Sullo pseudo-attrito generazionale non entro troppo nel merito: dico solo che anche quando ero io adolescente (anni 90s) guardavo quelli più grandi come bietoloni yuppie 80s di sconfortante mediocrità, mentre poi crescendo ho dato troppo spesso del deficiente/i senza speranze ai ccciovani più recenti del 2000, rigonfi di infanzie al GameBoy - per la cronaca, io adoro la saga di Zelda - e dall'ignoranza devastante.
Semplificare i fenomeni è comodo, specie dall'alto di uno sguardo approssimativo quanto altezzoso. Capire come si è arrivati a tanto, e di chi sono le effettive responsabilità, è molto più imbarazzante
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Resta il fatto che la percezione che si ha di questi branchi di giovincelli, delle loro aspirazioni, delle loro passioni (?!), della loro dimensione è spesso scomodamente inquietante...ma a giusta ragione. Qualcosa non va, è innegabile. Però sparare a zero su tutti non è un atteggiamento confortante. Si finisce per isolarli ancora di più...e non ne hanno proprio bisogno. Sommersi da valanghe stimoli digitali e di possibilità che noi neanche ci sognavamo, se lasciati fermentare nella loro brodaglia vischiosa...finiranno per diventare perfetti adulti autistici nella loro chiusura mentale di sconfortante superficialità
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Questo "non è un paese per giovani" al contrario della steppa texana, ma se la gerontocrazia si affianca solo di giovani leccapiedi/leccapiatti/parenti/collusi/immeritevoli nei posti chiave per il
turnover generazionale - ignorandone gli altri - allora il pulsante dell'autodistruzione è già bello che innescato
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Io mi tiro in parte fuori, ma avrei una paura cane per i miei (virtuali) figli.
Però me la sghignazzo impunemente se penso che ho passato certi imberbi anni nei 90s, circondato dalla migliore musica di qualità...e dai migliori albi di
DD. Cose che adesso i giovinastri se le sognano...e non per colpa loro
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ALOHA