Anche per me questo albo va iscritto tra quelli meglio riusciti.
E' importante innanzitutto perchè arricchisce il background di Dylan (la sua amicizia con Bloch, il suo passato da ex agente di Scotland Yard), e perchè introduce definitivamente nella serie il personaggio dello stesso Bloch dopo la comparsata del #1.
Il nostro ispettore si presenta subito più incline al sentimento che alla ragione, anche se la sua debolezza per Dylan non è ancora evidente, teme l'ira del soprintendente ed è preoccupato per la pensione, è rispettato nel suo lavoro. A parte l'"old boy" c'è già tutto.
Sclavi confeziona una storia di matrice gialla, alla Agatha Christie (omaggiata anche dal cognome di Margareth), che ricorda nell'alibi ricercato dal colpevole
il romanzo "La serie infernale". Ma il giallo all'inglese è condito con elementi del giallo-horror all'italiana: di derivazione "argentiana" (o "profondorossiana") sono l'assassinio della medium, il particolare rivelatore, l'efferratezza degli omicidi. Fulmini, fantasmi, decapitazioni, statue di cera, un serial killer: Tiz ce la mette tutta per fare paura. La svampitona, ma non troppo, Jane non si dimentica.
Strepitoso il finale al museo delle cere, imho, uno dei migliori.
Buona la prova di Trigo, che fa le prove generali per il #6. Efficace l'atmosfera claustrofobica ricreata nelle tavole degli omicidi di Sarah (gli specchi) e di Elizabeth (le pareti deformate) e di Jack back in action nel finale. Solo il bisturi non rende al meglio. La copertina di Villa è una delle mie preferite.
Curiosità: Dylan beve birra (sarà analcolica? in ogni caso non sarà l'ultima) e tette per tutti per il secondo albo di fila. Il clarino nuovo è un flebilissimo accenno di continuity.
Per la cronaca votato OTTIMO.