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 Oggetto del messaggio: Re: Dylan Dog 666/ terza fase
MessaggioInviato: ven mar 30, 2012 2:01 pm 
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E come acciecati dalle vostre inutili vite, accogliete il non morto alla stregua di carne della vostra carne, mente della vostra mente, sangue del vostro sangue e non capite. Ma io posso. Posso perché so.
E anche ora, che il veleno del loro sangue nero è in me, posso capire e vederle. Tante, sporche, laide, puttane del demonio, serve di Satana, meretrici maledette…
Vide l’insegna. Rossa, pulsante…viva !
Sex cab, 24hours of 24…
La pioggia ora cadeva senza tregua. Posò una banconota da dieci sterline sulla fessura e l’ossuta mano della decrepita cassiera la raccolse senza manco guardarlo in faccia. Siamo soli sempre e comunque. In qualsiasi epoca.
Entrò riabbassandosi il colletto della giacca. Il locale era caldo. Puzzava di sudore e di sperma.
C’era uno squallore palpabile. La musica era forte e picchiava continuamente un pezzo ritmico.
Un bar striminzito, stretto fra le pareti e le colonne della saletta, strabordava di alcoolici.
Si sfregò la bocca, avvertendo un fuoco divampare al centro dello stomaco. La barista era una filiforme ragazza sulle ventina, mezza nuda, con l’aria assonnata e i capelli madidi di sudore. Sorrideva ebete e visibilmente scazzata.
Mise la mano nella giacca. Il falcetto era lì. Lo serrò e ritrovò quel coraggio che aveva perduto per un solo istante.
Cabine. Sei, sette, almeno in quel corridoio. Prese a camminare un poco in avanti e indietro, sino a fermarsi alla numero 5.
Guardò il segnale, verde, ed entrò. C’era una stanzetta scarna, con una sedia comoda, sistemata davanti ad una finestra chiusa da una lastra di alluminio. Ai piedi della lastra, una fessura per introdurre monete da una sterlina, un microfono da muro con sopra un bottone rosso ed un’altra fessura per le monete, più piccola per i penny .
Si sedette e infilò due sterline. Immediatamente partì una musica dance, forse i Pet Shop Boys, distorta da casse sfondate e mal calibrate. La lastra di alluminio si alzò, gemendo e un timer prese a contare 5 minuti alla rovescia.
Si accese una luce rossa, che rese visibile una stanzetta quadrata, arredata da un divanetto viola, cuscini gonfi e lindi, e da una sola porta opposta alla finestra, munita di un doppio vetro appannato e sporco.
C’erano segni di graffi, sperma e sputi, dal lato opposto alla stanzetta. La porta si aprì ed uscì una ragazza giovane, poco più che ventenne, con addosso un paio di stivali neri dal tacco 15.
Sopra gli stivali, una gonna cortissima in latex, ombelico al vento e un reggiseno a balconcino anch’esso di latex, che reggeva a fatica i seni grossi e floridi.
Sorrise, dietro un rossetto rosso fuoco, pacchiano e eccessivo, muovendo i capelli nero corvini, lunghi sino alle natiche.
Lui si massaggiò le palpebre. Sonno…Dio che sonno ! Quanto vorrei dormire….dormire per sempre !
La ragazza ballava scatenata, muovendosi con ferocia al ritmo della musica. Sapeva ballare bene, forse era stata una ballerina di discoteca, oppure una che aveva fatto sul serio. Classica o cose così…
Nascose il viso dietro le mani, fissandola dalle fessure fra le dita, e le fece un debole cenno di avvicinarsi.
Lei rise. Era bella quando rideva. Com’erano belle tutte ! Denti bianchissimi e puliti, un piccolo neo sopra il labbro destro, pelle candida e appena abbronzata. Corpo scolpito, palestra, pilates, corsa…
_ Ciao amore…sei nuovo ? Non ti ho mai visto ! Mi chiamo Lolita…._
Si avvicinò al punto da poter premere i seni contro la lastra di vetro della finestrella, e lui ebbe modo di fissarla bene. Per un istante, un sottile scherzo di momento compresso fra la realtà e la follia, tra le umane cose e i disegni del demonio, scorse il suo viso. Non quello che mostrava a tutti, sensuale e bello, ma quello vero, nascosto. Era cupo e mostruoso, un muso di pipistrello con tratti umani, dalla bocca sgangheratamente distorta, irta di denti affilati come zanne. Eccola ! La non morta, il Nosferatu !
_ Che figo che sei ? Ti piace il mio spettacolo ? Metti altre due sterline e mi spoglio nuda ! Come ti chiami, bellezza ? _
Lui chiuse gli occhi, serrando fra le dita l’impugnatura del falcetto.
Premette il tasto rosso sopra il microfono e sibilò: _ Dylan….Dylan Dog ! _

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 Oggetto del messaggio: Re: Dylan Dog 666/ terza fase
MessaggioInviato: lun apr 02, 2012 11:51 am 
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A Dylan piaceva rimanere chiuso nella sua auto, quando fuori pioveva.
La pioggia di Londra era carica di polvere e particelle inquinanti, ma questo permetteva all’acqua di disegnare forme curiose sul parabrezza del maggiolone e di spingere l’indagatore dell’incubo verso un sottile concentrazione, aiutata dal rumore rilassante delle gocce sulla carrozzeria.
Chiuse le palpebre, e si rigirò fra le dita un foglietto scritto a penna.
Sopra l’indirizzo che era stato annotato in rosso nell’agenda di Marion.
55ee6712btc-dh
Aveva pensato ad un numero di telefono, ma naturalmente non era così.
Il 5533671282-34 era assolutamente inesistente. Qualsiasi cosa fosse quel trattino.
Un indirizzo. 55 ee…East End…Scrisse con il lapis, nervosamente.
Si massaggiò le palpebre. Era in auto anche per un altro motivo. Quando aveva guardato fuori dalla finestra del proprio appartamento, sporgendosi nonostante la pioggia, aveva veduto in fondo al vicolo compresso fra Craven Raod 7 e Craven Road 5, il furgone cellulare della polizia.
Era parcheggiato di sbieco, quasi invisibile uscendo dalla porta, ma dal vicolo se ne vedeva appena il muso.
Certo non era opera di Bloch. Ma di qualcun altro, a Scotland Yard. Qualcuno che, forse, stava iniziando a dar peso alla testimonianza di Civil. Allora era uscito ed era entrato in auto.
Aveva veduto, quasi immediatamente dopo, il furgone spostarsi attraversando lentamente la via, e svanire alla sinistra della strada. Fingendo sempre di concentrarsi sul foglietto, nello specchietto retrovisore, erano apparsi due uomini alti, senza ombrello, che si erano appollaiati sotto una tettoia di un ristorante italiano che faceva angolo alla fine di Craven Road.
Bobbies. Senza alcun dubbio. Facendo schifo come pedinatore, Dylan sapeva riconoscere immediatamente coloro che non eccellevano, quanto lui, in quel ramo.
_ Mi seguono…_, aveva pensato. Quindi che lo aspettassero per un bel po’.
Nuovamente ritornò a pensare alla sigla sul foglietto. 55 East End, il numero di un quartiere.
Si ma 671btc ? Numero civico ? Piuttosto improbabile e generico. DH….Dagenham…che era effettivamente ad est.
_ Giuda ballerino ! _, esclamò, _... Dagenham, vampiri…Esterella…! _
Quanto tempo era trascorso ? Anni…era un ricordo strano, come tutta quella assurda vicenda, eppure era accaduto davvero. Non poteva essere una coincidenza. Ora il quartiere di Daganham era diventato residenziale, le baracche in costruzione erano state rimosse e la zona riqualificata.
Eppure, ancora una volta, sembrava essere immischiata in una storia di….vampiri ?
O di che altro ?

