Votato buono. Possibili
spoiler da qui in avanti.
L'idea è davvero valida e interessante, con questa costruzione alla "Rashomon" di Kurosawa, in cui ognuno dei personaggi racconta una propria versione della storia, e bravo Mignacco a legarla alla teoria sclaviana degli infiniti universi paralleli. Risolutivo la scambio di battute tra Dylan e Groucho a pag. 96
fortemente indicativo delle intenzioni dell'autore, giusto proprio prima del finale.
L'idea insieme al finale superano la somma delle singole parti. Le tre ministorie, di qualità altalenante e non esaltante, sono un pretesto per esaltare il relativismo nei confronti del personaggio: ognuno vede Dylan a suo modo, sotto un certo aspetto, diverso da tutti gli altri. Delle tre la prima è la più completa, preferisco però la seconda con la strizzatina d'occhio al titolo del romanzo di Sclavi, anche se dimentica di far riferimento allo "sgozzatore" a differenza delle altre.
La cornice lascia un po' il tempo che trova, anche se è qualcosa di nuovo, riciclando un immagine stereotipata dei nerd e accennando una sterile polemica sulla velocità delle notizie vere/false di dubbia fonte che non c'era però modo (e numero di pagine) per approfondire ulteriormente.
Concordo con chi diceva che lo stile di Brindisi non è forse il più adatto alla storia (e per questo, qualcuno l'ha trovato leggermente sottotono), ma quando vedi primi piani di Dylan e Bloch a pag. 93 a me si sloga la mascella. Avercene come Bruno.