Cravenroad7

Che Dylan sia disneyzzato ce lo dicono anche i fatti (e non parlo di qualità):
- Celoni
- Badino
- Faraci
- Enna

Tutti ex-disney (o nemmeno EX). Trovatemi altre testate che hanno fatto un mercato disney in questi anni! (può essere che ci siano, illuminatemi)

Finito di leggere oggi, dopo doverose vacanze (e questo sta anche ad indicare quale fosse "l'ansia" di leggerlo...).

Non darò la sufficienza globale perchè, anche se ci sono un paio di storie che si salvano, dal Color Fest ci si dovrebbe aspettare molto di più... perlomeno queste erano le intenzioni esternate all'inizio della collana: autori e disegnatori nuovi ed esterni alla serie, sperimentazione.... Mi sembra che abbiano già tirato i remi in barca da tempo!

Comunque, come ho già scritto, la storia di Accatino la trovo ampiamente sufficiente perchè è scritta bene, con taglio molto cinematografico, mi piace proprio come sceneggia Accatino, anche se il soggetto...uff...

Un po lo stesso discorso per quella di Medda, storia abbastanza esile, piccola moralina antitelevisiva, ma scritta e sceneggiata bene, con Dylan che è Dylan (mi viene na tristezza a portare sempre sta cosa come una caratteristica positiva di una storia... dovrebbe essere scontato!! ..ma quanto male siamo messi....?? )

Storia di Gualdoni: la sola cosa che mi sento di dire dopo aver finito di leggerla è una citazione di un personaggio radiofonico: "Estiquaatsi!?" Più inutile che brutta, ma pessimi dialoghi e atmosfera zero.... Gualdoni non lo capisco: nella breve "Blatte" secondo me aveva colto in pieno lo spirito e le atmosfere dylaniati...qui, nemmeno per scherzo....

Badino: spero sia uno scherzo... forse una delle storie più insulse e piatte che ho mai letto... dialoghi da pelo dritto... Topolino?? magari!

Insufficiente. Da un Color Fest, soprattutto in tempi di carestia per la serie regolare come questi, è doveroso aspettarsi qualcosa in più.

San da Ruju, aiutaci tu.....

Indeciso tra mediocre e insufficiente, alla fine votato insufficiente.
Il capolavoro del color fest numero 2 è lontanissimo, qua si sguazza nella tragicità.

Ciao,letto per ora le prime 2 storie,cosa dire,la prima sa molto di gia visto,cè molta misery dentro come gia detto da alcuni di voi,nonostante la poca originalità è un soggetto che tende comunque ad attrarre,molto belle le espressioni di follia della cattiva,che più che cattiva è solo un po pazza perchè stata chiavata probabilmente troppe poche volte...La storia è quella che è e in 32 pagine non è che si poteva fare di più,forse il soggetto avrebbe meritato un uscita regolare,giusto per approfondire e caratterizzare meglio il tutto,la citazione finale bo,non toglie ne aggiunge niente alla vicenda,ne ciofeca ne genialata,è semplicemente quello che è a mio avviso...Molto bella la citazione al Dracula di Coppola,sempre stata tra le mie preferite.
La seconda storia mi è sembrata migliore,mi ha coinvolto bene fino alla fine anche se non cera quel minimo di tensione della prima storia,la scena della mentina mi è sembrata esagerata e inutile,odio quelle scene che fanno scadere la storia un po nel ridicolo,poi arriviamo appunto alla fine e la spiegazione di Dylan praticamente non ha il minimo senso,anche se si considerasse il finale un colpo di culo di Dylan era d'obbligo inventare qualcosa di più credibile come spiegazione.

Come mi è capitato ultimamente con gli ultimi due color fest, non riesco quasi mai a finire di leggerli tutti !
Cmq:
1) Certo la storia migliore del mazzo, avvincente e angosciante che però, grave difetto per essere breve, si perde malamente da un certo punto in avanti. Esattamente da quando Dylan arriva nell'autogrill. Li le cose senza senso si moltiplicano e diventano incomprensibili. Il gestore dice a Dylan che alla donna manca qualche rotella e lui che fa ? Ci risale in auto tranquillamente...! bha ! Sta telefonando ai taxi e quando lei lo sgama lui non sa che dire...ma perché ? Non poteva dirle tranquillamente che si era rotto della sua compagnia ? Va bene che Dylan ormai non urterebbe nemmeno un serial killer per non essere sboccato, però....Buono il finalino angosciante e per una volta non spiegone. Voto 7.
2) Buona storia tranne la risoluzione finale, tanto banalotta quanto poco edificante circa l'intelligenza dei due demoni che prima spiegano tutto a Dylan e poi si lasciano infinocchiare come dei chirichetti. Voto 6.
3) Storia che saccheggia il titolo di uno dei film più belli della storia del cinema. E che credevo si ispirasse a quello...Invece non è una copiata, non è male e scivola via con abbastanza logica e anche il finale pare più coerente delle due precedenti. Voto 7.
4) Voto 2. Tanto per cominciare è disegnata (?) dal duo disastro, che spero svanisca dalle tavole di DD per sempre, poi è la solita frittura di massacri alla bene e meglio, che scivola in un finale messo tanto per stupire e che non stupisce alcuno.

