rimatt ha scritto:
Se non altro, il nostro Pasqualone ha avuto il buon senso di non fare danni: se penso al numero 200, in cui si racconta la drammatica e intensa storia del figlio di Bloch (vomito), o al Ventennale, con Dylan che si accascia piangente ai piedi di papi Xaby (disgusto e ribrezzo).
In realtà questo numero 300 lo trovo geniale perché tira in ballo
anche il ventennale e proprio la sua scena più ridicola e patetica (in senso letterale e in senso traslato): lì Dylan si accasciava ai piedi di Xabaras gridandogli "papi, babbino, voglioti bene, tvb", qui Dylan ripete la stessa scena gridando "Mamma..." al galeone che fatalmente trasporta Morgana verso il destino che tutti sappiamo (quello raccontato nel n. 100, l'ultimo viaggio di Dylan padre alla scoperta del siero della vita eterna).
Il fattore da cui scaturisce tutto è la "nostalgia" (nel senso anche etimologico di "dolore del ritorno"): il destino di tutti i personaggi è già scritto. Dylan ha sempre vissuto a Craven Road 7 (nel '600 quanto nel presente della serie); Dylan non può impedire il viaggio della madre verso il suo futuro di dannazione (scena in cui Dylan urla al galeone dalla scogliera), Dylan non può concludere il galeone prima del tempo, dissuaso dall'intervento di Cagliostro (cosa che potrà avvenire solo nel n. 100), Morgana è vittima e intrappolata in questa sua natura sospesa sotto TUTTI i punti di vista (madre/amante di Dylan; non viva/non morta; sveglia/dormiente; appartenente a ben tre dimensioni temporali: '600/contemporaneità del fumetto/futuro apocalittico; donna adulta/bambina; perennemente sospesa nei suoi viaggi fra realtà/sogno, galeone/treno...).
Ruju ha fatto un ottimo lavoro perché, pur non raccontando nulla, fra le righe crea una "storia semantica" molto precisa e ben riconoscibile, abilità di cui non ogni autore è capace.