Cravenroad7

Voodoo

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Lo sfigato che diventa il figo della scuola, uccidendo chi lo derideva in passato è un idea strabusata, ma il modus operandi è quanto meno originale e divertente. Il finale alla Chieverotti anche. L'unico problema è che Dylan non c'è.
Lineare, senza nessuna pretesa, creata per intrattenere una decina di minuti e niente più.

Su Dall'Agnol sono d'accordo con Bo. 82.

Voto 6,5

Totale:
- L'alleanza 6
- La sala delle torture 3
- Effetti collaterali 8
- Voodoo 6,5

Votato accettabile.

Gigante che non mi ha detto granché. Avendolo acquistato in sostanza per l’ultima di Ambrosini sulla testata, muovo da qui.

Attese tanto la dimestichezza del Conte con il microcosmo dylaniato (un dato macroscopico: è l’unico a coinvolgere nella storia Groucho e Bloch, poco ma pertinentemente) quanto la capacità di costruire personaggi e squarci di vita tridimensionali, che costituiscono ormai parte integrante del suo modus operandi e non svaniscono nemmeno in una prova meno incisiva del consueto, resta che appunto di prova meno incisiva del consueto si tratta, ancorché tranquillamente sufficiente! È come se le potenzialità di Ambrosini fossero anestetizzate e piegate alle esigenze di una narrativa meno coraggiosa e ‘anarchica’ rispetto agli standard dell’Autore: e d’altro canto ormai è questa la politica editoriale di Dylan Dog*. Nulla da eccepire sui disegni, davvero ficcanti nella resa dei setting e dei protagonisti. In particolare ho trovato piuttosto interessanti quegli elementi lasciati a matita, come fossero appena abbozzati: un effetto di evanescenza non privo di suggestione.

Andando a ritroso, il preludio vampiresco imbastito da Bilotta e Piccatto risulta parecchio disarticolato. Oltre a esibire un ritmo narrativo sincopato, esso si dibatte infatti tra convincenti notazioni psicologiche e tamarrate da b-movie che dovrebbero porsi agli antipodi della testata (irruzioni a mano armata, fughe rocambolesche da ascensori in fiamme, dispositivi di autodistruzione, etc.) nonché fra trovate riuscite (l’inizio scoppiettante e volutamente sopra le righe, i flashback su Rutger, il finale) e banalità che vanno a integrare le sopraddette tamarrate (tutti, ma proprio tutti, i cliché inerenti al vampirismo, la multinazionale malvagia, l’anelito verso la potenza e l’immortalità, etc.). Credo anch’io, come Francesco, che la mancata canonizzazione di una mitologia vampiresca all’interno della serie non abbia naturalmente giovato alla progettazione di una storia di tale tenore.
Disomogeneo pure il comparto grafico, caratterizzato dalla mezzatinta delle sezioni in analessi, che ammanta ma non annulla i difetti dell’attuale Piccatto e, al contempo, da un’alternanza fra tavole complessivamente riuscite ed espressive e tavole più visibilmente tirate via, non di rado con oscillazioni entro la stessa tavola. Le notae dolentes mi paiono risiedere soprattutto nelle fisionomie e (in minor misura) nel dinamismo dei personaggi, mentre gli scenari sono in genere rappresentati con efficacia. Ciò non toglie che il Nostro possa fare – e abbia fatto – ben di meglio, e lo stesso dicasi per lo sceneggiatore.

«Non lascia traccia» infine Gualdoni, che s’è ficcato in testa che una breve deve poggiare su un finale inatteso e distorcente le prospettive (non senza ragione!), ma ha completamente tralasciato un minimo di sviluppo, soprattutto ne La sala della tortura. È questa la storia peggiore dell’albo, pesante e infarcita di sequenze e dialoghi inutili (alla faccia della breve! annoiare con poco è tutt’altro che impossibile). Questi ultimi, poi, sono la vera kryptonite del nostro curatore, per quanto risultano ridondanti e stonati rispetto alla situazione (anche stavolta ha detto tutto Imp). Un pochino meglio Voodoo, ma la sensazione è quella di una lettura decisamente povera sotto il profilo dei contenuti, con un Dylan piuccheaccessorio. Fortunatamente i disegni sono assai validi, quelli molto dettagliati di Bianchini (che come già osservato guarda molto da vicino a Villa, sino a giungere alle due smaccate riprese segnalate da altri), sapientemente ricchi di chiaroscuri, e quelli di Dall’Angol, ormai maestro di stilizzazione capace di catturare con pochi tratti la recitazione dei personaggi e le ambientazioni, sempre per sottrazione piuttosto che per somma.

