Ho votato "buono". Come qualcuno faceva notare prima, si tratta di un albo molto "ruffiano" nel senso buono del termine, in quanto recupera volutamente e in maniera egregia peraltro, episodi e atmosfere tanto care ai lettori della prima epoca dylaniata (i primi 100 numeri). E' un gigantesco omaggio ai numeri 1,25,43,100, quelli che raccontano davvero "la storia di Dylan Dog", e come tale centra in pieno lo scopo celebrativo dell'albo-anniversario, obiettivo invece mancato, sotto questo preciso punto di vista, dal n.200 o dallo stesso n. 100.
Ruju non inventa niente e non aggiunge niente, se non inezie, a quello che già sapevamo, ma lo racconta maledettamente bene. Onestamente non pensavo che dalla sua penna potesse uscire una sceneggiatura così, la migliore della sua carriera dylaniata. E' riuscito a restituire a Dylan e Groucho la dignità di personaggi veri, facendomi scordare, per un attimo, la deriva monodimensionale dell'ultimo lustro della serie regolare.
L'operazione nostalgia non sarebbe però stata possibile senza i monumentali disegni di Stano, davvero ispirato e per nulla mortificato (anzi) dalla colorazione delle sue tavole. Buona parte del merito va a lui che è riuscito a rendere suggestive quasi tutte le vignette dell'albo.
Non arrivo a gridare al capolavoro perchè difetti ce ne sono e pure evidenti, la mancanza di un attenta (ma ne sarebbe bastata anche una poco attenta) supervisione su tutto insieme al lettering. Infastidisce anche Ruju quando insiste nel
In sintesi celebrazione-omaggio molto graditi. Adesso staremo a vedere, per chi come me rimarrà sulla barca, se questo # 300 sarà la pietra tombale sul passato glorioso non solo del personaggio, di cui poco o nulla forse è rimasto da dire, ma anche della testata o se sarà lecito attendersi ancora qualche albo capace davvero di sorprenderci.