Dunque si va delineando la vicenda ? Non ne sarei tanto sicura, conoscendomi. In realtà vi affermo che molto è da scoprire ancora. Siate pazienti e buoni e sorbitevi la cosa a piccole dosi, che mal non fa. O ne fa meno.
La Strega

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 Oggetto del messaggio: Re: Dylan Dog 666/ terza fase
MessaggioInviato: ven apr 06, 2012 5:56 pm 
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Fissò ancora nello specchietto. Certo quegli agenti erano tenaci, dato che stavano fumando placidamente, senza essersi spostati dalla loro postazione. Se avesse messo in moto, quelli avrebbero certo comunicato a delle auto pattuglie di ficcarsi alle spalle del maggiolone, e chi si è visto si è visto.
Si alzò il bavero della giacca e uscì di nuovo, sotto la pioggia.
Rientrò in casa e Groucho fece capolino dalla cucina, con addosso un grembiule bianco e un cappellone da chef.
_ Capo ! Finalmente ! La cena è pronta. Ti vanno avanzi fritti ? No ? Fa niente, tanto c’è solo quello.
Se tu, invece di andartene in giro ad ammazzare le prostitute cercassi clienti danarose, avremmo maggior scelta…_
Dylan sorrise. Aprì la finestra, quella che dava sul vicolo.
_ Ehy…va bene che gli avanzi non sono il massimo, ma addirittura buttarti dalla finestra…Vuol dire che non mangi sta minestra ? _
Lui si voltò, mentre stava già scavalcando. _ Groucho…se…dovessero venire dei poliziotti, Bloch…chiunque ti chieda dove sono e cosa sto facendo, digli la verità…_
Lui aggrottò le sopracciglia. _ Cioè ? _. Dylan sorrise di nuovo. _ Che non lo sai…_, e balzò di sotto.
Atterrò accanto ad un materasso abbandonato lì da anni, probabile giaciglio di una prostituta, e prese subito a correre verso la fine dl vicolo. C’era un muro di mattoni rossi, alto e con cocchi di bottiglia cementati sopra.
Era capitato, anni prima, che una banda di ladri avesse scavalcato il muro e da questo si fosse introdotta nelle abitazioni per svaligiarle. Quindi gli abitanti avevano fatto mettere i cocci, come deterrente.
Dylan prese a corre e nel farlo pregò due cose: la prima che fosse ancora tanto atletico e veloce da prendere il giusto slancio, la seconda che la sua memoria non lo tradisse.
Balzò sulla parete accanto al muro, sulla destra, e da lì quasi di rimbalzo, contro il muro di mattoni rossi.
C’era un piccolo angolo vuoto, libero dai cocci, largo non più di 40 centimetri. Vi ancorò le mani, sfiorando con la sinistra un coccio irto e fradicio di pioggia che se l’avesse urtato, di certo gli avrebbe squarciato la mano, e si tirò sopra.
I tendini gli urlarono che non era più un ragazzino, ma Dylan li ignorò. Da quell’istante stava diventando fuorilegge a tutti gli effetti, ma ormai il quinto senso e mezzo urlava, e poi era coinvolto troppo personalmente.
Si fece cadere in un cassonetto per la raccolta della carta e del cartone e lì rimase, riprendendo fiato.
Udì dei passi, dalla parte opposta, di più persone. Certo agenti, gli parve di udire anche un fischietto.
Poi più nulla.

Albeggiava e aveva finalmente smesso di piovere. C’era odore di acqua, di umidità e puzza di pesce.
C’era un freddo umido, c’era un leggero vento teso che veniva dal nord e che avrebbe portato altra acqua. E c’era l’uomo, in piedi, appoggiato alla parete con una gamba flessa, un orologio di epoca vittoriana nella mano destra, la cui lunga catenella si attorcigliava attorno al braccio.
La porta posteriore del locale si aprì. La luce rossa calda dell’interno si proiettò nella viuzza, e lui socchiuse le palpebre.
_....hey..! Ciao._
La ragazza della cabina 5, uscì avvolta da un pellicciotto palesemente fasullo e fece un saluto con la manina.
Sorrideva in modo sguaiato, largo. Tutto in lei era esageratamente laido.
_...credevo…Cazzo, credevo che mi davi buca, sai ? _
_ “Lolita” ? _, abbozzò lui. _ No, no,no…Quello è solo il mio nome d’arte ! Mi chiamo Lauren. Lauren Matthews ...e tu sei…sei proprio Dailan Dog ? _
Lui annuì. La ragazza rise ancora. _ Cazzo ! Cioè, voglio dire…esco con Dailan Dog…Insomma mi riporta a casa Dailan ! Quando l’ho detto alla mia amica Wendy…Conosci Wendy, vero ? La barman…Insomma quella scema mi ha detto di non fidarmi di uno che viene in questo genere di locali e mi dice che si chiama Dailan Dog ! _
Lui s’infilò la mano destra nella tasca, accarezzando il manico del falcetto ricurvo.
_ Te l’ha detto la tua amica, eh ?_, sorrise, avvicinandosi al maggiolone bianco, ed aprendole la portiera.
Lauren, che nella sua vita come gesto di cavalleria aveva conosciuto solo una docile pacca sul sedere, fece un sorriso ancor più largo, entrando e accavallando le gambe.
_ Hai…hai fascino, sai Dailan ? _
Lui chiuse la portiera e mise in moto. _ SI dice Dylan…_

Dunque pubblicazione pre Pasquale, condita da auguri vari a chi legge. Scena finale, degna di un buon giallo ( almeno per quello che so mettere in riga io )

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 Oggetto del messaggio: Re: Dylan Dog 666/ terza fase
MessaggioInviato: sab apr 07, 2012 3:10 pm 
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Dailan.....Che colpo al cuore.....

