Letto pochi minuti fa, mi precipito a far la recensione prima che il mio cervello come forma di autodifesa cancelli tutto....
il giudizio globale personalmente non puo' che essere negativo, principalmente a causa dello sconclusionato (per me) finale nel quale i vari colpi di scena smontano tutto quello di buono che era stato fatto...ma andiamo in ordine:
le prime dieci pagine , come gia' stato detto da voi, riflettono il dylan pesante che comunque è presente altrove, è un aspetto della sua personalita', non ce lo rendera' simpatico ma è dylan. Solo che dieci pagine di "no" "no" e "uffa ho detto no" son un po' troppe... forse aveva altri programmi per la serata con la ragazza...
Nella panoramica delle statue mostrate avrei gradito qualche riferimento a qualche altro albo, ma mi rendo conto che la continuity per la serie non è prevista.... forse il tizio con il martello sembra quello dell'eterna illusione , ma per il resto son vaghi richiami a nemici del nostro e nulla più. diciamo che se si parla di killer che hanno insanguinato Londra non dovrebbero mancare almeno una decina di nemici affrontati dal protagonista della serie, ma vabbe' non è poi così importante solo che qualche strizzata d'occhio al lettore piu' affezionato sarebbe gradita ogni tanto...
E che cavolo Dylan non fa un sorriso per tutto l'albo, abbiamo capito il rispetto per la vita umana ecc pero' l'argomento dovrebbe comunque interessargli-...
passando ai singoli episodi anche se non è che brillino per originalita' son gradevoli, quello del sangue sinceramente mi è piaciuto molto...
Chiudo con qualche considerazione sulle classiche scene di pesona appesa nel vuoto... ma come si fa a rendere realistica una cosa del genere? a livello di fisica intendo... lo dico perchè se ne abusa in quest'albo... so che è una scena classica pero' ricordo che ne "la iena" mi dava davvero la sensazione della vertigine , così mi sembra una cosa piatta...
Anzi richiudo con alcune considerazioni sulla protagonista femminile...passi che si finga per psicologa (che poi magari si poteva pure dire che l'aveva conseguita davvero la laurea) ma come fa addirittura a conoscere dylan collaborando ad un caso?
e poi perchè -come detto da altri - precisare che non era la vera figlia del giornalista?
che senso ha? non trovate che il giornalista somigli al direttore del museo? ho pensato che fosse il padre redivivo credo sia stata voluta come cosa...
vabe va
ciao