Cravenroad7

beh, esistono anche i coprofagi....si scherza, si scherza.

C'è gente a cui piace ben altro..Ad esempio ho letto di persone entusiaste nel commentare il (?) film di Dylan Dog. Sempre che per lungometraggio si intenda quella oscenità che ci è stata propinata al cinema.
In ogni caso paragonare questo albo al film (?) è quanto meno paradossale...
A poco vale anche il paragone con i freaks ( ma quale storia ? Johnny o il cimitero...o tutti e due...) dato che si tratta di due storie completamente diverse, che hanno finalità e strutture diverse.
Questa la si può paragonare a "Uno sconosciuto sulla strada", tanto per dire, che ha una vicenda horror o simil tale e la sviluppa verso un finale consolatorio o meno ( strano che nessuno allora si sia risentito del fatto che Dylan abbia distrutto l'autostoppista riducendolo ad un mucchietto di cenere...).

Continuo a ripeterlo, nella speranza di venire prima o poi capito: non è COSA fa Dylan a lasciarmi perplesso, è il COME lo fa.


SPOILER

Qui il nostro indagatore si trasforma in un pistolero senza scrupoli, pure un po' vigliacchetto, che spara a tradimento: a me non va bene, non lo riconosco. Non è il fatto che ammazzi il mostrone a darmi fastidio, è che lo faccia così. Quindi, non serve che mi citiate millemila finali in cui Dylan ammazza qualcuno, per convincermi che un tale comportamento è nelle corde del personaggio: casomai, citatemene uno solo in cui lo faccia allo stesso modo, ovvero sparando a un mostro che in quel momento è innocuo.

oh, aveva fame.

Ribadisco, rileggetevi il finale di "La belva delle caverne" (anche quella, dog, è una storia di freaks, non è che ci deve essere scritto nel titolo ). E' il paragone più calzante che mi viene in mente, succede l'esatto opposto!!

Vabbè, Rimatt, io non parlavo delle cose che dici te. Se diamo a Dylan Dog dei comportamenti caratteriali lineari e coerenti in un contesto Junghiano/Freudiano, cioè lo rendiamo una figura esistente degna quindi di errori e ripensamenti, il gesto che tu ed altri considerate errato ci può stare come semplice e grave errore di causa/effetto. Del resto pure nella declamatissima "La seconda occasione" Dylan fa una serie di comportamenti non da Dylan, salvo poi agire per rimediare ( e te pareva ). Qui semplicemente non ne ha avuto l'occasione.
Forse quel mostro, sottoterra e con la fifa da claustrofobia, gli ha annebbiato le meningi.

Johnny Freak.
Ma scusate (sembra che faccio sempre lo stesso paragone, ma non me ne viene altro più simile), le sirene quante persone avevano ucciso? Assai più di sei. Eppure Dylan cerca di salvare la sirena, urla Nooooo quando l'ancora la trafigge, non gliela spinge contro, cosa che il Dylan di quest'albo sembrerebbe capace di fare.

E infatti ho scritto "in quel momento".

In quel momento il mostrone era innocuo, quindi perché sparargli? Non era indispensabile, Dylan avrebbe potuto (dovuto!) pensare ad altre soluzioni. Se Dylan fosse stato assalito sarebbe stata tutta un'altra cosa, ma lì la creatura se ne stava buona di fianco al custode del cimitero.

In quanto al contesto freudiano/junghiano... what? E certo, Di Gregorio stava di sicuro pensando a Freud e Jung mentre scriveva l'albo.

A proposito di "compassione per il mostro", mi viene in mente una storia meravigliosa in cui la questione è trattata con magistrale sensibilità, ovvero Un vampiro a New York, capolavorissimo di Martin Mystère firmato Castelli e Bignotti. In un certo senso, quella storia serve a spiegare questa (e a metterne in risalto la pochezza). Leggete e fate un confronto, se ne avete la possibilità.