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Al mondo non vi sono felicità né dolore assoluti, la vita di un uomo felice è un quadro dal fondale d'argento con delle stelle nere: la vita di un uomo infelice è un fondo nero con delle stelle d'argento


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 Oggetto del messaggio: Re: Dylan Dog 666/ terza fase
MessaggioInviato: sab apr 07, 2012 5:26 pm 
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E non è ancora niente.... :wink:

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 Oggetto del messaggio: Re: Dylan Dog 666/ terza fase
MessaggioInviato: mer apr 11, 2012 11:49 am 
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Adesso ha imparato cosa vuol dire stare sotto la pioggia di Londra. Non che prima non gli fosse mai capitato.
Per la sua cocciuta abitudine a non portare mai appresso l’ombrello, di pioggia, Dylan, ne aveva presa tantissima. Ma quella che lo inzuppava adesso era fredda e cattiva più del solito. Con sollievo era salito nella metropolitana, guardandosi distrattamente attorno. Nessun agente di polizia. Niente polis, come dicevano i giovani. Si era abbassato il bavero madido della giacca nera e sedendosi, aveva cominciato a pensare. Pensare a quelle foto che costituivano il dossier datogli da Bloch, tutte terribili.
C’era una violenza assoluta, sangue, c’erano teste recise e cuori strappati via. Ma solo con Marion il cuore era stato divorato. Se l’assassino si riteneva, o era, un cacciatore di vampiri, doveva sapere benissimo che divorare il cuore di un vampiro era la cosa peggiore che potesse fare un essere umano. Significava trasformarsi in una creatura a metà strada fra il vampiro e il vivente, forse con meno poteri ma ancor più demoniaca. Un damphiro. Quindi perché agire così ? Un momento di follia ? Di debolezza ? Di auto immedesimazione nelle vittime ? Scese dalla metro e fissò con occhi spenti la pioggia che batteva le strade di Dagenham.
Camminare sotto la pioggia era stranamente stimolante. Il viso si bagnava di acqua malsana eppure capace di aprire la mente a pensieri altrimenti nascosti. I capelli diventavano una massa spugnosa, compatta, e gli abiti ti si incollavano addosso, come la solitudine. Insegne, luci e colori di una città in perenne movimento.
Numero 334…troppo presto….340…ancora troppo presto.
Pensieri fugaci di una esistenza solitaria, nonostante le tante e troppe donne avute e mai possedute. Bree Daniels….puttana e lasciva, dolce e morbida, calda e dal sapore di sesso consumato con altri, troppi altri, eppure solo sua.
Il calore bagnato del sesso, tanto diverso dal gelido umidiccio di quella pioggia londinese, le luci soffuse di un abbraccio malizioso e provocante, diverso da quelle scritte colorate e da quelle insegne al neon.
Tornerò mai da te, Bree…? Oppure rimarrò sempre e per sempre recluso in una goccia di pioggia, in un riverbero colorato su una vetrina ? L’amore è come il fumo della tua sigaretta, che vorticoso si perde nell’aria, o resta appiccicato addosso, come il profumo del sesso ?
Numero 670 poi 675…ecco, come aveva immaginato, non si trattava di un numero civico. Tutta quella strada e quella pioggia per nulla. Dylan si fermò accanto ad un casermone tempestato di scritte e murales.
C’era il civico 670 e una ripida scala con il corrimano di ferro eroso dalla ruggine, quindi due vetrine oscurate con carta color argento e il civico 675.
Si sporse sulla scala, che scendeva ripida verso un corridoio di muratura compresso fra le mura maestre dei due palazzi. Era colma di spazzatura e di acqua putrida. Scese dapprima lentamente, poi con maggior decisione. Curiosamente, provò una sensazione di Deja vu, come se ci fosse stato altre volte.

Bloch era seduto dietro la scrivania del proprio ufficio al 4 piano di Scotland Yard, bevendo un caffè amaro.
La pioggia, a Londra, era la mano triste di una vecchia malinconica.
Quante giornate di pioggia aveva vissuto nella sua vita? Troppe. Quante giornate come questa, con l’idea che si faceva strada sfidando la logica, eppure tenace ? Troppe.
Dylan era fuggito. Inutile pensare che non si fosse accorto del pedinamento, che egli stesso ignorava. Era pur sempre stato un “bobbies”, qualsiasi cosa questo significhi.
_ Old boy…vorrei proprio sapere che casino hai combinato questa volta…_, si domandò.
Gli facevano male le spalle ed era invaso da un senso di tristezza assoluto.
Faceva quel lavoro da tanti, troppi anni. Anni vissuti da solo, dopo la morte della madre e del figlio, solo con il proprio lavoro e con le proprie illusioni. Illusioni che la realtà gli smontava crudelmente davanti, senza pietà.
Il telefono. Bloch alzò la cornetta rispondendo con voce atona.
_ Ispettore…? Sono Triss della sezione scientifica…c’è una novità rilevata dal medico legale, sul cadavere di Marion Leight…_
Lui si massaggiò la fronte stempiata. _...dimmi…_
_ Ha identificato il gruppo sanguigno sotto le unghie della ragazza…si tratta di B Positivo, e dai primi campioni di DNA analizzati, è certamente di tipo maschile. _
Bloch smise di respirare, per qualche interminabile secondo.
_ Lo stesso gruppo di Dylan…_, pensò. Ora fuori, pioveva in modo torrenziale.
_..ci sono anche delle fibre….tessuto sintetico di color nero, del tipo usato per confezionare le giacche.
E un filo di seta, rosso, di solito usato per le camicie…_
Bloch respirò piano. _ Triss…?_, - Si ? _, _ Fatti un paio di settimane di vacanza, senza stipendio…_
Riappese, pentendosi immediatamente del colpo di testa. Ma il tono…il tono era stato allusivo e per nulla nascosto.
Si alzò, avvicinandosi alla finestra che dava su un cortile interno. La pioggia lo allagava senza pietà.
Nessun pensiero, nella mente di Bloch.

