Finalmente posso dire di trovarmi in disaccordo con Kraven.
Non del tutto, perché anche il mio Tarantino preferito è
Jackie Brown... Ma poi c'è
Death Proof, credo. Il mio problema con Tarantino è che, una volta visti i film dai quali scopiaz... cita, ho iniziato a prenderlo meno sul serio.
City of Fire, Lady Snowblood, A Better Tomorrow 2,
Il colpo della metropolitana... Quentin li ha davvero saccheggiati.
Comunque, vi copincollo un paio di mini-recensioni originariamente postate su un altro forum.
Death Proof è imballaggio e niente più, ma almeno ne è consapevole e, a differenza dei predecessori, non si prende mai sul serio: è un giocattolone, ma quantomeno accetta la propria natura e non aspira a essere null'altro. Del resto il film, che fa parte del progetto
Grindhouse, vuole essere un esplicito omaggio a un cinema che fu, e quindi le mille citazioni, gli insistiti richiami e tutto il cannibalismo cinefilo di Quentin acquistano finalmente un senso, una ragion d'essere. Oltretutto, è un film che si prende qualche simpatica libertà: delle due ore di pellicola, almeno i tre quarti sono costituiti da chiacchiere, e Tarantino, in più di un momento, pare prendersi amabilmente in giro. I personaggi sono sì macchiettistici e improbabili, ma non aspirano a null'altro: insomma, questo è Tarantino al cubo, ospitato finalmente in un ambiente congeniale. In più, il film è tecnicamente notevole. Insuccesso di pubblico, e ancora una volta la cosa non sorprende.
Bastardi senza gloria: fermo restando che si tratta probabilmente del suo film migliore, vi ho trovato un Tarantino combattuto, quasi prigioniero del proprio personaggio. Come se volesse fare l'autore senza rinunciare al ragazzaccio (si potrebbe discutere a lungo sul perché): e quindi, accanto ai soliti dialoghi sopra le righe, ai personaggi macchiettistici, alle abbondanti dosi di violenza e a una certa faciloneria di fondo - per carità, mica mi arrabbio se nel cinema ci piega la Storia ai propri scopi: è sempre stato fatto, e mi sta bene. Ma alcune scelte, come quella di dipingere i gerarchi nazisti come degli idioti sghignazzanti, mi lasciano perplesso -, fanno la propria comparsa delle soluzioni tecniche e narrative molto interessanti. Bei momenti di cinema. C'è un bel lavoro sulla tensione, per dirne una: alcune sequenze - e neanche poche, a ben pensarci - sono da manuale, delle vere e proprie lezioni di stile. Tarantino dilata i tempi, gestisce la propria materia con padronanza, sperimenta. Poi, magari, la scena successiva butta tutto in vacca, ma rimane il fatto che
Bastardi senza gloria contiene probabilmente i momenti migliori del suo cinema. Ho avuto la sensazione che Tarantino abbia scelto un contenitore perfettamente "tarantiniano" - sopra le righe, cialtrone, violento - ma poi l'abbia riempito con materiale di qualità, perfino sopraffino. Il tutto, va da sé, con estrema consapevolezza. Come a dire: provo a fare l'Autore, ma senza uscire dal mio contesto abituale, quello che il mio pubblico conosce e ama.
Tarantino ha diretto anche un paio di episodi di CSI, e, a dimostrazione che tecnicamente è parecchio abile, lo ha fatto molto bene. Oltre a dirigere sceneggia, eppure, "costretto" dai dettami della serialità e dal fatto di gestire dei personaggi non propri, si dimostra disciplinato e si cala perfettamente nel ruolo, risultando efficace e incisivo anche senza strafare. Il risultato: due episodi ottimi.