Cravenroad7

IL FANTASMA DEL TERZO PIANO; L'APPARTAMENTO N.13; L'INCUBO E' FINITO.

CAPOLAVORO assoluto fra fuoriserie ... il miglior Roi di sempre.

Il mio primo Dylan Dog

uno dei pochi dylan in camicia non rossa

<blockquote id="quote"><font size="1" face="Verdana, Arial, Helvetica" id="quote">quote:<hr height="1" noshade id="quote"><i>Originally posted by votarxy</i>
<br />uno dei pochi dylan in camicia non rossa
<hr height="1" noshade id="quote"></font id="quote"></blockquote id="quote">

Le notti della luna piena
La bellezza del demonio
Killer!
Gli inquilini arcani

Ah! Copertina favolosa.

Gli inquilini arcani mi piace definirla come una proto-storia, o una pre-idea di quella che sarà  una prova decisamente più matura e più coinvolgente del maestro Sclavi che risponde al titolo L'inquilino del terzo piano, il capolavoro claustrofobico per eccellenza. L'opera qui è suddivisa in tre storie apparentemente diverse ma che hanno un comun denominatore: un occhio, che scruta dentro i personaggi e dentro noi. ORRORE PURO!! Una manciata di pagine a storia, ma di un intensità incredibile, come il vero Sclavi sapeva fare.

IL FANTASMA DEL TERZO PIANO: Atmosfera polanskiana (con tanto di citazione) e sceneggiatura al fulmicotone. Battute e/o gesti, oggi da censura - da ricordare la "tastata" della donna sui genitali di lui e la battuta sull'orgasmo di Groucho. Personaggi frizzanti e ben caratterizzati nonostante il numero esiguo delle pagine. E in tutta questa cupezza e rigidità di toni, allo stesso tempo notiamo lo Sclavi più scanzonato e dissacrante (il fantasma con i problemi intestinali), con un Dylan ironico e affascinante ma che si becca due bei ceffoni dalla bella di turno. Epilogo fulminante.

L'APPARTAMENTO N.13: Il confine fra realtà e inesistenza è molto labile. C'è lo ricorda Sclavi in questa ottima storia. L'incubo che nessuno mai vorrebbe provare sulla propria pelle: perdere la propria identità, i propri affetti, la propria casa, il proprio lavoro perché non ci rendiamo conto che non siamo più reali e che la morte ci accolti fra le sue braccia. Riusciamo a distinguere le persone reali da quelle inesistenti? Sono una nostra fantasia, o siamo noi, la loro proiezione mentale? La Mc Cullum è un angelo? Dylan esiste realmente, in questa storia? Aggiungiamoci a tutto ciò la vergogna di uomo assessuato che desidera/sogna l'Amore: come dice Dylan " Anche i mostri hanno bisogno d'amore...soprattutto loro..". Ironia della sorte, l'appartamento n° 13 si trasforma nel cassettone dell'obitorio. La parte centrale risulta più lenta rispetto all'incipit e al finale. Il dialogo tra Dylan e Michael è favoloso.

L'INCUBO E' FINITO: Manca il mistero dell'occhio. Dylan deve risolvere questo ultimo tassello del Castevet, già  demolito e ricostruito. Lo Sclavi più onirico lo troviamo qui. Prologo impressionante, con le polveri della demolizione che riproducono una faccia mostruosa. Non viene risolto nulla. Non sappiamo di chi è questo occhio (e questo è un bene in quanto lo puoi interpretare in mille modi) ma l'inaugurazione finale non mi ha soddisfatto appieno.

In definitiva un CAPOLAVORO. Da rileggere e rileggere.

Piccola postilla su Roi: Disegni, anche qui, stratosferici di Roi, anche se a colori perde molto, soprattutto in atmosfera. La fuoriuscita del sangue sembra un gettata di vernice rossa e la camicia bianca non mi piace.

Adoro questo trittico ed adoro questo Dylan ancora 'grezzo'.



Queste scene sono ritenute impubblicabili sia oggi come vent'anni fa dalla Bonelli. Non a caso "gli inquilini arcani" è una storia di Dylan Dog ma NON è una storia della Bonelli, per quello venne data tutta quella libertà!
Paletti docet!

