dogares ha scritto:
Il fatto è che a volte si costruiscono talemente tanti enigmi e rebus per portarci alla risoluzione del caso, che ci si dimentica di rendere il serial killer o l'assassino dotato di spessore e credibilità.
Sherlock Holmes diceva che è nelle cose semplici che si celano i misteri più interessanti.
Stai parlando di un'altra storia, o proprio di questa?
Per me in questa storia le sciarade sono giusto un pretesto, narrativamente occupano poco spazio e hanno un ruolo decisamente scarsino, anche se offrono una soluzione elegantissima per agganciare Dylan al caso. Si potevano eliminare le sciarade e metterci qualsiasi altra cosa che agganciasse un delitto all'altro, e avrebeb funzionato lo stesso. Nella doppia di De Nardo invece gli enigmi sono il cuore della storia, se levi quello, levi il poco sfizio che quella storia è in grado di dare al lettore.
Il bello di quest'albo sono proprio i personaggi: Angelique, Rascal e Peter sono caratterizzati alla perfezione, e Groucho Bloch e Dylan interagiscono con loro ottimamente e rispettando in pieno le rispettive caratterizzazioni sclaviani (da questo punto di vista è una delle migliori opere barbatiane). Sottolineo il rispetto con cui viene tratteggiato Bloch, e il modo in cui Groucho, oltre a fare lo sparabattute finisce per essere perfettamente integrato nella trama, dando per esempio modo a Giltslack di mostrare le sue doti di camaleonte. E nonostante i personaggi sono così pochi (quelli fondamentali sono 3, più il padre di Angelique che però è già morto), la trama è tanto avvincente, e i personaggi così caratterizzati, che riesce difficile inuire la soluzione del giallo nel modo semplice con cui lo si intuisce nel 90% dei gialli dylaniati recenti (sono in due, uno è ovvio, sarà l'altro)
p.s: non ho capito che c'è di strano nel mancato suicidio di Angelique, mi sembra una cosa decisamente plausibile, e fra l'altro già successa in altri episodi della serie.