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 Oggetto del messaggio: Dylan Dog n.666
MessaggioInviato: ven nov 04, 2011 5:02 pm 
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( Cioè tocca a noi tutti...Inizierò io questa storia schizzata, poi chi vorrà andrà avanti aggiungendo cose, anche folli ma sempre collegate con la precedenti, finché morte non ci separi..Master se è stato già fatto o non si può...mea culpa, mea culpa, me massima culpa ! )

Dylan Dog era seduto, le gambe appena aperte, una appoggiata sul bracciolo della sedia di legno tonda, le mani intente a solleticare i tasti del clarinetto.
Il suono del Trillo del diavolo si diffuse per la stanza silenziosa.
Era alla diciottesima replica, quando "Uaaargh" il campanello urlò.
" Groucho ! Un cliente "
Egli emerse da dietro l'uscio, il sigaro ficcato in bocca, ed una spessa nuvola di fumo azzurrino.
" Non sono un cliente, capo. Sono il tuo sottoposto, se fossi un sopra posto ad aprire andresti
tu !"
Attraversò il corridoio immerso nel buio, con le creature sistemate ai lati, immobili nella loro fissità di cera.
Aprì. Una splendida ragazza dai capelli neri, gli occhi verdi, il fisico minuto ma sensuale, fece un debole sorriso.
Indossava un paio di jeans stretti ed una t-shirt aperta sull'ombelico, benché a Londra piovesse e facesse freddo da giorni. ( auto citazione...nda ).
" Cerco Dylan Dog ! Tu sei Dylan Dog ? "
" Si se mi tratti come solitamente le clienti trattano il capo, no se mi tratti come le clienti trattano me !, fece Groucho.
E la fece entrare.

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" Il locale è triste e sta sempre qua ! "

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 Oggetto del messaggio: Re: Dylan Dog n.666
MessaggioInviato: sab nov 05, 2011 4:17 pm 
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(...mmm visto il successo continuo da sola...)

La ragazza entrò, un paio di passi dietro a Groucho che aspirando il sigaro, aprì la porta e disse:
" Capo oggi è sabato. Notizia assolutamente normale se non fosse che domani è giovedì, fuori fra freddo e c'è una pupa con l'ombelico al vento che vuole solo me ! "
Dylan posò il clarinetto nell'astuccio e fissò la ragazza, che dopo aver sorriso al suo assistente, si sedette spostando appena la sedia.
" Le direi di accomodarsi e a te Groucho, di farmi del te, se non fosse che si è già seduta e tu farai di tutto per non ascoltarmi ! "
Groucho alzò le spalle, avvicinandosi all'uscio.
" E per quale motivo ? Lo farei se soltanto avesse parlato qualcuno, qui dentro ! " e uscì, chiudendo la porta.
Dylan si risedette portandosi gli indici accanto al labbro ed esclamando:
" Non badi a quello che sente e sentirà....per quale motivo è qui ? E come si chiama ? "
Lei sorrise, un sorriso largo e leggermente inquietante.
" Ho bisogno di te, Dylan ! "
Si sporse in avanti, sbattendo appena le palpebre.
" E come mi chiamo...Louise...Louise Witch ! Ma per gli amici sono the sorceress..."
Sorrise ancora.
" Curioso di sapere perchè ? "

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 Oggetto del messaggio: Re: Dylan Dog n.666
MessaggioInviato: dom nov 06, 2011 2:37 pm 
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"Fare l'amore così è una esperienza mistica..."
Quel pensiero attraversò la mente di Dylan quando aprì appena le palpebre.
Accanto a lei Louise. Dormiva raggomitolata su un fianco, dandogli la schiena.
Dylan si accovacciò dietro di lei, appoggiando a se quel corpo caldo e umido.
" Pazzesco ! ", pensò.

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 Oggetto del messaggio: Re: Dylan Dog n.666
MessaggioInviato: dom nov 06, 2011 4:52 pm 
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Iscritto il: lun dic 26, 2005 11:47 pm
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ma..ma ..sono andati già a letto? Stavano conversando da un minuto... :o

Cita:
le gambe appena aperte... le mani intente a solleticare i tasti.. il sigaro ficcato in bocca... quel corpo caldo e umido.
:roll: ma E' Dylan o un racconto d Erica Jong?
però continua, mi sto appassionando :mrgreen:

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Umpf! Qualcuno mi ha trovato, finalmente... devono aver sentito la puzza... però, bei tempi quando puzzavo solo di whisky...