Digerite le libagioni ? Ok ! Si parte con questo sunto. X vs fortuna sarò lenta nelle pubblicazioni poiché sarò lenta nello scrivere, avendo come al solito una settimana pienotta di cose da fare.
Kiss and Love.
La Strega

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 Oggetto del messaggio: Re: Dylan Dog 666/ terza fase
MessaggioInviato: dom apr 15, 2012 10:49 am 
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Adesso la luce del lampione, in fondo al vicolo, illumina il sangue , rendendolo rosso cupo. Curioso.
Il sangue cambia colore, non appena la vita lo abbandona. Da vivo pulsante, diventa scuro e denso, passando dalle arterie alle vene, e quando resta a terra o è nel corpo di un morto, assume una colorazione cupa. E’ come se fosse la vita a dargli corposità e consistenza, non il contrario.
Lei era distesa, le gambe aperte in modo volgare, gli occhi spalancati e fissi. Il cuore era nella sua mano destra e pulsava ancora. Lo fissò, rapito da quel movimento frenetico e convulso, l’ultimo.
Lo stomaco gli urlava di farlo. Fissò ancora Lauren Matthews, la bella, sensuale, scema Lauren Matthews, e cercò nella bocca con la punta delle dita. Lei serrò a forza la mascella, mordendolo.
Dylan fece un grido strozzato. _ Cagna ! Cagna maledetta ! _ urlò, sollevando il falcetto.
Eppure era iniziato tutto diversamente. Lei era stata dolce e gentile prima, esplicita e volgare non appena lui aveva posteggiato il maggiolone sotto casa sua.
Aveva aperto le gambe e si era spostata da un lato una ciocca di capelli.
_ Vuoi….vuoi salire a casa mia, Dailan ? _
Ma lui la vedeva per quel che realmente era. Vedeva il suo volto ferino, gli occhi come due macchie gelatinose e bianche, con una pupilla smunta, la bocca deforme e grande, i denti aguzzi.
Quell’invito era una trappola. Era il loro solito invito, attraverso il quale la vittima, il pasto, si offriva involontario al carnefice. Salire in camera tua ? Per farmi divorare da te ? Per farmi diventare un mostro come te ? Sorrise.
_ Vieni con me…._, sillabò, scendendo per primo dall’auto e spalancandole la portiera. Sapeva che una ragazza come quella, con il tipo di vita cui era abituata, non aveva mai ricevuto alcuna cortesia.
Probabilmente si era già bagnata fra le gambe, non appena era scesa e Dylan le aveva afferrato la mano, baciandola.
Aveva sorriso, con quel sorriso laido e esagerato.
Le aveva afferrato la mano, mentre con la destra infilata nella giacca, aveva tastato il falcetto ricurvo.
_ …mmmm…ti piace farlo nella strada ? _
Parole vuote, che si perdono in una eco di follia. L’aveva spinta nella parte più lontana della strada, mentre la pioggia cadeva fitta e gelida. La stava guardando in quegli occhi grandi, che sapeva sarebbero diventate orride palle bianche prive di umanità da un secondo all’altro.
L’aveva baciata, fingendo eccitazione, tastandole il seno prosperoso e morbido.
_....ci…ci bagneremo tutti…così…_. Altre parole. Parole che arrivavano da un mondo diverso dal suo, eppure descritto con metodica precisione da quel libro, nel quale egli si riconosceva pienamente.
Fu allora, quando l’arma era scattata fuori dalla tasca per ergersi sulla bestia e domarla, che le cose erano cambiate. Lei aveva lottato. Forte, con forza. Lo aveva morso ad un polso, graffiato, gridando.
I tendini, dolore alle spalle e ai muscoli, dolore per una stretta al collo che gli accavallava i nervi, ma che non doveva recedere. Un fendente, poi un altro. Il collo che si apriva, con uno strappo secco e stomachevole. Sangue, tanto sangue, che sgorgava come una fontana scura.
La mano che entrava nel dolce spazio fra i seni, cercando quella piccola massa calda e pulsante.
Lei che ululava dal dolore. Violenza, tanta violenza, troppo male.
Infine il cuore nelle sue mani, martellato dalla pioggia. Rise. Lo divorò senza alcuna esitazione, stavolta.
Fu come se fosse sopraggiunto un orgasmo, incontrollabile. Si alzò, barcollando e sbattendo contro il muro lurido del vicolo.
Bevve l’acqua piovana, per aiutarsi a deglutire il sangue e i resti del cuore.
Fu allora che trovò la forza di voltarsi per vedere il corpo. C’era…c’era ancora qualcosa da compiere.
Orrendo, disgustoso, ma necessario.

Breve sunto domenicale della storiella, che oggi prosegue.
Diciamo che le strade alternative son aperte...

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 Oggetto del messaggio: Re: Dylan Dog 666/ terza fase
MessaggioInviato: mer apr 18, 2012 11:35 am 
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Lì sotto, ad meno di due metri nel sottosuolo, la realtà era incredibilmente distante.
Londra con la pioggia, gli autobus doppi, il traffico, il bazar di vite e gente di ogni religione, razza, condizione sociale….tutto era lontano come in un mondo alieno.
Dylan Dog si spostò il ciuffo madido di pioggia e fissò la scritta sulla porta d’acciaio.
671 BloodTimeClub. 671 btc.
Uguale, troppo o banalmente uguale.
La porta era chiusa. Erano le undici…presto per la vita notturna ?
Si accovacciò all’angolo del sottoscala, odorante di umidità malsana e pioggia acida.
_ Perché sono così stanco..? Perché sono fuggito ? Da Bloch, dalla polizia…? _ Domande.
Tossì un poco. Dio che voglia di bersi un bourbon. Al goccio, senza prender fiato, come nei vecchi tempi.
_Avanti, caro…bevi un sorso…uno solo che vuoi che ti faccia ? _. La vedeva nella penombra a malapena, ma sapeva chi fosse.
_ Mica voglio sposare un santarellino…avanti Dailan…un sorso…_
_ Si…si dice Dylan…_,gemette. Ma più che lei, oltre a lei, vedeva la bottiglia. Era colma di un liquido ambrato, caldo e luccicante. Whisky. Dolce, caldo, amabile whisky . Teneva compagnia nelle sere umide come questa, quando si è soli contro tutto il mondo ed il mondo non sa nemmeno che tu esisti.
Allungò la mano, tremante. Sete….
Ti teneva compagnia quando si rinchiudeva nel silenzio, pensando a Lillie e a quanto fosse schifosa la vita, a quando male siamo capaci di farci da soli per non esser mai felici.
Ti accompagnava, la bottiglia, quando eri ad un passo dal silenzio, e ti mancava solo quello per farla finita e lei ti avrebbe dato la spinta, una piccola spinta, decisiva. Sete…
Afferrò la bottiglia. Era reale. Non era Bree quella, non un fantasma. Solo…solo una che le assomigliava tantissimo. _ Avanti sagoma…avanti cocco….avanti bello….un sorso e la vecchia signora è soddisfatta…_
Bevve un sorso uno solo. E la vide. La morte si alzò ridendo, librandosi nel cielo cupo e bagnato di una città senza sole, spiegando le orride ali scabre della sofferenza.
Aprì con un gesto lento e rituale la falce da un lato e gli sorrise, con quel sorriso orrendo, dipinto sul teschio giallastro.
_ Bravo ! Bravo Dylan ! Nessuno sfugge al mio invito, prima o poi…Nessuno ! _
_ Hey tu ! Sei sordo, drogato o rimbambito ? _
Un colpo lo destò da quella sorta di ipnosi nel quale era caduto. Un energumeno tatuato gli aveva afferrato la spalla e l’aveva spinto da un lato.
La porta d’acciaio del locale era aperta adesso. Si udiva il cupo rimbombare di una musica fortissima che si faceva strada dall’interno verso il nulla o il mondo.
_...io…._, biascicò Dylan. La voce…aveva la voce impastata di alcool. E si sentiva ubriaco.
_ Hai l’invito, pezzente ? Altrimenti smamma ! Questo è uno spazio privato !_
Avrebbe voluto dire qualcosa, qualsiasi. Che era un investigatore privato, che stava indagando sulla morte di una donna, che era un agente di Scotland Yard, un ispettore del fisco, un amante dei club dal nome vampiresco…qualcosa…
Invece si trovò sbattuto contro una inferriata compressa fra il muro esterno del sottoscala e l’entrata che non aveva nemmeno visto in precedenza.
_...amico marchi male ! Molto male ! Puzzi di alcool da sembrare una distilleria e biascichi cose senza senso…ora io…_
Dylan vide la mano enorme chiudersi a pugno, pronta ad abbattersi su di lui. Invece non avvenne.
_ Clint vuoi darti una calmata, maledizione ? Va bene che sei un butta fuori ma non per questo devi ammaccare tutti coloro che passano di qui un poco alticci…_
La ragazza si sporse in avanti fissando Dylan. Si spostò una ciocca di capelli tinti di biondo, che spiccava sul cranio rasato quasi a zero, e deglutì, irrigidendosi.
_ Cristo Scusalo, Dog ! E’ che Clint è nuovo e non ha mai avuto modo di vederti prima…_
Dylan si sentì lasciare il bavero della giacca e scivolò a terra, con le gambe che si piegarono ad x, incapaci di reggerlo.


