Scartabellando tra le mie vecchie riviste dell'epoca, roba di 20 anni fa destinata ai superfans ("Dime press - Magazzino bonelliano"), ho trovato una "chicca" che credo possa interessare ai più: si tratta della recensione di quest'albo fatta nientepopodimeno che da Mauro Marcheselli. A voi.
"Quando uno sceneggiatore si presenta alla Bonelli Editore, e si propone per scrivere Dylan Dog, gli diamo come esempio la sceneggiatura di "Memorie dall'invisibile", e nel consegnare il malloppo la mia metà oscura gongola vergognosamente, in quanto so benissimo che confrontarsi con una storia come quella è un'impresa da far tremare i polsi al più abile degli sceneggiatori. Perchè "Memorie dall'invisibile" è la sceneggiatura perfetta, la madre di tutte le sceneggiature. E' vero, poi il mio comportamento mi procura dei rimorsi che non mi fanno dormire la notte, ma cercate di capirmi almeno voi: in fin dei conti sono io la prima vittima delle esemplari sceneggiature di Tiziano Sclavi, ci sarà pure un motivo per cui io mi limito a scrivere soggetti... Comunque al di là delle mie piccole perversioni professionali sono convinto che a uno sceneggiatore non occorra altro, oltre alla suddetta sceneggiatura, per entrare nello spirito della serie, perchè nelle "memorie" c'è l'essenza dell'intera saga. Il carattere e la filosofia di vita del personaggio "vengono fuori" alla grande anche nelle sue più piccole emozioni e in più in questa storia c'è tutto quello che serve per confezionare un piccolo capolavoro, e cioè la pratica dei Sette Vizi Capitali e la trasgressione ai Dieci Comandamenti. Spiegare la trama di "Memorie dall'invisibile" è difficile come fotografare Tiziano Sclavi nudo, ma ci proverò (a spiegarvi la trama, intendo). Nelle prime pagine dell'albo si fa conoscenza con l'"uomo invisibile", uno dei tanti Nessuno che popolano le metropoli. L'uomo è solo, è sempre stato solo, non ha parenti, non ha più amici (non ha più fans, vede la gente cadere giù, adesso è morto...) l'unica cosa che lo tiene in vita è l'amore (mai esternato) per Aileen, una prostituta che abita nel'appartamento sotto il suo. E quando Aileen viene uccisa da un serial killer impermeabilizzato, il nostro Nessuno si trova a non avere più un motivo per esistere e quindi "sparisce" corporeamente e inizia una vita in spirito. Aileen è la settima vittima del maniaco delle prostitute e le medesime decidono di prendere dei provvedimenti. Una di loro, Bree Daniels (nome preso pari pari dal film di Alan Pakula "Una squillo per l'ispettore Klute", protagonista Jane Fonda) si reca da "Dailan" Dog per affidargli l'incarico di proteggere lei e le sue colleghe di lavoro. Dylan accetta. E naturalmente cattura il maniaco e salva la bella Bree... direte voi, e invece no. L'assassino si costituisce spontaneamente, si chiama Hiram Bailey ed è un timido impiegato di una compagnia d'assicurazione. L'uomo confessa di avere ucciso ben ventinove donne, lo ha fatto così, senza un particolare motivo. Viene giustiziato a Natale (come i tacchini). Lo stesso giorno l"uomo invisibile" tenta il suicidio. Dylan si trova senza lavoro, in compenso si accorge di essersi innamorato di Bree Daniels. La sposa e vivono felici e contenti come in "Pretty woman"... direte voi, e invece no. Lei rifiuta di sposare Dylan, sa che il suo passato peserebbe sul loro futuro (o forse non vuol fare la fine di Groucho) e lo lascia. Ma nuovi serial killer appaiono all'orizzonte e uno di questi (un giornalista) va a trovare Bree per sgozzarla. Arriva Dylan Dog e la salva... direte voi, e invece no. Arriva il redivivo "uomo invisibile" (che si rivela essere il fratello del giornalista maniaco) e si becca la coltellata indirizzata a Bree, riuscendo poi a restituirla al fratello e portandolo con sè all'altro mondo. Bree, salva per miracolo, chiama Dylan. E la storia finisce con i due che si riconciliano... direte voi, e invece no. Finisce la storia."
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Umpf! Qualcuno mi ha trovato, finalmente... devono aver sentito la puzza... però, bei tempi quando puzzavo solo di whisky...
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