbe mai pubblicata come storia.Troppi riferimenti al reale e persone ancora in vita.Ed è per questo che ve l'ho fatto leggere,altrimenti ne avrei bruciato uno che, chi lo sa,magari un giorno...(Se,aspetta e spera :mrgreen: ).

Cita:
Dialoghi talvolta forzati e/o fuori luogo:
1)"Ed ora, la nuova stella del rock britannico. Ha riempito Wembley, ha conquistato gli States, ha vinto dischi d’oro,d’argento,di platino e chi più ne ha più ne metta"
2)“Scordatelo. Già i giornali e le televisioni ci stanno marciando sopra, costruendo un putiferio indegno. Ci manca solo che vedano il ciarlatano per eccellenza [non è molto da Bloch, ndN] che si interessa del caso: sarebbe la ciliegina sulla torta.”
3)“Hai ragione. La stessa idea l’ho avuta anche io.”
4) “Il tuo strumento. Avevi un basso diverso. In ogni concerto, ti ho visto usare un Ibanez di colore verdone, se non vado errato.”
[Per quanto appassionato di musica, non ce lo vedo a riconoscere al volo uno strumento]
5) “Jimi?”
“Hendrix, ciccio. Stiamo parlando del più grande chitarrista di tutti i tempi. Quanta ignoranza!”
[qui è il contrario di prima: se non erro Dylan conosce ed ascolta Hendrix, ma non ricordo precisamente in quale albo lo fa]
6) “Che diavolo vai blaterando? E poi, Paul Mccartney è ancora vivo e vegeto!”
7)“Posso aiutarla?Ma sa che lei è davvero bravo?”

Toccato :D
Ammetto di curare poco alcune cose mentre scrivo.Quando ho la faccenda già in testa,spesso mi faccio prendere dalla fretta di metterla giù ed è un errore.

Cita:
Groucho simpatico e credibile.
Ribadisco: secondo me, al di là dei dettagli, lo spirito c'è tutto.
Il vero punto debole [ma neanche così tanto] a mio avviso sono i dialoghi, che però sono difficilissimi da rendere in maniera interessante e fluida.

Bene cosi,son contento che tutto sommato ti sia piaciuto.
E'ovvio che ci sono dei nei...Scrivo soggetti con poca azione,con poca surrealtà da delirio (tipica dei primi 100-150numeri) e devo si lavorare sui dialoghi,per renderli in modo più fluido e coinvolgente. Devo studiare meglio il cinema e anche i grandi autori della serie. Non ci si improvvisa scrittori da un giorno all'altro,c'è poco da fare.
Umiltà e impegno e vediamo cosa ne uscirà :)


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 Oggetto del messaggio: Re: BLOODY MUSIC
MessaggioInviato: ven giu 22, 2012 9:04 pm 
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Più o meno concordo con Nikolaj, prima di scrivere soggetti bisognerebbe prima leggerli (purtroppo quelli di Dylan Dog sono praticamente irreperibili), neanche io ne so molto, ma da quel che ho capito parlandone con i vari autori bonelli intervenuti qui (soprattutto Paola 'Alias' Barbato), questo NON è un soggetto, ma un ibrido fra soggetto e sceneggiatura, un racconto/fanfiction che contiene troppi dettagli inessenziali, dialoghi e grouchate che un vero soggetto non dovrebbe contenere, ma limitarsi a dare lo svolgimento della faccenda (e descriverne i protagonisti, riservando alla sceneggiatura la descrizione delle singole scene.
In ogni caso, le grouchate, anche se non dovrebbero esserci, sono molto buone, groucho è usato con più fantasia e padronanza che non in varie storie realmente pubblicate sulla serie, chapeau!

a parte questo, un difetto grave è che non si capisce molto bene la dinamica degli eventi... se a creare gli strumenti è stato san bartolomeo, come è possibile che sia stato il vice astaroth ad affidarli ai vari musicisti? perchè questi strumenti sono finiti contemporaneamente tutti in mano a dei nuovi musicisti (non degni dei loro predecessori) se il diavolo non ci aveva messo mano (tanto che nessuno di loro ricorda il patto che i loro predecessori avevano compiuto)? perchè tutti loro avevano a che fare con Joe Parish? Cosa fa intuire a Dylan la verità e lo spinge a informarsi su Parish? alcune cose le puoi pure lasciare nel non detto in fase di sceneggiatura, ma nel soggetto e nella tua mente dovresti averle chiare.