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 Oggetto del messaggio: Re: Dylan Dog n.666
MessaggioInviato: dom nov 06, 2011 6:24 pm 
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In verità vorrei che ognuno scrivesse la sua concatenando la storia in se...
Cmq andrò avanti un po sin quando sarò presente su questo mondo !

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 Oggetto del messaggio: Re: Dylan Dog n.666
MessaggioInviato: lun nov 07, 2011 12:29 am 
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Iscritto il: sab ott 25, 2008 9:22 pm
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...ma d'un tratto Dylan spalanca bene gli occhi e capisce che accanto a lui non c'è la bella Louise ma... GROUCHO?!?!

prego! trovate il seguito

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Non me ne frega niente se anch'io sono sbagliato! Spiacere è il mio piacere! Io AMO essere odiato...


"BANG!"



:D

http://lupo-grigio-ferrara.blogspot.com/


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 Oggetto del messaggio: Re: Dylan Dog n.666
MessaggioInviato: lun nov 07, 2011 1:19 am 
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Right DTQ hai capito l'idea.


" Tu ?Che diavolo ci fai qui ?" esclamò l'indagatore dell'incubo.
Groucho si accese il sigaro e aspirò forte.
" Non è come puoi pensare, capo ! Cioè sei bello, alto e aitante..ma a parte che non so cosa voglia dire aitante, che forse è aiutante, attizzante, accomodante...certo non sei il mio amante ! "
" Si ma ti ho chiesto che fai qui! " disse lui, ora abbastanza spaventato.
Groucho puntò il sigaro in direzione del bagno.
" Lei si sta facendo una doccia...era qui che gironzolava nuda per la camera e ho ritenuto opportuno entrare. Sia detto mai che faccia aspettare una signora ! E tu ronfavi della grossa ! "
Dylan si alzò.
" Groucho e vaff..."
" Vado affancaffè, capo. Anche se come italiano, siamo pessimi ambedue. A letto invece sei pessimo ambe tu ! "
Dylan entrò nel bagno e la guardò attraverso lo specchio zigrinato del box doccia.
Sinuosa, magra. Sentiva la sua voce dolce che canticchiava.
" Sei tu, baffo ? " , apostrofò.
Dylan s'irrigidì, assumendo una espressione imbronciata e tesa.
" Louise...ti spiacerebbe dirmi qualcosa di te e uscire dal mio bagno ?"
Lei fece capolino da dietro la coltre fumosa del vapore.
" Sei suscettibile, indagatore...pensavo avessimo condiviso ben altro...aspetta che finisco..
Io dopo le fatiche ho bisogno una bella doccia calda !"

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 Oggetto del messaggio: Re: Dylan Dog n.666
MessaggioInviato: lun nov 07, 2011 8:44 pm 
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ORA che stava davanti a lui, vestita di quel tanto che bastava affinché egli desiderasse vederla nuda, gli parve che fosse una ragazzina.
Dylan se ne vergognò un poco, mentre sorseggiava il te ancora fumante.
" Fai sempre così con gli sconosciuti, Louise ? "
Lei alzò le spalle.
" Faccio così con chi mi pare, Dog ! In ogni caso ho un problema..e bello grosso anche ! "
".. su questo non ho dubbi..",penso Dylan.
" Ho visto degli zombie fuori da casa mia, nella campagna di Benton..."
Dylan posò la tazza sul vassoio e la fissò, cercando di trattenere le risa.
" Sicura ? Non era qualche rave party o qualcosa di simile ? "
Louise si portò l'indice alla bocca.
" No...i rave li conosco e c'è sempre casino...gente strafatta ok, ma anche casino e musica..
Quelli non erano fatti...erano morti viventi ! "