Follia! Ho dato 6 alla storia di Gualdoni e 5 ad Accatino.... scambio !
Oh ragazzi! Siam pazzi!!!

Siam mica qua a tagliare i bordi ai toast!!!!

Non avevo detto la mia. Ottima la copertina, la cosa migliore dell'albo indubbiamente. Delle storie promuovo appieno solo la prima che, a parte l'antipatia di Dylan mai così evidente, regala spunti interessanti pur partendo da un soggetto banalotto; buona prova di Simeoni ai disegni. Mi piacerebbe leggere Accatino più spesso.

Delle altre storie la peggiore è senza dubbio Il banco dei pegni, che oltre ad essere banale e derivativa, ha una risoluzione finale per nulla credibile. Agghiaccianti anche alcuni dialoghi e meditazioni di Dylan. Se questo Badino è una nuova entrata come sceneggiatore anche della serie regolare stiamo freschi. Dulcis in fundo ritengo il tratto di Alessandrini non adatto a Dylan.

In "Luci della ribalta" delude parzialmente anche Medda, anche se è quella sceneggiata meglio del quartetto. E' sempre un piacere vedere tavole disegnate da Di Gennaro ma la colorazione l'ha penalizzato un po' troppo stavolta. Tra l'altro per disegnare Gale si è ispirato abbastanza platealmente alla Parietti . Per me sufficiente.

In "Strage di Mezzanotte" Gualdoni rievoca il Chiaverotti che fu, riesumando anche un po' di splatter, ma la storia resta abbastanza anonima, nonchè ripetitiva quasi un remake/bigino dell'originale "Incubo di una notte..". Non sarebbe neanche così deplorevole, ma vedere Dylan ridotto a una figura monodimensionale e non più personaggio fa male. Salvo i disegni di M&G che con la colorazione fanno la loro porca figura.

Votato "accettabile" ma se si potesse aggiungerei un meno, meno, meno.

Passaggio per l'inferno:
Dopo tanta attesa messianica per Accattino, c'è un pizzico di delusione, ma la storia,s ebbene molto classica, è scritta molto bene, con dialoghi impeccabili e un'ottima caratterizzazione dei personaggi. Un pò confuso il finale (pag 30-31, intendo),che non fanno capire bene cosa succeda, in particolare come sia ripartita lei se le chiavi stavano a terra. Ottima la trovata con cui è stata gestito il nome della ragazza, che certo in casa bonelli è particolarmente sfortunata. Ottima l'espressività data ai personaggi da Simeoni.

Il banco dei pegni:
storiella a tratti simpatica, ma come già detto, troppo didascalica e buonista, soprattutto nel tratteggiare i barboni. certo Dylan se voleva dilapidare i suoi soldi poteva darli a groucho e farlo divertire Il tratto di Alessandrini è sempre molto interessante.

Luci della ribalta:
Storia scritta bene, e interssante, anche se su un bersaglio un pò abusato. Nessuno si è soffermato troppo su Stan, a me invece ha fatto molto piacere rivederlo, sia perchè è bello veder crescere un personaggio, sia perchè la sua presenza rende più tridimensionale il messaggio: in mezzo a tante carogne disposte a tutto per diventare famosi, c'è uno che vive in maniera sana la celebrità, e trova tempo per un amico (bell'amico dylan: si fa vedere solo quando ha bisogno!) anche quando diventa importante.

Strage di mezzanotte:
Ottime premesse, visto che Gualdoni ha una grande incisività di scrittura nelle storie brevi, e la dimostra tutta nei dialoghi inziali con Bloch... si va avanti vedendo finalmente un pò di splatter, dopo anni di latitanza, poi la storia paga il vizio che aveva già pagato mana cerace nel suo ultimo ritorno: 32 pagine son troppe poche per dare un pò di respiro alla storia, per cui si va troppo col pilota automatico, con dylan che si imbatte casualmente nel mostro e lo finisce a colpi di pistola, con colpi di scena troppo prevedibili per avvincere. peccato.

Strage di mezzanotte: aggiunta dell'ultima ora...a livello grafico pare piuttosto improbabile che Dylan centri il serial killer in mezzo alla fronte dall'angolazione in cui spara e dall'impugnatura della Bodeo. Il calibro del catenaccio di DD dovrebbe essere almeno una 38 ma dal foro nella capa dell'assassino si evidenzia che spara con una pistola da fighette ( una due colpi da borsetta..).
Complimenti al killer...spara con due mitragliette skorpion ( obsolete ) che fa molto figo ma pur potendo sparare a raffica manca DD da due passi. Sich !
Non ci si è nemmeno sforzati di dare uno straccio di scusa su come DD arrivi all'assassino e questo mi pare basta per catalogare il livello della storia.

