Cravenroad7

La mia era semplice ironia, in effetti mi hai fatto notare ora che ho dimenticato di scrivere che è attaccata alla mano di dylan, come del resto suo padre. Il riferimento alle pagine era semplice ironia, lo so che la dilatazione temporale in un fumetto non va di pari passo con le tavole. Siccome avevo fatto tutti quei riferimenti precedenti al discorso sul quantitativo di pagine ho volutamente esagerato. Grazie per avermi fatto notare l'errore.

Ennesimo albo mediocre. Ormai è diventata la norma.

seguono
SP
O
I
L
E
R

Qualcuno in redazione deve (giustamente) aver fatto notare a Gualdoni che gli vengono meglio le storie brevi di quelle lunghe. Così l'autore ha sfornato un albo omnibus dove un racconto 'cornice' fa da contenitore a tre episodi sostanzialmente a se stanti, se non per il tema -molto generico, a dir la verità- del serial-killer.

Buona l'idea, ma la realizzazione proprio non va.

A differenza del recente albo di Mignacco/Brindisi (a me piaciuto molto), in cui il protagonista degli episodi è effettivamente Dylan, qui abbiamo tre racconti in cui il personaggio Tizio o il personaggio Caio ha la faccia di Dylan. Nient'altro.
Il Dylan di Mignacco era effettivamente Dylan, non tanto perchè facesse l'indagatore, ma perchè aveva le caratteristiche psicologiche di Dylan: l'umanità di fondo temperata da un certo disincanto, il misto di romanticismo e rassegnazione... Il Dylan degli episodi di Gualdoni non ha nessuna di queste caratteristiche.
Per citare e parzialmente emendare Dogares noi non vediamo Dylan in abiti ottocenteschi, ma un tizio dell'Ottocento con la faccia di Dylan. Potrebbe anche avere la mia faccia e non cambierebbe nulla (a parte essere mooooolto meno sexy ).

E' questo il principale problema, non tanto il fatto che l'immedesimazione di Dylan 'non è spiegata'.

I tre racconti hanno anche altri problemi. Passi che non contengono elementi originali (sarebbe stato pretendere troppo!), ma la direzione narrativa presa dallo sceneggiatore è puntualmente la più ovvia e la più banale.

Prendiamo per esempio il primo racconto.
E' stato giustamente notato che si ispira alla vicenda di Burke & Hare, già trasposta al cinema innumerevoli volte (a parte il recente film di Landis, segnalo Le jene di Edimburgo di John Gilling con Peter Cushing e La jena di Robert Wise con Boris Karloff - recuperateli se potete! Sono bellissimi, specie il secondo!).
Tutti gli autori/cineasti che hanno narrato la vicenda hanno puntato i riflettori sui due procacciatori di cadaveri, Burke & Hare, e NON sullo scienziato che li studiava, il dottor Knox.
Perchè? Perchè l'angolazione era più insolita e permetteva uno studio socio-politico non banale. Le azioni di Burke & Hare rivelano come un tempo, nella Gran Bretagna dell'Ottocento, la vita umana non valesse nulla, mentre paradossalmente valesse qualcosa la morte (i due uccidevano per 'fabbricare' cadaveri freschi e poi intascare denaro dal dottore, ignaro delle loro azioni).

Invece, puntando i riflettori sul dottore, cosa ottiene Gualdoni? Nient'altro che la centomiliardesima variante dello 'scienziato pazzo'!!!!!

La banalità ha un nuovo vangelo: le sceneggiature gualdoniane.

Gli altri due racconti sono in sintonia: banali, prevedibili, senza guizzi.

La cornice affossa definitivamente la storia.
A me sembra ispirata da un racconto a fumetti di Alan Moore del ciclo ABC. Anche lì, guarda caso, c'era un serial-killer che usava il martello, anche lì avveniva uno scambio d'identità e anche lì la colpevole si rivelava una donna...