*In realtà non vorrei nemmeno eccessivamente calcare la mano sulle famigerate briglie imposte ‘dall’alto’, perché comunque il Nostro ha deciso di aderirvi, ritenendo in ultima analisi pubblicabile la storia: se proprio avesse ritenuto che le modifiche richieste l’avrebbero resa improponibile, si sarebbe rifiutato di portarla a conclusione!

D'agrande farò il scrittore

Brava, perdonata. Potevi anche rispondere che facevi riferimento a un libro di una delle Gramatica



Ma chi è che la pensa così? chi farebbe (impossibili) paragoni? Non possiamo sostenere con certezza che gli interventi redazionali l'abbiano resa peggiore rispetto all'originale perchè, ovviamente, non conosciamo l'originale. Possiamo solo presumerlo, e se permetti ne abbiamo anche ben donde.* Qui ci si lamenta solo del fatto che NON SI E' POTUTO LEGGERE l'originale, tutto qui. Dal momento che siamo venuti a saperlo ci pare una lamentela più che lecita.

*Detto tra noi, visto, considerato e preso atto di come certe cime lavorano in redazione e conoscendo anche a menadito il passato di Ambrosini le mie mani, nei capelli, ci vanno in automatico.

incredibile
quoto vace parola per parola!!!
se non sbaglio la storia del gigante di ambrosini doveva intitolarsi farfalle nere??

E già il cambio di titolo con il cretinissimo "Effetti collaterali" secondo me dice tutto.

allora...non credo contenga spoiler.lettura veloce e acquisto consigliato dopo i vostri commenti. Che dire... Sulla prima dopo i commenti entusiastici mi aspettavo qualcosa di eccezionale... È per me semplicemente bella come ce ne son tante. Come già scritto sopra da altri sarebbe necessario decidersi sui punti deboli dei vampiri e creare regole che in un universo narrativo sono necessarie. La storia ha piccole pecche e percorre troppi cliché per essere originale,non credo di sentire l esigenza di un sequel. Sulla seconda... Troppo poco spazio. Avrei preferito una storia lunga tanto è evidente l ispirazione più a saw che a the cube Su quella di ambrosini per quanto abbia gradito il ritornò del conte la giudico inferiore ad un qualsiasi napoleone che ho letto... Sull ultima dico che è carina però con sti disegni non capisco nulla ma nella sequenza iniziale quello studente che si alza e fa il pistolotto è forse dylan in incognito ?mah comunque 6 per l intero gigante . Ciao


ndImp: qualche spoilerino mi sa che ci va

Gigante decisamente mediocre.

seguono
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1° storia
Per quanto mi riguarda, noia al quadrato!
Bilotta paga pegno a tutti -ma proprio tutti- i luoghi comuni tipici di certi film becerozzi del passato, senza però il fascino ingenuo che permetteva a quei film di riscattarsi e di risultare divertenti.

Gli scienziati e i militari cattivissimi che fanno esperimenti senza anestesia(!) sono un clichè vecchio e stravecchio. Idem il progetto di sviluppare il 'supersoldato'.
I vampiri in questa storia sono un clichè altrettanto risaputo, a partire da Rutger che si veste con abiti ottocenteschi fregati a Christopher Lee (ma il buon vecchio Chris, in quanto a carisma e a minacciosità, gli mangia il risotto in testa!).
L'azione ha ritmo e concitazione adeguati, ma non può supplire alle evidenti carenze narrative di una sceneggiatura che macina luoghi comuni a tutto andare.
E, personalmente, splatter e tette senza l'ausilio di una trama decente mi annoiano dopo due minuti. Sono di quelli che si è appisolato guardando August Underground...

Il finale ha un'impennata, ma lieve. La tipa (manco ricordo come si chiamava...) non è abbastanza caratterizzata da farci percepire il senso di perdita di Dylan.


2° storia
Ugggh....
La situazione coi tizi rinchiusi è da parecchio tempo uno dei luoghi più comuni dell'horror. Da molto prima di Saw.
Storie del genere funzionano solo nella misura in cui sono caratterizzati i personaggi, e qui la caratterizzazione non esiste proprio. Gualdoni poi, per non essere da meno di Bilotta, fa sfoggio a sua volta di clichè a più non posso: infatti la tizia carina si salva, mentre quella grassa e cessa schiatta senza pietà. Fosse avvenuto il contrario, la storia si sarebbe in parte resa interessante...
Come dice Van Helsing, è ridicolo che gente che crepa di caldo non si tolga manco la giacca!

