Gigante decisamente mediocre.
seguono
S
P
O
I
L
E
R
1° storiaPer quanto mi riguarda, noia al quadrato!
Bilotta paga pegno a tutti -ma proprio tutti- i luoghi comuni tipici di certi film becerozzi del passato, senza però il fascino ingenuo che permetteva a quei film di riscattarsi e di risultare divertenti.
Gli scienziati e i militari cattivissimi che fanno esperimenti senza anestesia(!) sono un clichè vecchio e stravecchio. Idem il progetto di sviluppare il 'supersoldato'.
I vampiri in questa storia sono un clichè altrettanto risaputo, a partire da Rutger che si veste con abiti ottocenteschi fregati a Christopher Lee (ma il buon vecchio Chris, in quanto a carisma e a minacciosità, gli mangia il risotto in testa!).
L'azione ha ritmo e concitazione adeguati, ma non può supplire alle evidenti carenze narrative di una sceneggiatura che macina luoghi comuni a tutto andare.
E, personalmente, splatter e tette senza l'ausilio di una trama decente mi annoiano dopo due minuti. Sono di quelli che si è appisolato guardando
August Underground...
Il finale ha un'impennata, ma lieve. La tipa (manco ricordo come si chiamava...) non è abbastanza caratterizzata da farci percepire il senso di perdita di Dylan.
2° storiaUgggh....
La situazione coi tizi rinchiusi è da parecchio tempo uno dei luoghi più comuni dell'horror. Da molto prima di Saw.
Storie del genere funzionano solo nella misura in cui sono caratterizzati i personaggi, e qui la caratterizzazione non esiste proprio. Gualdoni poi, per non essere da meno di Bilotta, fa sfoggio a sua volta di clichè a più non posso: infatti la tizia carina si salva, mentre quella grassa e cessa schiatta senza pietà. Fosse avvenuto il contrario, la storia si sarebbe in parte resa interessante...
Come dice Van Helsing, è ridicolo che gente che crepa di caldo non si tolga manco la giacca!
E infine, Gualdoni fa citazioni sbagliate: nel film
The Cube NON è affatto vero che muoiono tutti!
3° storiaL'unica storia buona dell'albo, anche se al di sotto della media ambrosiniana.
Anche qui non mancano i luoghi comuni. Su tutti, il fatto che il casino sia combinato da un "guasto del computer"!!!!
Insomma, possibile che OGNI VOLTA che nelle storie di Dylan viene tirato in ballo il Burocratico Inferno, ci sono sempre di mezzo computer che si guastano e/o che impazziscono e/o che non funzionano?!?!?!?!
Ma santiddio, che computer usano laggiù??!!! Il Vic-20, probabilmente... (il Commodore-64 è già troppo perfezionato!!) Neppure il vecchio scassone che usa mio cugggino si guasta tanto di frequente quanto i computer infernali!
Ormai nelle storie di Dylan è il computer il vero MALE ASSOLUTO!
Detto ciò, la storia ha un buona atmosfera e buoni personaggi, ma soffre di una certa indeterminatezza e irresolutezza (dovuti probabilmente agli interventi redazionali). Che l'autore per primo non avesse le idee chiare su come strutturare la trama, lo dimostra il fatto che la vicenda si concluda con due finali, uno più banale dell'altro.
4° storiaQuante volte abbiamo visto la vicenda dello sfigato che perde le staffe e fa un macello?
Non lo so, non le ho contate, certamente sono parecchie. E altrettanto certamente questa è una di troppo.
Personaggi generici, svolte narrative forzate e inconsistenti... C'è quanto basta per rendere perplimente la lettura.