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 Oggetto del messaggio: Re: Dylan Dog n.666
MessaggioInviato: lun nov 14, 2011 11:27 pm 
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Dylan fece una faccia buffa.
" Non so chi sia peggio ! ", commentò a voce bassa, tanto che lei non parve sentirlo.
" Non mi credi.", commentò decisa, alzandosi e cercando la propria borsetta tracolla, di pelle nera, che aveva gettato sulla scrivania prima di armeggiare con l'indagatore.
Rovistò nell'infinito spazio vuoto di una borsa femminile, mentre Dylan rimpianse il clarinetto e la calma quasi noiosa che aveva avvolto l'appartamento poche ore prima.
Certo, il sesso con lei era stato...Indescrivibile ! Di più..mistico !
" Ecco, quello era il modo giusto per descriverlo !", pensò, osservandola china in avanti, i seni che ballonzolavano nella t-shirt, quel profumo di eliotropio che l'avvolgeva completamente.
Eppure...nemmeno la conosceva, eppure poteva esser quasi sua figlia, eppure..
Si alzò, con la decisa idea di farle una pacca sul sedere e baciarla e farla uscire, non sapeva bene in quale ordine, quando lei trovò quel che stava cercando.
Mostrò due foto, polaroid.
" Guarda ! " apostrofò a mo di prova.
Dylan fissò le due istantanee, senza cambiare espressione.
" Louise, mi vuoi dire una concreta ragione, una soltanto, per cui dovrei credere a queste due foto rispetto alle decine di falsi, fotomontaggi, scene scattate con attori, prese per i fondelli e non so che altro, che mi sono stati proposti in tutti questi anni ? "
Lei sorrise. Sorriso furbo, tentatore.
" Diciamo che se mi segui...potrei trovare il modo di ricompensarti a dovere ! "
Groucho fece capolino da dietro l'uscio.
" Capo fatti ricompensare. E se non te la senti, farò le tue veci. E non dovrò nemmeno sforzarmi per farle ! "
Dylan si portò le mani sui fianchi, irritato.
" Giuda ballerino, Louise ! Va bene tutto, va bene che non ho alcuna fama né deontologia professionale, va bene che sei entrata qui con la furia di una assatanata...Ma se credi che io ti segua sino a Benton, che nemmeno so dove sia solo per...per..."
Scosse la testa.
" Sei tutta matta, Giuda ballerino ! Matta da legare ! ".

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 Oggetto del messaggio: Re: Dylan Dog n.666
MessaggioInviato: mer nov 16, 2011 8:45 pm 
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La strada per Benton era, di fatto, una striscia di cemento ad una corsia, che si perdeva nella amena campagna scozzese a quasi 15 chilometri a sud-est di Dundee.
Dylan era alla guida del maggiolone. Groucho, seduto alla sua sinistra, fissava con occhi languidi Louise, che stava dietro, intenta a limarsi le unghie dei piedi.
" Potresti dire al tuo assistente di evitare di sbirciarmi nella scollatura ? "
Gruocho alzò le spalle. " Sbirciare ? Stavo guardando palesemente, senza sbirciare ! Del resto le verdi colline scozzesi mi attizzano particolarmente..."
"Groucho...", apostrofò Dylan, prendendolo per il colletto e riportandolo a guardare in avanti.
" Perché capo ? Qui c'è solo nebbia e freddo, freddo e nebbia...non che mi aspettassi di trovare un penny..ma almeno.."
Lo ignorò.
" Ti spiacerebbe spiegarti un poco..? Cos'è quel soprannome che hai ? ".
Louise controllò le dita dei piedini, soffiandoci sopra appena.
" The sorceress è un gruppo hard ROCK locale che abbiamo creato io, il mio ragazzo Marc, Nayr e Quirty...Io sono la vocalist del..."
Dylan inchiodò il maggiolone in mezzo alla strada, deserta.
" Come sarebbe a dire il tuo ragazzo ?? "
Lei alzò le spalle.
" Geloso ? "

