Cravenroad7

Non posso che essere d'accordo, è quello che ho pensato anche io

Mah, l'ho trovata persino troppo esasperante nello stereotipo di quello che è, a tutti gli effetti, il pubblico che guarda quel tipo di programmi. Anch'io trovo assurdo che nessuno riconosca Dylan, poco verosimile che il Nostro si fidanzi con una superficialotta simile...e devo dicre che nemmeno Brindisi ha dato il meglio.

A me è piaciuta molto.Era da tempo che non ritenessi necessaria una rilettura per godere meglio di alcuni passaggi della storia.complimenti a Recchioni e Uzzeo.

Surreale o meno, è ben scritta, c'è "tecnica", coinvolge, fosse sempre così il fumetto..

Un po' deluso, forse soprattuto in relazione ai nomi coinvolti, e con un dubbio che ora mi assale, che le mie stesse aspettative non fossero più il frutto della fama interplanetaria degli autori che del mio reale apprezzamento del loro lavoro. Ripensandoci, a parte Mater Morbi, non c'è stato granchè della scarsa produzione del Robe su DD che mi abbia entusiasmato. Uzzeo forse funziona meglio come "citatore" di Dylan che Dylautore stesso. E dunque voto accettabile, cioè un po' al di sopra della media (bassa) del momento, per l'impegno non riuscito completamente e per il bel ritmo e i dialoghi a volte ficcanti, che comunque, con i disegni del sempre ispirato Brindisi, consentono una lettura piacevole. Niente di più, però. Al di là della tecnica, della forza di alcune rappresentazioni grottesche e del lodevole tentativo di inseguire maestro Sclavi sul quei temi, trovo una visione ancora acerba del DD, una specie di compitino a tema, con morale telefonata e forzature ironiche. Manca soprattutto, a mio parere, il "corpo" della storia, quel qualcosa, quella sottile inquietudine che ha fatto del personaggio un di più e un oltre il solito horror. Qui, ancora una volta scivola via, senza approfondire. Insomma, sotto il vestito poco, uno dei principali difetti del Dylan odierno, al quale sa sfuggire egregiamente la Barbato e pochi altri, che dio o Gualdoni me la facciano ritrovare di tanto in tanto. Accettabile, non di più.

Ed eccoci come ogni anno all’oggetto misterioso Almanacco (dell’anno prima) …e parte la musichetta nostalgica sul modello di quello (del giorno dopo) made in RAI1 di una ventinella di anni fa: http://www.youtube.com/watch?v=P1NhuLYFucw

Un’istituzione ormai avvizzita e priva quasi di senso, almeno quello della PAURA – degli altri conosco solo quello della FANTASCIENZA, e funziona meglio…ma lì è automatico perché è il “genere” di per sé ad offrire più carne al fuoco, rinnovandosi naturalmente durante una rivoluzione solare. Qui di rivoluzioni nessuna, tranne qualche rotazione gonadica sull’asse peristalsico di Orione .

Per me è un format editoriale che andrebbe rinnovato di sana pianta, dandogli un senso compiuto senza ricorrere al solito pout-pourri del già saputo, o del facilmente reperibile su qualsiasi Cikkapedia per profani. Una galleria di mini-segnalazioni elencate con tono pseudo-compagnonesco che non porta a nulla se non a chiedersi : se è questa la povertà dell’Orrore…fa davvero PAURA – e col titolo ci ritroviamo. Per fortuna ci sono i canali paralleli, i fenomeni nascosti e le nicchie inesplorate a fermentarlo ancora, l’Orrore .

Capisco la scarsità di temi ancora a disposizione per i dossier/servizi, comprendo come sia difficile un rinnovamento concettuale di per sé…ed anche io fatico ad inquadrare una reimpostazione di sorta per il futuro (AAA suggerimenti inspirasi): ma resta il fatto che le prime tre edizioni erano di fattura notevolmente superiore, ed i dossier a tre colonne meritevoli di attenzione per (amorevole) documentazione e presa sulla lettura. Belle qui le pagine patinatissime e profumatissime…per non parlare delle foto spaventevoli ad impatto…ma il resto lascia molto a desiderare un desiderio che non infiamma .

Biglietto da visita disarmante: un editoriale squassato che non parla di nulla, ma lo fa in modo divertito. Ok, c’è bisogno di un kit di sopravvivenza agli zombi…ma poi? E’ l’intro ad un surviving-game stravisto o l’attrezzatura per sopravvivere al centro commerciale di sabato pomeriggio? Rimpiango davvero le candide premesse di Sergione e dei suoi orrori cinefili anni ’60. Se avesse letto questo editoriale avrebbe noleggiato un ultracorpo cellulosoide per rimandarlo al macero .

