jonathan livingston ha scritto:
chi paga per farsi pubblicare un libro dovrebbe andare a nascondersi,contentissimo che quelli che pagano prendono le fregature
io non ho mai pagato per farmi pubblicare
Mah...messa così sembra un'alzata di cresta da purismo pseudo-autoriale sbandierato con sdegno
.
Purtroppo è quasi normale che scrittori alle prime armi incappino in editori che vogliano tutelarsi per le spese e gli oneri di un non improbabile insuccesso. Stampa e distribuzione non sono mica uno scherzo, e nessuno ha molta voglia di rischiare/investire in talenti tutti da dimostrare ed ancora sconosciuti.
Il peggio è che molto spesso questi supposti talenti non esistono, e si tratta di personaggi auto-esaltati che smaniano per vedere pubblicate le loro fatiche...totalmente aliene dal mercato, quando non fesserie intergalattiche. Tanto oggi pubblicano tutti, si dicono...quindi perchè non io...un bel libro tutto mio per la gioja del mio narcisismo o di quello di mammà...che potrà sbandierare: mio figlio è davvero uno scrittore!
Allora sì, è giusto che questa genta paghi per le proprie manie infondate...e paghi anche lo scotto della delusione, in seguito. Anche perchè spesso i dindi ce li hanno e se lo possono permettere (v. il fenomenale A.L. Marra di camorristica memoria
)
Purtroppo però c'è sempre chi ci specula su queste cose, e prosciuga con false speranze le tasche di chi è ossessionato dal vedersi pubblicato...o lo ritiene un passaggio indispensabile per una potenziale o quasi utopica carriera. Il mestiere dello scrittore a tempo pieno ormai non esiste più..è qualcosa per un' élite circoscritta all'osso, e dannarsi l'anima per entrarci vuol dire passare anni di sbattimento e logoromento...con scarsi risultati, nella media dei casi...e comunque imbattersi di routine in editori spietati o sfiduciati a prescindere
.
Il discorso è in parte diverso per le pubblicazioni di tipo scientifico, universitario, saggistico: lì si paga perchè se non si produce all'anno un qualcosa in stampa si rischia il posto, e si desta sospetto - in Italia meno, ma nei paesi seri di più. Quindi si auto-investe in volumi/articoli per ingrossare il proprio curriculum, in (supposta) evoluzione. Anche perchè chi volete che investa $ per la stampa di un capitolo sull'Ermatrofilia degli Opussum disidratati dalla copula, se non un dipartimento/professore bisognoso di dare un senso al suo ancoraggio polipesco alla cattedra da 6 generazioni nepotistiche ?
ALOHA