Una degli albi più sopravvalutati in assoluto. Non che sia brutto, però c'erano le premesse per realizzare un capolavoro. Il risultato però è assai lontano.
Difetto macroscopico: la Morte si mostra onnisciente per quasi tutta la storia e poi si fa gabbare nel finale?
Poi.. Dylan che "stacca la spina" a un tizio solo per quello che gli ha raccontato Hamlin?? Il "custode" dell'ospedale che si tramuta con il pezzo degli scacchi che senso ha???
Ci sono per fortuna anche tante cose buone: i disegni di Roi in primis, l'incipit e l'idea alla base della trama con il suo omaggio Bergmaniano, gli omicidi. Come al solito però Chiaverotti si fa prendere la mano ed esagera, buttando nel calderone anche materiale sclaviano ("Attraverso lo specchio" con le filastrocche e gli specchi che hanno una certa rilevanza anche qua e "Gente che scompare" con Hamlin che quasi per caso fa da deus ex machina). Certe soluzioni oniriche d'effetto sfiorano il trash e non sono giustificabili come ad. es. quelle della "Clessidra di Pietra", che si prestava a lasciare più margine d'azione all'assurdo.
Voto buono, ma tendente all'accettabile. Più per le cose buone di cui sopra prese singolarmente che per il risultato d'insieme.
Incomprensibile per me come da molti possa essere considerato tra i migliori albi dylaniati.