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 Oggetto del messaggio: Re: Dylan Dog n.666
MessaggioInviato: dom nov 20, 2011 6:21 pm 
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Iniziava a piovere leggermente, quella pioggia scozzese che uno non sapeva mai se fosse reale o umidità nebbiosa. Dylan era appoggiato alla portiera dell'auto, le braccia incrociate, lo sguardo di un bimbo cui fosse stata portata via la cosa più bella.
Louise ancheggiò sinuosa fuori dal maggiolone, salutando debolmente con la manina all'indirizzo di Marc.
Era un ragazzo dai lungi capelli neri, raccolti a coda, il fisico esile, gli occhiali da vista piccoli e tondi, alla John Lennon.
Aveva l'espressione lievemente addormentata, e sembrava essersi calato nella atmosfera del piccolo paese scozzese come fosse caduto direttamente da una astronave aliena.
"Questo sarebbe il grande Dylan ?", domandò, dopo aver abbracciato Louise ed averle dato un docile bacio sulla guancia.
Lei aveva sorriso stancamente, sentendosi affamata e annoiata. Fissò Dylan che pareva non vederla.
"Non fare così capo ! Le donne vanno e vengono, gli uccelli cinguettano, non esistono più le mezze stagioni, e si stava meglio quando si stava peggio...E noi siamo senza soldi e senza lavoro ! Tutto nella regola ! "
Dylan tese la mano senza alcuna reale intenzione di salutare il ragazzo davanti a se, mentre un rombo in lontananza si andava perdendo dietro le colline.
"Dylan meno male che sei venuto...sono accadute cose piuttosto strane, qui..."
Lui alzò le spalle.
" Ora io ed il mio assistente, avremmo voglia di farci una doccia e di riposare un poco...le strade qui, non sono il massimo per chi guida ! "
Marc sorrise.
"OK. Stasera sei invitato al nostro ritrovo...che poi è il solo pub del paese. Va bene per le sette e mezza ? "
Lui annuì.
Louise s'intrufolò fra loro, sinuosa come sempre.
" Ti verrò a chiamare io, Dylan ! Qui c'è talmente tanta nebbia che ci si perde facile ! "
Groucho alzò le spalle: " Nebbia ! Brevetto Inglese ! Per fortuna...altrimenti gli scozzesi ci farebbero pagare tanto al chilo da settembre e aprile ! Ah, capo, la sai quella dello scozzese generoso ? "
Dylan prese la piccola valigia consunta dal bagagliaio e rispose, senza guardarlo:
"No ! E non voglio saperla ! "
Groucho fece un sorriso sardonico e rivolgendosi a Marc e a Louise, sillabò: " Tranquilli...tanto non esiste ! "

Ora prese a piovere piuttosto forte.
Kurt McClouden aveva 65 anni. Lavorava come allevatore di pecore da quando aveva lasciato la scuola, a sette anni. Suo padre l'aveva costretto a fare quella vita nomade, immersa nella perenne foschia della campagna scozzese ed era un uomo cresciuto a silenzi e a Tennet's doppia.
Non gli serviva poi molto per capire una persona. Bastavano poche parole, qualche sguardo, la stretta vigorosa di una mano ossuta e colma di calli dei campi. Le parole servivano solo a confondere i sentimenti degli uomini, secondo lui.
Fischiò con forza, per richiamare Bo, il pastore Collie di sei anni, che dirigeva le pecore nella brughiera con fermezza e ubbedienza. Di solito Bo non si allontanava mai, e quando questo capitava, bastava un fischio deciso perchè abbaiasse per segnalare la sua posizione. Invece nulla.
McClouden alzò le spalle e si sistemò la coppola verde scura sulla fronte. Forse il cane aveva veduto qualcosa di interessante e curioso o qualche dannato cacciatore britsh di frodo, aveva posizionato una tagliola in mezzo alla brughiera, con la speranza che qualche lepre vi incappasse.

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Ultima modifica di dogamy il dom nov 20, 2011 9:21 pm, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: Dylan Dog n.666
MessaggioInviato: dom nov 20, 2011 6:53 pm 
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Cavoli, mi attira molto, continua... :)

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E' nel momento in cui dubiti di volare che perdi per sempre la facoltà di farlo.


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 Oggetto del messaggio: Re: Dylan Dog n.666
MessaggioInviato: dom nov 20, 2011 7:15 pm 
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OK... :mrgreen:

