Kramer76 ha scritto:
ERA MORTA a me non è mai piaciuta troppo. Rapidissimo omaggio a Bogart, cambio di prospettiva, parodia, ma per lo più un esperimento proprio per nulla memorabile, Sclavi ne ha fatti di tanti altri e di migliori. Difatti anche Stano mi è sembrato in tono minore. Non mi piace in particolare l'estrema percentuale di verbosità in rapporto al numero di pagine a disposizione. Meglio short-stories come TAXI dove la narrazione è affidata a lunghi silenzi. Voto complessivo 6,5
Qui quoto in toto Kramer. Sia Sclavi che Stano un po' sotto tono, la trama sa di già (in meglio) in passato (impossibile non pensare a Varedo). Sufficienza risicata per me.
CRONACHE DI STRAORDINARIA FOLLIA: la prova dylaniata di Venturi meno convincente imho, anche se i suoi disegni rimangono sempre molto belli. Sceneggiatura di Chiaverotti altalenante, da picchi di eccellenza assoluta (il geniale prologo, tra i miei preferiti della serie) a "scivolate" che perplimono e non poco (il finale, la bambina sottoposta a ipnosi), disseminando intuizioni molto interessanti (le varie ossessioni che colpiscono i malcapitati) ma lasciando indietro anche qualche rimpianto (la Dott.ssa Schneider, indimenticata partner del nostro, speravo fosse più presente nella storia, ma soprattutto si sarebbe potuto tirare fuori un'ossessione più efficace per Dylan, con tutte le sue fobie, anzichè inventarne una ad hoc un po' generica). Insomma, il solito Chiaverotti.. con i suoi difetti comunque piace. Buona.
DELITTI A PASSO DI DANZA: Giallo/horror in stile italico b-movie (e non lo dico in senso spregiativo), con qualche trovata un po' trash (il bastone lancia-dardi!!) e una sottotrama rosa da far invidia a Beautiful! Dylan da investigatore vero giganteggia come non mai, ma quasi irriconoscibile nel mancato approccio con Lisa. Inattese e gradevoli alcune scene surreali e azzeccata l'idea di lasciare un dubbio soprannaturale nel finale. Bene Freghieri. Discreta storia, tendente al buono.
IL VICINO DI CASA: Sfolgorante esordio di Ruju, idea tanto semplice quanto geniale. Azzeccata la scelta di Riboldi ai disegni, particolarmente adatto a questa breve dai toni leggeri e divertenti, un omaggio indiretto a Dylan che qui neanche appare di persona (uno dei rarissimi casi, se non l'unico, Grouchini a parte). La miglior storia di questo gigante, imho. Ottimo.