Cravenroad7

Bravo! Non era facile, sebbene gli indizi per capirlo ci fossero tutti.

Grazie... ho apprezzato che la cosa sia rimasta implicita, mi dà fastidio quando, molto spesso, il lettore venga preso per scemo, spiegandogli pure l'ovvio.

Approfitto per segnalare il vincitore del mese...
https://www.cravenroad7.it/news/2010/12/ ... -novembre/
o meglio, a sorpresa, la vincitrice

Intato mi presento,essendo un nuovo arrivato nel vostro forum.mi chiamo Paolo,vi scrivo dalla sicilia e colleziono DYD da ormai ben 14 anni(vi avverto subito,non sono un collezionista che spende centinaia di euro per qualsiasi cosa riporti Dylan Dog,mi basta avere tutto quello che esce in edicola rigorosamente originale).Detto questo,voglio farvi i più sinceri complimenti per il vostro sito,mi piace l'impaginazione ed il vostro "modus operandi" e controllo ogni giorno alla ricerca di nuove news o di qualche bella chicca in generale.Vi chiederete perché ho scritto tutto questo in questo topic,presto detto:ho notato nella storia breve "autoscatto"(che premetto ho apprezzato solo per i disegni di Dall'Agnol e non per altro)una forte citazione con una serie tv a me molto cara e cioè HEROES.Leggendo la storia ho notato come in quasi ogni vignetta, e in parte anche nel soggetto,si faccia riferimento alla puntata 4x18 intitolata non a caso "il muro".Qualcuno di voi vede Heroes e ha notato la stessa cosa?

Ma complimenti alla Fedy!! ANche io voglio entrare nel novero dei vincitori
E benvenuto al Taurus!!!

Non male.
Il gigante dell'anno scorso forse era un po' meglio, ma mi accontento.

Forse è perché sono un sentimentale, ma adoro le rimpatriate con i vecchi personaggi...(se mi fanno tornare Dylan a Ramblyn vado personalmente alla Bonelli con lo spumante!)

POSSIBILI SPOILER

Mi ha fatto piacere rivedere Seline in "BELVE IN CITTA'"...secondo me la storia è buona e si lascia leggere tutta di un fiato. Devo dire che il nuovo stile di Piccato a volte mi lascia perplesso, ma resta comunque uno dei miei disegnatori preferiti!

Boccio in pieno "AUTOSCATTO" . Storietta puramente riempitiva, prevedibile e con personaggi mal gestiti (Odiosa la ragazza). Anche i disegni non mi piacciono. Il Dall'Agnol vecchio stile era 1000 volte meglio e il tratto così stilizzato per me non è adatto ad un personaggio come Dylan. Capisco che nella vita bisogna variare a volte ma ragazzi...non esageriamo..

"IL PENITENTE"...lo dovrò rileggere un paio di volte per giudicarlo bene...c è del buono ma alla prima lettura ero poco concentrato e non l ho gustato (forse perché non amo particolarmente Freghieri)

Ottima "LA CONFESSIONE". Per la serie "Girl Power" un bel complimentoni alla disegnatrice Vetro che caratterizza particolarmente bene i volti dandogli una buona espresività . Ho gradito molto l'utilizzo della voce di Dylan fuori campo che dona una dose maggiori di drammaticità ad una storia comunque già  molto triste di suo.

Una mediocre copertina di Stano apre la prima storia del Gigante n. 19. "Belve di città" vede un graditi ritorno: Seline e il signor Shing. La storia non è molto originale ma delle buone scene horror, valorizzate dal bel disegno sporco di Piccatto, ne garantiscono una tranquilla lettura.

SPOILER

Ci sono incongruenze: non si capisce perchè i barboni vedano una specie di enorme felino quando poi l'assassino è umano. L'omicidio di Seline è telefonato, si capisce subito che è lei la ragazza investita nel video. La sua conversione a figlia della tigre fa certo piacere e si spera di rivederla presto. Groucho appare poco, ma quando c'è fa davvero ridere. Mignacco lo usa come il prezzemolo lasciandoci un buon sapore. Ormai Mignacco è abituato ai "seguiti" e qui ne sceneggia uno con più lodi che infamie. "Il sogno della tigre" resta una delle pagine più belle di Dylan Dog, era giusto riproporre una storia con gli stessi personaggi (tranne l'agente Jones che si scopre essere morto in carcere).


Delude "Autoscatto" di Marzano. Il tema di realtà parallele è già stato sviscerato in ogni modo. Idem per il personaggio solitario che si è costruito un mondo tutto suo. Ralph assomiglia troppo al protagonista de "Il cielo può attendere" (albo numero 229) o a altri personaggi apparsi nelle diverse storie di Dylan Dog. La cosa migliore della storia è il molto azzeccato personaggio di Sheila: finalmente una ragazza superficiale e stordita che spiazza Dylan in più occasioni. Il tratto di Dall'Agnol è sempre più adatto a speciali e giganti.