Inoltre, e questa credo sia la cosa più difficile, viene con l'esperienza, dovresti imparare a gestire meglio lo spazio che dai alle varie componenti di una storia, in modo da avere già in mente come suddividere le 92 tavole che dovrai sceneggiare... nel tuo soggetto più di metà dello spazio è dedicato ai prologhi dell'indagine di Dylan e alle grouchate, mentre troppo poco spazio viene dato all'indagine stessa. Visto che in fase di sceneggiatura sarà il contrario, dovresti dare in fase di soggetto spazio proporzionale, in modo da delineare al meglio lo svolgimento della vicenda.

Dylan imho dovrebbe essere più protagonista, lo sfondo (musicale) della vicenda sembra rubare troppo spazio alla vicenda stessa, che sembra essere troppo un pretesto per omaggiare i vari artisti citati (direttamente come hendrix o indirettamente come gli oasis), senza che ci sia uno svolgimento sufficientemente corposo, con Dylan che segue la catena di indizi (in cui c'è un anello mancante, come ti dicevo prima) fino a trovare il colpevole, senza che ci sia un reale cambio di passo nel ritmo della storia, che dovrebbe essere fondamentale in una storia di questo genere.

spero non te la prenda per la severità, ma visto che li hai mandati a via buonarroti, ti paragono allo standard delle storie in edicola (che, per quanto vituperato, comunque risponde a certe regole di professionalità che un esordiente non ha)... il fatto che hai deciso di pubblicarla cmq già fa capire che te ne rendi conto da solo, e che hai solo bisogno di maggior pratica, che le idee chiare già cominci ad averle ;)

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Carnage - Teatro online
https://www.youtube.com/watch?reload=9&v=x4qv5rBEs9E


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Più o meno concordo con Nikolaj, prima di scrivere soggetti bisognerebbe prima leggerli (purtroppo quelli di Dylan Dog sono praticamente irreperibili), neanche io ne so molto, ma da quel che ho capito parlandone con i vari autori bonelli intervenuti qui (soprattutto Paola 'Alias' Barbato), questo NON è un soggetto, ma un ibrido fra soggetto e sceneggiatura, un racconto/fanfiction che contiene troppi dettagli inessenziali, dialoghi e grouchate che un vero soggetto non dovrebbe contenere, ma limitarsi a dare lo svolgimento della faccenda (e descriverne i protagonisti, riservando alla sceneggiatura la descrizione delle singole scene.
In ogni caso, le grouchate, anche se non dovrebbero esserci, sono molto buone, groucho è usato con più fantasia e padronanza che non in varie storie realmente pubblicate sulla serie, chapeau!

Si,un soggetto,come detto,è qualcosa di totalmente differente.A quel che ho capito (perchè l'unico soggetto vero che son riuscito a trovare appartiene a Topolino),il soggetto deve essere al presente,senza dialoghi,asciutto ma con tutta la questione esplicata nella maniera migliore.
Questa storia l'avevo già scritta prima di scoprire questi particolari ma come detto,non essendo secondo me pubblicabile per svariati motivi,l'ho lasciata cosi com'era. :)

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a parte questo, un difetto grave è che non si capisce molto bene la dinamica degli eventi... se a creare gli strumenti è stato san bartolomeo, come è possibile che sia stato il vice astaroth ad affidarli ai vari musicisti? perchè questi strumenti sono finiti contemporaneamente tutti in mano a dei nuovi musicisti (non degni dei loro predecessori) se il diavolo non ci aveva messo mano (tanto che nessuno di loro ricorda il patto che i loro predecessori avevano compiuto)? perchè tutti loro avevano a che fare con Joe Parish? Cosa fa intuire a Dylan la verità e lo spinge a informarsi su Parish? alcune cose le puoi pure lasciare nel non detto in fase di sceneggiatura, ma nel soggetto e nella tua mente dovresti averle chiare.

