Cravenroad7

Rispondo a dogares: non la ricordo benissimo, ma se la memoria non mi tradisce del tutto, "Un mondo sconosciuto", pur essendo una storia del tutto fuori contesto (insomma, con Dyd c'entrava poco o nulla, anzi, più nulla che poco), comunque aveva una sua logica. Sicuramente fu un errore pubblicare quella storia di Faraci, che però almeno era scritta con un certo criterio, con un certo mestiere, diciamo. "Il museo del crimine", invece, mi sembra scritta da un dilettante allo sbaraglio. Per quanto riguarda la proposta di Elettra: hai ragione, con questa storia la misura è colpa. Sì, bisognerebbe spedire indietro le copie. Che quand'è troppo è troppo.

Il 304 era bruttino, questo dai commenti mi sembra peggio quindi credo proprio che eviterò di prenderlo. Anche le premesse per il 306 sono a dir poco pessime. Il 2012 per ora rischia di candidarsi a peggior annata di sempre in Dylan Dog.

inizio imbarazzante ,concordo con chi ha scritto che le prime pagine raccontano uno dei peggiori dialoghi di dyd di sempre.(antipatico così lo letto solo nellla prima storia dell' ultimo color fest)
la storia procede senza un rigor di logica con un finale che se da un a parte rivaluta (ma non troppo) l'albo lascia mille dubbi sul perchè di troppe cose in sospeso.( a cominciare dal fatto di averla pubblicata)
voto finale 4.

io non l'ho preso, Gualdoni ormai nel mio piccolo lo voglio sabotare o almeno risparmiare letture inutili e soldi spesi male

SOGGETTO: 5
SCENEGGIATURA: 4,5
DISEGNI: 7,5
COPERTINA: 7,5

Difficile fare una media ponderata. CI devo pensare.

Peccato davvero. Perché questo albo potenzialmente avrebbe potuto essere molto buono.
C'è un idea di fondo forte
che però viene negata nelle ultime due pagine, nel tentativo di creare un ulteriore colpo di scena, che però appare troppo gratuito.
Ci sono una serie di racconti con una buona atmosfera e (il secondo e il terzo) con un finale di beffarda tragicità.
C'è un Dylan a cui sicuramente manca la giusta dose di ironia, ma per il resto è piuttosto centrato a mio parere (gli eccessi di retorica in qualche dialogo li metteva anche Sclavi, suvvia).
E c'è - non dimentichiamolo - un ottimo disegnatore.
Eppure, alla fine, il risultato è appena sufficiente, invece che più che buono come avrebbe potuto essere, perché il tutto appare un po' sgangherato... gli episodi appaiono troppo slegati dalla trama che ne fa da cornice, il finale volutamente privo di spiegazioni non trasmette particolari emozioni se non un senso di confusione e le vicende tendono ad essere troppo prevedibili.
Come ho detto, è un vero peccato, perché pochi elementi sbagliati hanno danneggiato quella che poteva essere una gran bella storia.

Ho votato accettabile.

