David.Brown ha scritto:
dogares ha scritto:
David.Brown ha scritto:
Per farti un esempio..ricordo che a te era piaciuto il Divoratore di Ossa di Di Gregorio (io l'avevo giudicato accettabile)....ecco, quello per dire non l'ho mai riletto e difficilmente lo farò...tu l'hai riletto?
..allora...sta storia del Divoratore di Ossa mi è stata appiccicata addosso come una sorta di tara dalla quale liberarmi. Ogni volta che faccio una critica o una osservazione ad un albo, a torto o a ragione ritenuto ottimo, salta fuori questa mia preferenza. Dato che ho letto fumetti, come .................e tanto stile Deserto Rosso, ma non mi dice niente. Non ha trama, non ha suspence, non ha horror ( o almeno un po ce n'ha...) niente. IMO. La mia domanda non voleva sminuire l'albo in se, ma porre l'accento che una storia come questa, irta di significati profondi, magari, ma espressi noiosamente, risulterà dimenticabile. E per favore, basta con sto numero 303 !
Non ci crederai ma la mia non era una domanda provocatoria, volevo davvero una semplice risposta...
E mi pare di avertela data ( la spiegazione. Sennò sBarby ci ricama su all'infinito...
). Solo che, se per commentare ogni storia, mi si fa riferimento al numero 303 ( che non è poi tanto più brutto di altre cose amatissime qui dentro e a ragione poiché i gusti son personali e sempre di un fumetto stiamo parlando, alla faccia di chi tira in ballo Sheakspare o Dostojesk, e perchè penso che in un pomeriggio uggioso mi piaccia di più leggere Il divoratore di Ossa che sto numero. ) la trovo un poco provocatoria come cosa.
Ripeto che dal mio punto di vista questa storia è noiosa. La noia è spesso associata alla complessità strutturale e agli alti contenuti, ma personalmente trovo molto noioso Shining di King, rispetto al prodotto di Kubrick, che mette in evidenza concetti e pensieri tutt'altro che banali, ma che avvince, cattura, spaventa, a differenza del mattone di King che annega in pagine e pagine di racconti e descrizioni prolisse. Idem nei fumetti. Si può essere socialmente forti e impegnati in cose con ritmo come Il cavaliere oscuro o certi racconti di Hugo Pratt, senza proporre cose così. Storia di Nessuno era enorme, dal punto di vista emotivo, di azione, di coinvolgimento e di storia. Ed era Dylan Dog.
Lo spessore psicologico di questo albo è annegato nella prolissità di pagine e pagine di noia mortale. Non apprezzo questa lentezza. Chiaro che parlo per me, e non intendo dire che il mio sia il verbo.
Quoto anche chi afferma che se questa storia l'avesse scritta Marzano o DiGregorio avremmo parlato di frantumazione delle gonadi. O molti di noi, più precisamente.