E infine, Gualdoni fa citazioni sbagliate: nel film The Cube NON è affatto vero che muoiono tutti!


3° storia
L'unica storia buona dell'albo, anche se al di sotto della media ambrosiniana.
Anche qui non mancano i luoghi comuni. Su tutti, il fatto che il casino sia combinato da un "guasto del computer"!!!!

Insomma, possibile che OGNI VOLTA che nelle storie di Dylan viene tirato in ballo il Burocratico Inferno, ci sono sempre di mezzo computer che si guastano e/o che impazziscono e/o che non funzionano?!?!?!?!
Ma santiddio, che computer usano laggiù??!!! Il Vic-20, probabilmente... (il Commodore-64 è già troppo perfezionato!!) Neppure il vecchio scassone che usa mio cugggino si guasta tanto di frequente quanto i computer infernali! Ormai nelle storie di Dylan è il computer il vero MALE ASSOLUTO!

Detto ciò, la storia ha un buona atmosfera e buoni personaggi, ma soffre di una certa indeterminatezza e irresolutezza (dovuti probabilmente agli interventi redazionali). Che l'autore per primo non avesse le idee chiare su come strutturare la trama, lo dimostra il fatto che la vicenda si concluda con due finali, uno più banale dell'altro.


4° storia
Quante volte abbiamo visto la vicenda dello sfigato che perde le staffe e fa un macello?
Non lo so, non le ho contate, certamente sono parecchie. E altrettanto certamente questa è una di troppo.
Personaggi generici, svolte narrative forzate e inconsistenti... C'è quanto basta per rendere perplimente la lettura.

Letta anche l'ultima storia, Vodoo.
Carina, simpatica, originale. I disegni raccapriccianti, ma va bè, gusti personali.
Una domanda: ma Dylan, dov'è?
Voto 4.

Per me invece Dall'Agnol è quasi sempre un bel vedere...mi faceva impazzire una volta...poi ha raggiunto livelli bassini (l'uccisore di streghe è graficamente un pugno in un occhio)...qui la sua prova mi ha soddisfatto e parecchio...a fronte di una storia vagamente passabile, con un Dylan effettivamente inutile...

La prima è una buonissima storia...lasciamo stare il tratto indecente di Piccatto (ma onestamente qui ha fatto meglio rispetto ad altre sue recenti prove), Bilotta tira fuori una trama tutt'altro che originale ma che riesce a coinvolgermi.....bellissimo il finale cattivo.....mi unisco anche io alle perplessità di Elettra sul fatto che Dylan si liberi in maniera ridicola dalla stretta delle due guardie...

Ma ripeto...la storia in generale e buona...e io gli do un 7+, favorito dal ritorno di tette e corpi aperti...

Dicono che sulle storie brevi Gualdoni dia il meglio di sè...sarà, ma la stanza delle torture, che poteva tirare fuori delle cose interessanti (E FACCI VEDERE QUALCHE BUDELLA CHE PARTE PER ARIA!!!!!!!!) si rivela invece solo chiacchiere e la telefonatissima pazzia indotta dei prigionieri si risolve in pochissime battute....poi il finale , boh...non mi pare una genialata....ma un 6 glie lo do...anche e soprattutto per gli ottimi disegni di Bianconi...

La terza..devo rileggerla...Ambrosini al solito scrive in maniera delicatissima e poetica, con quel velo di malinconia che difficilmente non ti coinvolge (le scene iniziali tra la nonna e la nipote mi hanno intristito)...però lo svolgimento nel mezzo risente di un'andatura lenta lenta che secondo me andava evitata....peccato perchè alcune sequenze sono molto brillanti (ad esempio il dialogo tra il broker e Dylan che poi porta all'uccisione da parte di quest'ultimo)...Non mi piace il fatto che ci sia un'intera pagina finale che faccia da sermone sulle logiche poetiche dell'universo...un po' noiosetta...avrei preferito mezze frasi alla Sclavi...

Mi sarebbe piaciuto leggere l'originale...senza pesanti modifiche...ma tant'è...anche così arriva a un 7,5...

In generale ben soddisfatto

bianconi?.

XD Bianconi è il mio preparatore dei portieri!!!

Lascio così...mi prendo le mie responsabilità

Ma davvero Piccatto vi è parso così brutto, indecente addirittura? Io sono di parte perché mi piace il suo tratto schizzato, però qui obiettivamente mi pare abbia curato molto di più le tavole.

Sempre il solito da qualche anno a questa parte. Niente di più, niente di meno.

D'accordo con te. Molto meglio che nel passato Gigante, per dire. Questo Piccatto mi piace, e neanche poco.