Cravenroad7

Allegato a Speciale Dylan Dog n. 8: L'uomo con la bombetta[/center]

Dylan Dog è immobilizzato, corde tenaci lo tengono legato alla follia di un'assassina, alla sua ossessione per le storie. Storie di orrore e di universi impossibili, raccontate lungo il filo di una lama. C'è una logica segreta dietro questo infinito narrare? Forse sì, ma è una logica che scorre veloce e fugge via, un indizio che bisogna inseguire dentro i labirinti della paura!

Scheda wikidyd dell'albo: link


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Uno dei miei speciali preferiti. Penso che l'accoppiata Chiaverotti-Roi possa essere considerata, dopo quella Sclavi-Casertano, la migliore dell'intera serie. Insieme hanno realizzato alcune delle storie più belle di Dylan Dog (in primis quel capolavoro di Partita con la morte).

Molto bello,il migliore speciale che ho letto (ho letto a parte questo "Mefistofele","La fortezza del demone","La scelta" e "La peste",anche "Sette anime dannate","Sogni" e "La preda umana" ma questi non me li ricordo proprio), mi è piaciuto molto soprattutto la seconda storia,quella del ragazzo innamorato della modella! Lo stile è chiaverottiano al 100%![:0]

Forse tu crederai che io sia impazzito,ma ti faccio una promessa: ti catturerò col mio sacco mortale e tornerò ad uccidere...ancora!

Molto bello

storia 8
disegni 6
tot. 7



London bridge is falling down, falling down, falling down my fair lady...

il miglior speciale non Sclaviano insieme a 'LA SCELTA?

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Golconda,un posto normale...O quasi... MOLTO quasi

legenda
non ti azzardare a buttare via i soldi per questa robaccia!
puoi farne a meno
compralo pure
cosa fai ancora li? corri a comprarlo! è un ordine!

Direi di sì! Sono innamorato di questa storia .

Eccellente / Capolavoro

Le mie 100 storie preferite di Dylan Dog : posizione n°70



Labirinti di paura, speciale n°8, ottobre 1994

Testi di Claudio Chiaverotti
Disegni di Corrado Roi

Dylan Dog è immobilizzato, corde tenaci lo tengono legato alla follia di un'assassina, alla sua ossessione per le storie. Storie di orrore e di universi impossibili, raccontate lungo il filo di una lama. C'è una logica segreta dietro questo infinito narrare? Forse sì, ma è una logica che scorre veloce e fugge via, un indizio che bisogna inseguire dentro i labirinti della paura!

L'ultimo degli speciali di cui si possa sussurrare "capolavoro!" prima dell'oblio; solo qualche sussulto targato Barbato (La scelta n°18, La peste n°19) o perfino Ruju (Il treno dei dannati n°11, Dov'è finito Dylan Dog? n°16). Da non sottovalutare nemmeno il chiaverottiano Il monastero n°10; ma Labirinti di paura è proprio un'altra pasta peraltro di terza mano (Il club del'orrore n°1, Gli orrori di Altroquando n°2). Tiene altissima l'attenzione nei singoli suoi atti ed offre una visione coagulante attraverso un'intelligente versione di Misery. Da leggere e rileggere per chi vuol conservare un'immagine perfettibile dell'autore dylaniano; ogni cosa va al suo posto e le minchionerie tipiche sono domate. Ogni parte ha la sua cartolina: il prologo e la casa, La donna dei sogni e gli studi di registrazione, L'ultimo respiro e l'ospedale, Il viaggio e l'astronave; un tratto comune è il contrastro claustrofobico-megalofobico, meandri e cartelloni, vicoli e corsie e complotti, corridoi e immensità cosmica. Il prologo slasher e il finale noir, poi, sono delle delizie tecniche; Chiaverotti è coraggioso poichè non si tratta di poche pagine ma di vere e proprie macrosequenze che elevano Asmodeo al rango di cattivone memorabile. Superflua la nota conclusiva su Roi.

bellissimo ,disegni stupendi,ma per me la fine l'ha fatto calare un pò,è confusionaria

Una storia di Chiaverotti che ricordo con piacere: succede anche questo. All'epoca fu una bella sorpresa, anche (o proprio?) perché, una volta scoperto di chi erano i testi, non mi aspettavo un granché. Invece gradii, e neanche poco.

Non so se è già stato fatto notare, ma comunque il capitolo "L'ultimo respiro" è la trasposizione pari-pari (più presenza di Dylan, ovviamente) di un racconto di Bradbury: "La folla" (lo si trova nell'antologia Paese d'ottobre).

Ottimo speciale d'esordio di Chiaverotti. Rispolverate le mini-storie, legate da un'unico importante filo conduttore. La cornice non è solo d'atmosfera, ma pregna di significato, tanto da divenire completamente a sè stante nelle ultime 40 pagine. Chiaverotti conduce con coerenza e misura la sua parabola sulle illusioni, unico viatico dell'uomo per "sopravvivere" alla vita; pazienza se tutti i singoli episodi hanno un pizzico (e qualcosa più) di dejà vù, sono tutti ben costruiti, anche grazie ai disegni di Roi, cupi e claustrofobici come ai bei tempi, anche se un gradino sotto l'eccellenza dei primi speciali da lui illustrati. Asmodeo antagonista di razza e altrettanto inquietante è la vecchia megera che tiene in ostaggio Dylan. Finale giustissimo.
Questo è il Chiaverotti che ci/mi piace.

voto accettabile, non il miglior speciale

Buono tendente all'ottimo

Gradioso. Quasi incredibile che uno che ha scritto questo, abbia poi partorito "Il bosco degli assassini".
Lo amo molto. Fra i più belli.

Questo speciale è bellissimo, tra i miei preferiti, molto triste e malinconico alla fine. La storia che più mi è piaciuta è quella della modella, davvero bellissima. Ottimi i disegni. Voto 8,5