Le mie 100 storie preferite di Dylan Dog : posizione
n°37 La vita rubata, maxi n°3, giugno 2000
Testi di Fabrizio Accatino
Disegni di Montanari & Grassani
Chi non vorrebbe la vita di Dylan Dog? Avventure sulla soglia tra incubo e sogno, amori fulminanti, una sfida perenne con l'impossibile. Anche l'uomo senza nome condivide quest'opinione. Il suo talento è unico e irresistibile, non ha una vita propria e quindi ruba quelle degli altri. Per Dylan è il peggiore dei mostri: cacciato da Craven Road e scaraventato nei vicoli della miseria, per strappare a ogni giorno un boccone di sopravvivenza...Prima premessa. E' l'unica cover maxi a riferirsi alla storia migliore, di regola è ripresa la prima.
Seconda premessa. E' il capolavoro dei maxi.
Terza premessa. E' il capolavoro di Accatino alias Ferrandino2 alias autore ipercentellinato ergo (o non ergo, equazione per nulla scontata) iperispirato ergo ipercult. O ipercut: una recente intervista in
Craven Road.it ha rivelato in parte le dinamiche meritocratiche allo sportello bonelliano.
Quarta premessa. E' un capolavoro di genere eppure distante dai devastaDylan barbatiani, sempre utile quell'intervista. In Accatino il feticcio Dylan si trova su uno solo dei binari; diverse locomotive per ogni binario con diversa andatura ed un clamoroso impatto finale eppure sfuggente. E' più originale o è più drammatica o è più grottesca? E' il minimalismo dell'esperienza homeless o dello slasher delirante o un barbone per nemico il sogno proibito di ogni (e siamo pochi, brutti, sporchi e cattivi) antisclachiavamarcheselliano?
Quinta ed ultima premessa. I Montanari & Grassani la loro rarissima dote l'hanno mantenuta pure nella sfortunata collana: se la storia è ridicola peste li colga. Se la storia è un capolavoro allora pazienza se i M&G non sono più quelli di una volta e ci si arrovella nello scovarne le finezze. O nell'inventarle.