Eva_Luna ha scritto:
GiovanePioniere ha scritto:
Si, infatti è quello che dico. I modelli in vitro servono proprio per sostituire gli animali. In pratica ho queste cellule o questo organo in "provetta", somministro un certo principio attivo, vedo come risponde, che metaboliti vengono prodotti, come si modifica la cellula, che sequenze e cascate di reazioni sono stimolate...inserisco i dati nel computer che mi dice: in un organismo complesso tale farmaco potrebbe provocare questo o quest'altro effetto. E' simulazione, bisogna essere sicuri dei risultati, perchè un giorno -chissà- potremmo pure saltare la fase sugli animali (come dici tu non sempre un animale funziona come un uomo: per esempio ai cani il cioccolato non fa per nulla bene perchè non digeriscono la bromina e in alcuni casi questo può provocare disturbi anche gravi) ma quello che non si può saltare sono le prove sulle "cavie" umane. Ovvero, prima di lanciare il farmaco sul mercato questo va dato a centinaia, spesso migliaia di volontari. Prima sani e poi malati di quella malattia che si deve curare. (O direttamente su malati se il farmaco è particolarmente tossico, ad esempio antitumorali)...Specie se la malattia è molto grave e il farmaco è sospettato di avere una grande efficacia diventare un paziente è una grande opportunità per chi non ha la possibilità per i più svariati motivi di attingere a cure migliori.
Appunto, anche perchè se la maggior parte delle case di sperimentazione ha abbandonato la sperimentazione, questo vuol dire che è possibile, quindi anche eticamente auspicabile.
Perchè non testarli sui pedofili ad esempio?
Guarda con me sfondi un portone aperto. Concordo. Anche su assassini, stupratori, quando il crimine sia accertato. Poi ogni caso è a sè, ovviamente. Ci sono assassini che hanno avuto un passato di violenze ed abusi (e certo questo non giustifica i crimini ma li inquadra in una certa prospettiva) e gli assassini che ammazzano durante rapine, che stuprano, che uccidono per pura crudeltà o gusto di sopraffare o sete di denaro. E tra le due categorie c'è enorme differenza e le tratterei in maniera molto diversa. Ovviamente la legge...questa sconosciuta, ci vorrebbe una legge che funzionasse davvero, non schiava di avvocati di grido.
In un ipotetitco mondo dove fosse possibile accertare a quale dei due schieramenti un assassino appartiene e dove non vi fosse la comoda verità "processuale", ma la
verità, per me si potrebbe tranquillamente procedere con pena di morte, sperimentazione farmaci o lavori forzati. In mancanza di questa verità un buon compromesso è l'ergastolo, ma anche qui il discorso non cambia: troppa differenza di trattamento, troppa influenza da parte di forze esterne, processi lenti, indagini sbagliate. Malessere generale delle procedure giuridiche insomma. Funziona tutto troppo lentamente e troppo approssimativamente.