Gigante molto scarso.

"BELVE IN CITTA'" Illeggibile sequel di una storia da me amatissima, trama spionistica orripilante, sceneggiatura noiosa, Seline rovinata e copia/incollata dai libri della trilogia Millennium. Lasciate le belle storie dove stanno, non rovinatene il ricordo. Piccatto sempre più in calo. Voto 5

"AUTOSCATTO" . Forse la peggiore di tutte, banale, piatta e disegnata da Dall'Agnol, che quando lo vedo mi viene una fitta allo stomaco pensando a che capolavori sfornava ai tempi d'oro. Qualcuno parlerà di meravigliosa sintesi e robe del genere, ma a me questo Dall'Agnol non piace. Voto 4

"IL PENITENTE" L'unica storia piacevole. Bravo Ruju a mettere su una trama non male, con personaggi controversi, delle belle atmosfere ed un finale piacevole. Freghieri nello standard solito, nulla di meraviglioso, ma a me piace. Voto 6.5

"LA CONFESSIONE". Non la ricordo e questo la dice lunga, ma a leggere dei miei commenti su altri forum pare che non mi sia piaciuta per niente, sicuramente non la rileggo per vedere se sono rimasto dell'idea. I disegni della Vetro purtroppo li ricordo bene. Voto 4/5

"Il penitente" è davvero una bella storia. Forse la migliore del Gigante. Ruju dimostra di essere uno dei migliori eredi di Scalvi mostrandonci un Dylan consumato ma con grande voglia di arrivare alla verità. Dylan indaga, chiede aiuto alla Trelkovski ed è affiancato da un Groucho dalle freddure all'altezza. Dal dolore per la storia finita con la ex si passa al sorriso delle battute dell'assistente. Ottime le scene oniriche, dei veri uncubi degni del suo indagatore. Freghieri disegna con il suo tocco limpido: molto interessante la caricatura di Braddock e John Pelham.

SPOILER

Il Dylan Dog delle ultime pagine rovina la bellezza della storia. Dylan non è il giustiziere della notte o Bruce Wayne dopo la morte dei genitori. Dylan non ammazza un criminiale sulle scale del tribunale! Qui Ruju prende una svista. Anche se poi sarà il "famiglio" Pelham a perseguitare l'aguzzino, la reazione del nostro mi pare davvero fuori dal personaggio. Un peccato, perchè la storia era davvero bella. E Ruju è un signor sceneggiatore.


"La confessione" vede la new entry di Daniela Vetro. Un po' di quote rosa non guastano mai e il tratto un po' alla Celoni e per certi visi alla Ambrosini mi è piaciuto. Speriamo di rivederla presto su qualche altro albo. Gualdoni con le storie brevi ci sa fare. Non ha una logica completa la storia, ma forse è meglio così. E per una volta Shakespeare sta in bocca al cattivo. "Le cose non sono un bene o un male di per se ma è il pensiero che le rende tali".

Accettabile ma non memorabile gigante.

BELVE DI CITTA': Mignacco cerca di dare un seguito alla sua storia più apprezzabile per Dyd, ma non riesce a rendergli giustizia. Improbabili cospirazioni chimicoindustriali/militari, processi-lampo (mah..), personaggi buttati a muzzo nel calderone (Shing), Seline buttata via senza una ragione valida e senza pathos. Più che mediocre. Di contro una buona prova da parte di Piccatto.

AUTOSCATTO: non brilla per originalità questa breve di Marzano, ma è scritta bene e Sheila è così stron*etta da sollevarsi dalla media. Dall'Agnol aggiunge valore al tutto.

IL PENITENTE: la migliore lunga di questo Gigante (e poco ci voleva), valida soprattutto nella prima parte, con gli incubi che tormentano Dylan, sia psicologicamente che fisicamente, in stile "Freddy Krueger". Ruju però mostra le carte un po' troppo presto, conducendo la storia verso il finale senza un vero e proprio climax. Discutibile Dylan che lascia Mattie tra le grinfie del suo aguzzino. Freghieri, prologo a parte, viaggia col pilota automatico. Niente di eccezionale ma accettabile.

LA CONFESSIONE: discreta breve di Gualdoni, anche qui latita l'originalità ma interessante l'idea della gelosia che rende mostri. Pregevole esordio, quasi ambrosiniano, della Vetro.

Confesso di essere stato sorpreso dalla mediocrità di questo gigante. Per me addirittura solo la breve di Gualdoni arriva al sei. Vediamo perché.

