Visto che non avevo messo i miei 10 rimedio ora. Gli imprescindibili, imho (che non vuol dire siano anche i miei preferiti), sono in rigoroso ordine temporale:
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Nosferatu (1922) di F.W. Murnau (capolavoro dell'espressionismo tedesco e miglior film sui vampiri di sempre, l'ombra di Orlok entra di diritto nell'immaginario collettivo e nella storia del cinema)
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Psycho (1960) di Alfred Hitchcock (quella che sembra una classica crime story destinata al lieto fine, sprofonda nell'incubo con la sosta di Marion Crane al Bates Motel. L'omicidio nella doccia fa parte di diritto dei momenti topici dell'entertainment cinematografico. Il personaggio di Norman Bates affascinante nella sua doppia connotazione schizofrenica, fragile e gentile da una parte, folle e feroce dall'altra)
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Rosemary's Baby (1968) di Roman Polanski (tutti i film su Anticristo, figli di Satana, ecc.. portano l'indelebile marchio del capolavoro polanskiano. Mia Farrow strepitosa. Nulla è cio' che sembra. Uso dei colori, delle ambiente e delle inquadrature da antologia e precisione quasi chirurgica)
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La notte dei morti viventi (1968) di George Romero (segna la nascita dell'horror moderno, brucia tutto l'horror gotico di Universal e Hammer ormai obsoleti, ha un'influenza pazzesca a livello registico non solo sui successivi zombie movie ma su qualsiasi film che rappresentino scene d'assedio)
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Reazione a catena (1971) di Mario Bava (non è il primo slasher della storia, ma è il primo a codificarne le regole, benchè solitamente sia Halloween di Carpenter a vantare questa caratteristica forte del maggior successo commerciale. Ma senza film di Bava, le saghe di Michael Myers e Jason Voohrees non sarebbero mai esistite, così come centinaia di altri slasher di serie A,B e Z)
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L'esorcista (1973) di William Friedkin (film di elevatissimo spessore registico, con notevolissime performance recitative da parte degli attori a partire dalla giovanissima Linda Blair; pone il suo marchio indelebile sul filone delle "possessioni", gli improperi della piccola indemionata diventano di uso comune, l'immagine dell'esorcista nella nebbia entra nella storia del cinema. Così come in Romero, anche qui troviamo horror unito a critica sociale)
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Non aprite quella porta(1974) di Tobe Hooper (l'horror che vanta il maggior numero di imitazioni, anche e soprattutto in tempi recenti. Influenza inevitabilmente il cinema di Rob Zombie e la renaissance horror francese. Una delle rappresentazioni più lucide e spiazzanti della follia umana, non a caso in parte velatamente ispirato a Ed Gein, perchè senza spiegazione)
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Profondo Rosso (1975) di Dario Argento (trait d'union tra il giallo e l'horror, con alcune delle scene più terrorizzanti mai viste. L'uso delle musiche e del materiale di scena, come armi bianche, bambole e pupazzi, è quanto di meglio si sia visto e sentito per creare un'atmosfera malata e disturbante).
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Shining (1980) di Stanley Kubrick (la miglior trasposizione kinghiana in assoluto, Nicholson talmente bravo da sembrare realmente pazzo; abbondano le scene da strizza e da pipì nelle mutande. Miglior film con fantasmi di sempre. Kubrick lascia un segno indelebile anche l'unica volta che si cimenta nel genere. Le apparizioni delle gemelle avranno un'influenza fortissima sulle pellicole dello stesso filone, anche quelle orientali)
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La casa (1981) di Sam Raimi (la quintessenza del tipico horror movie: terrificante, ironico, girato con 2 soldi, urla, balzi sulla poltrona, sangue a fiumi e splatter a volontà; il purè non avrà più lo stesso sapore dopo averlo visto. Tecnica di ripresa innovativa).
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La cosa (1982) di John Carpenter (fantascienza e horror si uniscono in un cocktail corrosivo mai visto prima. Splatter a livelli esagerati, make up ed effetti speciali strabilianti per l'epoca; caccia al mostro da mozzare il fiato perchè il mostro può essere in ognuno di noi)
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The Blair Witch Project (1999) di Daniel Myrick e Eduardo Sanchez (non è il padre dei mockumentary perchè in passato c'erano stati altri progenitori, ma è il primo a intuire le potenzialità commerciali e le implicazioni mediatiche e di viral marketing sfruttabili, spacciando il finto documentario come vero. La recente overdose di mockumentary al cinema si deve principalmente proprio a Il mistero della strega di Blair. Riscrive il libro dei record come film indipendente che ha guadagnato di più in proporzione ai soldi spesi per la sua produzione; praticamente il sogno dei maestri artigiani nostrani. Fulci l'avrebbe probabilmente adorato. Da valutare più come "fenomeno" che come film in sè che è poca cosa anche se il finale è tra i più agghiaccianti di sempre).
Vabbè sono 12
.Ne mancano altri all'appello, ma questi andrebbero obbligatoriamente visti.