Parte che introduce altri eventi. Spero oggi di andar avanti, tempo e voglia permettendo. La Strega.

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 Oggetto del messaggio: Re: Dylan Dog 666/ terza fase
MessaggioInviato: sab apr 21, 2012 9:22 pm 
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Piccola regalia prima della sortita serale.
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Il negozio era piccolo, compresso di oggetti accatastati alla rinfusa, eppure l’omino dalla testa rasata e dal cranio ovale, sarebbe stato capace non solo di trovare qualsiasi cosa al volo, ma anche di raccontarne la storia.
Era la sua vita, quella.
Una vita infinita che ora sentiva seriamente esser messa in discussione.
Perché lui stava di fronte. Immobile, lento eppure terrificante. Si tolse i guanti e abbozzò un agghiacciante sorriso demoniaco.
Il vecchietto sapeva che il demonio esisteva. E che aveva molte facce e molte forme. Ma quella, apparentemente normale e rassicurante, era una delle peggiori.
Toccò qualche oggetto, cosa che il vecchietto avrebbe certo proibito, ma non era il caso di farsi tanti scrupoli di fronte a lui.
Si accese un piccolo sigaro toscano, sottile e scuro, e abbozzò di nuovo un sorriso.
_ Andiamo molto male, caro Hamlin ! Molto male…! _
Lui si strofinò le mani, carico di nervosismo. _ Io…non…so….Davvero non so come abbia potuto commettere una simile leggerezza, signore ! _
_ Forse…Oppure posso cominciare a pensare che non siate più adatto a compiere il vostro lavoro. E che sia ora che qualcuno vi…sostituisca, diciamo così ! _
Hamlin scosse la testa ovale con fretta e paura. _ No, signore ! io…io farò tutto quello che posso per rimediare. In fondo si è trattato di un evento più unico che raro. _
_ Sia chiara una cosa, Hamlin, che mi premuro di dirvi una volta sola: Dylan Dog deve uscirne sano , salvo e pulito ! Avete capito bene ? Se gli accadesse qualcosa, ne risponderete personalmente._
Fece pochi passi, avvicinandosi al vetusto venditore di anticaglie, e lo fissò con quegli occhi neri, profondi come la morte stessa.
_ Voi non avete idea dell’importanza di Dylan nl futuro succedersi degli eventi. E io vi giuro che non vorrei trovarmi nei vostri panni se per colpa vostra avesse ad accadergli qualcosa di male ! _
Hamlin annuì, tremante. Lui si rimise i guanti, ed aspirò una piccola boccata dal sigaro.
_ Bene. Come avete intenzione di agire ? _
Hamiln si rigirò fra le dita un orologio da tasca in stile vittoriano e gemette: _....sono….sono disposto ad accettare umilmente qualsiasi tipo di consiglio, signore ! _.

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 Oggetto del messaggio: Re: Dylan Dog 666/ terza fase
MessaggioInviato: mer apr 25, 2012 5:09 pm 
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Il rumore della musica martellante arrivava ovattato. Dylan aprì gli occhi, sentendoli pensati e gonfi.
La testa gli doleva, rammentandogli quanto fosse orribile svegliarsi da una sbronza.
_...Giuda….ballerino…ho bevuto ? Ma quando….perché…_
Si mise parzialmente seduto e solo allora vide la ragazza che l’aveva soccorso all’uscita.
Era una donna giovane, sui venticinque anni, con i capelli corti quasi rasati a zero, cui spuntava una ciocca biondo tinta. Aveva tre orecchini sul lobo destro e 4 su quello sinistro, ed un pearcing appena sopra le labbra, più un paio invisibili in punti dolcemente strategici.
_ Ben svegliato, Dog ! Credevo che ci saresti rimasto, questa volta ! _
Lui si massaggiò la testa. _ Hai…dell’acqua ? _
Lei sorrise, alzandosi dal divanetto posto di fronte a quello dove Dylan stava sdraiato, ed ancheggiando sinuosa si avvicinò, con un bicchiere di scotch nella manina sinistra.
_ Per far che ? Lavarti i capelli ? _
Lui scosse il capo, premendosi le tempie.
_ Senti…dammi dell’acqua…e vedi di…spiegarmi alcune cose. _
Lei alzò le spalle. Voltandosi, mostrò la schiena nuda, con varie cicatrici incise a fuoco nella carne.
Disegnavano… _Giuda ballerino ! _, esclamò Dylan.
Lei riempì un bicchiere di acqua fresca, sorseggiando lenta il proprio scotch.
_ Cos’è…? Mai vista una croce ? _
Si mise seduto, accorgendosi di esser a torso nudo. La camicia rossa e la giacca nera, sistemate su un appendiabiti.
_ Non incisa a fuoco sulla carne. Che posto è questo ? Un locale di sadici amanti dei vampiri ? _
Lei rise. Gli porse il bicchiere, continuando a ridere di gusto.
_ Ma che ti sei fatto, stasera ? _. Dylan bevve di un fiato l’acqua, avvertendo il piacere della frescura scendere nello stomaco. Cristo ! Lo sentiva ribollire come una pentola a pressione !
_ Fatto ? Intendi….ma ci conosciamo noi due ? _
Lei si portò la mano sulle labbra, strozzando una risata feroce. Le lacrime le rigavano gli occhi verdi.
_ Altro che…..Dio sei una sagoma…per questo mi piaci, Dylan ! _
Smise di bere. Posò il bicchiere da un lato e la fissò bene. Per un attimo credette di impazzire del tutto, se non era già accaduto. Era giovane, e leggermente più magra. Ma era lei…Era Bree Daniels.
Calma…stai calmo…è tutta una allucinazione, senza dubbio. Stai credendo di vedere lei, ma sai che è morta e che non è possibile. Ragiona. Cerca di mantenerti lucido, cerca….
_ Aiutami…a riprendere lucidità, Bree…._ mormorò.
Lei alzò le spalle e sbottò a ridere di nuovo. _ Bree ?? Ah Gesù, se fossi gelosa farei una scenata, adesso, ma.._
L’afferrò per un braccio, stringendolo con forza. Fino a farle male. Lo vide dallo sgranarsi degli occhioni verdi.
_ Right, basta ! Dimmi che cazzo di storia è questa ! Chi sei tu, che posto è questo, che vuol dire quella croce che hai marcata sulla schiena, tutto…Chiaro ? _
La ragazza era spaventata, visibilmente. Era come se le fossero state poste delle domande da un pazzo furioso.