Le sezioni “Libri” e “Film” sono tanto indicative quanto ho già detto. Quella patetica sui telefilm ( ) è ancora peggiore perché fornisce dettagli che un qualsiasi (teenage) fan già conosce, ed agli altri non impippano proprio. Nei videogiochi ci mettono anche quelli spudoratamente fantasy (v. Forgotten Realms) pur di allungare il brodo, e l’almanaccatura stile PostalMarket è completa.

Il dossier sul “New Horror” è involontariamente auto-ripetitivo come gli stessi torture-porn che continuamente prende in esame a modello di un’epoca. Infatti parla di cose già presentate/discusse negli altri Almanacchi per poi rimetterli insieme qui in una sezione unica. Retro(i)spettiva di recente fenomeno…a ridondanza continua. Ma d’altronde questa è l’aria che tira nel settore. Il tono da compari di squartamento lo rende meno nojoso, comunque.

L’articolo sulla Rice è il migliore, e mi meravigliavo di come non ne avessero scritto ancora uno su di lei…vista la babele di tomi che sforna ogni anno. Le illustrazioni di De Gennaro sono una chicca gustosa che fa sempre (molto) piacere. Il pezzo sui freaks sa un po’ di riempitivo, ma non divaga perdendosi fra le miriadi di sgorbiosità a disposizione tra cinema, letteratura e cronaca.

Detto questo: chi lo comprerebbe questo volumetto se non ci fosse una storia di Dylan all’interno…perché interessato al resto? Penso che la risposta la suggerisca un certo n°43…nonostante le 82pp a colori reclamizzate che impallidiscono davanti all’importanza del fumetto.
Io infatti l’ho comprato solo per la storia compresa nel pacchetto all-illusive…e di quella non mi sono pentito.

Ma questa è un'altra storia, e si dovrà raccontare in un altro post… (BastianoBaldassareBucci perdonami)

ALOHA

Anche per me questa storia è buona, principalmente per il mestiere dello scrivere del duo ai testi che sanno come tenere il lettore incollato all'albo con gli artiifizi di sceneggiatura. Ma ci ho trovato anche parecchia retorica, più che grottesco, più o meno dello stesso stile di quella che si imputa a De Gregorio.

Quello non è grottesco. Sono forzature e errori confezionati in modo che lo sembrino. E il maxi, così come "Terrore ad alta quota", sono un esempio.

EDIT : Ma comunque non disperate: dal mese prossimo ritornerà Gualdoni con la sua allegra cricca ad allietarvi le letture.

Bella storia!!! Sempre "esagerata" e " sborona" in puro rrobe Style!
C' e' parecchio Dyd in queste pagine, c' e' in grande groucho e c' e' una buonissima storia!!!
Il tutto non salva uno stanco almanacco che ha poco da dire...
Ma ciò che più ci interessa, Dylan , e' vivo e presente!!
Storia ottima , senza respiro , personaggi volutamente " tagliati con l'accetta"ma in cui bene o
Male ci si riconosce.....Dylan retorico quanto basta... Ottimo!!
Voto:8.5
Disegni un pochino sottotono... Brindisi non perfetto, ma assolutamente gradevole!!!
Il tipo di carta fa perdere molto!!!
Voto:7
Copertina.....non brutta ma neanche un capolavoro... Compito ben fatto!!
Voto :6
Servizi interni: l'annata libri e film si lascia leggere e da' ancora qualche spunto.....i servizi in fondo sono fondamentalmente inutili!!
Voto:5.5
Nel complesso un buon acquisto!!!
G.l.

Buona storia, scritta benissimo e disegnata da Dio. Oggi son sicuro Brindisi è il mio disegnatore di DyD preferito. Non trovo ne retorica ne esagerazioni. Sono personalmente disgustato da format tipo talent show e soprattutto dal sistema del televoto tanto da trovarmi perfettamente d'accordo con tutte le scelte dell'albo... buon Dylan buon groucho, ottima sceneggiatura.

per me 6-7.
e questo mi fa incazzare. il soggetto per me è banale, niente di che, a tratti irritante. ma la sceneggiatura è favolosa, scorre che è un piacere, dialoghi che ci stanno su anche nei momenti irreali. e allora perchè mi incazzo? perchè non posso credere che non si possa mantenere questo standard sulla serie regolare, non dico capolavori (questo non lo è, imo) ma storie da 6-7, daiiii...

