Cravenroad7

perle, non esageriamo.. discrete.

Ah ah ah no non sono Gualdoni!!! Se lo fossi avrei tutto il potere per riportare Dylan ai fasti degli anni 80-90!!!
Semplicemente credo che le storie brevi di Gualdoni, sia color che no, siano veramente tutte di ottime livello (escludi "Inferno sulla terra", veramente patetica!) - e ripeto, storie brevi!!
Ma è un giudizio personale ovviamente!

Peccherò di generosità ma secondo me la breve di Gualdoni/Mastantuono sul Color Fest umoristico è quasi un capolavoro, quella con Nizzoli sul successivo CF è ottima e anche quella dell'ultimo Gigante con la Vetro è molto valida.

Non è che Gualdoni mi piaccia un granché, ma queste tre storie (e anche Le morti bianche, via) sono IMO notevoli.

Se escludiamo "Le Morti Bianche", che non ho apprezzato molto, le altre storie citate per me sono notevoli.
Nelle storie brevi, Gualdoni in genere se la cava decisamente bene. Quella di questo Color Fest è sicumente meno riuscita delle precedenti, ma io l'ho presa come un gioco a rifare Chiaverotti e mi sono divertito. alla fin fine, l'unica cosa che mi ha infastidito è il finale... ma io trovavo generalmente odiosi i finali di Chiaverotti e quindi è giusto che mi sia sembrato odioso anche questo.

Su Gualdoni, come autore di buone storie brevi ho ancora fiducia... è sulle lunghe che non è riuscito a convincermi, finora. Anche perché in genere mi danno l'idea di idee per storie brevi tirate in lungo.

Color Fest passabile, ma non di più.

S
P
O
I
L
E
R

Passaggio per l'inferno

Il soggetto è un po' troppo abusato. Forse è colpa mia, che ho letto fumetti e visto film horror a non finire, ma di storie incentrate sull'autostop in cui uno dei due (a volte l'autista, a volte il passeggero) si rivela uno psicotico omicida o giù di lì me ne vengono in mente una dozzina. Tutte migliori di queste.
Il ritmo è buono e la coppia Accatino/Simeoni senza dubbio sa come creare atmosfere adeguate, ma è ASSURDO che Dylan, quando la tipa estrae il cellulare, anzichè interloquire dicendo: "Ma scusa, non avevi detto di non avere il cellulare?!" dia un numero falso!
Anche chi NON ha il cellulare sa che basta la pressione di un tasto per chiamare un numero e scoprire se esiste o meno. Vabbè che Dylan ha capito che la tipa è pazza, ma interloquire l'avrebbe senza dubbio fatta incazzare meno che non dando un numero fasullo.
E poi, il Dylan simil-barbatiano (nel senso peggiore del termine) che con le donne tende a comportarsi da stronzo mi ha stracciato i cosiddetti già da un pezzo ormai!


Il banco dei pegni

Orrenda! I riferimenti alla crisi economica attuale servono solo per darsi una patina (fasulla) di impegno sociale. In realtà in questa storia le ragioni per cui i mendicanti sono tali risultano assolutamente secondarie.
I cattivi sembrano i cugini scemi di Cip e Ciop; il Dylan che brucia i risparmi è privo di qualsiasi credibilità; il trucco per sconfiggere gli pseudo-demoni è un banale escamotage; infine, i barboni angelici non sono che macchiette.
Insomma, un disastro sotto tutti i punti di vista. Pure Alessandrini non è a proprio agio, specie per quanto riguarda il volto di Dylan


Luci della ribalta

La migliore. Medda batte ormai un po' troppo il chiodo sul mondo dei mass-media e la loro intrinseca vuotezza, ma la storia è ben scritta e ben congegnata, certamente superiore alle altre prove recenti delle sceneggiatore.
Dylan ha poco da fare, ma questa storia è volutamente incentrata soprattutto sulla diva. E la risoluzione finale ha una suggestiva ragion d'essere.
Peccato che Di Gennaro risulti troppo rigido e impostato.


Strage di mezzanotte

Seguito assolutamente non necessario di una delle prove più modeste di Chiaverotti.
Il soggetto non è che un pretesto per un po' di splatter. La storia di Chiaverotti, per quanto malriuscita, aveva una trama. Qui non c'è neanche quella, solo fragore e strepito che alla resa dei conti significano davvero poco (citazione shakespeariana ).
Anche come semplice omaggio al trash exploitativo degli anni '90, la storia non funziona. I dialoghi sono a dir poco atroci e la loro seriosità insulsa fa venir voglia di fiondare l'albo nella spazzatura.
Piacevoli i disegni e i colori 'irrealistici'.

Assolutamente d'accordo!

Per quello che è lo scopo e l'utilità del Color Fest io sono abbastanza soddisfatto, ma non certo esaltato..

La prima storia è buona...si legge rapidamente, è interessante e i colori notturni mi sono piaciuti...

La seconda è una robetta...evitabilissima..

La storia di Medda invece mi è piaciuta parecchio...soggetto esile, ma quando uno sa scrivere sa scrivere...la migliore del mazzo..

Sul rifacimento del "Manichini Tale"...bah!! Mi chiedo...il CF è un'uscita che serve a provare nuovi sceneggiatori o ad inserire chi meno si vede...a mostrare il lavoro di nuovi disegnatori alle prese con Dylan......cosa c'entra Gualdoni più M&G?????
Che poi la storia in sè (dialoghi a parte) non è nemmeno vomitevole..ma l'ho trovata abbastanza inutile...

Non ritengo che il CF sia un'uscita sulla quale abbia senso di parlare del decadimento di Dylan Dog...se ci propinassero uscite simili (che in generale io non trovo ripugnanti) come da contorno a una serie regolare con i contro*azzi io sarei più che contento...

Purtroppo pare che la serie regolare sia invece la meno curata di tutte...

A me invece sembra che il problema sia che è tutto fin troppo "curato" ...

cosa c'entra la chiesa?.

oh Signore,skeletor questa è oscena

come la chiesa.

Questa vignetta cartoonesca così fuori contesto l' ho trovata stupida anch' io.

Già ... Badino è meglio che resti a "Topolino", piuttosto che far danni su dylan

Decisamente stupida!
E si, se questo è quanto ha da proporre Badino.....

Forse gli è stata chiesta una storia del genere "Dylan Dog in Topolinia"... non vedo altra spiegazione...