• Il fantasma del terzo piano, inedito da Comic Art n.63, gennaio 1990
• L'appartamento n.13, inedito da Comic Art n.72, ottobre 1990
• L'incubo è finito, inedito da Comic Art n.79, maggio 1991

Un brossurato, quattro striscie a colori ed una camicia bianca non fanno un degno fuoriserie; possibile che sia solo dalla statistica derivi il migliore tra quelli pubblicati? Il servizievolissimo Roi autore peraltro delle copertine rientra pure esso nel campo dei guinness? E l'ennesimo adorante omaggio di Sclavi ai capolavori di Polanski per personaggi, suggestioni, atmosfere, sonorità? Puro e ricorrente galà dell'horror parapsicologico? Gagliarda annunciazione di quel capisaldo che sarà L'inquilino del terzo piano gigante n°2? Sottintesa rivalsa sui paletti bonelliani per linguaggio e gestualità spinti, paletti d'inizio 90 meglio precisare irrisori verso la perdurante castrazione? Sublimazione sperimentale di eterea donna (Jill) ed eterea coreografia pur nella scenografia claustrofobica del fabbricato? Modestissimamente non saprei nemmeno scegliere una delle tre, nessuna più incisiva dell'altra. Polanskianamente un pseudoclassico.

È il manuale di istruzioni per l'uso che andrebbe consegnato ad ogni aspirante sceneggiatore di Dylan Dog.
Non tanto per le impeccabili suggestioni horror-fantastiche che lo connotano, quanto per la perfetta definizione caratteriale del protagonista.
Epocale la frase che pronuncia il nostro eroe nel primo episodio in un brillante botta e risposta con la cliente di turno: "Già, non ci avevo mai pensato veramente, ma che si fa quando si incontra un fantasma?".

Leggermente discontinua ma comunque eccellente la prova di Roi, sorpendentemente a suo agio anche lontano dalle familiari ombre del suo bianco e nero.

Capolavoro.

Capolavoro, quoto i complimenti di tutti. Piacevole leggere un Dylan privo di paletti di ogni sorta, storie improponibili ieri e ancor più oggi sulla serie regolare: le battute "sporche" di Groucho, la mano sul "pacco" di Kowalski, ecc..
Non fosse per il colore starebbe forse addirittura nella mia ideale top ten (Jill coi capelli bianchi nun se po' vede).
Atmosfere Polanskiane, con spruzzatine di Cornell Woolrich e "La vita è meravigliosa" . Le prime 2 storie sono i semi da cui germoglierà "L'inquilino del terzo piano". L'ultima delle 3 è la mia preferita con la fine che in realtà è un nuovo principio.
Tanta angoscia e tensione, ma anche tanta ironia: il fantasma che va al cesso, le fettine sbattute, Dylan che non sa cosa fare dopo aver visto lo spettro..
Ma quanto era inquietante quell'occhio maledetto?
Lettura obbligatoria e imprescindibile.

Me la fate pesare non poco questa mia mancanza

ma cos'è questo albo??? esistono altri comic art di dylan???

Un fuoriserie. Uscì in 3 puntate, tra il '90-'91, sulla rivista Comic Art e poi venne raccolto in un unico volume. Non mi risulta che al momento sia stato ristampato per la collezione Book ma potrei sbagliarmi. No, non sono uscite altre storie di DD per Comic Art.

ok..grazie...ma si trova???

Generalmente in fumetterie ben fornite si trova il volume unico. Il prezzo si aggira tra i 15 e i 20 euro!

Recuperato oggi grazie alla sezione mercatino del forum . L'ultimo albo di Dylan che non avevo ancora letto.
Capolavoro, Il fantasma del III piano e L'appartamento numero 13 sono da brivido, di piacere, di paura, di tensione, d'angoscia; sogni allucinati, incubi allucinanti. Ho ritrovato certe atmosfere degli sclaviani Sogni di sangue. Uno spettacolo che meriterebbe una ristampa e ben altra visibilità. Il mio Dylan Dog, quello archetipico, quello iperuranico, è questo. Da leggere e rileggere.