Sono uno di quelli che ha comprato l'Almanacco solo per la storia di Recchioni...

Concordo in toto con Elettra, questo è quello che dovrebbe essere Dylan Dog tutti i mesi... Non una storia epocale, ma una storia di Dylan Dog, con una situazione "alla Dylan Dog" e con Dylan Dog che si comporta "da Dylan Dog".... (ho detto un po' troppe volte Dylan Dog forse? )

Di questi tempi, a me questo basta e avanza per dare un voto più che positivo...

Poi come detto da molti la sceneggiatura è brillantissima e anche i personaggi secondari sono in ruolo... e per quanto riguarda il messaggio....non lo trovo affatto esagerato e manicheo, ma semplicemente realista...e concordo in toto con le posizioni dell'autore, anzi io sarei stato ancora più "cattivo"....

Insomma, complimenti a Rrobe e un sonoro "buuu" alla redazione, visto che relega l'unica storia degna degli ultimi mesi su una pubblicazione secondaria....

Di buono c'è che è una VERA storia di Dylan Dog, in cui tutti i personaggi non si limitano a svolgere i proprio ruoli (sparabattute/riempitivo per Groucho, e passacarte per Bloch, in particolare), ma sono i personaggi che devono essere; c'è che la storia fa quel che tutte le storie devono fare, cioè mostrare la visione del mondo degli autori, c'è che la lettura non è semplicemente scorrevole, ma davvero brillante, c'è tutto quello che si richiede a una storia di Dylan Dog scritta con impegno e professionalità, e mi son goduto la lettura, arrivando soddisfatto alla fine.
Di meno buono c'è che la poetica sclaviana non è a mio avviso del tutto rispettata, perchè la vicenda è assolutamente surreale, eppure calata in un contesto totalmente realistico, mentre, salvo eccezioni che al momento non mi sovvengono, in Sclavi generalmente c'era sempre un elemento non realistico a innescare il surreale e il grottesco. Non è poi sto gran difetto, visto che già altri si sono allontanati dalla poetica sclaviana ottenendo comunque ottimi risultati, più grave è che l'esasperazione del comportamento di pubblico e concorrenti del talent show è tale da non far giungere del tutto a bersaglio le critiche, visto che è proprio l'esasperazione di certi comportamenti a essere riprovevole e non i comportamenti stessi, come l'albo vorrebbe suggerire.
Il terzo difetto dell'albo è che la narrazione non segue una progressione logica, ma c'è una situazione iniziale che va avanti fino alla fine
Brindisi è sempre una garanzia, uno degli autori più versatili e costanti della scuderia Bonelli, e lavorando con Recchioni c'è una gran sinergia (già osservata anche in albi precedenti, privi di uzzeo) che permette di ottenere grandi caratterizzazioni grafiche dei personaggi (soprattutto delle donne), visto che Recchioni è lo sceneggiatore che vi è più attento, e Brindisi quello che sa meglio differenziare le fisionomie.


In sintesi, un albo abbondantemente promosso, con qualche riserva che impedisce di arrivare all'eccellenza (e da chi ha scritto Mater Morbi me lo aspetto), ma comunque è questo che voglio leggere in Dylan Dog.

Ho votato un bel BUONO pieno

Un perfetto e vero Dylan Dog immerso ìn una classica situazione "esagerata" alla Dylan Dog.
Una lettura godibilissima
Il tutto é giustamente spinto all'esagerazione perché é in quell'ambito che il Nostro si trova a suo agio.
Soggetto buono e sceneggiatura ottima, incalzante, scorrevole che non c'é spazio per lo sbadiglio di turno (vedi ultime uscite della serie regolare).
Come direbbe una vecchia pubblicità: ritmo, ritmo, ritmo !!!
Interessanti e ben riusciti i camei anche se sono sicuro di non averne colto molti.
Solo io ho colto la citazione di Andy Capp ?
Poco altro da aggiungere agli altri commenti positivi.

Brindisi magistrale, non riesco a capire come faccia dopo tutti questi anni a trovare gli stimoli per migliorarsi sempre, scrivendo poi per lo stesso personaggio.
Forse la parola é una sola: il genio al servizio di una grande professionalità !
Però quella mano ...

quoto,specialmente il primo punto. Per me è quello che fa cadere il livello della storia