SPOILER PER CHI NON HA LETTO "LA BELVA DELLE CAVERNE" E NON HA ANCORA RIMEDIATO A QUESTA VERGOGNOSA MANCANZA
Però c' è la notevole differenza che Katinka non era un ghoul, cioè un essere di natura malvagia (apparso per la prima volta ne "Le mille e una notte", poi ripreso da Lovecraft e in seguito entrato nei mondi fantasy di molti autori), bensì un essere umano, per l' esattezza una ragazza nata deforme e gettata in una grotta quando era bambina.

Comunque sono d' accordo con Rimatt: qui il problema non è il cosa ma il come.

Non dico che lo pensasse Di Gregorio, visto che pare poterlo pensare solo Sclavi, dico che lo dobbiamo pensare noi se umanizziamo al punto un personaggio dei fumetti da pretendere coerenza da parte di un eroe concepito da una testa sola, ma poi portato avanti da molte altre.
A parte che su "Johnny Freak" ( ma ancor più ne " Il cimitero dei freak " a dir il vero ) quoto chi affermò che ci si trovava davanti ad una stupenda, ottimamente costruita, splendidamente sceneggiata, ma anche ruffiana opera di melensaggine, è inutile paragonare certe opere a questa storia. Si fa leggere e amen, mica punta al capolavoro.
E' una storia lineare, anche troppo, che non presenta alcun colpo di scena e che ci porta per mano dalla scoperta del mostro al suo epilogo. Stop. Non esistono letture scomode o morali alle sue spalle. Se bolliamo come incomprensibile o fuori luogo il comportamento di Dylan, allora ripeto com'è che non facciamo lo stesso con "Uno sconosciuto sulla strada " ? Li si può eccepire che l'autostoppista fosse in fondo un demone, ma non mi pare che il Gohul sia un deforme classico, nel modo sclaviano di intendere il diverso.

Forse qualcuno qui si sta dimenticando che Dylan è più animalista che umanista, quindi nel contesto del finale, Dylan non avrebbe dovuto sparare punto! Questa è una delle sue caratteristiche principali suvvia, non arrampichiamoci sugli specchi!

Non ci capiamo. Non sto dicendo che Dylan è perfetto così com'è e che Sclavi è infallibile; sto dicendo che Dylan è stato caratterizzato in un certo modo e quel "certo modo" DEVE essere rispettato da chi lo scrive. Sclavi il personaggio l'ha creato, chi se non lui può determinarne le caratteristiche?

I personaggi dei fumetti non devono comportarsi in modo realistico! Men che meno i personaggi iconici, che sono sempre uguali a se stessi. Mica Tex può diventare pacifista da un giorno all'altro, così, perché a un uomo vero può anche succedere... Tex è un personaggio di carta, quindi va bene che si comporti sempre alla stessa maniera. Idem per Dylan: magari un uomo in carne e ossa può anche cambiare modo di comportarsi, ma Dylan non può né deve farlo... Ma che scherziamo? Se accettiamo una cosa del genere, allora accettiamo che il personaggio, poco per volta, si possa trasformare in qualcosa di completamente diverso da quello che era.

E, ripeto, non ne faccio una questione di meglio o peggio (anche a me alcuni comportamenti patetici del Dylan sclaviano non piacciono), ma di rispetto delle caratteristiche fondanti del personaggio.

Straquoto Elettra e rimatt.

Concordo con tutto quello che sostiene Rimatt.

Non rispettare certe caratteristiche fondamentali del personaggio equivale a stravolgerlo.

E' come se Tex sparasse a qualcuno alle spalle, a tradimento. Tex non farebbe MAI una cosa simile, neppure se l'antagonista fosse l'Anticristo in persona.
E' come se Dylan entrasse in una tabaccheria e comprasse una stecca di Gauloises e se la fumasse come se niente fosse, senza alcuna spiegazione sul suo gesto.

Cose del genere sono in totale contraddizione coi personaggi. Se lo fanno, non sono Tex e non sono Dylan, bensì usurpatori che cattivi sceneggiatori hanno piazzato arbitrariamente al loro posto.