Per me i disegni di Roi invece aggiungono sempre qualcosa anche se negli ultimi anni ha perso smalto anche lui a causa dei troppi impegni.
Questo #4 è ancora un albo delle prime volte. Prima volta per Anna Never che diverrà personaggio ricorrente nella serie (ma anche il Dottor Bronski avrà modo di tornare). E' poi la prima storia in cui Dylan si professa astemio, ed è la prima volta in cui avverte quella "sensazione", non proprio soprannaturale ma quasi, che verrà meglio definita come il suo quinto senso e mezzo. Viene aggiunto anche un piccolo tassello al suo passato nebuloso: il padre aveva poteri paranormali.
La storia rappresenta il primo step di Sclavi nella teoria degli universi paralleli che troverà la sua sublimazione in "Storia di Nessuno"; qui il modello, apertamente dichiarato, è Matheson. In quest' ultima lettura ho rivalutato il finale, che è perfettamente in linea con quanto narrato in precedenza: si sovrappongono realtà e fantasia (cinema), presente e (possibile) futuro. Le ultime frasi, anche se il contesto è diversissimo, mi hanno sempre in qualche modo ricordato quelle de "L'Aldilà" di Lucio Fulci,forse perché testimoniano
.
Viene affrontato anche il tema dell'alcolismo, caro all'autore; inquietante la messa in scena del delirium tremens con il pipistrello.
Dylan pragmatico per usare un eufemismo, troppo brusco all'inizio con Guy, suo amico/conoscente ventennale.
Roi spettrale (non solo Anna-fantasma ma anche Groucho-morte) e sepolcrale (il finto cimitero, il funerale con il carro funebre a cavallo).
L'unico momento non riuscito è imho
ma il livello rimane ottimo.
Curiosità: (come già facevo notare 4 anni fa) Dylan chiama "veliero" il galeone
. Casomai pensassero a un nuovo crossover potrebbero puntare su Anna come parente di Nathan Never.