La mia idea è che il demone agisse sulle persone oltre che sugli strumenti,che poi venivano caricati della sua energia.Non sono quindi stati affidati da Astaroth,sono capitati a quei musicisti senza che Bartolomeo potesse farci nulla.Spero sia chiaro.
Sono finiti da poco in mano a nuovi musicisti,Astaroth ancora non ha avuto il tempo di intervenire.
Dylan intuisce la verità trovando la foto del manager coi Beatles nell'ufficio di Bartolomeo.Non l'ho scritto per mantenere il colpo di scena ma nell'eventuale soggetto,andrebbe chiaramente spiegato che Dylan trova la foto e comincia a indagare su Parish (nel fumetto no,anche li eviterei e la terrei sospesa come cosa).

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Inoltre, e questa credo sia la cosa più difficile, viene con l'esperienza, dovresti imparare a gestire meglio lo spazio che dai alle varie componenti di una storia, in modo da avere già in mente come suddividere le 92 tavole che dovrai sceneggiare... nel tuo soggetto più di metà dello spazio è dedicato ai prologhi dell'indagine di Dylan e alle grouchate, mentre troppo poco spazio viene dato all'indagine stessa. Visto che in fase di sceneggiatura sarà il contrario, dovresti dare in fase di soggetto spazio proporzionale, in modo da delineare al meglio lo svolgimento della vicenda.

Questa credo sia la cosa più difficile per ogni sceneggiatore,giovane o esperto che sia.Sceneggiare sulle 92pagine precise è tosta,tostissima.Il gentilissimo Gianfranco Manfredi mi ha spiegato che all'inizio per lui era davvero difficile,quasi sempre troppo corto.Leggevo che la Barbato,al contrario,è l'eccezione che conferma la regola,complimenti a lei per questo talento.
Credo che tanto venga con l'esperienza,con il lavoro di cesello.Non si può pensare a ragionare già sulle 92pagine se non si è mai sceneggiato nulla :)

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Dylan imho dovrebbe essere più protagonista, lo sfondo (musicale) della vicenda sembra rubare troppo spazio alla vicenda stessa, che sembra essere troppo un pretesto per omaggiare i vari artisti citati (direttamente come hendrix o indirettamente come gli oasis), senza che ci sia uno svolgimento sufficientemente corposo, con Dylan che segue la catena di indizi (in cui c'è un anello mancante, come ti dicevo prima) fino a trovare il colpevole, senza che ci sia un reale cambio di passo nel ritmo della storia, che dovrebbe essere fondamentale in una storia di questo genere.

No,non è un pretesto.Secondo me la storia avrebbe avuto molto meno spessore senza personaggi reali.Chiaramente c'è dentro il mio amore per la musica,è normale ma non è un pretesto,te lo assicuro.Ho semplicemente immaginato la copertina con Dylan che suona il clarinetto e alle sue spalle il miglior chitarrista,un bassista e un pianista rimasti nella storia.I nomi alla fine son venuti da soli.
Chiaramente,dovrei proprio lavorare sull'indagine ma mi pare che l'anello di congiunzione ci sia come detto,visto che Dylan trova la foto di Parish coi Beatles.

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spero non te la prenda per la severità, ma visto che li hai mandati a via buonarroti, ti paragono allo standard delle storie in edicola (che, per quanto vituperato, comunque risponde a certe regole di professionalità che un esordiente non ha)... il fatto che hai deciso di pubblicarla cmq già fa capire che te ne rendi conto da solo, e che hai solo bisogno di maggior pratica, che le idee chiare già cominci ad averle ;)

No no,figurati se me la prendo.Devo solo ringraziarti per averla letta e per avermi dato degli ottimi spunti di riflessione.
In questo momento,devo anche focalizzare i punti su cui devo lavorare e quelli dove sono già a buon punto.
Groucho,per dire,mi viene facile inserirlo e farlo muovere in modo divertente,come hai notato.
Su altre cose,invece,no.Per dire,non credo che con questa storia riuscirei a raggiungere le 90 e passa pagine di sceneggiatura e questo è gia un difetto.
Però,cazzo che copertina sarebbe con Dylan,Jimi, Freddie e Paul...O magari loro quattro che attraversano in stile Abbey Road...Spettacolo :mrgreen:


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