ma no, ma più Rimatt che me, non scherzare.
No, io poi son troppo critico quando bisogna puntare il dito contro questo paese, siamo di un'arretratezza culturale da far paura, rabbrividisco ogni qualvolta entro in casa di mia madre e ha il televisore acceso, davvero mi viene da piangere: ci sono solo rappresentazioni di stereotipi ovunque, dove giri giri c'è il cliche chennesò del palestrato ignorante preso in giro dal colletto bianco che si prende uno schiaffo in faccia dal palestrato che è appena stato insultato. Tutto così, e nessuno dice niente, nessuno fa niente. In prima serata ci sono delle scene agghiaccianti e le tivù continuano ad andare perchè ormai quella è l'abitudine, solo che io sto male davvero, proprio mi scendono le lacrime e i miei coetanei quando mi vedono mi chiedono ancora, dopo due anni che qui in Piemonte ci hanno tolto il segnale: "Ma ancora senza tv sei? Minchia che disadattato!" E la stessa cosa i giornali: ancora in questi giorni ho letto in continuazione i vari titoli "E' morto l'autore di Tex" "...di Dylan Dog", una superficialità agghiacciante, quindi cosa vuoi che pensi, io, dell'edicolante che mi guarda storto perchè mi compro una pila di fumetti? Io sono l'ennesimo clichè, lui pure. Amen.
E poi mi dà pure fastidio fare questi discorsi perchè sembra ancora che io abbia una cultura superiore a chissà chi ma tra tutti quelli che conosco sono l'unico che non ha preso neppure un diploma ed è questo che mi fa ancora più paura.
Poi sarà che sono un estremista all'ennesima potenza, sempre più sfiduciato nel prossimo, che vive solitario nella penombra dei suoi 45 metri quadrati, appunto senza tv e con una radio scassa che per accenderla devo prenderla a calci come faceva Mister No col suo piper però non vedo nessun futuro roseo, a differenza degli amici che hanno scritto prima.
(Mi hai fatto ricordare che anni fa, al lavoro da me, durante una pausa, mi videro che stavo leggendo un albo, ora non ricordo cosa e per mesi, dico mesi, quando arrivavo hanno continuato a prendermi in giro "Oh ti è caduto Topolino!", "Come sta Minnie?". Vabbè ma anche questi sono casi limite, era per spettegolare.)
Quindi, tornando a noi (anche perchè il tema non ero io
): "I fumetti da noi sono visti come il mondo dei ragazzini". E' vero, perchè l'ignoranza dilaga e sta prendendo sempre più piede, accompagnata dalla totale assenza di amori e passioni in generale, nelle teste vuote delle neogenerazioni, talmente svogliate che non solo non hanno assolutamente voglia di leggere (ah ah, troppa fatica) ma credo che tra un pò dietro alle ragazze non ci correranno più neppure le loro ombre perchè tra qualche anno uscirà l'I phon 87 che ti farà vivere un rapporto sessuale completo solo passandotelo sulle zone erogene. E questo è il peggiore dei connubi possibili: ignoranza, svogliatezza e mancanza di passione. Altro che paragonare i fumetti con i grandi classici della letteratura, qui finchè la televisione impererà il termine "opera letteraria" è destinato a scomparire dal nostro linguaggio comune, anzi io non lo sento già più se non in qualche sezione d'angolo all'interno di qualche quotidiano. Ma chi legge, dogares? io per l'80% vedo gente col Corriere dello Sport o la Gazzetta e ti sto parlando da una metropoli.
Non la penso come Wolkoff quindi, quello che vedo io non sono passi avanti nè vedo le nuove generazioni che si avvicinano al fumetto. Oh, poi io pubblicizzo da paura sempre tutto, sia chiaro, impresto tutto quel che posso a chi mi ispira fiducia, qualunque cosa, dagli Alan Ford a Ken Parker, da Dylan ai fumetti erotici, dai manga a Civil War, combattiamo la stessa battaglia e cerco di fare il possibile per invogliare giovani a leggere i fumetti... vedremo.
Poi per forza di cose frequento anche le fumetterie, qui a Torino ce ne sono 5 enormi e fornitissime..ma anche lì non mi piace, non mi piace. Perchè si crea l'ambiente settario, come se ci si volesse distaccare volutamente dal resto. Andiamo tutti nelle fumetterie a parlare di lanterne verdi e della sposa invisibile dell'Uomo Ragno (e in fumetteria io SENTO SEMPRE di questi discorsi, Medda non esagera qui), per forza di cose poi l'incompatibilità aumenta. Siamo quattro gatti, creiamo le elite e poi ci lamentiamo che nessuno parla più dei fumetti?
No, battute a parte ovviamente il problema va risolto da chi pubblica e non dagli acquirenti (quindi: IL FUMETTO VA PUBBLICIZZATOOOOOO, IN MANIERA INTELLIGENTE. Nessun mio conoscente/parente sa realmente cos'è una fumetteria) i fumettisti continuano a ripetere "Sentiamo da anni dire che c'è la crisi ma siamo sempre qui". A me viene da rispondergli: "ragazzi, non ditelo più tanto forte". Poi comunque, circa la situazione nostrana futura, molto dipenderà anche dalla nuova gestione della nostra casa editoriale preferita. Vedremo, vedremo... la prima cosa da fare, a parer mio, è darsi una svecchiata di quelle che non ti devono quasi riconoscere più, però "senza perdere quelle tradizioni e quelle passioni blabla per cui SB è diventato un big". Sergio Bonelli è stato un grandissimo editore, non adatto però alla fase post2000. Anche qui, come nella politica, ci vogliono i giovani, i giovaniiii con idee fresche e soprattutto con coraggio di tentare e sperimentare, e poi passione, passione, amore per il fumetto, cultura e passione, passione, ancora passione
Giuro che non volevo scrivere così tanto ma mi venivano in continuazione li pensieri in testa, perdonate quindi la forma che sarà pietosa, non ho neppure il coraggio di rileggere