Cravenroad7

bè, sclavi ha scritto storia di nessuno prima di conoscere la barbato... direi che non ha bisogno di influenze!

<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by Scarface</i>
<br />Sono i più bei colori che io ho mai visto sù dylan dog.
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io invece preferisco i colori di Nardo Conforti

Beh, non è che sia incredibile questo albo, anzi... raggiunge comunque la sufficienza piena, ma da sclavi ci si aspetta di più! Colori e disegni semplicemente fenomenali.

Accettabile

edit

Senza voto.
Opera d'arte di Brindisi commissionata da Sclavi punto e basta e niente in tutto.

Ottima storia, claustrofobica e inquietante, che ci regala dei disegni di Brindisi a livello altissimo. Pare che l'intera vicenda sia stata costruita per mostrarci la sua arte visiva e non è poco in ogni caso.
Il sunto si basa su un'idea fragilissima eppure regge tutte le pagine con grande precisione ed attenzione. Voto buono.

Pretesto debolissimo per dare libero sfogo alla visionarietà degli autori. Mi chiedo quanto fosse dettagliata la descrizione delle scene di Sclavi e quanto invece abbia messo di suo Brindisi.
Comunque forse avrei preferito un illustratore più evocativo.

Quello nel finale non è Xabaras, è la sintesi di tutti i nemici di Dylan, così come la donna era la sintesi di tutte le donne. Dai disegni si nota che l'aspetto non è puramente xabarasiano (sicuramente ricordo delle influenze del dottor Hicks)

Sarà. Io ci ho visto lo Xabaras bolso ed invecchiato della Barbato.

Albo realizzato secondo me per esaltare i disegni sempre splendidi di Brindisi (è insieme a Mari e Piccatto tra i miei disegnatori preferiti) e i colori. Tavole veramente splendide con molte citazioni cinematografiche come l'isola delle prime pagine che può ricordare quella di Lost (mio telefilm preferito) o la casa di pag.61 uguale a quella degli Hobbit del Signore degli anelli, così come le tavole 74-75 ricordano Blade Runner. Per il resto la storia la trovo carina, claustrofobica. Complimenti a Dylan per i 6-7 livelli di inception che fa

VOTO : 8

Una storia da leggere e rileggere: ci vuole meno di mezz'ora e molto del tempo lo si passa ad ammirare le splendide tavole di Bruno Brindisi (e dello studio Tenderini). "Ascensore per l'inferno" è una di quelle storie "speciali" che arricchiscono la serie. Vanno centellinate (una ogni 50 numeri) ma hanno una funzione primaria per Dylan Dog. Tiziano Sclavi appare e scompare, ma quando lo fa lascia il segno. Grazie a tutti.

Superbo graficamente.
Pretestuoso per tutto il resto.
Uno sfogo che solo Sclavi poteva permettersi, ma essendo un numero (auto-)celebrativo ci sta tutta. Senza che avanzi nulla, però.

ALOHA ALLA CLASSE DIRIGENTE (...verso il baratro )

7,5....si respira sclavi in ogni pagina...molto sclaviana

Un celebrativo che... celebra senza tirare in ballo padri, figli e spiriti santi. Li preferisco così (come anche il 300) che i precedenti costretti a svelarci passato, presente e futuro di Dylan.
La sceneggiatura essenziale di Sclavi è compensata (e sublimata) dalla magnificenza dei disegni di Brindisi. Un'opera fine a se stessa, graficamente affascinante. Non mi va tanto giù per l'apparato digerente la parte della classe dirigente, una critica che appare quasi fuori tempo massimo e sì, forse Knock cominciava a starmi un tantino sui maroni.
Buono, per quello che si propone.

Letto la prima volta mi aveva deluso, riletto poi, spogliato dalla spasmodica attesa di allora mi era piaciuto di più. Una rêverie di Sclavi, un albo che celebra, ma quasi con noncuranza, perlomeno senza continuità posticce. Niente di eccelso e ben lontano dai suoi capolavori gli darei un 6,5, un 7 proprio esagerando grazie a una superlativa prova di Brindisi.