Cravenroad7

Certo...quelli colpiscono...ma negativamente!!

Attenzione all'effetto boomerang!

Ma, no.
Tralasciando il fatto che non ho capito per quale motivo dovrebbe entrarci il verbo stuprare, odia se stesso proprio per il modo violento in cui si comporta, essendo Dylan tendenzialmente ed assolutamente per la non violenza. Soprattutto verso le donne. Anche perché la matriarca la uccide per difendersi, non perché diventa maschio dominatore.

Dillo a Ladyofdarkness sul topic di canale 666!

E detto questo, vado a prendere l'albo in edicola e, finita la lettura, commenterò... nel frattempo mi scuso.

No Lady, passi per il 121, ma non ti azzardare a dire che Dylan picchia le donne

La lotta tribale fra Dylan e la sacerdotessa è la sintesi dell'albo nel suo insieme: è la lotta fra i due sessi, fra chi rappresenta la logica ed il sentimento ( Dylan ) e chi l'istinto e la violenza ( la donna ).
La vittoria di Dylan è solo all'apparenza scontata, poiché fa emergere un lato oscuro latente in Dylan e in ogni essere umano, sia esso uomo o donna, la violenza ancestrale e tribale.
In Balla coi Lupi, ad esempio, K.Costner esalta la caccia tribale al bisonte, e osserva ammirato il capo divorarne il cuore. E' una forma di caccia e di violenza tanto difforme da quella che porta le adepte ad uccidere e a decapitare gli uomini per placare una divinità sanguinaria ?
Il significato latente del rimorso di Dylan è proprio l'aver scoperto questa sua natura e questa sua incapacità di dominarla. La violenza alle donne qui non c'entra proprio niente. IMO.

Ma che una natura più istintiva la abbiamo tutti mi sembra scontato, ma da qui a dire che Dylan è un maschio dominatore che manca poco stupri le donne...

Non parlo solo di natura istintiva. La parte oscura di Dylan emerge anche nel rapporto morboso che ha con la figlia della sacerdotessa, ad esempio ( ed è un esempio ben coraggioso, nonostante Hillary non sia realmente la figlia di Dylan ). E' un elemento appena mitigato dalla frase "Ti amo" che Dylan pronunzia e dalla sotto intesa forza magica che ne condizionerebbe l'agire. E' una forma di sessualità arcaica e bandita dalla moralità comune. L'urlo liberatorio di Dylan una volta uccisa Myra sposta il centro dell'attenzione dalla semplice difesa personale ad una lotta per il predominio, per l'affermazione dell'uomo sulla donna. Tant'è vero che la statua della dea madre si sgretola, sconfitta dal lato maschile del nuovo padrone della tribù. Quindi quoto integralmente bravagiuditta e la sua analisi.

Le tematiche di De Nardo non hanno quasi mai suscitato il mio interesse in maniera particolare e infatti non ci è riuscito nemmeno in questo caso. Non nego che la storia sia scritta discretamente bene ma decade completamente in un finale piuttosto raffazzonato. Purtroppo non ho tempo per dedicarmi a una completa analisi della storia questo mese. E mi fermo qui per non dare giudizi così tanto per darli.

EDIT : Nizzoli è meraviglioso!

La struttura della narrazione mi ha colpito positivamente e credo che sia il punto di forza di questa storia. Quando si usa la voce fuori campo che narra eventi già accaduti è un rischio, ne sono consapevole, ma in questo caso ha dato un'impronta originale. Inoltre il tono nel quale Dylan racconta i vari punti fondamentale del suo racconto penso sia buono e cadenzato in maniera funzionale.
Anche il "montaggio" delle scene clou è stato studiato e si vede.

SPOILER

Il problema fondamentale de La Dea Madre stà nell'epilogo e più precisamente nel momento del tentato sacrificio di Dylan.
Il fatto che prima di sacrificare Dylan alla Dea lo avrebbe dovuto fare innamorare si fa fatica a capirlo, e il cambio repentino della ragazza rimane quasi incomprensibile, inoltre il fatto che il suo gesto venga bloccato dalle ragazze defunte l'ho trovato pessimo e privo di ogni logica narrativa. Un'altro escamotage per bloccarla più coerente avrebbe innalzato la storia di molto.
Stà di fatto che le caratteristiche positive sovraespresse non le posso ignorare, quindi ho votato accettabile. Sopratutto considerando la copertina, che come ho già detto è spettacolare (sopratutto il viso rassegnato di Dylan), e i disegni.

ma siete sicuri che sia davvero andata come crediamo?

Uomo in bombetta, Ok ma...

Albo gradevole. Non un capolavoro, ma certo superiore a parecchi albi recenti. E, per fortuna, superiore ad altre prove di De Nardo (se ripensi alla Piramide capovolta, mi si sloga la mascella dagli sbadigli...).

seguono
S
P
O
I
L
E
R

Quest'albo mi ha ricordato le migliori atmosfere di certa exploitation anni '70, storie roughies dove lo spunto è più che altro un pretesto per mostrare sangue, violenza e naturalmente tette a volontà.
Certo, gli autori procedono col freno a mano un po' tirato (gli atti più violenti restano "fuori campo", le tette tendono a confondersi con le linee dei tatuaggi...), probabilmente per volontà dei capoccia redazionali, ma la spavalda atmosfera "politicamente scorretta" resta ed è l'unica cosa che conta.

I riferimenti al 'maschio oppressore' sono affrontati in maniera superficiale e funzionano quasi esclusivamente da "molla" per quello che ne consegue, ma va bene così. Questo è un albo divertito e divertente; il fatto che il tono sia 'serioso' fa parte del gioco.
Qui situazioni tipo quelle descritte da Sclavi in Verso un mondo lontano (lo ricordate?... ) stonerebbero. Non è una storia di denuncia, è exploitativa.

Anche i personaggi, pur radicati in stereotipi, sono tratteggiati con sfumature più accurate del solito.

Un difetto è l'eccesso di luoghi comuni. Alcuni sono davvero vecchissimi (il personaggio che si specchia e vede riflesso un fantasma...), altri più recenti ma ugualmente abusati (l'immancabile frase: "Non c'è campo!"). Tenuto conto del fatto che la trama è tutto fuorchè imprevedibile, il ritmo ne risente troppo.

Per me un "quasi 7", anche per merito dell'ottimo Nizzoli. Se l'eccessiva prevedibilità non facesse pagare un dazio tanto pesante, avrei dato almeno un 7 e mezzo.

Questo è come la vedo io:

Ah, be, io sono incorporeo...