Cravenroad7

Certo. Ma, appunto, non sono mai state tante.

Lo so raffa, solo intendevo la differenza morale e di impatto che hanno questi due finali apparentemente simili.
Entrambi sembrano andar contro all'etica di Dylan, ma il primo fu ( giustamente ) accolto come una forzatura anche abbastanza scadente, questo no.
Penso che fra i due esista un abisso, anche a livello concettuale. Quello sembrava messo lì per troncare una vicenda, questo per aprire una riflessione, cosa molto diversa.

Mi sembra che l'intenzione di De Nardo fosse quella di raccontare una sorta di metafora sull'amore. Antiche civiltà neolitiche, sacrifici umani, la De Madre: non avrà mica però menato un po' troppo il can per l'aia? Che poi la storia in sè l'ho gradita e c'è un tocco di torbido in tutta la vicenda che non guasta affatto. L'appunto principale è che, forse nell'intento di evitare uno spiegone, l'autore ha concluso la storia senza spiegare parecchie cose. Insomma, mi pare il classico caso di una buona storia rovinata sciaguratamente da un finale buttato lì.

Sì,il problema è che ha azzeccato solo "Il gran bastardo"....
Mi pare di aver notato che un ottimo c'è a priori in tutti gli albi....quindi non so quanto possa valere...
Normale,chi commenta per primo non è influenzato da nulla,chi commenta dopo 5-6 stroncature è portato a evidenziare solo le cose positive dell'albo come a dire :"Bè in realtà non è poi così male".
Succede così in quasi tutti i commenti di albi "medi" (ovvero nè schifezze totali nè grandi storie)

non sono d'accordo, a me piacciono anche I quattro elementi, Il Tempio della Seconda Vita e Programma di rieducazione
.

Albo che mi ha colpito positivamente.
Mi aspettavo la solita setta invece in finale si trasforma in una lotta tra i sessi ed in un confronto tra due universi diversi, certo non molto originale ma che coinvolge.
Non sono d'accordo con chi vede fuori luogo e non coerente il ruolo di Dylan.
Se ci pensate bene lui è tutto l'albo che cerca di sfuggire al ruolo che gli vieni imposto, per poi chiudere come chiude in un "quasi" ritorno alla natura umana ancestrale, obbligato allo scontro ma dicendo che si odia per questo.

Ho votato BUONO

Copertina: 8 - Una delle migliori nell'ultimo periodo, anche se rimpiango sempre quando non si usava il computer. Dal vivo rendono meglio i colori.

Disegni: 7 - Complimenti a Nizzoli per la sua prima prova sull'inedito: capacissimo nel rendere le atmosfere, e disegnare gli esterni, che sono una delle cose più complicate. PS finalmente si rivedono donne scoperte!!

Storia: 7 - L'anticipazione nel numero precedente non mi aveva convinto molto invece
inoltre

A me è piaciuto, ho votato buono.
Una storia, ripeto: una storia dopo una non storia dello scorso mese, che si lascia leggere bene.
Buonissimi disegni.
Difetti: prevedibile lo svogimento con copertina spoiler e caratterizzazione dei personaggi veramente abbastanza piatta.

Non siamo proprio all'uomo stronzo e donne troie, visto che qualcuno/a esce dagli schemi, ma quasi...

Comunque un fantasy contenuto, De Nardo ha centrato il vaso e non l'ha fatta fuori.

Soggetto trito e ritrito, sceneggiatura da sonnolenza, disegni ottimi.

Be', insomma, quest'albo non mi ha certo incantato però riconosco che ha il suo bel perché. Prima di tutto, la storia è piuttosto coraggiosa: per gli ammiccamenti erotici, per la tonnellata di nudità che contiene (mai viste tante tette in un Dylan: evviva! ), per il finale non esattamente consolatorio e anzi ambiguo (ritengo eccessiva l'interpretazione di Skeletor, ma ammetto che non è del tutto implausibile: De Nardo lascia il dubbio su quel che effettivamente è successo), per la tematica in generale, trattata in modo... sbarazzino, diciamo.

Quindi, per una volta, lasciate che lo dica: bravo Gualdoni ad accettare che una storia del genere venga pubblicata. Coraggio, ci vuole, e questo è un bel segnale. Speriamo non rimanga un caso isolato.

Ciò detto, la storia non fila completamente liscia: la trama è fin troppo lineare e la sceneggiatura, per quanto ben condotta, non riesce a risultare davvero inquietante (come dovrebbe IMO essere) e risulta un po' piatta, programmatica. Al posto della logica follia sclaviana (tipica di alcuni capolavori della serie) c'è un tenue lirismo "denardiano" che non è disprezzabile, in sé, ma che certo non ha lo stesso effetto. Manca lo scarto dato dal colpo di genio, per quanto si giunga anche così a un finale davvero brillante. Eppure alla fine la storia mi è piaciuta, lo ammetto: non perché l'albo sia perfetto, visto che non lo è affatto, ma perché una testata che propone un dittico come L'assassino della porta accanto/La dea madre dimostra di essere ancora viva, di avere ancora qualcosa da dire, di sapere ancora parlare al lettore. Questo Dylan mi piace, difetti e tutto. Caro Gualdoni, la strada giusta è questa: briglia sciolta agli autori e, soprattutto, OSARE! Dylan è così, non dimentichiamocelo.

A conti fatti, il miglior De Nardo dai tempi di L'incendiario. Da parte sua Nizzoli è bravissimo, molto accurato e aggraziato (le sue fanciulle discinte sono una meraviglia), però ho l'impressione che non si senta troppo in sintonia con Dylan (il personaggio), raffigurato a volte in maniera incerta e inespressiva. Rimane comunque un bravissimo autore, non ci piove: mi auguro che la sua collaborazione con la serie duri a lungo.

Credo che voterò buono, il che è forse di più di quanto la storia meriti, se presa singolarmente, ma è giustificato dal fatto che albi come questo mi danno speranza: forse il nostro Dylan è ancora vivo e si sta risvegliando.

A me De Nardo a volte piace a volte no, quest'albo mi è piaciuto abbastanza.
anche per un particolare:

Temevo il peggio... mi sono ricreduto... ho sempre pensato che la sensualità in dylan dog fosse un pilastro importante e poi personalmente mi ha semrpe preso... concordo con una cosa che ha detto rimatt... OSARE Dylan Dog è sempre stato un fumetto che ha osato, e tanto... e dopo il capolavoro del mese scorso questo numero osa, e come se osa. Non credo che le briglie siano state sciolte ma adesso per lo meno sembrano più elastiche...

Si, forse questo è vero, purtroppo.
Però credo che in una ipotetica classifica delle storie di De Nardo, questa "Dea Madre" sia giusto quella che gli è riuscita meglio, dopo appunto "Il gran bastardo"

Anche l'Incendiario è degna di nota, come scriveva Rimatt e con cui il cui post concordo massimamente.

"programma di rieducazione" non vi è piaciuto!?!?