Cravenroad7

Tenendo conto dell'atipicità della storia, personalmente scommetto sul dylandoggone.

Buona storia, meritava il mensile.
In alcuni casi ho ritenuto esagerate le lodi a Recchioni, ma è l' unico sceneggiatore che riesce a modernizzare il personaggio, cioè a metterlo in situazioni a noi contemporanee in modo credibile (alcune dinamiche della storia sono sì esagerate, ma il che è chiaramente voluto per fini satirico-grotteschi) e fornendo una visione personale del mondo; questo, accanto all' indiscussa capacità tecnica e alla dote di saper interpretare lo spirito della serie.
Diciamo che questa storia non è la migliore di Recchioni, ma mi ha convinto definitivamente di quale perdita sarebbe se l' autore lasciasse la testata (senza nulla togliere a Uzzeo a cui, stando a quanto dice il RRobe nei suoi contenuti speciali, va il 50% esatto del merito di questo lavoro).
Brindisi sempre al meglio.

SPOILER (forse)

Dopo aver evitato 306 e Maxi, approdo sull'almanacco con buone speranze che vengono realizzate.
E' una fulminante distopia sulla televisione degli ultimi anni. Un tema datato che ha le sue origini nel geniale "Canale 666" . Nel numero 15, dopo le parole "un uomo, il suo volto", arrivava una rasoiata nell'occhio alla Bunuel! Qui la violenza c'è (ed è un bene), ma diomio, quanto è blanda! Che sarà mai per un horror un proiettile che fassa da parte a parte con 2 schizzi di sangue in croce?? E poi quella testa esplosa coperta dalla mano non è tollerabile. Il plot è indubbiamente semplice, il messaggio (non nuovo) è efficace, così come è efficace la sceneggiatura che riesce ,in certi momenti, a creare il pathos giusto. Non mi è piaciuto il fatto che a un certo punto la ragazza di Dylan sparisca, muore, come si capirà alla fine, però farla sparire in quel modo mi sembra quasi frutto di distrazione da parte degli autori. Brindisi (da incorniciare) firma e scrive 2009, che bei tempi! Medda e Recchioni capolavoravano sul mensile e Gualdoni non ci metteva ancora lo zampino! L'aria che tira qui e prorpio quella di tre anni fa, è uno degli ultimi albi portatori sani del personaggio . E' uno degli ultimi soldati francesi ancori vivi sul campo di Waterloo. Non volglio i capolavori mi accontento di questo.

Applausi.

Voto.7

Mi quoto per sottolinearvi che IMO il passaggio più importante é questo:

"Detto questo, io penso che questa sia una delle storie migliori di Dylan a cui ho preso parte. Nel senso che questa, a differenza di altri episodi del personaggio che ho scritto, mi pare davvero una storia dell'Indagatore dell'Incubo e non una mia storia in cui il protagonista è Dylan Dog. Ha il ritmo delle storie di Dylan, la gestione dei personaggi delle storie di Dylan e l'umorismo delle storie di Dylan. E questo lo devo anche, e soprattutto, all'apporto di Mauro."

Bravo Recchioni ad ammetterlo e nella speranza che tutti gli altri autori facciano altrettanto

Interessante, mi ha fatto notare un sacco di cose che non avevo notato e ha confessato l'errore da me segnalato nel messaggio precedente...

I crimini si confessano.
Gli errori si ammettono.

sillogismo: sei un criminale

…ed ecco che finalmente ho recuperato anche l’Almanacco, che mi ero perso durante la mia trasferta svedese. Beh, devo dire che mi ha piuttosto deluso (a parte gli strepitosi disegni di Brindisi). Lo spunto non era granchè: quella di immaginare dei reality/talent/game show in cui l’eliminazione comporta la morte è una boutade che circola da quando esistono questi tipi di spettacoli, un paradosso che tutti gli amanti dell’orrore e non si sono figurati almeno una volta nelle loro fantasie.