Post festivaliero, che mi prelude ad un lavoretto niente male, viso ch enon sto scrivendo da un po ed ormai la storiella rischia di scemare nel oblio. Da dopodomani ci metto mano, promessa.
Grazie ai lettori occasionali e non.
La Strega.

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 Oggetto del messaggio: Re: Dylan Dog 666/ terza fase
MessaggioInviato: dom apr 29, 2012 11:40 am 
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Aggiunta domenicale. Oggi troverò posto per andare avanti, dato che le idee mi sovvengono rapide, il che non so se sia bene o male.

La musica rimbombava feroce, dalla sala al privè dove Dylan e la ragazza stavano l’uno di fronte all’altra.
_....Right…come vuoi. Mi…mi chiamo Lillie Connors…noi stiamo…stiamo insieme da cinque anni ormai… da quando è iniziata la pestilenza….da quando il libro è apparso dal varco…_
Si alzò di scatto, gettandola a terra. Lei portò le mani tremanti al viso, piagnucolando.
_ Come hai detto ? Che…che nome hai detto ? _, urlò, sconvolto.
_...non….ti prego…ti supplico…non picchiarmi…._
Si bloccò, come se il tempo avesse smesso di scorrere. Si fissò la mano chiusa a pugno sino a diventare bluastra. Tremava dall'ira, ma seppe fermarsi.
_ Io….alzati…scusami io….io non ti picchierei mai…_ Lei lo fissò stranita, come se quella frase fotografasse oltre che la sua follia, anche una bugia tanto inverosimile da sembrare patetica.
Dylan le porse la mano, facendola alzare. Lillie, tremante, esitò per alcuni secondi.
_...scusa è…è che il tuo nome….mi rammenta….è una cosa…_
Lei si massaggiò le spalle, finalmente alzandosi da terra, e riprese quasi subito controllo di se.
_...è questa quella che ti ci vuole…_
Aprì un cassetto della teca di liquori, e ne cavò uno straccio purpureo. Lo posò sul tavolo, sorridendo.
Tremava ancora ma, paradossalmente, era forte e sinuosa, adesso.
Srotolò lo straccio sul tavolo, mostrando una siringa e un sacchettino rosso, gonfio.
_ Ti fa bene. Fa bene a tutti. Schiarisce le idee. _
Dylan scosse la testa, sorridendo quasi istericamente. Si rinfilò la camicia e la giacca, iniziando a capire.
Quello non era il suo mondo. E quella non era Londra. Non per come l’intendeva lui.
Come era…passato da quella parte ? Era sicuro che questo potesse esser collegato agli omicidi della Londra del suo mondo e la cosa, ora che ne prendeva seriamente coscienza, lo atterriva.
La fissò. Era la sola persona che poteva aiutarlo.
_ Pestilenza…? Libro ? Mi vuoi dire di che cosa stai parlando? _
Lei alzò le spalle. Posò poche once di una sostanza bianca e densa nella pancia di un cucchiaino da caffè e si cavò dalle tasche dei jeans un accendino a zippo.
Dylan si avvicinò, fissandola.
_ Dopo. Dopo starai meglio. E ti ricorderai ogni cosa. A volte l’alcool non basta. _, mormorò suadente lei.
Gli baciò appena il collo, emettendo uno sorriso simile ad uno squittio sottile.
Sciolse la polvere e ne aspirò il contenuto nella siringa.
Quindi la sollevò con la manina, ed i suoi occhi divennero luccicanti ed avidi puntini umidi.
_ Dammi il braccio, amore ! _
Dylan la colpì di scatto, sul polso, facendole cadere la siringa per terra. Prima che lei potesse urlare o fare alcunché, la calpestò con rabbia.
_ Cazzo ! Tu sei matto ! Quella…erano almeno 100 sterline di blust ! Sei pazzo, pazzo ! _
L’afferrò ancora, spingendola contro la parete.
_ Il libro e la pestilenza ! Dimmi tutto, o giuro su Dio che…_
Era vicina, calda e morbida e spaventata. Ma anche capace, in una breve manciata di secondi, di sorridergli.
Di ritornare eccitante e sinuosa.
_ ….mmm ho capito….ho capito quello che vuoi…_
Lo baciò decisa, cercando la sua lingua e trovandola. Lo strinse a se mentre nel locale, la musica martellava ritmo senza pietà.
Graffiò le sue spalle, denudandole e mordendogli il collo magro e muscoloso, disse: _ Ti amo, Dylan !
E tu ami me ! Questo, almeno, spero che tu possa ricordarlo ! _
Dylan le calò il top che appena la copriva, serrandola a se.
_ Altrimenti che fai ? Mi droghi ? _
Lillie rise. _ Sei tu la mia droga, Dylan. Tu solo ! _
Lo cinse con le gambe e le braccia, agile e leggera eppure forte.
_ …ti voglio…_, gemette, sussurrandolo all’orecchio di Dylan, sapendo di essere preda e al tempo stesso cacciatrice.
Il locale era colmo. Pieno di persone, giovani, mescolate in una bolgia dalla musica.
Un musica che faceva gemere, sudare, che provocava brividi e scosse di piacere fisico.
Una musica che era sesso allo stato puro.

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 Oggetto del messaggio: Re: Dylan Dog 666/ terza fase
MessaggioInviato: mer mag 02, 2012 4:48 pm 
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Salve a tutti. Aggiunta settimina alla storiella. Spero cosa gradita.
Grazie a chiunque vi dedichi qlc istante della sua preziosa vita.


