Albo gradevole. Non un capolavoro, ma certo superiore a parecchi albi recenti. E, per fortuna, superiore ad altre prove di De Nardo (se ripensi alla
Piramide capovolta, mi si sloga la mascella dagli sbadigli...).
seguono
S
P
O
I
L
E
R
Quest'albo mi ha ricordato le migliori atmosfere di certa exploitation anni '70, storie
roughies dove lo spunto è più che altro un pretesto per mostrare sangue, violenza e naturalmente tette a volontà.
Certo, gli autori procedono col freno a mano un po' tirato (gli atti più violenti restano "fuori campo", le tette tendono a confondersi con le linee dei tatuaggi...), probabilmente per volontà dei capoccia redazionali, ma la spavalda atmosfera "politicamente scorretta" resta ed è l'unica cosa che conta.
I riferimenti al 'maschio oppressore' sono affrontati in maniera superficiale e funzionano quasi esclusivamente da "molla" per quello che ne consegue, ma va bene così. Questo è un albo divertito e divertente; il fatto che il tono sia 'serioso' fa parte del gioco.
Qui situazioni tipo quelle descritte da Sclavi in
Verso un mondo lontano (lo ricordate?...
) stonerebbero. Non è una storia di denuncia, è exploitativa.
Anche i personaggi, pur radicati in stereotipi, sono tratteggiati con sfumature più accurate del solito.
Un difetto è l'eccesso di luoghi comuni. Alcuni sono davvero vecchissimi (il personaggio che si specchia e vede riflesso un fantasma...), altri più recenti ma ugualmente abusati (l'immancabile frase: "Non c'è campo!"). Tenuto conto del fatto che la trama è tutto fuorchè imprevedibile, il ritmo ne risente troppo.
Per me un "quasi 7", anche per merito dell'ottimo Nizzoli. Se l'eccessiva prevedibilità non facesse pagare un dazio tanto pesante, avrei dato almeno un 7 e mezzo.