Ormai sono un paio d'anni che non faccio che ripetermi che questa nostalgia dei c.d. fantastici eighties dovrà pur finire, prima o poi
E nei film (e.g.
Adventureland), e nella musica
indie, e nelle storie dylaniate del Rrobe che la musica indie la odia...
Stop, per la miseria!
Non credo davvero che oggi sia impossibile dar vita ad un prodotto artistico di qualità, né (e qui debbo mostrarmi in disaccordo col buon rimatt
) che questo dipenda necessariamente dal cogliere o meno lo
Zeitgeist contemporaneo. Il fumetto Bonelli, a mio modesto modo di vedere, non ha mai assolto in Italia a questa funzione: gli albi di via Buonarroti hanno sempre proiettato il lettore in mondi altri, certo stimolando riflessioni analogiche col presente, ma questo perché, da bravi classici, hanno trattato temi universali e sentiti in ogni epoca (il diverso e l'orrore del quotidiano, nel caso di Dylan). Il ruolo di interprete dell'Italia contemporanea l'ha sempre svolto, nel nostro Paese, il fumetto Disney, naturalmente con toni molto pacati e ironici.
L'esatto contrario che negli USA, ove il fumetto supereroistico (il loro "Bonelli") ha sempre ammiccato al mood nazionale (anche recentemente, vedasi il concept di
Civil War di Millar), mentre i colleghi Disney sono rimasti concettualmente bloccati nella dimensione dei 50s, come tra l'altro dichiara esplicitamente un autore del calibro di Don Rosa.
Tutto questo (così faccio finta di esser rimasto IT
) per dire che quello che manca all'ultimo DYD sono, banalmente, le buone storie. Che sia la mancanza di idee, la scarsa esperienza dei collaboratori ancora attivi sulla serie, i veti della redazione, la sovrapproduzione... Il problema è quello. Tex è fumetto acronico per definizione, e di riferimenti al contemporaneo ne vedo pochini (a parte farabutti e ladroni, ma quelli ci sono da sempre), però, per chi apprezza il genere, è sempre una piacevole lettura, perché il prodotto è ben realizzato. E questo è tutto ciò che fa la differenza tra il bravo Faraci di questi ultimi due mesi e le secche nizziane di qualche anno fa.
Lo stesso potrebbe essere per Dylan: poco cambia, alla fin fine, che si occupi di licantropi o citi il nostro mondo dei reality/talent come l'almanacco venturo, che sia horror o meno (
Il Lungo Addio era un horror e non me ne sono accorto?). Basterebbe solo un po' più di cura e di selezione, magari producendo meno ma tagliando le ciofeche, ché di piramidi capovolte e compagnia brutta non sentirà la mancanza nessuno.
Linciatemi