Vabbè, saranno coincidenze.
Quel che è certo è che mentre nella sceneggiatura di Alan Moore tutto quadrava a perfezione, come un puzzle cesellato al millimetro, qui tutto appare pretestuoso e sconclusionato. Inutile sottolineare con la matita rossa questo o quel dettaglio: l'hanno già fatto meglio di me gli altri forumisti.


Mari risolleva un pochino la pericolante baracca, ma si vede che non è ispirato. Come Brindisi e Casertano, è un autore che dà il meglio di sè con sceneggiature buone. Quando la struttura scricchiola, non può far altro che affidarsi al suo (peraltro eccellente) professionismo.

riletto e confermo il 6-....peccato perchè l'idea era molto carina!!
credo che il buon Gualdoni abbia preso una sua storia breve e l'abbia "allungata" con i miniepisodi totalmente fini a se stessi!!!!!
..il colpone di scena si rivela la vera fregatura dell'albo...fino a li era abbastanza chiaverottiano e simpatico!! ^_^
G.LUCA

Rkc tira fuori la cattiveria che in te!!

Mi sembra Rousseau dicesse che in tutti noi c'è un lato buono e uno malvagio...ecco lascia a dormire quello buono e scatena la furia!!
"Il buon Gualdoni"..................................ah ah ah!

No no no...io non intendevo affatto correggerti, figurati. Era solo una riflessione personale.
Cmq la storia ambientata sul presunto vampiro, la raffigurazione della vittima è molto somigliante a quella che Bram Stoker aveva del proprio Dracula. Un piccolo tocco di bravura di Mari che, come ha anche superbamente fatto notare il master, ha alternato cose buone ad altre meno in questo albo.

Mentre leggevo questa parte mi figuravo Mari al tavolo da disegno che si chiedeva come poteva fare per disegnare una cosa simile infatti nonostante la sua arte eccelsa la scena è impossibile in tutto, praticamente i protagonisti camminano su di una superficie quasi verticale, bagnata e la ragazza con i tacchi!!! Come ha fatto notare dogares mari ha rimediato alla grande con i volti e i corpi sotto la pioggia (un grande artista c'è poco da dire) per fortuna.

Non fate i maligni adesso...nell'horror post dicono addirittura che Mari si è molto divertito a disegnare questa storia

Ma mari è un bonaccione. Si divertirebbe anche a giocare a Bagammon con la Trelkovski!

E comunque io lo adoro e resta uno dei miei disegnatori preferiti!

Spero non fosse divertito dall'assurdità di quello che gli veniva chiesto

Credo sia una delle peggiore sceneggiature di sempre viste sulle pagine di Dylan Dog, forse la peggiore in assoluto. E penso quello che pensano molti: se Gualdoni scrive così, immaginate che contributo possa dare da curatore della testata. Davvero mi chiedo in che mani siam finiti.

Non credo la peggiore. Il peccato originale del 305 sta, IMO, nel aver voluto costruire una storia su diversi episodi non legati in alcun modo con la vicenda principale, perdendo di vista l'ampliamento e e la struttura della stessa. Come è stato osservato troppe cose che non convincono: dall'identità celata della ragazza, al suo legame con Dylan, al ruolo del direttore del museo, sino alla scena finale.
Penso però che cose come "Un mondo sconosciuto", fossero anche peggio.
Possiamo solo sperare che Gualdoni come direttore di testata si riveli meglio che come sceneggiatore.

Il peccato sta nelle tre storie messe lì completamente a caso,se si fossero legate alla storia ,probabilmente mi sarebbe piaciuto di più
Che so,le statue che prendevano vita

Finora mi sembra di gran lunga vero il contrario, ahinoi.

L'inadeguatezza di Gualdoni come curatore della testata credo non vada nemmeno messa come argomente di discussione perché non ne vale la pena. Io sarei per un atto concreto come rimandargli indietro l'albo. Se lo faccio solo io però non ha alcun senso.

FINE OT

mandateli a me che ho un'edicola, glieli rimando indietro gratis...heheh.