Le pecore stavano tutte da una parte, verso la fine dell'avvallamento della brughiera e a McClouden parve che fossero tutte con gli occhi sgranati. Non belavano, non brucavano. Non facevano niente. Anzi, gli parve, prima di fischiare di nuovo e scartare verso la zona più lontana della campagna, immersa maggiormente nella densa foschia delle ore 07.00 PM, che tremassero tutte. " Che siano malate ? ", pensò. Una volta era venuta una sorta di carbonchio degli ovini, alla fine degli anni 80. Era stata una tragedia, paragonabile a quella della moria delle patate che aveva colpito l'Irlanda. Gente finita sul lastrico, altri che erano emigrati ad Edimburgo e ad Aberdeen per cercare lavoro nei porti e nelle grandi fabbriche..
Si destò da quei pensieri perchè gli parve, come emergesse a fatica dalla densa lattigine schiumosa della nebbia, di udire un debole guaito. Bo.
" Bello...Bo ! Che diavolo ti succede ?" disse ad alta voce. Controllò che la carabina a due colpi fosse armata e con il cane alzato. Non la usava quasi mai. Al limite faceva esplodere due detonazioni secche nel cielo, per scacciare qualche faina o peggio, qualche lupo spelacchiato. Solo una volta aveva sparato. Ad un ladro, verso la fine dell'anno 1982. L'aveva ferito ad una gamba e secondo la sconclusionata legge moderna, aveva rischiato la galera e passato un bel mucchio di casini. Da allora aveva sempre sperato di non dover mai più far fuoco contro nessuno, cristiano o animale che fosse. Protestante ed inglese, invece, era altra faccenda.
Il guaito era nitido, ora. McClouden notò il grande albero di quercia che delimitava la fine della brughiera e l'inizio del bosco. Li la nebbia era densissima. Ai piedi della maestosa quercia, ultracentenaria, notò una figura rannicchiata. E anche Bo. Stava accanto alla figura. Avanzò spianando la doppietta.
" Hey amico...quello è il mio cane ! ", esclamò. Nessuna risposta.
Bo tremava, lo vedeva ad occhio nudo. Cristo, tremava come una foglia !
La figura era una donna. Era inginocchiata accanto al Collie, e gli teneva ferma la testa. Anzi, gli serrava un'orecchio con forza, tanto che il cane guaiva dal dolore.
" Senti piccola, non so chi diavolo sei e che ci fai qui, ma ti ripeto che quello è..."
Smise di parlare e si sentì quasi svenire. La donna aveva alzato lo sguardo e l'aveva guardato.
Non era uno sguardo umano, quello ! Gli occhi...santo Iddio ! Erano...bianchi e spenti, come incerte macchie di latte sulla faccia. Faccia...quella era una maschera di orrore. Era contrita e tremante, verdastra, in certi punti si intuiva che il viso una volta era stato anche grazioso...ma ora ? Ora era gonfio, flaccido, colmo di pus in certe ferite, e sembrava sbucare alla nebbia come la morte in persona.
Puntò il fucile. Ma tremava come un ragazzino al primo calo di pantaloni davanti ad una pupa. La donna mollò l'orecchio di Bo che guaì cadendo a terra. Aveva una ferita alla base del collo.
E la bocca di quella donna...Gesù Onnipotente, era piena di sangue !
Si mise in piedi, barcollando. " Madonna mia ! " tremò.

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 Oggetto del messaggio: Re: Dylan Dog n.666
MessaggioInviato: lun nov 21, 2011 5:49 pm 
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“ Ciaoo…Kurt…ti riiiicorrdddiiii di meeee ? “
Quella non era una voce. Era una sorta di gracchioso e catarroso lamento, che usciva in parte dalla bocca ed in parte dalla trachea perforata della donna, che una volta messasi in piedi, prese ad avvicinarsi all’allevatore.
Barcollava nello stesso modo in cui si era alzata, mentre Bo, il cane fedele e docile di McClouden, continuava a guaire leccandosi uno squarcio profondo sul ventre.
Ne uscivano delle budella e sangue raggrumato.
Quando il terrore fece per perdersi nella mente di Kurt McCoulden, riprendendo un minimo di lucidità, ebbe modo di vederla a pochi passi da lui, mentre la pioggia prendeva a cadere torrenziale adesso, e di riconoscerla.
Amanda….Amanda Starwell. Dolce, timida, semplice Amanda…
Dividevano lo stesso grossista di mangimi per animali, ad una quindicina di chilometri dal paese e si vedevano quasi tutti i mesi, verso la metà, quando andavano all’emporio. E discutevano sempre di quanto fossero aumentate le sementi, del tempo bizzoso e freddo della Scozia, che pare una scure atta a tagliare i caratteri e a temprarne le genti. Lui le pagava sempre un goccio di sidro di mele, e lei alzava le spalle rammentando quando quel gesto gentile era opera del povero marito Arthur. Deceduto per un cancro al polmone, nella gelida primavera del 1999…
Amanda timida e semplice che aveva portato avanti l’allevamento dei maiali e delle pecore, la fattoria insomma, spezzandosi e incurvandosi ancor di più, quando era giusto farlo senza mai lamentarsi, se non quando finiva il bicchiere di sidro e i ricordi del marito salivano rapidi come l’alcool alle meningi.
Una volta lui, Kurt, le aveva anche accarezzato una mano. Mano ossuta e piena di calli, di quelle che dicono subito come è la persona che si trova davanti. Il loro era un rito fatto di dolcezza mai sconfinante in null’altro che profonda amicizia e solitudine. Ed era andato avanti per 11 anni..
Sin quando lei era MORTA !
Morta nella sua casa, a letto, con il cuore che era schiantato come il tetto della veranda dopo il temporale.
“ A…A….man….da….”, piagnucolò l’uomo. La mente era andata, adesso. Altro che lucidità.
Era impazzito come Bo, che adesso pareva non avvertire più dolore, tant’è che non guaiva più, ma si era messo in piedi, tremando e ringhiando.
“ Dammi…un bacio….un bacio…Kurt…” gemette quel suono orribile.
Si udirono due detonazioni, una di seguito all’altra. Poi un urlo terrificante, che si perse nella nebbia.