BELVE DI CITTA': Insipida come poche. Qualche buon tocco c'è (il più lo fa comunque un Piccatto in forma), ma viene tutto sommerso dall'ingenuità disarmante della storia. Finale stupido e totalmente gratuito. Non capisco perché Mignacco si diverta tanto a creare questi giga-plot cospirazionisti che coinvolgono multinazionali e stati di fantasia: va tutto sempre a discapito della credibilità della storia. Come dice Altair, più che mediocre.
AUTOSCATTO: Inconsistente. Basta impiegatucoli sommersi di lavoro che si dimenticano di avere una vita. Quanti ne esisteranno nella realtà? Vale la pena di ripescarli ogni volta? In più la gestione della parte "onirica", chiamiamola così, non mi è piaciuta. Troppo stereotipica. Insomma, non brutta brutta, ma inutile. Dall'Agnol sprecato. Cinque.
IL PENITENTE: Questa non l'ho capita. Mi è sembrata una delle cose più dimenticabili e brutte mai prodotte da Ruju. Lo spunto di partenza è molto simpatico, anche se non viene sfruttato come potrebbe in termini di violenza grafica. Ma gli sviluppi della storia sono... Boh? Stessa morale de "la vita è strana" che troviamo ne L'autopsia di Gualdoni. Il punto è che anche la storia finisce per essere strana, ma non in senso positivo. All'effetto estraniante contribuisce anche il ritmo della scarna sceneggiatura, che lascia molto in mano al pur bravo Freghieri. E sono due ex del nostro che crepano in un gigante solo, viva! Voto? Buco nero.
LA CONFESSIONE: L'unica che sembra una storia di Dylan Dog. Quasi un miracolo, considerando chi c'è ai testi. Ma forse non era ancora caduto in quella spirale di autocensura/banalizzazione che l'avrebbe caratterizzato dopo. Buona l'idea del mostro della gelosia, buono il colpo di scena, classico ma apprezzabile il finale. Niente di geniale, sia chiaro, ma comunque leggibile. Vetro discreta, avrebbe fatto meglio qualche gigante dopo con la storia di Bilotta.

Insomma, in lizza per il titolo di peggior gigante di sempre. Ma considerando il livello di mediocrità generale potrebbe anche riuscire a perdere in una competizione del genere.

così mi scriveva survivor altrove a proposito de il penitente, e tutto sommato posso concordare
una buona storia, certo che leggerla dopo il vecchio che legge e per giunta all'interno dello stesso volume si sente eccome qui si ritorna decisamente nei canoni, però mi sono sentito di nuovo a casa, nonostante la storia assomigli a molte altre della stessa coppia di autori, o forse proprio x questo, si notano qua e là alcune raffinatezze di dialogo che mi ha fatto piacere ritrovare peccato x l'uso troppo macchiettistico di groucho, che in pratica non fa altro che dire battute tutto il tempo
dato che avrei intenzione di prendere la miniserie hellnoir di ruju & freghieri che uscirà a fine mese, questa lettura potrebbe considerarsi una specie di antipasto, quello che non ho ancora capito è se appunto ho voglia di un'altra portata o se posso ritenermi sazio

ah, mi sono accorto che avevo letto pure autoscatto in un superbook uscito qualche tempo fa, l'avevo trovata carina

belve di città
una delle peggiori storie pubblicate sui giganti, mignaccata pessima, un inutile e deleterio sequel di "il sogno della tigre"
già l'originale non era chissà che, ma in confronto era oro colato: impietoso il confronto tra la seline di ieri (una bella figliola) e oggi
unico momento indovinato quello in mezzatinta con omaggio a "il bacio della pantera" (vedi anche almanacco zagoriano del 2009)
momenti imbarazzanti: il rap, le battute di groucho, la proteina omega zero, il finale bestiale
copertina nulla di ché

voto 4

autoscatto
a metà tra "l'ultimo uomo sulla terra" e "safarà", alla fine della storia di ruju hamlin modificava proprio una cabina per le fototessere...
per soli fan di dall'agnol, e io sarei un fan di dall'agnol, però il personaggio non mi è piaciuto, troppo smielato....

voto 5+

il penitente
mi è piaciuta di più di "l'eterna illusione", che trovo un pò sopravvalutata... ho dato un voto in più per il finale ruvido e beffardo
è una storia anomala, si legge in un battibaleno anche per lo stile narrativo di freghieri... certo, si nota la differenza, ad esempio, con "il dogma"
anche in questa storia dylan dovrebbe soffrire, ma sembra siliconato.... però nel complesso mi è piaciuto (il waterboarding iniziale)
da segnalare una delle poche volte in cui viene nominato cagliostro dopo la svolta presunta della barbato...

voto 7