S
P
O
I
L
E
R

Premessa: commento senza aver letto tutti i commenti precedenti dunque presumo che dirò qualcosa di già detto
Delle pagine iniziali non voglio dire tanto del pistolotto iniziale, del quale oramai non mi stupisco più di tanto, ma della considerazione che in casa bonelli si ha del lettore medio. Ricordate gli albetti allegati ai primi speciali? Ora non ricordo bene con quale numero (mi pare il 4°) ne uscì uno sul cinema horror dalla A alla Z che era davvero ben fatto. Allegare quell'albetto voleva dire che SBE aveva la consapevolezza di offrire un fumetto ad un pubblico amante dell'orrore in tutte le sue forme (cinema, fumetti, narrativa ecc.), un pubblico che presumibilmente avesse un minimo di cultura orrorifica con la quale gli autori potessero dialogare. Oggi a pagina 2 ci tocca una nota sulla Hammer e a pagina 12 una bella definizione di 30 righe (DICO 30) della parola serial killer, dialogo tra l'altro non giustificabile da un punto di vista logico/narrativo, che bisogno c'è di definire la parola serial killer in un dialogo fra il direttore del museo del crimine "che è una autorità del campo" (cit.pag.11) e una psicologa forense (almeno questo era ciò che sapeva il direttore)? E' come se ogni volta che due fisici si incontrino prima diano la definizione di atomo e poi comincino il dialogo.
Poi iniziano le storie, tutte prevedibili e senza la minima sorpresa. Questo meccanismo di immedesimazione di Dylan mi ha ricordato tanto quelle puntate dei simpson dove, ad esempio, raccontano la storia di Davide e Golia allora vediamo i personaggi biblici prendere le sembianze di Bart e Nelson. E' palese che i simpson e dylan dog hanno (o dovrebbero) avere schemi narrativi e trovate un tantino diverse...
Seguono alcune delle cose che non mi hanno convinto di queste pagine: pagina 37-38 alla fine della prima pagina vi è il ritrovamento del cadavere di annie, all'inizio della pagina successiva la foto sul giornale è la stessa della vignetta precedente, ne deduco che la ragazza abbia aspettato l'arrivo dei giornalisti buona buona senza muoversi di lì e senza togliere la mano da vicino la bocca. Ma questa la posso ancora perdonare. Pagina 43, sta per arrivare il "vampiro" e dylan esclama: "mi serve qualcosa per difendermi", fra l'attizzatoio del camino e il piede di porco che ha lasciato nella stanza accanto decide di eseguire in pochi secondi la seguente operazione: staccare due gambe di una sedia e legarle a mo di croce con una corda uscita dal nulla (pag.44). Il direttore che alla fine si scopre non sapere nulla del piano per eliminare dylan non fa altro che uscirsene con frasi minacciose del tipo "il meglio deve ancora venire" (pag.68). La presa hollywoodiana in cui dylan si lancia a pagina 75, dove fa un balzo dal tetto del palazzo, sospeso nel vuoto afferra il cornicione con la mano destra mentre con la sinistra afferra la ragazza. Pagina 83, Mary estrae dalla giacchetta un bel martello stile kreta di city hunter e colpisce dylan. Oltre ovvi problemi di visibilità, mi chiedo come ha fatto con questo peso ad arrampicarsi su una cupola con tanto di pioggia torrenziale, tacco 12 ai piedi e poi a legarsi le mani tenendo in perfetto equilibrio il martello sotto la giacchetta? Pagina 95, emerge un dilemma morale: dylan ha salvato una ragazzina anni or sono ma la sua azione è stata poi causa di tante morti in quanto quella ragazzina era una serial killer. Pagina 97 il dilemma è vanificato dal fatto che la donna salvata da dylan non era l'assassina con cui ha avuto a che fare in questa storia. Se il problema doveva durare 2 pagine, mi dite qual era lo scopo? Ho l'impressione che gualdoni abbia nel suo repertorio una sola tecnica per chiudere le sue storie (chiamiamolo controfinale gualdoniano) e che la usa sempre a prescindere dalle reali esigenze narrative
Disegni: IMO Mari sottotono per i primi 3/4 della storia, ma sotto la pioggia si scatena e dà il meglio di se, davvero bellissima pagina 95
Copertina: ottimo Stano anche se ho qualche dubbio sul modo in cui sono proiettate le ombre

Bello dettagliato il commento di jimi_syd qui sopra. Lo quoto. Una sfilza di imprecisioni e sciatterie che forse fanno rimpiangere "Nella testa del serial killer"...
I disegni sono altalenanti, Mari e' ottimo nelle atmosfere ma mi hanno infastidito certi disegni troppo piatti (vedi Dylan versione "sagoma cartonata" nella vignetta 5/6 a pag 8), ma comunque da sufficienza piena.
Il soggetto e' troppo povero per arrivare al 6, della sceneggiatura avete gia' ampiamente discusso.
Votato mediocre.

Sinceramente non l'ho trovato così negativo come espresso da molti (lì dove albi che io ho votato con un 4 erano considerati quasi buoni addirittura). Concordo che la prima parte (e i dialoghi in particolare) è assolutamente imbarazzante. Ma lo spunto non è affatto male, e l'idea di avere Dylan come protagonista delle storie funziona. Alla fine una lettura che scorre via senza troppi problemi. Purtroppo oggi giorno ci sia accontenta quasi di questo!

dai ragazzi ne ho letti di migliori ma non è malaccio...mi è piaciuta molto la divisione in episodi una cosa che non ho particolarmente apprezzato è stata l'assenza di Groucho e le sue immanchevoli grouchate

Votato INSUFFICIENTE: a parte la sceneggiatura piatta e annacquata, e un Dylan come sempre raffigurato allo zenith dell'antipatia, narrativamente mi è sembrata proprio costruita male, con la struttura ad episodi (stratagemma narrativo ultimamente un po’ abusato e che inizia a darmi fastidio) e la conclusione invece nel più classico e scontato psyco-thriller, per non parlare della pagina finale che nel tentativo di sparigliare un po' le idee al povero lettore dirige il racconto verso la confusione più totale. Bene solo Mari, ma anche lui in calo

@elettra: mia dolce donzella in questo momento mi risulta moooolto difficle essere cattivo!!^_^
inoltre ripeto che la storia non era "orrenda" (sciatta si', legata con lo sputo....)....ha solo sbrodolato parecchio con il finale "inutile" che rovina il poco di buono che c'era!! ^_^
..Mari è sempre Mari!! ^_^
G.L.

vedo che tutti i commenti sottolineano il pistolotto iniziale di dylan e il bacco nel culo che si porta appresso; ma è possibile che sia così difficile caratterizzare un personaggio che ha le sue idee (vegetariano, non fumatore ecc.) senza farlo apparire come un vecchio barbogio insopportabilmente retorico?

In realtà Scalvi ci riusciva benissimo!....
il problema è il resto...

(e viva Paola e la sua cattiveria!!!)