Cravenroad7

L'albo è bello, molto bello fino a pagina 96...
Claudio Chiaverotti è molto bravo nello spazzare nel finale, a mio modo di vedere i finali chiaverottiani alcune volte sono meglio di quelli di Tiziano Sclavi.
Questa volta però il finale è troppo spiazzante, fa rimanere semplicemente di "merda" (scusatemi il termine).. incomprensibile è inutile dare spiegazioni perché semplicemente non ci sono spiegazioni per un finale così assurdo.

Il Chiaverotti che mi piace meno: quello che cerca di imitare i deliri filosofici di Sclavi. Un numero che ruota intorno alla solita tiritera, risultando noioso e prolisso. Decisamente improponibile il finale, veramente senza nessun senso e frettolosissimo.
Freghieri o lo si ama o lo si odia.

Votato mediocre, una storia che non mi ha lasciato praticamente nulla.

Storia carina, purtroppo poco riuscita in vari punti secondo me, soprattutto nel finale, vittima di un'incomprensibilità fastidiosa e deleteria. Anche il resto della storia non è a livelli eccelsi. Non è una schifezza, anzi è pienamente sufficiente, ma niente di più. Tra le prime 60 è una delle meno incisive, decisamente non tra le più belle di Chiaverotti.
3,5/5

accettabile

un argomento(quello della bellezza,che è la sola cosa che conta a questo mondo) poteva essere sfruttato mille volte meglio,per non parlare del finale
Disegni stupendi

Finale deludente a dir poco.


Ma buone scene violente....ca c'est...

La tua spiegazione pare abbia un senso. Però devo rileggere l'albo in questione, poiché non ricordo quasi nulla.

Credo che Chiaverotti (insieme a Freghieri) abbia dato vita ad un albo davvero ben riuscito.
Il volto del killer rimane ovviamente impresso nella memoria del lettore soprattutto grazie a Stano che lo rende ben più orribile di quanto faccia Freghieri.
Freghieri con i suoi dettagli rende stomachevoli le scene splatter, una fra tutte la ragazza che si sconquassa sulla spiaggia, davvero un momento topico dell'albo e non solo.
Potrà forse dar fastidio l'ennesima compassione per il freak di turno, ma a me piace.
Ovviamente per le ultime pagine è opportuno prendere una forbice e tagliare, epilogo pessimo che rovina una storia, a mio modo di vedere, ottima.

a me sta storia piace eh!

magari delirium dirà una serie di corbellerie (nomen women) ma è scenicamente ottimo.

A me piace (moderatamente)anche il classico controfinale: è scorretto, balordo e camuffogeno quanto basta. Serve ad aprire altri spiragli di interpretazione - senza appesantirsi troppo - come Uomo in Bombetta ha già suggerito, da un lato .
Non rovina un andamento che già didascalico non era: rincara con un'altra scossa (cit.), e non va preso troppo sul serio, almeno che non abbiate problemi dissociativi all'ipofisi anche voi .

Quotazione per il matusa: la copertina di Stano, con quel viso da incubo, tra ragnatele e rovistaglie da retropalco, rende ancora meglio del tondeggiante Freghieri (con tutte quelle strappone in giro, lo capisco pure però... )

ALOHA

Liquidare Delirium con un commento del genere "ha una trama enigmatica e il finale ha più soluzioni", è troppo facile. Io amo le trame ermetiche e di non facile interpretazione. Amo anche quando una storia non viene demolita dal solito spiegone finale che rovina la stragrande maggioranza dei film.
Detto ciò, Delirium rappresenta un caso a parte: qui il finale non è "enigmatico", bensì appare inconcludente e non legato alla storia appena conclusa.

Esatto....è un finale forzato....quasi per stupire PER FORZA....

@BombettaMan : sarò preda delle diottrie esorbitanti, ma nelle altre pp sul topic non ho trovato un commento che dava dell'enigmatico a quel finale...o che ne vantava un presunto ermetismo di maniera .
Non mi pare nello stile trash del Chiave di quel periodo...,e soprattutto dei suoi controfinali, voler alludere a mysteriosi adombramenti di coscienza verso l'insondabile umano.

Qui si gioca soltanto sulla scorrettezza di ribaltare il lineare andamento pro-finale autoconclusivo, per concedersi altri spunti non troppo sviluppabili e scagliati (col ghigno dell'autore) come uno sfrontato pugno nello stomaco di quel lettore che vuole per forza raccapezzarzi nella ricostruzione dei fatti .

Può anche non piacere come stile - ci mancherebbe - e suonare come forzatura a sorpresa, ma se non altro confonde carte/opzioni che altrimenti, se disposte benbenino, ci darebbero solo una storia di vendetta gemellante e deformità vendicativa. Un surplus gratuito che può rimanere sullo stomaco di qualcuno, ma che rimane nella firma genetica di quello sceneggiatore. Cesojarlo via vuol dire accontentarsi della prima sensazione di completezza.
Per questo si può dirgli tutto...tranne che è inconcludente...visto che si apre a più code senza girare a vuoto...come invece altri fanno trascinandosi stancamente per pagine e pagine senza arrivare nulla di sapido.


Ah...dimenticavo, a scanso di presunta oggettività ed insieme ai soliti noti del forum (a cui aggrego giocoforza L'uomo invisibile, dopo le recenti dichiarazioni)

WE LOVE CHIAVEROTTI
ALOHA

Votato accettabile, facendo una media quasi aritmetica tra gli alti e i bassi di quest'albo. Picchi di eccellenza sono i disegni di Freghieri, la copertina di Stano, alcune frasi memorabili o mirabili, il soggetto potenzialmente eccezionale ma non sviluppato a dovere dalla sceneggiatura. Baratri di insufficienza sono il doppio finale che presenta davvero troppe incongruenze per poter risultare accettabile, ai limiti dell'assurdità e la sceneggiatura stessa che inserisce alcuni momenti che cozzano totalmente con l'atmosferia tesa e "seria" della storia o sono totalmente inutili/ridondanti nell'economia della stessa (penso ad esempio alla parte ambientata al pub); l'impressione è che Chiaverotti abbia voluto mettere troppa carne al fuoco, quando invece avrebbe potuto giocarsi le parti vuote della trama con il cazzeggio e l'interazione con Groucho (qui un po' trascurato rispetto ai suoi standard), che erano il suo pane. Solo dopo pochi mesi poi viene utilizzato lo stesso particolare rivelatore di "Scritto con il sangue" (l'odore): non si poteva escogitare un altro espediente?
Alla fine sarebbero anche difetti perdonabili, la storia girerebbe bene con il classico depistaggio chiaverottiano, ma il finale che rifila una mazzata tremenda all'albo. Peccato, occasione sprecata.
Comunque il buon Claudio si conferma il #1 nella creazione dei serial killer carismatici.
Ma dov'era poi sto liceo di aspiranti modelle? Io avrei voluto iscrivermi. Freghieri ci sguazza, regalandoci bellezze mozzafiato; disegna però un Bloch mai così grasso, sembra Fat del #40.

La penso esattamente come te.