Si sistemò contro il muro del vicolo, mentre il manganello nella mano destra roteava rapido.
L’agente Summers aveva 44 anni. Faceva il poliziotto a Londra dall’età di ventidue.
Aveva imparato a conoscere e a sentire la propria zona come fosse una parte della sua vita.
La sentiva palpitare e tremare, ridere e piangere, respirare e gemere. Il periodo più brutto, era stato certamente quello degli attentati alla metropolitana, nel 2005.
Allora era sembrato che il terrore viaggiasse nell’etere e si diffondesse senza pietà, in tutta quell’immensa metropoli.
Si accese una sigaretta. La grondaia lo riparava dalla pioggia, che scendeva fitta e quasi solida.
Aspirò un paio di volte, ed udì una sorta di gemito soffocato, innaturale, dal vicolo.
Si voltò, e presa la torcia, la puntò in direzione della parte più scura.
_ Hey ! C’è qualcuno ? _, disse con voce decisa.
Vide qualcuno muoversi di scatto, come si stesse nascondendo.
Slacciò la fondina della pistola e dopo averla impugnata, con la torcia si illuminò la strada.
_ Ti ho visto. Sono un agente di Scotland Yard, vieni fuori da lì, qualsiasi cosa tu stia facendo !_
La figura era svanita dietro un cassonetto dell’immondizia.
Summers avanzò la pistola tesa in avanti, la torcia posizionata sopra, il passo deciso.
_Giuda ballerino ! Non avrebbe dovuto vedermi ! Sono stato imprudente !
E’ la frenesia…è la frenesia, è la frenesia che ci frega. E’ la fretta che ci fa errare….Ora mi scoprirà !
Ora finirò in prigione, e la mia missione sacra avrà fine…._
Pensieri, confusi, parole sussurrate a fil di labbra, mentre il corpo decapitato di Lauren Matthews stava lì, come un fantoccio abbandonato. C’erano i chiodi sparsi a terra, alcuni già impiantati negli occhi, altri da sistemare.
Summers era a metà del vicolo e la luce della torcia gli presentò lo spettacolo.
_ God damn it !! _
Ora ! Ora che era sorpreso e forse anche spaventato.
Scattò fuori da dietro il cassonetto e si catapultò sull’agente, scaraventandolo a terra.
Era sopra di lui, ma era grosso, pesante, più grosso e pesante di quanto fosse lui.
Lo colpì con un pugno, ma quello reagì, centrandolo alla testa con la torcia.
_...Pesante, pesante e dura, cazzo ! Fa male. Idiota, idiota, non voglio ucciderti ! _
Rotolò via, barcollando, stordito ma non al punto di non poter scappare.
_ Fermo ! _ urlò il poliziotto.
_ Fuggi. Va. Via. Vai via ! Scappa. Non fermarti…fuggi…via, via. VIA ! _
L’auto…il maggiolone…è qui ! QUI !
Cercò di infilare le chiavi nella serratura, ma il poliziotto apparve appena dietro di lui, ad una ventina di metri al massimo.
_ Fermo ! Polizia ! Alza le mani ! Hai capito, dannato bastardo ? _
Calmo, stai calmo…fai quello che dice, così abbassa appena la tensione, si rilassa un poco…
Alzò le mani sopra la testa e Summers si avvicinò.
Avvicinò la bocca alla radio e fece per dire qualcosa. Poi avvenne.
Un lampo improvviso, potentissimo. Un fulmine cadde proprio lì, quasi fra i due personaggi di questa commedia dell’assurdo.
Dylan si spinse all’indietro, facendo leva sulla portiera dell’auto, e colpì il polizotto.
La torcia cadde, rotolando. Lui fece fuoco nel buio che seguì immediatamente al lampo ed udì un gemito strozzato.
Quando si rimise seduto, e trovò alla fine la torcia, quell’aggressore dalla giacca nera e della camicia rossa, era svanito.
Per terra, nella pioggia, si andavano sciogliendo delle macchie di sangue.

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 Oggetto del messaggio: Re: Dylan Dog 666/ terza fase
MessaggioInviato: sab mag 05, 2012 10:14 pm 
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Post serale, pria della sortita danzereccia della Strega vostra.
Ordunque si entra nel vivo, se mai ci sia stato:




Lillie si mise seduta, con le mani dietro la nuca, respirando lentamente.
Dylan era accanto a lei, sul divano comodo e morbido, mentre le loro nudità sfidavano l’umidità della pioggia, che cadeva senza tregua.
_ Davvero non ricordi nulla ? _, chiese lei, parlando lentamente.
L’odore del sesso era sottile, misto a quello di sudore e di alcool. La musica martellava un ritmo onirico.
_ …io…Lillie so che quello che sto per dirti potrà sembrarti…assurdo. Ma credo di non appartenere a questo mondo ! _
Lei sospirò, quasi le avesse detto di non usato alcuna protezione, nel fare l’amore.
_...fosse la cosa più assurda cui ho dovuto credere, da qualche anno a questa parte ! I vampiri, ad esempio…pensavo fossero una leggenda, al massimo lo spunto per qualche telefilm per adolescenti brufolosi, ed invece…._
_ Qual è…qual è il monumento più famoso di Londra ? _
Lei tossì. Rispose solo perché, facendo l’amore con lui, aveva capito che c’era qualcosa….qualcosa di differente con il Dylan che amava. E non era detto che fosse una cosa negativa.
_ ….la Statua della Libertà, naturalmente…_
Dylan rise. Era passato in un altro mondo ! Come se potesse esser una cosa normale !
_ Nella mia Londra….è il Big Beng ! _
Lillie girò la testolina verso Dylan e gli baciò, dolce e tenera, la spalla, sorprendendosene lei stessa.
_ Nella….nella tua Londra….non c’è alcuna epidemia, vero? _
Dylan le afferrò il viso con due dita. Il cuore gli faceva male, guardandola così tenera e dolce, con il faccino appena stretto nella mano. Così uguale a Bree….
_ …che io sappia no…Almeno non ancora…_
Lei si alzò, infilandosi i jeans con una innocente malizia che Dylan percepì immeditamente.
_...qui si…! Da cinque anni ! Ho visto…morire mio padre, mia madre….Morire… _, le si disegnò un sorriso amaro, quasi sofferente sul viso, _ …quel che è capitato loro è stato peggio della morte ! Io…tu hai visto qualcuno di loro, dei ritornanti, dopo il contagio. Io….io per fortuna non ho mai visto mia madre o mio padre…Non…non avrei avuto il coraggio di vederli…_
Dylan prese a vestirsi. Ora cominciò a convincersi che, se lui per qualche motivo era in “quella” Londra, forse un altro “lui” era nella sua !
_....Non come hai fatto con il tuo amico..! _
Dylan deglutì piano. _ Parli ?...Di Groucho ? _
Lei annuì, alzando le spalle.
_ Lo portasti…tu, insomma il mio Dylan, lo ha portato al club, da me, per mostrarci cos’era diventato, come era scritto nel libro, quello apparso dal nulla….Così abbiamo creduto ! Abbiamo capito che le morti che si susseguivano, non erano solo un incidente o una terribile epidemia. Ma molto peggio ! _
Si guardò le mani, tremanti. Sete….Dio Onnipotente, che sete di alcool !
_ Che….che ho fatto a Groucho ? _, domandò temendo la risposta.
Lei attraversò la stanza, eretta nel corpo magro e sudato, con il petto nudo che si muoveva piano. Il tatuaggio sulla schiena che la disegnava come una figura tribale.
Scostò una tenda color porpora, mostrando così una teca ovale, sistemata sopra un piedistallo in una sorta di angolo chiuso della saletta.
Nella formalina giallognola, il capo reciso di Groucho era appena obliquo, con un occhio vitreo che fissava il nulla avanti a se.
Dylan Dog vi si avvicinò, incredulo e spaventato. Sfiorò la teca con due dita, e nel farlo provò terrore e disgusto.
_ Giuda….Giuda Ballerino ! Che….che razza di uomo sono, qui ? Che…che ho fatto ? _