Luci della ribalta: buona, ribadisco, anche se la scena in cui la tipa spaccava la testa alla rivale si doveva vedere meglio.

Banco dei pegni: solita frittura sulla schifezza del denaro ( altrui..) e sulla soavità dei barboni e DD che pur pieno di debiti accetta incarichi a credito. I due demoni son probabilmente scarti degli inferi, data la loro intelligenza...

gli ho dato 6.
"passaggio per l'inferno" l'ho trovata banale e molto scontata ,a sua parziale discolpa le sole 32 pagine in cui era difficile creare una trama originale sul classico tema del passaggio allo sconosciuto.
"il banco dei pegni" parte bene ma poi cade nella retorica e nel nonsense della soluzione finale..mah..
"luci della ribalta" invece mi è piaciuta parecchio ,la migliore delle 4.
"strage di mezzanotte" con un ritorno dello splatter che mi ha colpito positivamente.
resto della mia idea...perchè non farne una unica a colori di storia invece che 4 in cui creare una trama resta difficile per lo spazio utilizzabile? oppure 2 da 60 pagine..maggior respiro alle storie!

Un Color Fest che parte in quinta con la tetra copertina dei fratelli Cestaro. Ottima nei colori e nelle immagini.

"Passaggio all'inferno" ci mostra un Dylan umano e credibile nel sentirsi asfissiato dalla protagonista femminile. Accattino nelle pochissime volte in cui si è affacciato a Dylan Dog ne ha sempre saputo evidenziare aspetti del carattere del personaggio. Qui dà alla normalità (una molestatrice psicotica) un senso di terrore speciale. Simeoni l'ho preferito in altri lavori. Nel volto della ragazza non mi è piaciuto. Sembra cambiare spesso, oltre all'espressione, anche il viso.

Il soggetto de "Il banco dei pegni" mi ricorda troppo quello de "I sentieri del cielo" allegata al cartonato Mondadori de "I vivi e i morti". Due demoni gemelli che cercano di prendere anime di malcapitati. Badino si focalizza sull'aspetto compassionevole di Dylan Dog. Uno degli aspetti che spesso rischia di cadere nel buonismo. Qui non lo fa del tutto. I barboni si dimostrano abbastanza dignitosi. I disegni e i colori di Alessandrini sono nella norma. E' un disegnatore per Martin Mystere e su Dylan Dog fatica un po'.

"Luci della ribalta" è un piccolo riassunto dell'ultimo Medda. Ipercritico con la società post 2000. Abbiamo i reality show, l'arrivismo televisivo (quello c'era già anche nel 1986), videocamere e tutto su internet. Dylan indaga senza giudicare e questo è un buon segno. Il finale è un po' arzigogolato ma ci può anche stare. E i personaggi infami finiscono nel dimenticatoio lasciando spazio ad altri quantomeno onesti. Aldo Di Gennaro disegna le cinquantenni più giovani della storia (sono giovani nel 1981). C'è la chirurgia plastica, ok, però si rischia di fare confusione con le date. Molto riusciti i suoi Dylan Dog e Groucho: sono volti che mi piacerebbe rivedere.

"Sogno di una notte di mezza estate" era stato uno delle mie chiaverottate preferite. Horror adolescenziale allo stato puro. Gualdoni ci ha permesso di ricordarcelo e con una sua spolverata Montanari e Grassani sono tornati alle tavole macchiate di sangue. Sangue rosso, perché con il colore i due esperti disegnatori si sono dimostrati più vivaci di quanto si potesse immaginare. I manichini assassini sono stati una bella idea, sfruttarli di nuovo su un Color Fest penso sia stata una bella trovata. Forse delle quattro storie, questa è la migliore.

In conclusione un ottimo Color Fest: questo tipo di albo ha decisamente portato aria nuova (e pure chine nuove) al nostro indagatore.

Montanari & Grassani sul Color fest è un colpo bassissimo. Dico solo questo...

passaggio per l'inferno
color numero 7 che parte bene, con una stupenda copertina dei cestaro bros e una storia di accatino che è una garanzia
sceneggiatura che lascia molto spazio a simeoni e a d'auria, all'ambientazione e alle smorfie della stalker di turno
finezze sparse: la faccia tosta di dylan nel dare il numero finto, non le chiede nemmeno come si chiama, avrebbe capito subito....
il benzinaio che avverte dylan, però lui continua a farsi dare il passaggio: fascino del male? e quel finale in dissolvenza....

voto 7