Sarà che l’ho letto dopo (e non prima, come da effettiva data d’uscita) rispetto a “L’assassino della porta accanto”, ma… beh, al confronto ha abbastanza sfigurato. Singolarmente, vi ho trovato gli stessi difetti che alcuni (secondo me a torto) imputano all’albo del mese. In particolare:

1) non è molto dylandoghiano. Dylan che partecipa a un talent come pubblico è una cosa assurda: non lo farei mai io che guardo la tv, figurarsi lui che la odia come la peste. Ed è assurdo pensare che possa essere fidanzato con quella ragazza: di oche nel suo palmares ne ha avute tante, ma non di lobotomizzate, che ti fanno uscire di testa al punto da tirarle un’asciata in testa per il nervoso.

2) non è horror. In effetti è un poliziesco: sangue da sparatorie e un po’ di tensione, ma con tutta la buona volontà qui di horror non ce n’è.

3) non ha una storia. Ha uno spunto di partenza tirato per 100 pagine: Dylan accompagna la ragazza al talent a cui partecipa, dove due concorrenti si armano di fucili e decidono di far fuori gli eliminati. Da lì non ci sono più svolte narrative, ma una linea piatta fatta di body count di vittime, fino all’arrivo della cavalleria a risolvere la situazione.

4) ha dialoghi così così, pieni di clichè. Pesco a caso: “Se questo è uno scherzo, è di pessimo gusto, ragazzi!”; “E’ successo tutto così in fretta che non ho potuto fare nulla!”, “Speravo proprio che ti avvicinassi abbastanza per venirmelo a dire”; “Non pensarci nemmeno, amico!”.

5) ha personaggi stereotipati: la protagonista scema, i concorrenti arrivisti, il pubblico bestia che non si stacca dal televisore nemmeno quando la gente muore, i manager televisivi cinici che pensano di sfruttare la morte ai fini di audience. I personaggi qui di sfumature ne hanno proprio pochine.

6) è retorico. Il messaggio alla nazione di Dylan nel finale l’ho trovato piuttosto imbarazzante.

Scorre, si legge, per carità, ma tutto finisce lì.

Sarà per la sua onnipresenza internettiana che finisce per condizionare i giudizi degli utenti, ma trovo Recchioni un po’ sopravvalutato come autore. “Mater morbi” mi è piaciuta, senza farmi impazzire (intendiamoci, è una buona storia, e come sappiamo Dylan ha un gran bisogno di buone storie), le altre sue le ho sempre trovate piuttosto banali, nella concezione e nella stesura, con ambizioni di grottesco che di rado trovano un felice equilibrio.

Ho votato accettabile perché mi dispiaceva votare mediocre.

Questo è un sofisma.
Ha solo ammesso di essere uno che sbaglia! E che sbagliare non è un crimine!

ottimi disegni (pagina 90, ultima vignetta da oscar!!), ma la storia non mi è piaciuta per niente e oscura a mio parere anche il buono delle tavole!buoni block e groucho, ma un dylan che

non è dylan!
in certi punti mi ha ricordato i nuovi barbari, soprattutto quando
ma quello mi è piaciuto di più, lì si trattava di sopravvivenza, non di reality; l'ho trovato soltanto l'ennesimo tentativo di fare del moralismo e critica alla tv; per quanto d'accordo, di certo non compro dd per leggere retorica!

Ma perché?
E il Dylan che va in discoteca per seguire la scemotta di "Dopo Mezzanotte" come lo consideri?

Il Dylan che fa cose che normalmente desterebbe, per volontà di una ragazza, si è visto più volte.

Letto ora (sono in ritardo?). Ho votato Accettabile. La copertina mi è piaciuta, per non parlare dei disegni di Brindisi (sono quella di parte, si, anche se ammetto che comunque Brindisi ha fatto di meglio in passato... Quella Tiffany era proprio inguardabile).