PS: eventuali somiglianze ( recondite e banali sia chiaro...) con Bilotta e Il pianeta dei morti, sono da attribuirsi alla mia dote di Strega e quindi di preveggente. Avevo già in mente parte di questo epilogo dopo aver letto Morgana, anni ed anni fa, ora diciamo che questa cosaccia tenderà a portare Dylan in quella direzione. Altro non dico sennò spoilero e mi cacciano dal blog. Kiss.


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 Oggetto del messaggio: Re: Dylan Dog 666/ terza fase
MessaggioInviato: mer mag 09, 2012 11:36 am 
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Lillie scivolò alle sue spalle, appoggiandosi alla sua schiena e respirandone il sapore del corpo.
_ …io…Avevi….detto che era necessario che sapessimo…Perché così era scritto nel libro.
Ma…ora ti credo ! Ho capito…ho capito che non sei il mio Dylan, ma un altro ! Sei…un uomo…migliore…dolce, che può…amarmi…davvero !_
_ Amarti davvero ? Non ho mai amato davvero, io ! Mi sono solo illuso di poterlo fare, tante e troppe volte._, pensò.
Fissò ancora il capo reciso di Groucho, tanto troppo uguale al suo amico da provocargli un conato di vomito. Tremò pensando che avrebbe potuto diventare come…come “quel” Dylan !
_ Che farai ? Mi aiuterai ? Non conosco Londra come te, ed i suoi pericoli, a quanto mi hai detto.
Ho bisogno di te per…per tornare in un posto, sperando che ci sia il modo per me di…_
Sentì il bacio di lei sulle spalle, tenero, tremante.
_....tornare a casa ? Io…mi ci porterai ? Portami con te, Dylan. Io…non conosco il tuo mondo, la tua Londra con il Big Beng….Ma qualsiasi posto sarà meglio di questo. Di ciò che è diventata Londra qui ! _
Dylan Dog si voltò, baciandola.
La fissò e la vide, splendida, identica a Bree Daniels quando avevano fatto l’amore. Selvaggia, appassionata, eppure morbida e sua.
_...si…Verrai con me…Ora dobbiamo uscire. Andar via da questo posto…_
La sentì tremare.
_ Amore…non è…non è prudente girare per la città di notte. Lo sai ? Il club…questo locale è la nostra tana, qui i vampiri non vengono…Ma fuori…fuori è pericoloso ! _
Dylan fissò la Bodeo sistemata accanto alla teca. Piena di polvere eppure sinistramente affascinante.
_ Vedremo…! Non puoi capire ma…è una cosa che devo fare ora ! O potrei….non tornare mai più ! _
Lei fece un debole cenno con la testa e Dylan non avvertì nemmeno più la musica. Non parlarono più fin quando non uscirono da una porta secondaria, piccola e semi nascosta dalla spazzatura, nel retro.

Groucho stava seduto al centro della stanza scarna, illuminato da una lampada alogena che proiettava una luce gialla. Gli mancava l’adorato sigaro, che stava tristemente solo sul posacenere.
Di fronte a lui, una coppia di individui sulla cinquantina, capelli brizzolati ai lati delle tempie, aria abbastanza tesa. Dall’aspetto e dagli sguardi, tipi ben lontani dagli agenti in forza a Scotland Yard.
Bloch stava alle loro spalle, lo sguardo a metà strada fra il perplesso e l’imbarazzato.
_ Dunque, che hai da dirci, baffo ? _
Lui alzò le spalle. _ La sapete quella del pesce dislessico ? _
Uno dei due sbottò: _Pesce dislessico ? Ma se il pesce non parla ! _ Groucho fece un enorme sorriso di sorpresa: _ Incredibile ! La sapevate già ! E ancor più incredibile…pur essendo polis l’avete capita ! _
Bloch sbuffò. _ Senti Groucho, è stata trovata morta una donna, stanotte…Questa volta però l’assassino non ha potuto occultarne il cadavere ed è stato quasi bloccato da un nostro agente di pattuglia.
Abbiamo anche requisito l’auto con cui il…l’aggressore stava per darsi alla fuga. E’ la macchina di Dylan, hai capito ? _. Disse la seconda parte della frase come se stesse recitando la propria omelia funebre.
_ Io non guido, ispettore. Fa male alla salute e al portafogli. A quel che ne so anche il capo non guida. Abbiamo provato a convincere la macchina a farci credito, ma…_
L’afferrò per le spalle, più spaventato che altro. A Bloch stava crollando il mondo addosso da quasi tre ore.
Il ritrovamento del maggiolone, l’identificazione dell’agente suffragata da quello della barista dello streep bar in cui lavorava la vittima, Dylan che risultava irreperibile…Che stava accadendo a quel ragazzo che Bloch aveva adottato come un figlio ?
_ Se lo stai proteggendo, sappi che io intendo aiutarlo. Nell’auto abbiamo trovato delle bottiglie di whisky.
Io non so se Dylan ha ripreso a bere e da quando, ma…_
Groucho lo fissò inarcando appena il sopracciglio. _ Categorico. Il capo non beve ! E poi che cosa conta un maggiolino bianco ? Trovate una mosca, bianca e allora sarete a cavallo ! A cavallo di una mosca poi, che ci farete mai ? Ma del resto siete bobbies e tutto è possibile ! Ma non che Dylan sia un assassino ! _

Dunque, complici i molti impegni la pubblicazione andrà languendo, ma sono cmq intenzionata a finirlo.
Spero non annoi a morte o che non porti al suicidio.
La Strega

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Piccola nota: se a qlc interessa sta cosa, mi faccia sapere. Altrimenti evito di perderci tempo. Grazie.
La Strega.

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