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 Oggetto del messaggio: Re: Dylan Dog n.666
MessaggioInviato: mar nov 22, 2011 10:18 pm 
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Dylan Dog scese le strette scale della pensione spartana nella quale era alloggiato.
Si era fatto una doccia ed era rimasto a fissare il soffitto di travi della propria stanza, mentre Groucho canticchiava e declamava battute sotto lo scroscio bollente.
Andarsene ? Era quella la scelta più sensata. Louise era una pazza.
Sensuale e scatenata a letto, questo si, ma era una pazza.
E poi era…insomma aveva il ragazzo.
Ma dentro di lui…il quinto senso e mezzo…
Udì picchiettare debolmente all’uscio.
“ Dylan…”
Aprì e la vide. Indossava un giubbottino di pelle nera con tenui riflessi rossastri e una gonna corta nera, che scendeva appena sotto l’inguine. Calze a rete strappate . Masticava un chewingum con sensuale non curanza.
“ Sei pronto indagatore ? “
Lui si fissò il ventre nudo e annuì.
“ Il tempo di una camicia…”

Le strade del paese erano strette e tortuose. L’illuminazione era debole in certi tratti, assente in altri.
Il gelo era pungente, e la pioggia flagellava il selciato e le case.
Dylan avvertiva il freddo da sotto la giacca nera, e Groucho sbuffò:
“Capo…va bene assimilare la cultura locale, ma avresti potuto almeno portare una giaccone al tuo assistente…se assisto malato non assisto ma decesso…e se decesso torno come si usa qui a tirarti i piedi nel letto mentre sei impegnato con la strega, qui…”
Lei sorrise. Dylan no. Si sentiva idiota ad assecondare un gruppo di ragazzi scozzesi probabilmente esaltati dalla musica hard rock e da troppi film horror di bassa lega. Ma di guidare in quella nebbia e sotto quella pioggia, non se ne parlava. Almeno sino a domattina.
Tanto valeva sentire qualche strampalata storia scozzese e fissare le curve morbide delle gambe di Louise.
“ So cosa puoi pensare, Dylan ! “
Lui non disse nulla. Si limitò ad alzare le spalle.
“ Che siamo un gruppo di fatti che si ispirano a storie rock da quattro soldi, ma quel che ha fotografato Quirty è vero, santissima…”
Le chiuse la bocca deliziosa con la mano e sibilò:
“ Non mi piace che la donna che amo sia sboccata. “
Leisgranò gli occhi. “ Ami ? “
Groucho tirò dal sigaro spento, bagnato fradicio.
“ No no, niente ami davanti ad un pesce lesso, tesoro !
E poi tu sei fatta per me, ed io per te…ci troveranno in overdose tutti e due, sotto ad un ponte a Glasgow declamando l’importanza dei penny e degli scellini ! “.
Louise lo fissò, sorridente. “ Sei forte, baffo ! Ma non sei il mio tipo !”
Groucho alzò le spalle. “Solo perché ami quelli alti ed atletici e con una vaga somiglianza di Rupert Everett…farete dodici figli e saranno tutti come Hugh Grant…brutti e scemi ! Anzi sbaglio..“
Lei rise. “Hugh Grant non è brutto …”
“Appunto..” fece Groucho.

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