Possibili SPOILER.

L'almanacco l'ho gradito tanto (anche perchè sono temi che sto contemporaneamente studiando per una materia all'uni), la storia non tantissimo. Va bene che magari due individui possono impazzire e mettersi a sparare a tutti, va bene che si è giocato al paradosso un pò pirandelliano, ma mi è sembrato un pò TROPPO paradossale, anziché nello stupore è sfociato nel fastidio. Ecco, mentre leggevo tutta la storia aveva costantemente questa sensazione di fastidio che non se ne andava: quella sgallettata (troppo sgallettata) che impazziva per un misero spot, stessa sgallettata che dimostra coerentemente il suo esiguo numero di neuroni per il resto dell'albo quando abbraccia la causa assassina e si lancia in una improbabile lettura di vita. Stessa cosa per i dirigenti che continuano a preoccuparsi per l'immagine del network (cosa attinente alla realtà, se non fosse che si parla di morti ammazzati in diretta in un programma di fascia protetta che guardano anche i bambini, e là nessun network avrebbe preferito l'impasse), il pubblico che continua a votare (ma dico io, smettere TUTTI di votare così nessuno muore? Si è vero, il popolo vuole il sangue, ma questa mi sembra una forzatura immane) e ad esprimere giudizi allucinanti, gli altri concorrenti (in primis il tizio che implorava di non morire poche pagine prima) che adesso sono d'accordo ad una lotta fino alla morte. No, non mi ha preso. L'idea poteva essere tanto caruccia, ma relegare l'intelligenza umana alla non esistenza ed eliminare empatia e pudore...No, per me la corda si è spezzata. Nel complesso, voto 6.

Il Dylan di Dopo Mezzanotte è un Dylan stanco, spaventato e confuso, è un Dylan umano e irresistibilmente dolce quando ammette una defalliance e subito dopo se ne trova una maschilistica ragione, è un Dylan come oggi non ne fanno più.
La scemotta di Dopo Mezzanotte è molto più intrigante e sexy dell'oca giuliva di L'assassino della porta accanto, tanto Valeriona Marini da rasentare il ridicolo.
E' un Dylan come non ne esistono più.
Sul RRobe come autore: fa cose sublimi come Mater Morbi, altre meno come I Nuovi Barbari.
Questa non giudico perché non acquisto. Ma è uno che sa il mestiere suo. Che non vuol dire che sia sempre al top, ma ci può stare.

ciao a tutti,ci tengo a dire la mia perchè la storia la reputo davvero ottima.l'ho letta tutta d'un fiato.Più andavo avanti e più in me cresceva la tensione.ad ogni situazione assurda il mio sorriso cresceva di un centimetro per la contentezza.Quando ho finito di leggerla ero soddisfatto perchè le emozioni provate nel leggerla sono quelle che da sempre spero di trovare in un albo di dyd.
Concordo però con chi dice che le scene di mancato splatter potevano essere evitate ma ormai ci ho fatto il callo e mi fa più impressione trovarlo lo splatter.
sono d'accordo anche con chi dice che dylan con questa fidanzata ha toccato il fondo.Come ho commentato anche sul blog del rrobe,per me potevano trovare un altro espediente per far si che dylan fosse in studio durante la trasmissione.
E' vero che dyd di ragazze ne ha avute di tutti i tipi e tutti i generi ma sta tipa proprio non l'ho digerita
Per me voto:9

Non credevo di dare un voto così basso ad un'opera di Recchioni!
La storia in questione mi è parsa lunga 12 pagine (inconsistente quindi), senza guizi né particolarità di sorta; inoltre piena di una banalità quasi "spiccia" direi, che non mi aspettavo da un autore del tuo calibro (Rrobe).
Il messaggio è condivisibile, ma la "divulgazione" del suddetto mi ha spiazzato. Neanche lo stampo parossistico della vicenda ha scosso la mia attenzione in modo positivo.